Critica Sociale - anno XLII - n. 3 - 1-16 febbraio 1950

22 CRITICA SOCIALE lo stessio on. De Gasperi aveva tenuto nella pe– nultinià riùnione del precedente Gabinetto. L'eliminazione dei liberali pareva ad alcuni che pot'esse aprire la via ad una pi~ amp~a poli_tica ?i coraggiose rifo.rme e alla c 7 eaz10ne_d1 un ~iano 1:1 materia economica anche m relazione agli obbli– ghi che dovrebber~ essere imposti'. per_ il rec~proco coordinamento delle loro economie, a1 Paesi ade– renti al Piano Marshall. Ma l'aver sostituito Cam– pilli a Tremelloni e l'a~er 'affida~o .~l Mi°:is_ter~ dell'Industria ~.uno degli esponenti pm qualificati della destra democratico-cristiana (per di più no– toriamente legato alla Confindustria) viene a to– gliere ogni valore all'eliminazione dei liberali. Al– trettanto deve dirsi rispetto all'esc!lusiime dal nuo– vo Gabinetto di ogni rappresentante di qu,ella sini– stra democristiana che era ritenuta, e aveva anche dimostrato di essere, più incline alle riforme. Come ·abbiamo già avuto occasione di dire altra V10lta, noi non troviamo nessuna possibilità di coinciden– za tra jl nostro programma di riforme sociali e le di,rettive· seguite dalla sinistra democristi ,a.na, la quale, come pure osservammo altra v,01lta ,tende a risolvere il problema socia•le con la creazione, in gran parte artificiale, ·di numerose piccole pro– prietà, o di terre o di case, destinate a divenire uno strumento di conservazione ,anche contro le aspirazi,ollli dei ceti più depressi, che tendono ad innalzarsi verso una conquista di diritti e un li– vello più a;lto di vita. Ad o•gni modo è certo che l'esclusione dal Governo della sinistra democri– stiana viene ad accrescere l'influsso delle forze che nel governo tendono alla stasi, alla. conserva– zione. Si aggiunga •poi che ai socialisti del P.S.L.I. ac– colti nel governo sono stati tolti que-gli uffici in cui essi potevano esercitare un influsso notevole, quasi decisivo, sulle . direttive della nostra vita economica. Se nel passato Ministero il raggiungi– mento1di questo fine non fu possibile per l'antitesi che esisteva, fra: le direttive di politica economica seguite. dal ministero dell'Industria e del Com– mercio e .queUe che inuti'lmente tentò di attuare l'on. T-remelloni, un più ragionevole accordo fra colm.-ocui fossero affidati gli stessi compiti nel . nuoviOIMinistero avrebbe veramente potuto dare finalmente un'ispirazione socialista almeno ad al– cuni ·a,spetti del1a politica econç,mica del Governo. Invece nel nuovo Ministero ai socialisti sono stati affidati dicasteri in cui essi potranno anche dimo" strare la lono attitudine a compiti lontani da ogni loro attività e preparazione passata, potranno an– che dimostrare abilità nel riordinamento di qual– che servizio, ma non potranno certo far nulla per ottenere che quella invocata ispirazione socialista si ravvisi finalmente in qua'lche aspetto dell'azi1one governativa. Si aggiunga a questo che tutto l'insieme della composizione del Ministero attesta mancanza di direttive organiche. L'on. De Gasperi ha detto, nel suo discorso davanti al ·Parlamento, che si• è dovuto tener conto delle esigenze dei singmE par– titi partecipanti alla coalizione e, insieme, de.Ua opportunità di creare un avvicendamento nella co– pertura degli uffici di governo. iMa non solo a noi e agli altri gruppi di opposi~ione, ma anche al più gran numeiic~di coloro che appartengono, fuori e dentro il Parlamento, ai gruppi che.parte,g. giano per il governo, è sembrato che anche più BibliotecaGino Bianco delle esigenze dei partiti,. che potrebbero anche essere legittime, pur con tutti gii inconvenienti che presentano, si è trattato di dover soddÌsfare personali e non nobili ambizioni; e questo, assai più che l'asserito scopo di addestrare il massimo numero di persone alle, responsabilità del governo, è stato il vero motivo dell'avvicendamento, che d'altra parte, se anche fosse ispirato; da ;più degni motivi, non sarebbe, certamente opportuno,. sareb.be anzi imprudente e pericoloso in momen ti come questo, in cui la gTavità ·dei compiti da assoJvere e delle difficoltà da' superare richiede esperienza e alto sperimentato senso di responsabilità. Esaminando; n'el loro complesso le parole dell'on. De Gasperi, si constata pertanto che non c'è nes– sun a.ccenno di spirito nuovo. Vi si ripete che il governo, pur volendo mantenere fede alle esigen– ze e ai metodi della democrazia, intende opporre la più tenace resistenza contro ogni tentativo di sommovimento. Siamo d'accordo ché lo Stato non debha far rinuncia alla propria sovranità nè dar segni di debolezza, e ripetiamo quanto abbiamo già detto più volte nei r-iguardi dei comunisti e dei loro &a,telliti deil P.S.I., ai quali attribuiamo la colpa di voler di proposito restare ciechi (per necessità di obbedire ad esigenze estranee alla vita del nostr,o, Paese) di fronte ad una situazione che si delinea sempre più chiara e che crediamo opportuno di brevemente specificare. A un periodo in cui il capitalismo (scosso per effetto della sua complicità col fascismo e per l'an– sioso desiderio di novità con cui il p11o[etariato era •rientrato nella vita pubblica in seguito alla liberazione, dopo oltre vent'anni di forzata assen– za) erà stato cmitretto a tenersi sulla difensiva, senza riuscire interamente a mantenere integro il proprio privilegio, è seguìta (e si è iniziata ormai da tempo) un'offensiva che va sempre meglio or– ganizzandosi e facendosi più aspra. In tale situa– zionè ogni sciopero non giustificato ed ogni altra forma di agitazione che, senza essere determinata da plausibili motivi di cui possa rendersi conto la opinione pubblica, vengano a, disturbare gli inte– ressi delle popolazioni e il loro le,gittimo desiderio di non essere privati di quegli agi che sono diven– tati necessità nelle forme della vita dei nostri tempi, vengono evidentemente ad offrirè nu,o,vi appoggi di consenso e, nuovi appigli alle tendenze reazionarie da cui è anima:ta 1a classe capitalistica. Ma, pur rendendoci conto di questo, non possia– mo ta:cere che è ve ramente deplorevole che, mentre si minaccia il ,rigo •redel.la legge (e quel!lo della Ce– lere) agli agitato,ri e a co loro che ne seguono gli incitamenti, non si minacci nessun rigore a tutta quella plutocrazia: che, dopo aver accumulato ca– pitàli· ingenti, con poca fatica, spesso senza nessun merito, a spese della Nazione, dimostra oggi una impudente dimenticwnza dei d,o,veri che con l'ac– cumulo stesso delle, ricchezze ha contratto di fron– te allo Stato e di fronte al Paese. Anche a costoro bisognava far intendere con chiare parole e biso– gnerà far anche meglio intendere con chiari fatti che non è più lecito loro di sottrarsi all'adempi– mento di quei doveri che ciascuno dovrebbe avete verso la; ruazione in proporzione delle sue possibi– lità di farvi front!). Non si deve più tollerare che, solo pe•rchè oggi l'attività industriale non offre le stesse prospettive di pantagruelici profitti, essi adducano mancanza di capitali per sospendere la

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