Critica Sociale - anno XLI - n. 20 - 16 ottobre 1949

CRITICA SOCIALE 421 o.biettivo che si frappongono alLa r.e'.alizzazione del– l'unità europea, prima di tutte la differenza d-i strut– tura fra gli Stati che ad essa d.evono aderire, in mo– do particolare fra gli Stati del nord europeo, in prevalen2Ja socialisti e pianificatori, ,e quelli del sud europeo, :in preval.ef \za conservatori, si avrà un quadro som mario m a aibbas-tanza esatto della situa– zione. Di fron.te alla qruale ci so.no due posizioni chiare da préndere: quella di chi ri nuncia spav,e·ntato e ripiega su modeste e insufficienti soluzioni; e quel– la d-i chi dalle difficoltà trae stimolo a studia•rle e a sforzarsi di superarle, anche se sia che ciò è molto difficile. Noi crediamo che il successo a lunga scadenza dell'opera intrapresa dipenda dal soverchiare del numero dei secondi sui primi, ancora più che dalle difficoltà obiettiv,e. An.che se, come dicevamo e come vedremo hrevemeiute (1), il p'rimo passo noB è stato molto incoraggiante. PIERO (ìALLARDO • Il consiglio dell'Europa Il Consiglio dcll'Europa è una istituzione puramente con– sulitiva. Esso comprende due organi: un comitato dei Mi·– nisbri degli Esteri dei paesi partecipanti e una Assemblea consu-ltiva di cui fanno pa,rte i delegati degli Stati parte– cipanti, in numero proporzionale alla popohzione dei paesi che rapp.res-entano. L'8 agosto 1949 i-I comi,tato dei Ministri ha apento le sue porte a tre nuovi Stati : "la Grecia, fa Tur– chia e 'l'Islanda. I due primi hanno ;preso immediatamente il loro posto al comitato dei Ministri e a'H'Assemblea, con 'Sei delega-ti per ,la Grecia e otto per la Turchia. Il Comitato dei ministri è iJ, solo abi.Jitato ad agire a nome del Consiglio. Esso propone aJ.l'Assemblea un ordine del giorno che è poi oggetto di raccomandazioni da parte' di questa. Se i-I Comitato dei Ministri lo giudica opportuno, ques,te ,raccomandazioni sono poi trasmesse ai governi e par– lamenti per essere adottate. H comi,ta,to dei mi,rùstri &i, riu– nisce quando lo cr«le opportuno, mentre I'Assemblea non ha di-ritto che a una -sessione di un mese a.Jl'anno e a una sessione straordi-naria con 'l'accordo del comitaito dei ministri. C'era da aspettarsi- che '1'assembliea fin dalla sua prima sessione avrebbe ceircato di aJ.la,rgare i suoi diritti. Fu Chur– chiU a condurre ,la lotta. Ma •la «saggezza» vinse e le norme rimasero. Un _,rimo accordo si ebbe sull'ordine dcl giorno iniziale. Di .più, rimase inooso che l'Assemblea avrebbe ricevuto, entro cinque giorni, una risposta dai comitato dei ministri, per permetterle di aggiungere al suo ordine del giomo J>e que– stioni che ·desiderava trattare. Se non ci fu crisi, ci fu da parte dd,J'assemblea presa di coscienza deHa sua forza. Essa decise, infatti-, di creare una Commissione permanente di 23 membri incaricata di segui-re gli affari europei ed iJ ,lavoro delle sue comm1ssioni. Anche qui 'I' Assemblea si, affermò decidendo che alcun.e ddle sue commissioni, che per mancanza di tempo non avevano, potu'to approfondire i.JJ1a:voro,avrebbero potuto riunirsi a parte. In– fine, l'Assemblea raccomandò al Comitato dei ministri la creazione di un secondo posto di segreta-rio generale aggiunto in modo che '1'Assemblea ed il comitato abbiano funzionari differenti, sebbene uscenti dallo stesso organismo. Verso il poterie europeo. L'emendamento conside.rato da a:lcuni come ili più impor– tante di tut,ta la sessione fu quello di Ronald MacKay, che pone il problema del poteire eu.ropeo. Esso chiede che l'As– semblea consideri che il fine di Consiglio dell'Europa sia la creazione di una autorità politica europea avente funzio1ù (1) Diamo qui di s•e,guito m:1 rapido quadro dei lavori e dr!Je conclusioni della riunione di Strasburgo, tratto dai Do– cume11ts européens. BibliotecaGino Bianco limitate, ma poteri rea1i. La questione che si -pone at-tua!L mente è di sapere dove risiede 'l'embrione del potere euro– peo di domani. H 1Conùtato d-ei Ministri, più vicino ai go– verni, pensa che è .Jui a detene11lo; l'Assemblea, al contrairio, pensa che, formata da rappresentanti eletti democraticamente, esso -risiede in lei. Già i temi si affrontano, discretamente è vero, ma assi•steiremo alla loro evoluzione in una p.rossirna· sessione. I raggrnpp-mnent'i. In quesito quad.ro deH'Assemblea, in cui i delegati sie– dono per ordine alfabetico, si, è potuto assistere ad un su– peramento del principio deHe nazionalità. André Phi:Ji,p, fin dal suo primo discorso, ha dichiarato: « Noi siamo qui, rapp~sentanti deJ,Je nostre circoscri,zioni nazionali e, come nei nostri rispettivi parlamenti ,pensiamo su scala nazionale, qui dobbiamo pensare al comune interesse europeo ». Di fat– to si è .potuto cons,tata,re che non ci furono o quasi' rag– grup.pamelilti nazionali, Non ci sono state, su un argomento o sull'alko, p,rese di posizione. nazionali. I raggruppamenti si sono .fatti ìn modi diversi. Si può anche dire che non ci sono stati, come akuni si aspettavano, raggruppamenti sul piano dei partiti politici, o, se ce ne furono, ciò avvenne in modo molto debole - pre– se di contatto, -riunioni, i-ncontri - fra democristiani da una parte e socialisti- dall'a.J!Jra (questi ultimi meno caldi poichè i •laburisti inglesi ed i- socialisti continentali misuravano le ,loro div-ergenze. Si è assisti-to tuttavia al!Ja nascita di un nuovo Par,tito -libera-le eu.ropeo, che -raggruppa radicali fran– cesi e 'liberali inglesi. Queste comunità di pensi-ern si sono rivelate ,talvolta nei voti, soci-a:listi e democristiani contro– liberali e conservatori. Nell'occasione, un/altra forma cli raggruppamento si è ma– pifesta,ta: fo.tini contro anglo sassoni e scandinavi. La re– spinta delila proposta di un delegato francese per •la crea– zione di una commi•ssione dei territori d'O!itremare ne fu la conseguenza. Ma l'elemento più interessante è i,lraggruppamento degli «i– stituziotia'li » contro queHo dei «contrattuali» cioè dei « fede– ralisti » in opposizione agli « uniorùs1i ». Gli audaci contro i lenti, quelli che cercano di edi-ficare deHe istituzioni euro– pee contro qu-e.m che desiderano aspettare. I problemi economie-i. Fatto paradossale, mentre il Consiglio deH'Europa era riu– nito a Strasburgo, -la, situazione economica dell'Europa era esamina!ta a Washington; e nel suo disco~so di chiusura Spaak si dolse che -l'Assemblea sia stata così riservata su questi problemi. Ciò che era vero quanto alle conclusioni adottate, ma non quanto able critiche scambiate aH'Assem– blea fra i difensori del nazionalismo economico - spec;a:J– m-e-ntei laburisti - e i difensori di un coordinamento, cioè di una certa pianificazione economica europea. Da-Jton, nel suo desiderio di difendere ,lo standard di vita britannico. sa– rebbe arrivato fino a dire che la costruzione dell'Europa non s,i deve pagare con nessun sacrificio nazionale; che si deve fare J'Europa s1mza accorgersene. Questi sentimenti non erano condivisi dai socialisti europei. Auspici di coordi– namento, di informazioni, di studi, ecco a che cosa si limi– tano ile raccomandazioni dd-1'Assemblea a questo proposito. Ma vi è anche iJJdesiderio di vedere i ministri del'l'econo– mia dei diversi paesi partecipanti assi-stere al Comitato dei Ministri, e la prossima sessione occuparsi più essenzialmente di questioni economiche. La Germa1tia. Si aspettava dall'irùzio della sessione e con una certa apprensione ·la bomba Churchill. Questa bomba arrivò sca– rica. In effetti, Churchill doveva porre il problema della entrata del'la Gennarùa a1 Consigl~o. Ora, due giorni prin•a, il ministro degli Esteri francese, Schumann, concedeva una intervista al Monde. Affrontando il problema, egli auspicava l'ingresso della Ge,rmania a Strasburgo. La questione non fu trattata dal!' Assemblea come ci si aspettava. Dopo la partenza di Churchill, si affermò una rorrente, çlefinita dal desiderio gi non <andare.a cercare~ l'a Germania, ma di

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