Critica Sociale - anno XLI - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1949

450 CRITICA SOCIALE detto redattore espre'ssogli, che in seguito agli , articoli già pupblicati da An~r~oni ~ .d~ Spall~, una parte della destra possa nfmtars1 d1 pa_rtec1- pare. al Congresso, Saragat dà formale assicura– zione che egli opererà in modo che tutta quai:ta 1~ destra interverrà al· Congresso per mezzo dei suoi rappresentanti. Il 'n ottobre, dopo mi discorso « letto » dal com– pagno Saragat nella adunanza della Direzione del Partito (della quale egli era membro consultivo), questa votò il ben no,to ordine del giorno che get– tò la costernazione che tutti' sanno nella gran– dissima maggioranza del Partito, anche in coloro che, per senso <li « formale» disciplina, finirono poi per uniformarsi al deliberato della Direzione, pur riconoscendo che era stato preso in modo arbitrario ed antistatutario. Avvenne poi una presa di posizione, che non abbiamo bisogno di ricordare qui nei suoi termini particola;::i, da plj,rte del Gruppo di centro-sini– stra del Partito; fu tenuto poi il « rapporto » ai segret 1 u;i _del,lefederazioni provinciali, il quale, eb– be un significato poco chiaro per la sintomatica incertezza con la quale fu 'portato al Convegno il pensiero dei comitati esecutivi delle Federazioni (tra cui molti non erano riusciti a comprendere per quali motivi . e còn quali scopi la Direzione del Partito avesse preso la sua delibera), o quel– lo personale dei segretari, che non- avevano avuto tempo di coillSultare i loro compagni. Con- . temporaneamente si svolgeva il tentativo di di– stensione operato dal Gruppo parlamentare, con l'infelice risultato che abbiamo sopra accennato. A distanza di pochi giorni, dopo altri articoli redazionali, escono su « L'Ùmanità » due articoli dell'on. Saragat, nel se-condo dei. quali, intitolato « Fuori della politica » 1 _coloro che ,non avevano riconosciuto una grave lesione alla dignità del ' P_artito nei periodi i'ncriminati della mozione dégli autonomisti e degli indipendenti e non si erano ripellati all'ide•a di trovarsi a congresso' con loro erano dicMarati affetti da "insensibilità politica e ottusità morale" .. Non intendiamo di esser giu– dici in causa nostra e non tentiamo neppure _di difenderci da questa accusa; ma, crediamo ci sia lecito osservare ché, se l'accusa è fondata essa colpisce lo stesso accùsatore, il quale, quattr~ gior– ni dopo aver, ripetutamente lettò e attentamente esaminato la detta mo,zione,non ci trovava nessun motivo per cui' la destra del Partito dovesse aste– n~rsi dal Congresso, nel quale- anzi e•gli si pro-. poneva di condurla tutta qlil.anta. · . Tra il 24 e il 31 ottobre doveva esser pertanto mtervenuto qua!lche fatto per guarire l'on. Sara– gat da queUa insènsabilità e ·ottusità che conti– nuava invece a gravare su di noi. Quale fatto? Fu generale l'impressione che alla guarigione così rapida e radicale potesse aver potentemente con– tribuito· il lungo colloquio che tre giorni .prima l'on. Saragat aveva avuto cÒl Presidente del Con:– siglio. Noi non v()gliamo fare nessuna afferma– zione in· proposito, poichè la cosa non ci risulta in forma concreta. Certq è che n' fatto che la Dire– zione del Partito abbia con tanta freddezza sva– lutato il tentativo di mediazione ,compiuto dal Grup~o parlamentare e i primi promettenti ri– sultati che esso aveva ottenuti e che ·avrebbero potuto rapidamente condurre· a una piena chiari– ficazione su tutti i punti; · èhe, proprio mentre BibliotecaGino Bianco questo tentativo si stava compi~ndo, il Segretario del Partito, uscendo da un lungo colloquio che egli pure e.h~e alla sua volta col Presidente del Consiglio, abbia dichia:rato chl:l ormai .,}a scissione era in atto e che. non c'era più nulla da fare, su– scitano in noi l'amara osservazione che non si sia tentato neppur di salvare le apparenze, affinchè non sorgesse il menomo sospetto di interferenze estranee nelle vicende della crisi che colpiva il nostro Partito. ' ' * • • E non vogliamo dir altro, anche perchè più che fra (quantunque giustificata) nel cuore, abbiamo il pianto n(lll'anima al pensiero che si sia dispersa (chissà per quanto tempo!) la possibilità che anda– va assumendo 'forma concreta e aspetta veramente. luminoso nel cielo della vita politica italiana, la possibilità cioè che le forze -del socia,lismo demo– cratico, sin qui divise in vari tronconi, e perciò ridotte a scarsa efficie:nza, potessero finalmente congiungersi in unità per· dare un· nuovo orienta– mento ,uri nuovo impulso, un nuovo empito di spe– ranza alla nostra vita nazionale. Non è soltanto il danno che colpis,<le il nostro Partito che ci addolo– ra.; è soprattutto il fatto che.sia stata tolta ad esso la possibilità, il compito e l'onore di sollevare ad altezze nuove ,la vita del nostro Paese nel campo economico e sociale, nel campo politico, nel cam- po .culturale. · · Questa possibilità faceva paura a molti: ai so– cialisti del PSI che assistevano in molti luoghi al rapido disfacimento della loro compagine po– litica, fondata ormai su urta indecorosa menzogna ; ai comunisti, che sentivano indebolito lo strumen– to di c11\si sono valsiJin qui (e purtroppo potran– no valersi ancora per qualche tempo, mercè l'in– sperato aiuto dato foro dalla Direzione del PSLI) per far Jseguire una loro politica da socialisti or– mai privi di ogni fede nella loro specifica idea– lità; faceva anche timore ai· democratici cristiani, i quali sentivano che da:·una ricostituita forza del socialismo demo,cratico sarebbe statò troncata per sempre il tentativo di fate dei rappresentanti della nostra id'eailità un comodo stru.me •:nt0per avallare il loro tentativq di accaparrarè tutti gli organismi in clii.isi svolg~no le- varie attività è forme di vita del nostro Pae$e. Di fronte a questi timori c'erano ansiose' e calde sp~ranze. Anzitutto le speiranze del prolefariato più consapevole e maturo, che desidera di emanci– parsi, sotto una guida· forte e sicura, dalla condi: zione di "massa di, manovra " a· cui è stato ridotto dal Partito com1mista e vuol fal'la 'finita co,n un sistema di convulse agitazioni, che può _.servire a · recar' noie al Governo, ma im,pedisce o ritarda ogni serio tentativo di rinascita del pa~se, cui è ineso– rabilmente subordinata ogni effétt'iva elevazione delle ~ondizion.i della classe lavoratrice. · C'erano anche, accanto a questo proletariato con– sapevole; nuclei numerosi - e forti di volontà tJ di fede - di ceti medi operosi e produttivi . di uo– mini di cultura che assistona impauriti a,lÌo spet– tacolo di questa progressiva vaticanizzazione del pensiero e di tutta la vita del nostro Paese mercè l'_acqu~escen~adei_partiti collaboranti e l~ · « pre– ziosa » reazione d1 pa11ra suscitata dalle roi'me di opposizione poste in 0pera dall'Estrema Sinistra. Era larghissimo ii:i tutti i campi il numero dì co-

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