Critica Sociale - anno XLII - n. 23-24 - 1-16 dicembre 1950

330 CRITICA SOCIALE di altri Paesi moderni; ma ciò che è più pauroso è il timore che si possa conoscere meglio. Abbiamo proposto recentemente alla Camera due inchieste parlamentari, l'una sull'efficienza della pubblica amministrazio– ne, l'altra sulla disoccupazione. Vi sareste attesi un'accoglienza entusiastica per questi tentativi di far luce su due problemi fon– damentali della vita italiana. Invece l'atmosfera si è riempita di sospetti e di· preoccupazioni: ma non si sa gi!à abbastanza? si vuol giudicare il governo? la Camera vuol diventare un giudice istruttore? _si vogliono riempire dei volumi inutili? (1). Le reciproche omertà risorgono lietamente. Ma, s~ è giustificabile la prevenziop,e della burocrazia, è as- 1sai singolare la preoccupazione del legislatore e dell'uomo di go– verno di fronte all'inchiesta parlamentare. Anzitutto si confonde questo gruppo di inchieste, essenzialmente informative, con quelle politico-giudiziarie. Qui si tratta di inchieste reali, che ten– dono a chiarire una determinata condizione di cose, e non sono preparazioni a un giudizio d'Alta Corte, ma preparazione a ri– iorme. \ La Commissione parlamentare d'inchiesta non è, in tali casi, un giudice istruttore, ma diventa uno degli essenziali organi dello Stato per fini co_noscitivi. Infine, le Camere_ hanno il diritto di compiere tali inchieste. Ne dà loro ampia facoltà la Costituzione all'art. 82. Ma soprattutto le Camere hanno il- dovere di compierle, quando manchino loro tutti gli elementi di giudizio su aspetti fondamentali nella vita della collettività che rappresentano. L'inchiesta parlamentare è uno strumento essenziale nel sin– dacato che il parlamento deve esercitare; è un congegno essen– ziale per scoprire e porre nella giusta luce dati_.e fatti che reste– rebbero ignoti, e la cui conoscenza è fondamentale affinchè il legislatore possa armonizzare la propria ,opera con le tendenze e le aspirazioni della società. In altri Paesi l'inchiesta parlamentare è un istituto che ha dato ottime prove, e che fu largamente utilizzato. Abdicare alla facoltà di compi~re inchieste, da parte del Parlamento, lasciando andare in desuetudine l'istituto,· sarebbe colpa gravissima e ine– scusabile. Il graduale evolversi dei regimi costituzionali, l'intensifica– zione dell'azione dello Stato nella v,ita sodale, il consolidamento delle libertà politiche, l'esigenza di mantenere l'azione ammini– strativa nei limiti democraticamente stabiliti e, per il Parlamento, di sostituirsi all'azione informativa cwe essa manchi da parte del– l'esecutivo, sono le principali ragioni dell'affermarsi dell'istituto dell'inchiesta parlamentare in tutti i paesi di demoèr:azia moderna. Quel Parlamento che, avendo facoltà di farlo, non utilizzasse questo strumento, tradirebbe la propria funz±one, inferendo un grave colpo alla democrazia, ma soprattutto si automutilerebbe nelle sue fondamentali prerogative. Le due inchieste parlamentari proposte alla Camera, e che ' riflettono due aspetti importantissimi della nostra condotta eco- . nemica e sociale - l'efficienza dei pubblici uffici e il triste fe– nomeno della d\soccupazione - rappresentano il tentativo di ri– pristinare l'utilizzazione di questo strumento per porre in luce elementi di fatto· che si i~norano, e che molti sperano si conti- nuino ad ignorare. - Staremo a veder e. Siamo d i fronte ad un'ottima occasione per censire chi vuole avanza.re nel buio, e chi no. ROBERTOT~EMELLO~I - (1) I~ altra parte ~ella riv.ista pµbbiich.iamo il testo del progetto di legge per una inchiesta parla;mentare sulla_ disoccupazione, di cui parla qy.i il compagno Tretnellbni, firmato, oltre che da-lui, dai compagni Sa- l!agat, ·Bennan'i e V,igorelli. fNota di C. S.). · ·· · BibliotecaGino Bi_anco Fascismo e borghesia Sono due anni di martirio del proletariato che noi abbiamo assiduamente denunciato e do: cumentato ... La successione del– le fasi si deve onestamente ri– costruire così: la guerra e le delusioni della pace versaglie– se; i fermenti di rivoluzione e di reazione lasciati dalla guer– ra stessa; i disinganni per le grandi promesse fatte al prole– tariato per incitarlo a combat– tere e che il dopo-guerra di confusione e di devastazione non poteva mantenere; l'impe– to della passion~ proletaria del 1919, culminante· nella occupa– zione delle fabbriche; il ripren– dersi spontaneo ·del proletaria– to, liberamente convintosi che in un paese come il nostro, di– pendente per le •materie prime dall'estero, non poteva da solo fare la rivoluzione; la separa– zione dei socialisti dai comuni– sti; l'apparizione .del fascismo, a pericolo scomparso, per fare le vendette delle paure della borghesia ... Ma quale il contenuto del fa– scismo oltre le liriche invoca– zioni alla giovinezza? Dobbia– mo pensare che sia quello illu– strato dall'on. Rocco? Egli ci ha deito in sostanza che biso• gna rifarsi di 30 anni di filo– socialismo! Grande onore per il social-ismo se è esso che ha dato uno statuto ai lavoratori, il di· ritto di coalizione, il suffragio universale, le leggi regolatrici del lavoro, gli interventi di Sta– to contro i monopoli asservito• ri della Nazione! Ma grande vergogna per il liberalismo se esso, rinnegando trent'anni di democrazia parlamentare, vo, lesse Zasciar tentare la sinistra utopia di riport(frCi alle condi– zioni tn cui noi trovammo tren– t'anni fa le plebi. Sinistra utopia. In questo co– nato di reazione la borghesia comincerebbe a rovinare se stessa ... Così, quando si minaccia il parlamentarismo e si inneggia alla dittatura noi vi diciamo, o signori: de re vestra agitur. Il . regime parìamentare è vo– stro... A voi dimostrare che le vostre libere istituzioni non SO· no un tranello pèr la classe la– voratrice;. che "clii si a1fida ad esse, ohi allà loro. ombra lavo– ra, ere.a, edifica; non è esposto alle incursioni re~zionarie, sper– peratrici delle sÙe fatiche. Se di ciò lo Stato non dà prova, addio al risparmio, addio alla coopera~ione, flddio alla sche– da! Tra il prolf)tariato indu– striale e agricolo abbrutito in schiavitù e i suoi oppressoH non si genera ohe l'odio sterf,. le, che sabota · z,,, ,pr:od;uz!one, che sabota l!J cipi?t/1. CLAUDIOTREVES

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