Critica Sociale - anno XLI - n. 17 - 1 settembre 1949

CRITICA SOCIALE , 383 terveni.re ,per control<lare una atti,vità economica, quasi sempre la soluzione migliore è quella della gestione statale diretta, completa. Nonostante tutto, non si ,può di-re che i.I monOJ>olio delle ferrovie 1tbbia dato cattivi risultati, specie se si con– fronta col sistema delle concessioni che l'a·veva .Preceduto. Una gestione statale •per le ricerche e la colti-vazione dei cam– pi ,petroliferi, -a.f.fida,ta ad un ente che fosse libero da ogni il)re– scrizione burocratica per la scelta d,e:i dirigenti e potesse pa– garli al ,prezzo di mercato, potrebbe dare, ,;econdo me, ·risul– tati molto migliori di un controllo affidato ad un ufficio ministeria'1e che •per le concessioni, per l'approvazione dei programmi, ;per p~orogare o nega.re le ,proroghe, per fare Ti– spettare le leggi ed i regolamenti, ·sa,rebbe costretto a stare in continui -contatti con 1 ·ra,ppresentan1i dei più potenti grup– pi finanziari nazionali e stra,nieri. Ahbastanza questi gruppi hanno già· ,i loro uomi-ni- di ,fiducia in alcuni deli gangli ,pdù vitali della ,pubbUca ammi.nistrazione e la .fanno da padroni in di,versi ministeri. .... ». [/obiezione da ,pa.,te dell'onorevo'le è facile a pvevedersi: « E i capitali dove sono? E le macchine da dove vengono? !E i tecnfo.i dove li trova, se non accetta.udo l'aiuto .armer,i– cano? Lo sa che occorrerebbero centinaia_ e centinaia di mi– liardi? E lo sa qual'è l'atteggiamento dell'America in questa faccenda? ». E l 'onorevo.le , documentandosi con un articolo del New York Times, sostiene che second-0 i circoJ.i amerJcani qualsfasi tentativo di istituire un monopolio statale in questo settore metterebbe in serio pericolo l'intero accordo di coo– ,perazione economica tra l'Italia e gli Stati Uniti per l'esecuzio– ne del piano E.R.P. E' ora al_l'ingegnere che s·petta di dimostra,re come queste . tesi siano non già queUe degli ambienti poliUci americani, ma degli ·interessi ca,pi-talistici stranieri, soprattutto della Standard Oil. ,11 governo americano non s'identifica con la Standard Oli: e « se ,avremo una .poJ.iUca nostra, un p1·0- gramma seri-o da far va·lere a Washington, nell'interesse del– l'Italia, •non credo ci mancheranno gli a,i uU. americ8Jl;li. Se l'E.R,P. ha il proposito di eliminare -in modo permanente H disavanzo .della nostra bi-lancia dei ,pagamenti, l'ECA do•vrà pur eonsiderare che una delle ,princijpa,U parti.te !))assi-ve in tale bilancia è eostituita da,Ua i·rn.portazione del combustibile e del carburante, che ci proporremmo di ,ridurre con lo -s.frutta– mento dei nostri- cam,pi petroliferi ». Vero è invece ehe non, possiamo rinuncicare all'-a,pporto .della tecnica americana. Ma a questo riguardo « potremmo ehiama– re a Javorare le 1mp,rese americane s.peci-a,Ji.zzate nelle ricer– che e nel-le triveJ,Jazioni, eon i loro macchinari e con 1,1 Joro personale, per conto dello Stato italiano, come ora -la<vo– rano tPer eonto dei privati. Col loro esempio e sotto la loro guida in pochi anni si fol'merebbero anche tra noi dei buoni tecnici e delle maestr!lnze capa.e! ... ». Quau,to al tProblema dei capitali - t1>Duto poi- conto che non, ,sono necessllri goondi ca,pi-tali nélla fase delle ricer• che - « non c'è bisogno di trovarli tutti insieme. GJi. stessi grup.pi fi.nanzia,ri che volevano far varare il progetto di leg– ge, per dividersi la tor.ta fra di loro, cercano ora di minimiz .. zare l'importanza delle ultime scoperte nella Valle Padana rper convincere il pubblico che si tratterebbe di un cattivo a,ffare e gonfiano tPiù ehe possono la imponenza degli invesitimenti di capitali ,necessari, ,per dimostrare che, in tutti i modi, non sa,rebbe possibi-le accoHare un tale onere allo Stato. Ma non c'è nessuna ragione di presentare il 1Problema cOJne se ci fos– ~ uua cifra di investimeIJti necessaria per risolverlo, ma-n– cando la quale DJOD si potrebbe fare più niente. Come per le strade ferrate, le bonifiche, gl-i os.pedali, ,le scuole, anche ,per lo sfruttamento dei bacini rpetroUferi- d01Vremmo .fa,re J.I passo quanto è lunga la -gamba. Un certo aiuto credo che potremmo averlo dall'E.R.P. sul foooo lire. !Poi dovrebbe !,ntervenire H Tesoro, destinando a questi iDJVestimenti produtti-vi almeno una ,parte dei miliardi che ora vengoDO s,precati in O\Pere pubbliche non necessarie o tn finanziamenti alle .i"'dust,rie pa– rassitarie, per scopi elettora-li o per mllntenere !',ordine pubbli– co :o. E del resto, a,nohe se il ,petrolio non si trovas.se nella. mi– sura prevista·, do.po le iprime ricerche, e ci fos-sero solo d• giacimenti di idroca,rburi gassosi, non si deve credere che essi avrebbero .per ,noi un valore minore di queil,lo Clhe potreb– bero avere delle miniere di carbone ». E, matita alla mano, l'ingegnere fa i debiti computi per dimostrare che un pozzo di metano che desse giorna•lmente 100.000 metri cubi potreb– be dare un re<;ldito di ci-rea due milioni di lire al giorno, ci.fra tutt'aHro che irrHevante per facilita,re url autofi,nanzia– mento delle illl!Prese di ricerca e di sfrutt'!mento. La conclusione è che « in confronto alla soluzione delle con– cessioni o del controllo quella del monopolio statale presenta molti vanta·!!l!i. ,Primo: no11 ,permette ad alcun gruppo finan– ziario straniero, servendosi magari di prestanomi o creando delle holdings di comodo, Idi impossessarsi di importanti le– ve ·di cOJnendo deJ>la nos,tra economi-a, che potrebbero anche es- BibliotecaGinoBianco sere usate per dominare la nostre vita politica e che il gover– no deve tenere ben salde nelle sue_ ma,ni .per la difesa del paese. Secondo: consente di pi-a,nificare le ricerche,, distri– buendole nel tempo e neldo spazi-O, in un ordine di succes– sione detel'minat_o dall'iDJ!eresse colletti-vo, per servire, nel mo– do migliore e per H maggi-or tempo ,possibile, tutU i centri di consumo. Terzo: elimina completamente il pericolo che gruP1Pi finanziari interessati a di,minuire 'l'offerta sul mercato nazio .. nale, sottraggono giacimenti alla coltivazione. Quair!o: dà le maggi ori garanzie contro le coltivazioni di .-arpina, che potreb– bero sperperare le ricchezze del nostro sottosuolo. Quinto: passa, comJ,l<·tament" al Tesoro quelle rendite di inonOIPolio che con grancte difficoltà e solo in parte potrebbero essere al,trimcnti a~~orhHc con una decima sul pro.dotto lordo o con altre forme di imposizioone. Sesto: consente di costruire una rete di metanodotti, secondo un tPiano d'insieme, per traSIPor– ta,re senza inutili dOIP!Pioni, e nel modo più economico, la -produzione .di tutti i pozzi, -tenendo adeguato conto dei 'biso– gno dei divC'rsi centri- urbani- ed industriai-i. Settimo: impedisce che, con la differenziazione delle .tariffe, vengano· fatte cond_i– zioni di fa,vore ad azieneùl produttrici, di, metano. ,Pr.ess'a poco, qui,ndi, sono le stesse ra,gioni che ci portarono quarant'anni fa alla nazionaHzzazione delle ferrovie... iLe difficoltà era,uo allora molto maggiori, perclrè si tratta-va di esrpropria,re chi possedeva le ferrovie. Nel caso nostro, non ci sarebbe da espropria,;e nessuno. Basterebbe ehe lo Stwto si tenesse quello che ha, e Jo sapesse gestire nel miglior modo, a va-ntaggio di - tutti gli ita'1ia,ni >. Il problema dei pagamenti intereuro_pei. Il bollettino E.R..P., edito dall'ufficio stampa del C.I.R.-E.R.P., del 15 •lugli.o, !))Ubblfoa un commento sulla qucst;one dei pa– gamenti intereuropei, d-i ·cui r,i;p.roduciamo .J.a prima parte. « Il maggior problema che è ora chiamato acl affrontare l'OECE è quello di un 'intensi.fi, cazione degli scambi commer– ciali tra i ,paesi partecipanti. In particolare è stata riconosciu– ta la necessità di modificare - al fine di sollecitare un mag– gior sviluppo dei traffici intereuro·pei - lo schema dei paga-– menti intereuropei, che, entrato in vigore nell'ottobre dell'an– ,no scorso, dovrebbe essere rinnovato entro l'inizio di luglio. « L'esperienza del primo anno di a.pplicazione dell'accordo ha dimostrato che esso aveva alcuni difetti non indifferenti. Anzitutto è stato· rilevato ohe l'ammontare dei diritti di !\rag– gi;:, da concedere ·o da utilizzare e_rano stati stabiliti sulla base di una stima dei deficit e dei saldi attivi che si è poi di– mostrata inesatta. In secondo luogo si è potuto accertare che lo schema dei pagamenti non of.fri,va, come si era s·perato, un qncentivo sufficiente 1per i paesi creditori ad espandere le loro esportazioni in Euro·pa, e soprattutto per i paesi debi– tori a diminuire i. loro deficit. Inoltre i paesi in deficit ~rano incoraggiati ad utilizzare il più possibile i « diritti di tirag– gio » prescindendo da.Jl'importanza delle merci cosi ottenute e senza preoocu.,parsi troppo dei prezzi ,pagati per ~sse. Ne con– seguiva un'accentuazione, tra i ,paesi E.R.P., degli squilibri di costi e di pr.ezzi. Da taluni era stata ·persino criticata an– che la connessione fra lo schema dei pagamenti intereuropei e gli aiuti E.C,A. Si era infatti denunciato il peri,colo che l'in– _quadramento delle operazioni nel sistema degH aiuti condizio: nati ponesse l'intero meccanismo _degli scambi intereuropei su una base del tutto artif.iciale e transiforia. Infine, e questo è considerato il difetto princLpale, lo schema, postulando la utilizzazione su una base strettamente bilaterale dei diritti di tiraggio, tendeva a dare un'impostazione rigida e artificiale agli scambi intereuropei. « A ovviare principalmente a questo inconveniente erano. in•• tese le ,proposte degli esperti dell'E.C.A., i quali suggerirono non solo di stabilire l'interconvertibilità delie monete euro-_ •pee, ma anche la convertibili-tà dei diritti Òi tiraggio in dollari U.S.A. In base a tale proposta i beneficiari dei diritti di ti– raggio avrebbero potuto esercitarli non soltanto entro il grup– po dei paesi partecipanti, ma anche negli Stati ·uniti. ·. · « I rappresentanti dei paesi parteci-panti in -seno al Comitato d•ei pagamenti dell'O.E.C.'E. sono stati unanimi nel riconoscere _· che· la situazione non ·consente ancora di inserire nel nuovo schema/ dei pa:gamen'l\i la convertibilità in doliari. E' stata peraltro unanimamente ammessa la necessità di mutamenti nell'accordo dei pagamenti. Particolare importanza è stata at– tribuita, sia in questa sede, sia in occaSione dell'ultima riunio– ne del Comitato consultivo dell'O.E.C.E., alla neeessità di af– frontare il problema rap:presentato dalla bi-lancia belga dei pagamenti. -II Belgio è, infa-tti, non soltanto il maggior credi– tore· nel quadro degli' scambi regolati dall'accordo, ma anche l'unko paese dell~uroplll occidentale 1'L cui attivo nell'area del piano Marshall è notevolmente superiore al suo deficit complessivo in dollari. Tale attivo è stato valutato, limitata~

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