Critica Sociale - anno XLI - n. 18 - 16 settembre 1949

390 CRITICA SOCIALE Tito si è tenuto pe,r lo meno neutrale e che il suc– cesso dei « monarco-fascisti » ateniesi è in parte dà attribuirsi a questo non piccolo fatto. Con ciò son venute a cadere parecchie speranze moscovite. Strategicamente la pressione sulla Gre– cia da parte di due Stati lonta,ni tra lo,ro, Albania e Bulgaria, non è così efficiente come qua,ndo si po– teva esercitarla a,ppoggiandosi a ,linee interne dal– l'Adriatico alla valle della, Maritza. Infine la possi– bilità di creare un nuovo Stato bakanico, la Ma– cedonia, da farsi a sp-es-egreche soprattutto, è sfu– mata nelle attuali circosta,nze, perchè ma,n,ca l'ap– porto jugoslavo. Che però Tito,, come molti sembran credere, scambiando ,i loro desi-deri per rea.Jtà, ab– bandoni il cavallo comunista che lo porta, è da e– scLudersi, come· purtroppo non abbandone·rà neppur così- presto l'anti:itaUanìtà .. E' ·doloroso consta.tarlo, ma, in tutte queste controversie chi ci va di mezzo siamo ,noi. E' vero che certa stampa e certi circoli nostrnni hanno dimentica,to, o finto di dimenticare, che abbiamo perso la guerra dopo aver assalito la Jugoslavia senza ·ragione ,plausibile, che una, grossa fetta ce la siamo allora annessa,, e che avevamo crea– to un r.idicolo Stato, la Croazia, di cui facemmo ,re il duca di Spoleto, che probabilmente nell'invasione n.on abbi,amo trattato quei popoli coi guanti, ecc. ecc., ma è altr-ettanto·vero ·che noi siamo e per ora restiamo per loro il nemico principale a occidente, dato che la Germania non conta più. Ora, come Tito deve farsi appoggiar.e, per intanto, solo ect>nomicamente, dall'Occidente capitalista, e V·enir così meno ai giurati principi, ai suoi deve dar delle soddisfazionJ e tener conto del loro s·pi– rito esasperatamente 'Ilazionalista, e perciò, ora in– venta l'abolizione della jugolira, spogliando così gli Italiani deila zona B del territorio libero di Tràeste, ora fa razzia di ,pescherecci ,italiani, impone lo sbar– co da navi nostre di profughi ,nelle sue· acque terri– toriali. P,er ora non vediamo come questa s·e•rie di spesso, ignobili s.oprusi_ ai danni di italiani possa chiudersi. Gli Anglo-Sassoni vogliono sostenere Tito (la posta è grossa), e non mi farei caso se Tito fi– nisse per chiederci qualche dolorosa concessione nei rigua:rdi d·ella zona B che, •è eyidente, vuol finire per tenersela e non. parla,rne più. Rito,rsioni da parte nostra? Si propone di ostacolare il commercio• di transito, Va bene, ma se la Jugoslavia annulla gli or– dini non· piccoli ,passati alla nostra affamata indu– stria meccanica? Quale altra ritoTSione inventerà essa po,ì? Tra gli ultimi fatti da segnalare v'è quello che Mo– sca ha denunciato l'allea,nza con Belgrado; non è una notizia inattesa e, comunque, non fa qµesta de– nuncia che, spazzar via un cencio ch'era già fuori uso. Anche ,non s'è 1:apito bene il tono· umiliato del– la nota di r,isposta di Belgrado per gli arresti dei cittadini russi in Jugoslavia. Che Tito ed i suoi ab– biano avuto ·paura d'essere andati troppo oltre? I,.a r:'alma più olimp-ica ostentava il satrapo ribelle' fi– na a giorni fa, fermo a spassarsela a Brioni, men– tre il suo capo d,i sta.to maggiore non si muoveva dai bagni di Ragusa, e davano l'idea di considerare un bluff e non altro tutto il rumore scatenato da Mosca. . Come finirà? Siamo lontani -dai tempi in cuJ sem– brò una dichiaraz,ione di guerra l'es1>1ressione che , ebbe. Napoleone III nel ringraziare l'ambascia,tore austriaco Hiibner al ·ricevimento del 1• gennaio 1859: « mi spiace che i rapporti tra i nostri duè governi no-n. sian così buoni come un.a volta». Oggi il dizion.ar10 delle ing,irnrie più plateali sta diventan– do quello in uso tra le cancellerie. Ma se è vero che i pa,stori di popolii non son oggi maestri di costume, è altrettanto vero che i poveri popoli vorrebbero ess ser lasciati in pace e non divèntar oggetto di storia, ma che non. sanno scrollai:s·eli di dosso, quei pa.stcxri. ROLANDO BALDUCCI BibliotecaGino Bianco La riforma della scuola Il giorno 30 apr,vle u. s., in forma solenne, si è tenuta ki rinunioné' finale dei 'lavori della Commissione naziona,le di inchiesta per la ,riforma della scuola; i lavori erano stati inaugurati il 27 gennaio 1948 con un discorso del Ministro Gonella, che volle conchiudere affermando che con essi co-· minciava ad aver vita •l'auspicata Costituetnte della sc·uola. I lavori ebbero inizio con la costituzione di sottocomrrm-– sioni (per l'istruzione elementare, per la secondar,ia, per b superiore, per la scuola popolare per adulti, per l'istruzione artistica), ciascuna delle quaJ.i attese anzitutto al,la compila– zione di un questionario, che fu inviato tra iQ'luglio e Il dicembre dell'anno scorso a tutti i provveditorati agli studi, ai collegi degli ·insegnanti di tutte le scuole, a moltissime società, aJ.le FederiJ.zioni dei Partiti politici e, infine, anche a molti studiosi privati. Dallo spoglio delle risposte fatto dai Provveditorati per quanto .riguarda lla sroola elementare e media, con la cona– pilazione di relazioni provinciali ,riassuntì,ve sui r,isultati, :e dalle relazioni regiona,li è stata desunta la relazione di tti) Ufficio centrale; il quale ha ria5sunto ae relazioni provln~ ciali e regionali e que!Ue delle Facoltà universi.tarle e del– l'apposita sottocommissione artistica. Di tutti questi lavori e ddle relative discus&ioni si ebbero notizie dalla ,rivista « La ,riforma della scuola»,, pubblicata dal Ministero della P,I.; le re1azioni regionali e quei.Je del- 1',ufficio centrale sono state da poco tempo rese pubbliche in un grosso volume pubblicato dal Ministero, In esso, che non br,illa certamente per chiarezza riassuntiva - compl'O'– messa anche dalle troppo ·numerose relazioni, con relative inutili ripetizioni - si leggono pure i risufltati della inchie– sta sulle scuole statali e non statali, iniziatasi nel ge~aio del cor•rente anno: risultati non confor>tevoli in generale; mentre per le scuole non statali è ·da osservarsi, che solo i,/ 15% di esM< furono visitate, e che non mancano parole rl1 lode per le ·scuole rette da Enti religiosi, sia per quanto ri– guarda i locali sia per il cor.po insegnante. Infine, insieme con un elenco di raccomandazioni fatte su argomenti vani tla singoli Commissari, si possono leggere le pr1Jposle final'i deJ.ie_v,ar,ie sottocommissioni. In questo articolo, come nei miei scr,itti precedenti (1), tratterò quasi esclusivamente della scuola secondari,a, e ia. special modo mi occuperò anzitutto di due importantissime questioni, che non furono per nulla discusse dal.Ja Commis– &ionissima. Ri1lengo però opportuno aggiungere, in meri{o ai lavori di questa, che essi non suscitarono nel Paese, e cioè tra i cittadini (,tuttii direttamente interessati, e questo vorrei ricordare ai funzionari del M,inistero della P.1., cne ' spesso ci dànno la netta sensazione di credBre che i diret– tamente interessati siano, al ipiù - e npn in tutte le qtiie– stioni piQ importanti - i docenti) quel fervore di animate discus&ioni, che era negli intenti e n~i desideri manifestat,i· dal Ministro. Per i giornali quotidiani, tranne che per g,li esami di Sta– to (di cui si occuparono i soli insegnant(, che ne tratta,rOlio anche diffusamente s,ui g•iornali di c)asse), si può di,re che la questione della riforma deHa scuola non è finora qual!li esistità, In conclusione, tntto il lavoro sin qui compiuto. si può cle– finfo:e - anche per quanto dirò in seguito - non i'iniz~, ma solo un parziale lavoro preparatorio dell'inizio di quellla che si •è voluta chiamare la Costituente detla scuola. * * * L 'uguaglian.za ne,/ punto di pwrtenza. Non mi pare inutiie anzhutto di,re che è bene che tuf.ti tengano presenti integralmente - lettera e spirito - gli air• ticoJ.i 33 e 34 deHa Costituzione della R,epubblica lta,liàba, Leggiamo intanto i primi tre periodi òell"art, 34: « La scW<Jla' è aperta a tutti». (1) • Il problema della scuola », Torino 1945; « Problemi ( della scuola » in Critica SocialeV 1948, n. 20, n, 22, n. 24-

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