Critica Sociale - anno XLI - n. 18 - 16 settembre 1949

386 CRITICA SOCIALE S'intende che, quando noi parliamo di unifica– zione socialista, non intendiamo soltanto un ac– cordo fra i tre gruppi tra cui sono ora condotte le trattative: si tratta di raggiungere un fine di ben più vasta portata. Sarà certamente conforte– vole vedere uomini che fino a ieri lavorarono e lottarono in campi diversi e parzialmente avversi congiungere le proprie forze e co!liaborare cordial– mente nell'ambito dello stesso partito, nonostante il persistente dissenso sopra alcuni punti dell'im– mediato programma id/azione. Ma l'unità soeialista deve essere ben più vasta. Prima e dopo la scis– sione che prende il nome da Palazzo Barberi– ni c'è stato un nnmel'lo elevatissimo di compagni che, insofferenti deHa sudditanza. a cui il vecchio partito di unità proletaria si assoggettava di fron– te al partito comunista, si sono allontanati da quello; ma - o perchè fosse sopravvenuto nell'ani– m-0 loro stanchezza di una lotta. che corrodeva le forze invece· di aJ1imarle, o perchè fossero· presi da nausea verso le forme Idi subdoli artifici coi qua,li i dirigenti governavano l'azione dei partiti di -cui erano stati posti (o si erano posti) a capo; e perchè, o per-questi o per a:l'tri motivi, non aves– sero fiducia che il nuovo partito che andava co– stituendosi potesse meglio risp-0ndere alle loro aspettazioni - si trassero malinconicamente in disparte, o disinteressandosi in modo assoluto del– la. lotta politica, o guardando di lontano, indiffe" renti o sfi:duciati, quell'attività politica a cui ave– vano per l'a,ddietro partecipato con passione. Si tratta di richiamare tutti costoro ne:l1efile dove si lavora e si combatte per un migliore avvenire. Occorre che l'azione del nuovo partito riacèenda in tutti questi sfiduciati la speranza, faccia sen– tire a tutti questi indifferenti che non è più le- · cito rimanere in disparte, in inerte attesa, mentre si lavora a preparare un avvenire a cui essi pure sono interessati. E' chiaro c·he per raggiungere siffatto intento occorre che coloro i quali sono stati ora incari– cati di dar l'opera loro per la -costruzione: di una casa in cui tutti i social'isti possano esser raccolti e sentano desiderio di entrare, a,dempiano la mis– sione loro affidata con ca:rore ld:ifede, in modo che tutti sentano che qualcos-a di nuovo si prepara, che una nuova vigorosa forza spirituale entra ad animare la vita politica italiana. Se si procede in– vece con animo sospettoso e con atteggiamento di gente che mercanteggia le condizioni di un con– tratto invece di sen\irni animata da un potente alito di fede, i risultati saranno infinitamente in– feriori alle aspettative o mancheranno del tutto. E' noto quel che è avvenuto nel corso delle trat– tative, che si stanno tuttora svolgendo. Nena pri– ma seduta il compagno D'Ara,gona, prima che si iniziasse la discussione, dichiarò che naturalmente tutte le parti che conlducevano le trattative e si prepara.vano a stringere l'accordo dovevano sen– tirsi impegnate ad accettare le deliberazioni del futuro ·congresso, qualunque esse fossero state. Il compagno Mandolfo per il P.S.L.I. e il compagno Silane per l'U.S.I. dichiararono che porre una tale questione era evidentemente superfluo, perchè in ogni trattativa per un accordo è implicito l'im– pegno di rispettare l'accordo stesso una volta sti– pulato, e di accettare le naturali conseguenze che da esso scaturiscono. Invece il compagno Romita BibliotecaGino Bianco dfohiarò che ègli sentiva i:l bisogno di fare una riserva, dovendosi, come « forma limite» (così egli disse) prospettare il caso che le deliberazioni del congresso potessero uscir fuori dalle direttive so– cialiste e non potessero pertanto essere accolte da coloro che intendevano rimaner fedeli al pensiero socialista. L'idea di affacciare questa riserva non fu certamente felice; anzitutto• perchè prospettava l'eventualità che persone le quali si erano messe intorno ad un tavolo a trattare, perch~ ed in quanto si sentivano animate da una convinzione so·cia:lista ed in rappresentanza di compa.gni ani– mati dalla stessa fede, potessero ldlomani veder sfociare l'opera loro in una conclusione che con– travvenisse ai princtpi del socialismo; poi anche perchè riserve di questo genere sono perfettamen– te oziose, e appunto per questo- pericolose, in quan– to lascia.no supporre qualche pensiero che non si ha il corag gio di dicMarare apertamente. Sareb– be come se, nello stipulare una promessa di ma– trimonio, si dichiarasse di non poterla tuttavia rispettare nel caso che il fidanzato O· la. fidanzata fosse, sostituito da a:l'tra persona; o se in un com– promesso di compra-vendita una delle parti chie– desse l'inclusione della clausola che lo esima idal rispetto dell'impegno assunto qualora a.Ua merce contrattata si sostituisse una merce diversa. Lo stesso Romita sentì, immediatamente dopo, il bisogno di aggiungere •che la riserva da lui fatta includeva un'ipotesi che doveva ritenersi assurda ed impossibile; ma intanto egli aveva oscurato la· serenità dell'atmosfera con la quale si erano aper– te le trattative, e aveva incautamente offerto un magnifico destro a tutti coloro che non hanno al– cun entusiasmo per l'unificazione o le sono addi– rittura avverai, ma non hanno il coraggio di !dirlo apertamente, neppure a se stessi. Non ci fermiamo ad analizzare una serie di espressioni di tale stato d'animo, comparse su «L'Umanità», nelle qua;Ii era evidente che si cer– cava piuttosto di dimostrare che la riserva avan– zata da Romita rendeva impossibile ogni accordo, che nÒn di ridurre la riserva stessa entro quei ra– gionevoli limiti che non compromettessero la pos- sibilità dell'aecordo. · E frattanto da parte degli autonomisti, come nel settimanale dell'U.S.I., si è parlato della neces– sità di creare un partito che non intenda conti– nuare la c-0llaborazione al governo, ·che miri a scio– gliere l'Italia da ogni impegno militare, e così via. Che questo possa esprimersi come desiderio e pro– posito, niente di male; ma che lo si dica in mo– do da far comprendere, o far credere, ehe si vo– gliano porre condizioni pregiudiziali senza il cui avverarsi non si intende di aderire ad alcun ac– cordo, .è segno che non si vogliono accettare le conseguenze del gioco a cui si partecipa, per man– canza di fede. E' questa infatti la caratteristica di chi pre_tend~ di riportare al primo colpo la vit– toria ,o altrimenti si ritira. Bisogna invece saper. prospettarsi anche la possibilità della sconfitta e considerare questa come stimO'fo a intensificare lo sforzo che do_vrà condurre alla vittoria, la qua– le solo conseguita per questa via avrà valore e sarà durevole. Anche dall'altra parte si è commesso analoga vio– lazione delle norme del .gioco. Venir fuori, proprio

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=