Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

RIFLESSIONI PER L'AUTOCRITICA FILOSOFICA DI OGGI I Non è difficile rilevare l'affermarsi di un dilagante atteggiamento: quello per cui si considerano i fatti storici solo come quantità visibili, come peso e dimensione sensibile, obliterando esplicitamente o impli– citamente la qualità sostanziale e quindi il riconoscimento del valore. Quante volte si sente ripetere, come se fosse cosa ovvia, che l'Italia non conta più ormai nell'arena internazionale di fronte a paesi come gli S.U.A. e l'Inghilterra ecc., oppure che determinati tentativi di por– tare contributi nuovi (necessariamente minimi quantitativamente e sen– sibilmente) alla soluzione della crisi odierna della società sono ridicoli al confronto delle forze «decisive» che sono nel « potenziale econo– mico » dell'URSS o dell'USA o nel « potenziale demografico » della Cina e dell'India. Tali sono le manifestazioni più volgari del fenomeno ma non dif– feriscono sostanzialmente da quelle più raffinate. L'atteggiamento ri– sulta anzi forse più diffuso quando e dove è meno esplicito. Quanti che si scandalizzano addirittura e spesso sinceramente al sentir negare apertamente i valori, le qualità reali, il senso non solo apparente e sen– sibile delle cose, che si scandalizzerebbero anche delle affermazioni correnti sopra dette, rimangono poi vittime della stessa posizione più in radice e in modo, per così dire, meno pubblicistico. Eppure si ri– fletta a ciò che significa in realtà un fatto molto comune: il fondare di fatto tutta intera una vita sulla << carriera » in una situazione data qualsiasi. Troppo poco si avvei:te che quando si fonda, appunto anche solo di fatto, la vita in questo modo si nega abitualmente (nel senso profondo del termine « habitus ») il valore e ci si ·sottomette abituai- BibliotecaGino Bianco

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