Critica Sociale - anno XLII - n. 11 - 1 giugno 1950

Critica I '- Soci RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Anno XLII • N. 11 SOMMARIO Politica e ettuelità Il costo d'i produzione, proble– ma di tutti (ROBERTO TRn– ~tELL0NI) .llomenlo d,1 sconforto (U.G.M.) Fratellanza social-ista (GIOVAN– NI JAURÈS) Lll pace e la guerra - (ANTONIO GREPPI) Sia burro, sia cannoni (G1u– LIA'10 PISCHEL) La proposta di Schuman (Prn– "° GALLARDO) li Congresso repubblicano (MA– RIO BONESCHI) Scuola privata e scuola statale (AXTONIO BASSO) Problemi economici e sociali I La questione del F.1.M. (PAOLO PELLERI) Il rapporto dell'O.N.U. sulla piena occupazione (co-utinua) (SILVIO BACCHI ANDREOLI) • Storie, filosofia, varietà Lavoro manuale e lavoro intel– lettuale dall'antichità al ri'– nascimento ( continua) (RO– DOLFO MONDOLPO) Rassegne La quindicina politica (a,nt. v.) Rassegna economica (d. c.) Fatti e commenti (p. ga). Ciò che si sta,mpa: A. CORNO, M,i1·x e il pensiero moderno (g. p.) lllllllflUIIJlllllllllllllllllllllll,11111111111111111 Comitato di Redazione Antonio Greppi - Roberto Tremelloni condirettori Uaa Guido Mandolfo -fausto Pagliari Andrea T cchinardi - Antonio Yaleri Respons. Antonio Greppi Capo Redattore Piero Gallardo Direzione e Amministrazione MILANO Via Dell'Orso, 13 • Telefono 16.319 In Itali a : Anno Sostenitore Semestre • Trimestre • Estero: ·Anno Sostenitore Semestre • L. 1500 L. 3000 • 800 > 425 L. 2500 L. 4000 > 1300 Un fascicolo separato Lire 70 Fondata da FILIPPO TURATI Milano, 1 Giugno 1950 Il costo di produzione N ei grandi Stati moderni, i maggiori temi della politica economica non sono più appannaggio di piccoli gruppi: negli u,ltimi decen– ni si nota un crescente e diffuso interesse verso gli orientamen– ti· generali della condotta economica del gruppo nazionale. I vantaggi esclusivi di classe, nel giudizio intorno a ta~e condotta, appaiono, in tutto il mondo, attenuarsi. E sebbene, purtroppo;·i'educazione econo– mica degli uomini non sia ancor così diffusa com'è augurabile - spe– cialmente nei paesi poveri ~, è da considerare come un sintomo fe– licitante ~1maggior interessamento di tutti verso i problemi economici comuni. Questo interessamento deve essere alimentato da una mi- . glior conoscenza della vita economica, e quindi da una miglior infor– mativa da parte degli Stati, informativa che in verità nel nostro Paese appare ancora •assai modesta e manchevole. Soltanto se i il.avo– ratori « sapranno» essi potranno •avvicinare le ragioni dello sforzo individu!i,le e di· gruppo alle ragioni dello sforzo collettivo. Questo ho voluto premettere per porre in evidenza i tentativi ' che si vanno facendo, da parte, sia dei sindacati di datori di lavoro, sia dei sindacati d'i lavol'atori, per ·affr'ontare la discussione pubblica di temi di interesse coillettivo: quelli, ad esempio, relativi ad alcuni aspetti e ad a,lcuni jndirizzi fondamentali deUa n-0stra politica ·eco– nomica. I convegni della C.G.I.L. e della Confindustria, per citare alcuni di quelli che ebbero maggior eco nel Paese, hanno consentito infatti ampi·- se pu:r ancora confusi - di-battiti sul tema dei piani di investimento, sul tema della disocc1ilpazione, sul tema -dei costi di produzione. Ciò che non è felicitante è; però, che 1o Stato abdichi tanto, vol~mtieri a questa funzione essenziale, per lasciar,1a ai soli gruppi sezionali; e che informi poco e di malavoglia; e che si curi così scarsamente degli stessi problemi conoscitivi. All'uomo di governo che vo,glia tentare di opporsi al disinteresse statale per quest'opera di co– noscenza e di informazione, si scaglia subito addosso quella eh.e si ritiene un'ingiuria, e [o si chiama « teorico »; e i quattrini, che .si trovano sempre per qualche nuovo ente inuti,le, sembrano accurata– mente lesinati alle iniziative che mirano ad' estendere il più possibile il privilegio dell'alfabetismo nelle cose ec-onomiche. E' sommamente desidel'abile che ·si muti stra 1 da, e che una vasta azione conoscitiva e informativa sia svolta dallo Stato, perchè anche questo amail.fabeti_ smo è spesso fortemente stimo.latore di costose ed inutili frizioni sociali; e il legislatore non ·di rado è costretto a dar giudizi su ele– menti vaghi e scarsi, o peggio su sole rilevazioni di parte, grav·ando così il Paese d'un alto costo di errori, e molte volte sancendo incon– sapevolmente privilegi. Così, quando fu affacciato dai sociadisti, in sede di g,overno, il tema di un'indagine ·sui costi di produzione e sull'efficienza deltla nostra struttura produttiva in l'apporto a quelle degli altri Paesi - . indagine che era, in sostanza, il primiss1mo dovere d'uno Stato che formula tariffe doganali, intende liberalizzare facendo. scelte gra– duali, firma ogni gaorno accm•di commerciali -, ci fu chi disse che questi eran, problemi da lasciare ag,li imprenditori, e che .Io Stato non avrebbe dovuto, nè, in definitiva, ·potuto occuparsene. E quando, inf~ne, si riuscì -a persuadere della necessità di affidare ·questo com– pito ad una commissione di indagine, la commissione rimase sulla carta, e non se ne fece più nulla. Gli stessi industriali si sono ora convinti che il tema dei costi Biblioteca Gino Bianco

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