Critica Sociale - anno XLI - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1949

462 CRITICA: SOGALE forma fondiaria inutile dire perchè. Voci che è dif– ficile attribuire' alla Confagricoltura; ~ntere_ssi che si esprimevano con ben altro 1inguagg10 _pru~a del 18 aprile. Gente che ha bisogno di un d1ve;rs1vo; e n•aturalmente, con la sua miseria anti~a e disperata, coi suoi vecchi ufficiali, con la. nostalgia delle penne nere e delle penne mozze, la montagn~ si pres!a be– nissimo, senza saperlo, allo scopo. Ch11negh~ra una voce e una mano alla causa delle alte valli? Tor– nano i ricordi e le canzoni di un tempo; si ritrovano e si rac,colgono, generosamente e disinteressatamen– te tanti e tanti uomini che da tanto tempo amano tu'tti i monti: da quelli sterili, illustri e insanguinati, che sanno di alpinisti e di letterati, di portatori e di guide, alle alte terre lavorate e incruente ma amare, dove allignano gli analfabeti e vegetano i di– soccupati. Ma, diietro ai petti e ai volt.i duri di co– desta gente ferma e disinteressata si profila una manovra, cioè il proposito di creare un diversivo: " ... per portare l'opinione pubblica al con~tto che la prima riforma agraria da farsi è quella di ripoqo-, lare la montagna >. 1 ,: J.nsomma, le canzorni e la generosità dei vecchi al– pini saranno presto chiamate a co·p 1 rire, i!l nome delle terre mise-rabili e dimenticate di montagna. gli interessj e le grandi .tenute dei finanzieri e. ~ei gruppi cittadini. . · •, Si vedranno quindi co.nveg_ni, studi statistici, cam~ pagne di stampa: tutto per la povera montagna. E tutti saran·no pe-rfettamente d'accordo. · Ma evidentemente qualcuno, cioè qua.Jche gruppo, pensa anche e soprattutto ad altro, cioè a mantenere intatte le prc:iprie ricche tenute di ·pianura: e, in v,ista di questo maie da imporre alla collettività, il dis·posto a c9iedere un po' di bene, per la montagna. Poi, al momento buono,. quando i provvedimenti ri– chiesti saranno ·maturi, la montagna potrà anche essere « dimenticata » ancora una volta: magari !ri– correndo a un altro diversivo. ITALO PIETRA. P·ER LA RICO~TR UZIONE ( e ~iti,nuazi<me e fine) b) Cur.a. Individuato il « caso clinico» bisogna adeguargli, indi– viduandola anch'essa, la cura; e questo ci porta a parlare del problema delle specia.Jità medicinali, che ndla pratica corrente .rappresentano la quasi tot<;1lità-delle prescrizioni mediche. I progressi dell'industria farmaceutica sono stati grandissimi negli ultimi anni e continuano con ritmo acce– lerato: non passa giorno senza l'annuncio di un nuovo pre– sidio terapeutico pi,ù meraviglioso dei. precedenti. Se la spinta a.J progresso in questo campo fosse. data sol– tanto dall'amore -verw i•l prossimo e da'! sentimentale biso– gno· di. aiutare i poveri infermi a guarire, si dovrebbe dire ché la bontà umana è veramente infinita. Purtroppo le ri– sposte date al 12° quesito del referendum concurdano poco con .questo ottimistico giudizio. A questo proposito iÌ re– ferendum invoca anzitutto 4n chiarin°ento sul significato della espressione .« specialità ~edicinale », con la quale oggi– di l!i indicano non più soltanto prodotti veramente originali richiedenti metcdi di preparazione non attuabili neHe far– ·macie, ma anche un gran numero di. preparazioni galeniche confezionate sotto forma di «specialità». Giocando sul va– rio _significato di « speciale, specialiti >, si lascia, credere èhe_.siffatte preparazioni possegg~no lina efficacia terapeu– tica tanto notevole da giustificare· il loro elevato costo. Perciò il referendum invoca la ri·forma della ·legge sulle Si)C!cjalità,medicinali,· un più ,rigoroso controllo della loro preparazione, l'obbligo della ricetta medica per la vendita delle specialità, e tante altre misure culminanti addirit– tura col ritorno alla farmacia galenica, pur riconoscendo i grandi progressi della industria farmaceutica, i cui innega– bi'li vantaggi vengono in gran . parte sopraffatti dai danni dell'affarismo commerciale cresciuto all'ombra di medici– nali· preziosi, e talora indispensabili: rimedio veramente ra– dicale, che sembra l'espress.ione di una 'reazione comprensi– hHe·ed onesta a,J dilagare di un andazzo scorretto e danno– so. Scorretto sotto l'aspetto finanziario, perchè il giuoco ~i presta a sfruttare a scopo di lucro la credulità sempre gran– dissima del sofferente; dannoso sotto l'aspetto terapeutico, perchè queste preparazioni, che specialità medicinali non sono, rispondono a formule fatte e tolgono al medico la possibilità di adeguare la composizione e l'azione del medi– camento al mutevole bisogno del- malato nei vari momenti. Coincidono così e cooperano questi due importantissimi fat– tori nel c~mP_O ~iagnostico e nel campo curativo a rendere sempre P'.U. dti:11<;1le, ~d infine praticamente impossibile, quel ·lav6ro d1 md1v1duaz1onedella diagnosi e della cura nel quale sostanzialmente consiste l'opera del medico. .A qu~sto s( ag.giunga .la. materiale mancanza di tempo quando 11 medico e a servmo di un Ente assicuratore e de- BibliotecaGino Bianco . , ve in un'ora di ambulatorio visitare 20-3q e più ·persone, scrivendo anche, su un ragguardevole numero di moqulj, dati p;Ù o meno esatti, cominciando dalla diagnosi che dey~ essere formulata lì per lì. con· una specie di divinazione. Si aggiunga la naturale e crescente fretta di guarire che tut 7 ti hanno e che fa perdere molta clientela al medico coscien-, zioso e prudente, smistandola verso un a\tro medico più..• sbrigativo, .e fac.ilmente si capirà co!]le e dove andrà: a fi:– nire anche la diligente preparazione che, con tenace buol)ll volontà, pochi alli.evi riusci.ranno ad ott~ne.re, dalle limitate possibilità didattiche della scuola. Alla distr,ibuzione di questi inadeguati e ,ridicoli abiti. fat– ti sfuggirono per un certo tempo gli inscritti negli elel)dù dei poveri, per· i quali i Comuni ·non intendevano pagare •:I.e così dette, ma non necessarìe, specialità medicinali. Per essi il loro medico, il medico condotto, poteva ·conservare : l_a sana abitudine .di far ricette, ed ,·il·farmacista non era ,.rir dotto alla .piuttosto .u miliante· funzio ne ~i distributote di scatolette e di boccettini confeziona.ti .. Ma qµdle ricette ga– leniche dei poveri dovevano esSt:,e una per u na « prezzate~ per i.J relativo pagamento, ciò che richiede.va ,un certo la- . voro. Qualcuno ebbe allora Ìa luminosa. idea di .raccoglier.e un certo numero di formule . farmaceutiche .·iridicate e .pfù frequentemente usate contro... i molesti « sintomi » .delie malattie. Ogni formula, già preventivamente prezzata,. era contrassegnata da un numero progressivo, ed il mé<lidò non doveva prendersi la briga di scrivete la formula: ·ba~ stava scrivesse Ùn numero, ed il gioco era fatto: anche · i poveri erano serviti dei loro ·abiti fatti e dovevano star pa– ghi della cura sintomatica. L'istruzione del forrtmlario. infat~ ti chiaramente dice: « L'unito formulario c0ntiene i prin– cipali e più usati medicamenti che la elinica moderna e la pratica indicano per l'assistenza ai poveri-. Vennero con essi costituite numerose formule le quali servono al.Ja distinzione de:r farmaci a seconda cJei smtomi che"'il medico vuol n,– roro (!!). t Chi scrive ne fu sorpr.eso e disgustato; ed a proposito ··dì un l11voro che uno dei nostri maggiori farmacologi avev'ili pubblicato richiamando ed insistendo sulla necessità di indiyj,.. dua,re diagnosi e cura, ·mandò a quell'autorevole studioso il formulario dal Comune adottato· per i poveri, ricevendone la seguente risposta: · · ,, Stimatissimo collega, ho ricevuto la copia del formù~ lario, e dico con me stesso: povera medicina! dato che tutte le malattie si curano nel medesimo modo e· che l'individuali,.. tà del malato non deve più esistere, perchè continuare a. dare dei rimedi? Basta scrivere la ricetta e farla ingoiare ai clienti come si faceva in certi paesi asiatici all'epoca dél Mantegazza, ed i risultati che si otterranno saranno certo non meno buoni di quelli che oggi si hanno coi ricettari per uso comune, col vantaggio che si avrà me1;10spesa e mepo

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