Critica Sociale - anno XLI - n. 18 - 16 settembre 1949

Critica Sociale la Vt:17 A OblNDJClt'I &E DE1. SOCI .fl«tallJ . . blldat. ._ ltlUPl'O TUllA'J'J · In Italia: Anno L. 1500 (Abbon. sostenitore L. 3000) Semestre L. 800 Trimest_re L. 425 Estero » » 2 500 » » » 4000 » » 1300 » » 700 DIREZIONE E AMMINISTR.: Milano, Piazza Diaz:, 5 • Tel. 16.319 C. C. post, per abbonati n. 3-8225 • Spedizione In abbonamento postale: gruppo 2° Anno XLI - N. 18 . Il Un numero separato L. 70 Milano, 16 Settembre 1949 SOMMARIO Politica e attualità Bastoni fra le ruote (U. G. M.). La limitazione al diritto di sciopero (RINALDO RIGOLA) Guerra ai nervi di Tito (ROLANDO BALDUCCI) Problemi economici e:soclall La riforma della scuola (GIUSEPPE BoNFANTINI) Aspetti del problema o,grario (·GIULIO PIBRANGl!LI) Nazionalismo, cosmopolitismo e gli allogeni dell'U.R.S.S. (Ro- DOLPO REVJ!NTLOW) Storia, fllosofla, varietà Per il marxismo o confrò il marxismo? (KAnL Czl!RNBTZ) Fatti e commenti della stampa -italiana ed estera (p. ga.) Ciò che si stampa: G. AGNELLI, Lodi e i. Lodigiani nel 1848 (,P. G.). PERCHÈ LA"èRITICA,, l\lOl\lMUOIA In questo momento di crisi generale, che colpi– sce in modo partic_olare le imprese editoriali, an– che la nostra rivista è venuta. a. trovarsi in dif. fièoltà gravissime. Due circostanze hanno concorso soprattutto a determinarle: 1) gli aiuti che ci furono o fferti dalla, generosità degli a.miei per supera.re le dif– ficoltà iniziali deil nostro cammino hanno dovuto in seguito rivolgersi a sovvenire ad altri urgenti bisogni del movimento socialista; 2) tra i nostri • abbonati, che furono nei primi due anni ( e forse sono tuttora) in numero così elevato quale non eb- . be nessun'a.ltra rivista politica, molti hanno dovu– to; con commosse ei commoventi parole di ramma– rico invitarci a sospendere loro l'invio della. ri– vista perchè non ave-vano possibilità di co,ntinua,. re a pagare il preizzo dell'a:bbonaanento. In tale situazione abbiamo cr&duto nostro do– vere, prima di decretare lia mortel della rivista, di rivolgerci ai nostri abbonati, · i quali avrebbero potuto altrimenti rimproivera;rcidi non aver avuto fiducia nella loro solidarietà socialista, Lasciando che si estinguesse la fia,ccola con la quale Filippo Turati ha per ta.t).ti anni illuminato le « vie mae– stre del socialismo» e che essi hanno voluto fosse immediatamente riaccesa, dopo la liberazione, be– nevolmente affidandola alle nostre mani. Dal responso che gli a.miei abbonati daranno al– la lettera che abbiamo loro inviata attendiamo la sentenza sulle sorti della nostra rivista. La co– noscenza che abbiamo della loro fede ci assicura che essi non la lasceranno morire. Biblioteca Gino Bianco Bastoni fra le ruo_te In questi ultimi tempi sui giornali indipendenti e sugli organi dei partiti a noi avversi si parla molto meno èhe per l'addietro dell'opera che si sta c9mpiendo per addivenire all'unificazione delle forze socialiste. Si direbbe che, mentre pareva op– portuno sollecitare e soddisfare -ra curiosità dei lettori quando l'avvenimento sembrava ancora in– certo e lontano, ora che esso a,ppare più certo e vicino si voglia evitare di creargli attorno troppo vasta risonanza. Evidentemente in certi ambienti questa prospettiva di unificazione socialista non è vista di buon occhio. Da alcuni· si teme che pos– sa essere compromesso l'equilibrio governativo fa– ti-cosa-mentetenuto su dal buon volere e dall'abi– lità di De Gasperi; da altri si teme che, ove ri– mangano al potere con forze più cospicue, i socia– lmti possano pretendere di esercitare un peso mag– giore sull'indirizzo e sull'opera del governo. Ma innegabilmente, di fronte a questi gruppi timorosi e sospettosi, ve ne sono altri in cui vibra– no il dlesiderio e la speranza che l'unificazione si compia. Continuamente, anche da persone che si dichiarano dissenzienti da noi, ci sentiamo_ chie– dere perchè non è stata già compiuta e tarda a compiersi questa· unificazione che corrisponde al– l'aspettazione di tanti ed a serie esig·enze della vita nazionale. Ed è ragionevole questo impaziente desiderio. Specialmente ora che sembra venire ai ferri corti la fotta tra comunismo e democrazia cristiana, e quel processo dialettico che non si può instaurare, per evidenti ragioni, sul terreno par– lamentare minaccia di trasferirsi in un conflitto _ili larga portata fra dimostranti (diciamo così) e polizia, si capisce che si senta l'invincibile biso– gno di sperare nell'intervento di una forza che contribuisca a creare un nuovo eq~ilibrio e ad aprire nuove prospettive. In questa situazione tutti coloro che hanno la responsa:bilità d'i condurre le trattative débbono assolutamente sentire i'r dovere di non delùdere le aspettative dei compagni in primo luogo, poi di· tanta altra gente che spera veramente salvezza, contro pericoli gravi, dall'opera nostra. Occorre che tutti sentano che, se l'imifica,zione non si com– pisse, si darebbe tal segno di inefficienza nel cam– po dell'organizzazione e dell'azione che per lungo tempo sarebbe tolta aHe forze /del socialismo de– mocratico la possibilità -di un qualsiasi, anche mo– destissimo, influsso nella vita nazionale.

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