Critica Sociale - anno XLI - n. 20 - 16 ottobre 1949

CRIT~CA SOCIA~E 423 è andata ai co_munisti i quali hanno saputo molto bene. s:frùttarla. Prima d-eHa dittahira ,regia i . sin– dacati li,beri contavano trecentomila meinbri; essi sono_ scesi a sessantamila. Cinque gio·rnali socialisti esprime-vano il loro pensiero, avevano le loro libre– rie, e c'era una casa del popolo in tutte le grandi città. L'educa2Jione QPCraia era molto prògre-dita. L'organizzazione della vita politica dei pa·rtiti ope– ·rai era copiata da que lla della socialdemocrazia te– desca: installare 1.ma c·asa, attrarre la gioventù co– sicchè i partiti s i ingrandiscano da soJi. I partiti hanno' formato i sindacati, allo stesso modo che in Belgio e. a .differ·enza dalla Francia:. La forza ope 0 raia non era grande, ma assai prepa·rata e attiva. Tuttavia vista la debolezza della classe· operaia, non si ·sarebbe mai potuto installare un governo· sociali– sta o comunista in Jugoslavia per vie normali. Il governo attuale non è che una creazione deH'armata rossa. E' vero che i comunisti jugoslavi hànno sa– puto organizzare, durante la gue:rra, una notevole armata di res,istenza, che hanno fatto equipaggiare dagli inglesi e dagli americani; all'int,erno di que– st'armatà di carattere nazionale hanno creato una organizzazione mili.tare del partito (le brigate dette «proletarie»), che fu trasformata in polizia politi– ca e li<\{uidò poi tutti gli avversari d,e'1la•<'littatura comunista sorti alle spalle o nei ranghi stessi del– l'armata di liberazione. Sarebbe tuftavia ridicolo pretendere che le truppe tedesche :&urono cacciate dalla Jugoslav~a dall'armata di Tito. I nazisti si ritirarono sotto la p•ressione dei gran.di alleati. In ogni caso, le :Unità armate degli avversari di Tito, formate sotto l'occupazione hitleriana i,n Slov,enia, Croazia e Serbia, cosi come l'armata di Mikailovich, eràno già più forti di quella del dittatore attuale. Era del resto questa la ragione per cui questi chiese l'aiuto cl,e<ll'Armat?,·rossa. Essa è quindi entrata in Jugoslavia, ciò che costituì un.a violazione degli im– pegni internazionali seco.ndo i quali le tru.ppe al– leate non dovevano entrare in questo Paese. Fu essa, anche, a prendere Belgrado ai tedeschi e a far introdurre in .Jugoslavia le truppe bulgare con le quali· combattè i nazisti p-er parecchi mesi. Fu dunque grazie all'appo'ggio dell'a·rmata rossa che Tito acquistò il preclom-inio sui suoi avversari, poi– chè le gesta della sua « armata di liberazione » non' sarebbero bastate a portarlo al potere. Perciò è sta– to nece·ssario che le truppe sovietiche restassero nel paese. Fu soltanto dopo l'installazione del suo sa– tellite che Stalin pensò a « rispettare i suoi impe– gni verso gli alleati». Riti'rò quindi le sue truppe dalla Jugoslavia, cosa che rimpiange oggi amara– mente. L'affar<e 'Mikailovich. All'inizio della guerra, molti movimenti della re– sistenza si sono formati spontaneamente, in.dipen– denti gli uni dagli altri. Gli occupanti hanno smem– brato la Jugoslavia in sette parti, ciascuna delle quali fu annessa ad un altro Stato (Albania, Bulga– ria, Ungheria, Austria, Italia, Germania, Croazia). I gruppi di resistenza formati in ciascuna di queste regioni determinav,ano essi stessi la loro forma di organizzazione e la loro politica. Tuttavia, nel cor– so dei quattro anni di ostilità questi gruppi si sono riuniti intorno ai due centri più importanti di re– sistenza, di cui uno ,era comandato dal generale Mi– kailovich e l'altro da Tito. E' pe•rò vero che i grup– pi che facevano capo al generale Mikailovich, orga– nizzati sul territorio occupato dagli italiani, non ri– conoscevano il comando di quest'ultimo eh~ per la forma. Essi ebbero, fino alla fine della guerra, la loro politica propria e facevano la guerra alla loro maniera. Le truppe italiane di occupazione attiz– zavano la lotta dei serbi contro i croati, fornendo loro armi, perchè _si sterminassero a vicenda. Il mo- BibliotecaGino Bianco vir:nento di resistenza jugoslavo è stato molto serio: centinaia qi migliaia' .di uomini erano in azione forniti di .un armamento apprezzabile. , ' Attorno a Mikailovi'ch si sono raccolti i resti del– l'armata jugoslava, che, dopo qualche $ettimana di combattimento, non hanno voluto arrendersi ai te– deschi. E' stato nel 1943, con la resa delle- truppe italiane, che la forza di Tito· si è particolarmente accresciuta. 200.-000 italiani erano su· suolb ·'jugo 0 slavo; per ordine degli. alleati essi hanno. dat0 1 le loro armi ai soldati di Tito. Come spiegare l,e forze consider,evo-li della resisteni za jugoslava? All'inizio dell'occupazione, la .Jugoslavia -era p·re– da della guerra nazionalista e religiòsa tra càHolici, .ortodo,ssi e mussùlmani. Mussolini e HUier ha:nno fomentato e uti lizza to qùesta -guerra. La popolazio– ne è composta n.el modo seguente: 511% di ortodos– si; 40% di cattolici; .91%di mussulmani e altri. , La dittatura regia ha impedito che lo Stato cen– tralizzato si trasformasse, con mezzi democratici, in un,o Stato· federativo che solo poteva- assicura-re · la pace interna. I croati cattolici e mussulmani si ritenevano oppressi dal .potere centrale, .sostenuto da una débole maggioranza ort0dossa.. Questo .con, flitto non è stato risolto' prima dell'inizio della g~er~· ra. Hitler e Muss.olini crearon0 uno s·tato croato. in– dipendente alla. testa del quale misero degli us'tasci, unità fasciste formate e armate in Italia dal loro capo Ante Pavelich. Gli ustasci, 15.000, · sono inca– ricati di regolare il problema sèguente: ,la Cro~zia c·0mprende due milioni di Serbi ortodossi• e quat– tro milioni di Oroati cattolici: ehe cosa ·se ne può. fare? Gli ustasci decidono di obbligare ,i serbi· o •à fuggi,re b a raggiungere la « piccola Serbia » intor– no a Belgrado, o ad abhandona:re la loro religion·e per abbracciare il cattolicesimo. Quelli che non si salvano in un modo e nell'altro saranno sterminati. Questo programma è stato applicato dal giugno del 1941, e a partire da questo momento la guerra re– ligiosa e nazfonale nella parte occidenta le dell a Ju– goslavia giunge al mas'simo: 20 0.000 uomi.ni han< no cambiato religion,e; 500.000 perso.ne so no fug– gite verso la piccola Serbia; 1.200.000 sono state massacrate (da 7 a 800.000 Serbi; 300.000 Croati e da 60 a 80.000 mussulmani)., Le chiese ortodosse e le moschee mussulmane sono state bruciate; n-essuna vita è stata risparmia– ta, nè quella dei vecchi, nè quella delle donne, nè quella dei. fanciulli. I Serbi si difendevano: ess'i at– taccavano anche dei villaggi CJOati e mussulmani. Le unità di r-esistenza serbe al di fuori della Croa– zia approfittarono di questa occasione per cacciare dai loro focolari o annientare alcune migliaia di mussulmani che il regime dei sultani turchi aveva posto tra la Serbia e il Montenegro per separarli. , La dif.esa si è organizzata sulle basi locali e re– gionali. Giovani uomini e donne si rifugiarono sul– le montagne e furono più tardi le truppe di resi– stenza. Bastava andare nelle montagne per trovare « p-iù uomini che bestie ». Raggruppati, -istruiti, ar– mati essi formarono un ,esercito temibile .. Si rag– grupparono in piccole unità e raggiunsero· poi le formazioni di Mikailovich o di Tito. So.no essi che hanno fatto la forza di Tito e non il partito comu– nista che era piccolo. Ma il partito comunista ha· saputo organizzarli. Da un lato dunque i gruppi influenzati dai nazio– nalisti serbi e dall'esercito, sotto la guida di Mika-i– lovich; dall'altro i gruppi sotto gli ordini di Tito, sottomessi all'influenza costante e- crescente del so– lo .partito comunista. Qui s-i colloca lo sforzo socialista e democratici",. I socialisti hanno fatto il seguente ragionamento: se le cose restano come sono e Tito o Mikailovich

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