Critica Sociale - anno XLII - n. 20 - 16 ottobre 1950

278 CRITICA SOCIALE che molti ritengono orma_i necessaria per una maggiore efficienza dell'organismo e della attività dello Stato? Dei partiti fiancheggiatori il P.R.I. è troppo debole per l'esi– guo numero della sua rappresentanza parlamentare, e più ancora per lo scarso seguito che ha nel paese, per poter avere speranza di esercitare qualsiasi azione efficace nel determinare e risolvere la crisi. Va detto per giunta che esso non potrebbe rappresentare una alternativa alla situazione attuale, perchè due dei suoi rap– presentanti hanno la massima responsabilità della politica estera e della politica economica dell'attuale Gabinetto. Il P.S.L.I. è, come è noto, diviso fra fautori e avversari della partecipazione all'attuale Governo. Recentemente parve avviarsi ad una concordia di pensiero (da cui solo qualche piccolo gruppo sarebbe rimasto escluso) quando il suo leader manifestò la sua cordiale, quasi calorosa adesione allo spirito che informava un lungo articolo redazionale uscito sul giornale « La Libertà d'Ita– lia», nel quale apertamente si combatteva la politica dell'attuale governo e si denunciava tutto il pericolo che essa può generare anche per quanto riguarda l'ordine interno e la pace sociale. Non sembra però che questo atteggiamento debba avere ulteriori svi– luppi, anche perchè, se non sono molto numerosi i gruppi che non intendono di consentire in nessun caso alla denuncia del patto di collaborazione nell'attuale governo, essi potrebbero però aprire nell'interno del partito una crisi che questo non ha, nelle attuali circostanze, la possibilità di sostenere, a meno che non si incammini risolutamente verso altre direttive, che determinereb– bero automaticamente la fusione con altr_e fdrze e il conseguente rafforzamento della democ.razia socialista nella vita del paese, dove l'attesa di questo avvenimento è molto intensa ed estesa. Quanto ai partiti di opposizione sul terreno costituzionale, nessuno ci pare in condizioni di poter aprire· e risolvere la crisi. (Escludiamo di proposito il M.S.I. e il partito monarchico, fortu– natamente deboli ancora e che ad ogni modo rappresentano l'uno un metodo di lotta, l'altro una ispirazione istituzionale, per cui non potrebbero rimanere sul terreno della attuale costituzione). Il P.L.I. ha troppo deboli forze, destinate per giunta più fa– cilmente a diminuire· che a crescere se non intervenga qualche nuovo fattore nella vita nazionale, che presentemente è assolu– tamente impossibile prevedere. D'altra parte esso non vede ben chiaro quello che potrebbe·proporsi di fare. Il P.S.U. ha segnato con molta chiarezza certe sue direttive, ma sa bene che per un tentativo di attuarle sì richiedono ben altre forze che esso ora non abbia. Se l'attrazione çhe esso comin– cia ad esercitare sui ceti di lavoratori potrà avere in seguito un notevole sviluppo, allora si verr~bbe a creare la possibilità di un nuovo equilibrio di forze politiche, che avrebbe contraccolpi no– tevoli anche in altri partiti e gruppi parlamentari e genererebbe la possibilità di aprire la crisi di governo con· la prospettiva di darle una soddisfacente soluzione, chè apra nuovi orizzonti alla vita del paese. I partiti di estrema sinistra, che sempre plù si riducono· ad una sola ispirazione comunista, e vorremmo dire cominformi– sta, non hanno neppur essi possibilità di promuovere e risolvere la crisi sul terreno parlamentare, ma hanno la possibilità di ri- · correre all'appoggio delle forze che costituiscono il loro seguito nel paese, e che vanno peraltro continuamente indebolendosi per effetto dei gravi errori di quei partiti e della pericolosa inconsi– stenza dei metodi demagogici che essi hanno segùito. Ad ogni modo un appello che essi facessero alle forze che li seguono po– trebbe servire soltanto a rompere il regolare, pacifico giuoco della democrazia costituzionale. · E allora, ail'attuale situazione non c'è possibilità di alterna– tiva? E non può essere anche questa una causa di fallimento del sistema democratico costituzionale? Questi interrogativi che noi ci siamo posti da: tempo e continuamente ci assillano sono una prova perentoria della necessità di creare una nuova forza che rappresenti una vera alternativa a quella che attualmente tiene. il governo. A questo fine è necessaria e a questo patto può riu- scire utile l'unificazione delle forze socialiste. u. G. M. BibliotecaGino Bianco La trasforma zio ne sociale Il rapido estendersi dei ser– vizi pùòblici risponde già, in qualche modo, a un quesito che si presenta spontaneo: « Per che vie e con che mezzi sarebbe possibile effettuare la trasformazione pacifica del re– gime capitalista? ». Nessuno contesta che le difficoltà siano considerevoli; pure, per quan– to sia probabile che codesta trasformazione sarà ostacolata da resistenze cieche, indi acce– lerata e semplificata da com– mozioni violente, si può tutta– via concepire, fors'anche spe– rare, che in taluni paesi potrà effettuarsi all'amichevole, per via di espropriazioni succes– sive. Chi fosse tentato di gridare all'impossibilità non perda di visfa queste due riflessioni di importanza capitale: 1) l'in– cremento inevitabile delle ri• sorse dello Stato; 2) la facilità CI E:scente delle espropriazioni, quanto più si allarga il domi– nio collettivo. Cedeste, incremento di risor– se lo Stato potrà consacrarlo al riscatto di nuove industrie; infatti, le imposte scemeranno per coloro che vivono e che la– vorano ma in cambio colpiran– no sempre più coloro che non lavorano, o coloro che hanno cessato di lavorare : i proprie– tari, intaccando le rendite e i valori consolidati, i morti re– stringendo l'eredità o aumen– tando le tasse di successione. Senza contare che lo Stato so- , cialista sopprimerà gran nume– ro dei carichi attuali. E' evidente inoltre che le espropriazioni diverranno più facili mano a mano· che il do– minio pubblico si verrà allar– gando. Ogni volta che 'una in– dustria sarà socializzata, lo Stato disporrà di più vaste ri– sorse per assorbire altre indu– strie. Per modo che, secondo ogni probabilità, la rapidità del nostro cammino verso il socialismo si accelererà di con– tinuo come la velocità di una cometa quanto più si appressa al sole, · Di più: quando lo Stato ayrà espropriato le industrie mag– giori, guelle altre che rimar– ranno fuori dal suo dominio non perciò sfuggiranno alla sua influenza. La sua organiz– zazione servirà di modello alle industrie private: divenuto il loro principale cliente, esso po– trà imporre loro misure favo– revoli ai loro operai-!! destinate a completare l'azione delle ieg– gi sulle industrfe. Conviene infine tener conto •dei progressi immancabili del regime cooperativo che si po– trebbe chiamare il . socialismo spontaneo; E. VANDERVELDE

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