Critica Sociale - anno XLII - n. 17 - 1 settembre 1950

CRITICA SOCIALE 235 gna Charta, alla quale si deve ritornare se si vuole che la democrazia - come parità di punti di par– tenza nella vita individuale di ognuno - abbia_ ve– ramente un significato concreto. Il cittadino deve sapere ed essere certo (non per nulla Adamo Smith, non sospetto certo di sociali– smo, poneva la certezza dell'imposta tra i suoi ca– n_oni fondamenatli) che la legge del bilancio per un– determinato eserciziò non subirà variazioni; il cit– tadino deve essere certo che la sua denuncia di ce– spiti non può e non ·deve servire di pretesto allo Stato per una arbitraria modificazione di aliquote; il cittadino deve essere certo che tutti i contribuenti, godendo dell'appartenenza allo Stato, concorrono al– la copertura delle spese pubbliche; il cittadino deve essere certo che i suoi rappresentanti si interessano più alla materia tributaria, in difesa degli interessi sociali che rappresentano, che alle medaglie di pre– senza. E' per questo che, oltre alle misure del progetto Vanoni, noi ci diGhiariamo - ancora una volta - assertori convinti del sistema tributario progressivo, ed è per questo che desideriamo una equa ma ap– propriata imposta progressiva personale, ed è per questo che chiediamo un accertamento rigoroso dei cespiti, basato sulla denuncia giurata dei contri– buenti e sulla comminazione di pene detentive agli evasori fiscali, a qualunque classe appartengano. Il contribuente deve dènunciare; lo Stato deve cre– dere alla denuncia, contro!lando per gruppi tipici di attività, per mezzo di un agile sistema ammini– strativo, le· denunce, in modo che il controllo non divenÌi una vessazione; lo Stato deve punire l'eva– sore e deve promettere la fede alla legge del bilancio. Comprendiamo che una mentalità fiscale è diffi– :eile da costruirti, ma ciò nonostante riteniamo. trop– po fondamentale il problema per considerarlo sol– tanto teorico e, al più, come oggetto di promessa elettorale. Noi pensiamo che, alla base di tutti i problemi economici e sociali che assillano l'Italia, stia - es– senzialmente ,- un fenomeno di carenza morale, a carattere generale, pubblico e privato. Se un socialismo' democratico sapesse sollevare ,questo problema morale, cominciando ovviamente dal ripulire le sue file, e sapesse combattere una borghesia nei suoi difetti anzichè nelle sue super: stiti virtù, noi potremmo allora avere, forse, l'alba di una nuova epoca, nella quale ·si eviterebbe di parlare a vanvera di democrazia in presenza di una mafia siciliana, di un feudalismo pugliese, di un analfabetismo- calabrese, di una superstizione con– formista in religione, in presenza soprattutto dei e sassi » di Matera, ma potremo iniziare ad attuare, in una atmosfera meno bizantina, una società che, forse, non sarebbe marxista - nel significato dete– riore dato a questa parola dagli agit-prop da stra– pazzo. - ma sarebbe profondamente socialista, nel senso· stesso che Marx attribuiva a ,questa parola, quando rivelava a) mondo Io sfruttamento dei bamc bini e delle donne nelle miniere e nelle filande deila Gran Bretagna. E' questione, s'intende, di coraggio. Ma è anche questione di sopravvivenza politica. Perchè, franca– mente, non riusciamo a capire che cosa significhi la parola socialismo, quando questo socialismo guar– da ai problemi sociali di un paese e, accapiglian– dosi sul sesso degli angeli, non si accinge a risol- , verli con serietà, con costanza e con onestà. PAOLO PELLERI ',A cm PROCURA DUE ABBONAMENTI NUOVI -OFFRIAMO UN TERZO ABBONAMENTO, PURCHE' ANCH'ESSO NUOVO. BibliotecaGino Bianco / Osservazioni sul bilancio della Pubblica Istruz.ione Non inténdo in questo articolo trattare l'argomento della Riforma scolastica (di cui più volte ho già scritto sulla « Cri. tica »). Il orogetto definitivo, che il Ministro .pr.esenterà ai due rami del Parlamento, non è ancora noto. (P,robabilmen– te, dopo le modificazioni .subìte dalla sua prima enunciazione mediante interviste e informazioni sui principi a cui do– vrebbe essere, nell'intenzione - ministeriale, ispirata la rifor– ma, il progetto - secondo la nuova moda democratica ( !) - sarà p·resentato aJ.la discussione parlamentare in modo da non permettere più modificazioni, perchè su esso sarà stato raggiunto ·l'accordo semipubblico tra, i Partiti governativi). Per ora, da parte mia, e mi sembra di quanti desiderano una scu,ola libera e seria, si può concordare sostanzialmente colla linea seguita dalla Federazione Insegnanti scuole me· die. (Vedi gli ultimi numeri del giornale del.Ja Federazione « L'eco della Scuola Nuova - Torino e i numeri II e 14 di « Cri<tica » di quest'anno). * * * In ,sede di bilancio della P, I. {non ancora discusso e ap– provato dalla Camera) si può dare aUa discussione una impostazione pratica e nello stesso tempo anche inrroduttiva alla discussione più ampia e generale, che. .si dovrà pur fa– re - anche ·nella pubblica :stampa -: su tutta la questione scolastica. Io mi limiterò 0 trottare alcuni punti, )0 cui importanza oon è stata sufficienteménte posta in -risalto· nella discussione gi?l, aV'Venuta in Senato. • • * Tra i capitoli del Bilancio l'attenzione è attratta da-I 111,1- mero e dalla cospicuità degli stanziamenti per il finanzia. , mento di .istituzioni parascolastiche o scuole. non statali · o libere, tanto elementa·ri che medie inferiori o superiori, senza nessuna specificaziione a favore di provincie o comuni,, e più ancora di Enti, chiamati morali o non stata-li, o gene– ricame~te di Associazioni, o anche di vniiziative nell'interesse dell'insegnamento. Così si stanziano 500 milioni al n, 45, 20 milioni 01 n. 56, 32 milioni al n. 65, )12, mi.Jioni al n, ·fi6,.1 milione 300 mila al n. 82, 15 mili,oni e mezzo 01· n. 124, 4 miliardi e 330 milioni al n. 125, 40 milioni al n. 127, 1 miliardo e 775 milioni al n'. 128. Per il pi,ù grosso stanziamento del n. 125- si può osservare che sono anche compresi concorsi e sussidi aumentati per 10 legge 12 ap·rile 1949 n. 149 e spese di investimento in mac– chinari a favore di scuole e istituti industriali statali, me non si comprende quanto va a favore delle scuole non sta- tali e alle iniziative nell'interesse dell'insegnamento, · Così dicasi per ·l'altro stanziamento del n. 128 per g,)i istituti e scuole commerciali. Quando -si tratta ·di sussidi, specialmente non a favore di comuni e provincie (10 cui azione è su_ggetta alla vigilanza · '1egalee alla pubblica critica), si dovrebbero erogare soltanto somme deliberate· specificatamente 0 Fondazioni note, come si fa anche in questo bilancio per la Fondazione scolastica del Lazio e per l'Ente nazionale per l'istruzione marinara; Non ci ·pare buona oorma votare genericamente sussidi per servizi, farse, più che a sgravio, in concorrenza all'opera doverosa dello Stato - senza nessun controllo preventivo e con un controllo consuntivo molto difficile dei fondi elargiti da parte del Parlamento e dei contribuenti. E aggiungo che Enti difficilmente identificabili si sussi· diano in altro modo notevole senza controllo dando in uso persino p)uriennale edifici dell'ex G.I.L., anche arredati, (Me– moriale del Sindacato dipendenti del)a G.I., 0. 1949, p0g. 29), (Non poche amministrazioni oomunali e provinciali riven– dicano la proprietà di questi edifici, pronte - come si è udito in parecchi pubblici convegni - pedino a intentare causa allo Stato). ·

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