Critica Sociale - anno XLII - n. 11 - 1 giugno 1950

138 CRITICA SOCIALE di produzione non dà or1gme solo a un problema tecnico-, limitato all'interno dehl'impresa singola; e molto opportunamente vi han de– dicato il IV" Convegno di studi economici, tenutosi a To,rino il 15-17 maggio. Naturalmente, anche in tale occasione, come nei convegni precedenti, si sono manifestati contrasti di indirizzo: ma la dotta re– lazione del prof. Jannaccone, le molte concordanze affiorate su alcuni aspetti tecnici del problema, e una più spiccata tolleranza rispetto a qualche convegno precedente, hanno consentito di trarre quailche 'risultato positivo dall'elevato dibattito. Non mi pare che il porre prevaleatemente il problema del co_sto di produzione come un problema di ripartizione, anzichè prevalen– temente come problema di produzione, a 1 hbia giovato ai risultati del convegno: e d'altronde la riduzi one dei co sti è argomento, oggi, per il nostro Paese, più di economia appli0a.ta che di economia generale, cqme giustamente affermò hl Demaria. Si sono poste •in maggior rilievo· le cosiddette economie esterne all'impresa, mentre minor attenzione si è data a quelle « interne » dell'impresa. Ciò ha consentito a vari oratori di insistere sulla cre– scente importanza che vanno assumenqo i costi costanti, o costi fissi, sia per l'_impresa che per l'intero -gruppo nazi•onale; e quindi di atti– rare l'attenzione su una concezione che potremo chiamare « socia:le » del .costo di prolduzione .. E su ta,1e concetto, non possiamo che essere pienamente concordi, sebbene si debba sottolineare cne una somma notevole di economie interne possa essere - e debba essere, al più presto - seriamente affrontata dagli imprenditori. L'aumento dell'ef– ficienza tecnica delle imprese (private e pubbliche) è aTgomento che· non si può più differire, dopo sedici anni di autarchia, di guerra, di in:filazione e di att~se, durante i quali l'organizzazione scientifica è stata largamente trascurata. L'aumento di produttività dipende in larga parte dalle capacità organizzative dell'imprenditore, e non si può con molta sicurezza affermare -che si sia fatto, molto, a questo -proposito, durante gli ultimi cinque a:nni. * * * Conclgsioni 1 Questi convegni non si chiudono con omini del giorno o mozioni conclusive. Ma se si può trarre il succo dai più no– tevoli interventi, si devo:q.o sottoscrivere alcune istanze: quehla di una maggiore conoscenza - che è urgente e inderogabile - dei costi d'i produzione, nel nostro, e in a,1tri Paesi, e di una maggior conoscen– za del panorama economico (Di Fenizio) ; quelle di un0 sforzo imme– diato per un aumento di efficienza tecnica delle imprese; quella della repre~i:one delle tendenze mo~opoilistiche (Demaria) attraverso una severa legislazione e un'applicazione severa di norme adatte; quelle di un maggior « orientamento » degli investimenti e di un danaro a prezzo più basso (tesi assai controversa, questa, nei dibattiti del convegno) ; quella di' un allargamento del mercato ottenutò attra– verso l'unità economica europea (Ernesto, Rossi); quella di un sistema fiscrule che presenti un congegno più felice, spostandosi verso tributi che abbiano un'incidenza meno immediata sui costi di produzione (Cosciani, Arena) e che si trasferiscano sui tipi peTsonali e pFogres– sivi (Visentini). Si affacciò anche il tema dei rito,cchi dei c·àmhi, e qualcuno ne sottolineò l'azione stimolante, anche se transitoria, pur– chè cronologicamente non intempestiva e non isolata (Dominedò). Ma ciò che mi parve caratteristico di questo convegno fu che, senza astrarre dai consueti attacchi alla politica di intervento statale, tipici in raduni di imprenditori e di economisti, si ebbe concordia i.n una vìsione « sociale » del, tema dei costi di produzione; si sotto– lineò l'importanza dell'azione dello Stato pl;lr ridurre i. costanti inat– tivi; si aderì sostanzialmeate al concetto che vi è un costo costante per il Paese, rappresentato dal mantenimento a un certo livello di esistenza di tutto il capitale umano; e che è urgente prendere in esame il problema economico-sociale dei costi d>iproduzione per i'in– tero Paese, ciò che è diverso dal probil:ema contabile del costo per il singolo imprenditore. Il tema dei costi di produzione, insomma, è problema di tutti, non di singoli gruppi. E' dunque da augurarsi che, chiuso il convegno di Torino, il tema dei costi non torni a giacere sul tavolo del Go<verno,restandovi ancora in un fascicolo a,ltrettanto chiuso. , ROBERTO TREMELLONI BibliotecaGino Bianco Fratellanza Socialista ' Dunque, o il proletariato non agira, o sarà costantemente mescolato all'azione delle altr.e classi,· l'essenziale è che, at– travers-0 questa mischia. que- .. s•to tumulto degli elementi, es– so ag1,sca sempre con la sua coscienza di classe, con la sua forza distinta e organizzata, e se, partito distinto, esso esten– de la sua su.perficie di contat- to con altre classi, io non me ne dolgo. Noi vogUam o la ri~ voluzione, _ma non voglia.mo 'l'odio eterno. E se, per una grande causa, quale che essa sia, o sindacale, o cooperati– va, o d'arte, o di giustizia, an– che borghese, ci avviene di ~o– stri'Il'gere dei borghesi a n1ar– ciare con noi, sarà per noi una forza dir loro: Ahi per gli uo– min'i che si odiavano e detesta– vano qua-l gioia ritirovarsi in questi momentanei incontri, in queste cooperazioni d'u,n gior– no... E qual gioia, per conse– guenza, sublim,e, universale, e– terna, 1 il giorno in cui sarà l'incontro defi,nill'vo di lutti gli uomini! Quest'incontro non è possi– bile se non con la proprietà co– mune, che è il segno della ri– conciliazione. Per me, non mi spiac,e che, nel suo movi.me-nto, n·el suo sviluppo, il parlt'to so– cialista e U proletariato orga– nizzato incontr, 0 ,w tutte le gran– di cause. lo voglio, noi vo– gliamo che il partito socialista sia il luogo geometrico di tut– te le grandv cose, di tutte le gra,ndi i,d-ee, e con ciò noi non disertiamo la battaglia per la rivoluzione soçiale, anzi ci ar– miamo di forza, dv .dignità, di fierezza per affrettare quel– l'ora rivo.tuzionaria. Ed ora lasciate.melo dire, compagni, tutto cio non è pos– s'ibil-e se. 1 non a una condtzio– ne: e cioè che, per condwrsi at– traverso questa zuffa degli ele– menti e degli uomini, il parti– to socialista sia sicuro di se stesso; e per essere sicuro d-e– ve essere organizzato e uniifica– to per portare attraverso gli eventi la luce della sua co– scienza. ~eco perchè io consi– dero che l'aUo di classe, l'atto rivoluzionario più efficace nel~ l'ora presente è l'unificazione del nostro partito; ed ecco per– chè è a voi, giovani socialisti, che vagheggiate un grande par– tito unificato al quale parteci– pare senza adottare i litigi e le divi·sioni di scuola, è a voi tut– ti che spelta aiutarci a effettu·a– re questa unita, scaldandola con la vostra cordialità gene- . 11osa, perchè noi possiamo op– . porre la fratellanza socialista ai dissensi della società bor– ghese. GIOVANNI JAURÈS .

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