Critica Sociale - anno XLII - n. 21 - 1 novembre 1950

298 CRtfit:A SOCIALE 4~r~.ìre W.a4~~~inattj a ~om,Bt~Jfsi ~nali~?l\~lla, a n:1E\ii~:-fhe rtoJ si trqçti ~ c.r~.i ;l.re deliberata~ente tl n éand1da.to al su~p1~10; . . . Mi è setnbrilto dunque assai slngoÌ'llt~, è privo di uria· raiio:. nale giustificazione, che yi siano larghe correnti di opinion~ _pub– blica le quali giudicano aricor oggi la. diJe,sa.materiale. ~sterna di · un Paese ad un più alto grado di priorita rispetto agli obiettivi di miglioramento delle capacità reddituali del Paese e di rafforza– mento della sua compagine sociale. Se ci occorresse un esempio recente, esso è quello che possiamo trarre dall'ultima guerra:· lo storico noterà come l'aver trascurato di porre il nostro congegno produttivo e il nostro congegno sociale in condizioni di superarè uno sforzo eccezionale, ha avùto nel crollo molta più importanza, e un'importanza decisiva, dell'aver dedicato somme ingenti ad un e.sercito ben più armato e numeroso dell'attuale. Questo errore non deve esser ripetuto. La guerra - se malauguratamente si doves– se fare - non si fa coi soli carri armati in nessun Paese del mon– do; anzi, si fa sempre meno èoi carri armati.. Tale, i::Ùi pare, il suc– co stesso delle dichiarazioni degli americani; e tale, mi pare, il siglilificato del « ·caso Dayton » su cui tanto si è discusso ih Italia iri ,queste ultime settimane. E questo, evidentemente, è alt,rettanto vero se si pensi ad organizzare il paese in modo che esso pos~a, insieme ai suoi alleati del Patto Atlantico, presentarsi, non soltal)to preparato ad.a,ffron– tare una guerra riel caso in cui essa scoppiasse; ma in condizioni tali da scoraggiate l'e.vent.uale aggressore e da togliergli la possi– bilità di sfruttare una situazione interna sfavorevole alla com– pattezza e quindi àlla difesà. ; In questo caso, ànzi, ancor più conta, in confronto con il pos– se$SO di un certo quantitativo di armi, ed è più éfficace che aver disponibile qualche divisione in più -: _si può anche dire che è c9nçlizione percbè le armi possano essere veramente :èfficaci - ayer .. eliminato quantò più è possibile le ragioni di turbamento, dUncertezza e di miseria di tutta quella vasta parte della popo– lazione che deve essere chiamata a dare il suo contributo di sacri– fici alla causa della difesa. E conta che il paese possieda nna struttura, un apparato produttivo effid~nte. * * * , . I - 'Ì'litto ciò ci porta a riesaminare a fondo çome il P?éSe PUÒ migliorare le proprie capacità reddituali, e come il Paese utiliz– za le proprie risorse. Il reddito lordo del Paese, ché nel 1950 sarà superiore agli 8000 miliardi di lire, viene speso nel modo miglio– re, tenuto conto di una graduatoria di priorità ai fini economici e sociali che ci proponiamo? Chi si sente di rispondere in modo 'af– fermativo, se tiene presenti sia· il modò e la composizione attuali · deHa. spesa pubblica, sia il ~odo e la composizione della spesa pri– va,ta? Riappare, piY imponente che mai, il pericol@· .di scelte disa– stro.same.nte errate; riappare, più l,lrge!liltech~.mai, Hppoblema del miglioramento decis0 della nostra organizzazione amministrativa e della vol.(Hltà di utUizzarla ,nel modo piilt .efficiente; rfap:(t)aFeil problewa di spese private che andrebbero é!ltFim~nti orientate. Il miliarçio. spéso. per la galleri11 di vi.a _Manzoni a Milano, H miji;:u;·– do e. mezzo speso recent(;!rnet1te. p~r l!ln grande alber:gq a Milano, i sett~c~nto miliardi spesi dagli, italiani per spese v:olutctuarie rap– pre:::e,ntano. ·qualche esempio 1 da meditare CO[llle inçlfoe degli, orien– tam~nti della spesa privata in _questi ~i:t}golarim:onieniti; nia ç.nehe i quasi duemila miliaFdi di, sp,esa pubblica andrebbem sottop9sti ad un esame piQ sev~ro. C'è. probabihuente un qU:.artodel regdito del Paese che andrebbe destinato Jl;1egliq_. E qui si torna a dke: abbiamo. un congegno statale. che sia. in grado di orientare meno anarchieamente rordine di priorità della des_t!Ìnazionedi queste in– genti risorse? E' il terna .clae i socialisti democratici hanno sotto– posto e sottopongono all'attenzione d'el Paese. ROBERTO TREMELLONI BibliotecaGino Bianco e:.1 pa,rtiti i,.oÌ'itici e il socialismo . Il .partito clericale ed ogni altra qualità di partiti sedicen– ti religiosi... sono certo i pi1} scaltri, non già perchè la pra– tica religiosa crei la scaltrez- · za, ma per il motivo più ve– rosimiie, che gli scaltri, quan– do pensano addirsi ad una parte politica, è fra i partitt religiosi che fanno elezione, dove sanno di potere, ancqr o.ggi, più_ facitmente e (c}J.e più monta) copertamente, com– perare « il mondo e le sue pompe » che affettano perei.iJ. accortamente di avere. /.n . di– spetto. Costoro, pur esserui.o. del socialismo nell'essenza i nemici più implacabili (basta dire che i loro canoni inculcar no la r.assegnazione e pongo– no l'uguaglianza degli uomin1, al di là della vita), all'estero hanno già sentito quanto par– tito potevano trarre da quel « vago » che è nell'opinione· pubblica intorno al socialismo; e hanno creato il socia,lismo, cristiano con le sue ramificq,, zioni (cattolico, luterano ecc.), facendosene arma formidabile contro il progresso ed i. poterj, civili. E a malgrado, anzi liii grazia, dell'irui.ole pagana de– gli italiani, crediamo che frq. breve anche qui li avremo di fronte e dovremo senza sottin– tesi misurarci con essi... I liberali, o radicali come gli a!tri li chiamano, chi 1'agio• nasse con la logica f01·male, parrebbero dover esseré gU, araldi del socialismo, i suoi più fervidi amici ed aiùtatori. Non s.on essi sorti nel nome· delle classi 'popolari? Non han– no inscritto -nei loro labari le· magiche parole di fraternità e di eguaglianza, non hanno sem,pr,e combattuto col .pop,o.l.o, contro gli oppressori? E no.n • fu. detto le mille voite e, dài più chiaroveggenti dei lor~; la foce, la con.segÙenza, il cn• ron.q;mento deUa sovranit.à po– polÌJ:11e é dell'eguagJiam:za. : <),i, diritto dover essere la egua– glianza Ml fatto-? ... Ma per chi squa1'ci il 1Jel0• di Maja, la dea dell'illusio1?,e, non tarda a palesarsi il dis– sidio che esiste f'ra la teoria _ e la pratica... Appunto perchè quella è la foce, chi si trova nel fiwme è forzato a nuotar .. contr'acqua se non .vuol· pre, sto .scendere a. smarr,irsi nei ce,rulei gorghi del mare. I ra– dicflli ben sentono .che ceci tuera eelà, · che la vita del so– cialismo è la morte della· scuo– la liberale, come il determi- . nato ~ la morte dell'indistinto, il concr-eto dell'astratto, il fi– ne deh mezzo ed il susseguen– te di ciò che lo precede. FILIPPO TURATI

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