Critica Sociale - anno XLI - n. 5 - 1 marzo 1949

106 CRITICA SOCIALE i,n pare,ggio la loro bHamcia dei pa,gamenti con. l'e– s~ero, senza adottare, p·er questo fine, una serie di provvedimenti rigi'damente restrittivi. Perciò chi invoca oggi, come solo rimedio effica– ce, iJ ritorno al'la .piena libertà del mercato interna– zionale, dovrebbe anche indkarci il mezzo efficace per impedke il ,crollo del1Ja moneta quando si fos– se soppresso il controHo dei cambi e non. si pooes– se più alcun ,limite agli acquisti indi.viduali. Si potrà forse obiettare che il pericolo non sussiste, quando l'imipo•rtatore debba pagare le merci acqu•i,state o con divise che rap:presenta,no i,J v.alore corrispondente di merci esiporta~e o con denaro .contante; ma, data l'eccessiva scarsità dielle esporta,z.ioni e la mancan– za di cre,diti derivanti dalle cosiddette esportazioni iiwi,s,ibili, non si potrà evitare che gli acquisti pri– vati si: rivolgano a queJ.le merci che o.ffrono maggio– ri e più facili possibilità di g>uadag>no,J.asciando in– soddisfaitH i bisogni più urgenti e gene,raU, ai quali lo Stato sarà costretto a IJ)rovvedere; Non esoludiamo affatto che il rimedio si possa trova1,e,, ed a scadenza ,n()Jil molto lunga, in parti– colare quando •sia stata ·ra,ggiuinta una definitiva sta– billizza~ìone, che tolga ogni squi14brio fr,a il po,tere d'acq't.1isto deUa moneta all'interno ed all'estero; ma sarebbe stato neeessa·rio ohe l'attenzione del congres– so fosse rivolta anzitutto a questi rimedi, condizione indispe111sa1Yileper il ritorno alla libertà degli scam– bi. Stir,etitamente connessa con la •so,p·pressione di una libera economia di mercato, una de!,J,e cause prin– cipali ,della disoccupazione sarebbe per il Corbino, com.e per molti altri oratori, Io squilibrio tra l'au– mento sempre assai .rapi!do deJ.1-apopolazione ed i,l preoocu,pante Tallenitaunento nella formazione del ri– sparmio. Da questo squi.Hbrio deriva la insufficienza, universalmente lamentata, degli investimenti, e quin– di l'impossibilità di ,nuovi impi,anti o di rinnova– mento degli impianti esisteniti. Ma se, come è avvenuto da pairte ·di tutti gH ora– tori, ad eccezione di uno •solo, la lamentata insuf– ficienza degH investimenti si volev,a riferire ,prfn– cipalmente, se non. esclusirvamente, agli impianti in– dustriali, ,ci sembra necessario osse·rvare che il ri– medio tanto invocato non solo non sanérebhe la pia– ga del,la .disoccupaz-ione, ma ri,schi.erehbe di ag,gra– varla. La· situaz-ionie <tragica in •cui si trova oggi l'Eu– ropa occidentale n,o n è t anto ,causata dai danni ma– teriali -di guerra, qua 1 n.to dail fatto che essa è un pae– se JSOVlrapopolato, il quale fino al 1914 ha ipotuto vi– v,ere agiatamente e isenza gravi preoccupazioni in g>r.azia del suo grande sviluprpo industriale e· della possibilità 1 di trovare in tutti i paesi d'oltremare dei .me,1,cati aperti ai p·rodotti deiaa sua :industria, pron– t,i a ·scambiarli ,con le materie prime e con l1e derra– te alimentari di cui essa mancav,a. Già dopo il 1918 la situazione aveva comi,nciato a peggiorare; ma la seconda guel'ra mondiale ha acceler·ato il processo d'industrializzazio-rne, · non ,solo degli Stati UnHi e del Canadà, ma aITT-chedei maggiori Stati del Sud America, ,di molti ,paesi agri,coli deH'Europa orien– taJle, ,deH'Asia, di a1cuni persino dell'Africa. La pO,: litica autarchica, non tanto causa quanto, conse– guenza della difficoltà delle ,esportazioni, non ha fatto che aggravare il male, inducendo alfa molti– plicazi,one degli impianti in.du ,striali, con lo sco,po di cr,ear,e ,rnell'i,nterno :di og ni ·si ngoJ.o Stato tutti quei rami di produziorne che .•permettessero 'di ridurre al minimo l'im,portazfone di manufatti stranieri. In questa situazi()IIle l'incoraggiare .gli investimen– ti industriali senza disCiriminazione significa con– solidare la situazione assurda creata nel ,pieno trion– fo deill'autarchia, significa condannare un numero iUimitato di industriie a condurre u;na vita grama, contendendosi ill trop,po misero e ristretto mercato nazionale, oppure esporle al pericOJl-0 di una crisi ro– vinosa di sovraipiproduzion.e nel caso che esse, per una bre\"e paTentesi di congiuntura favorevole, si BibliotecaGino Bianco iHudano di poter contare sopra un'abbondante e– sport•azione. Con quesio non si vuole af.fatto negaire la ne– cessità di un.'a,ssai ,Più ·larga disponibiii,tà di capita– li, sia che essi siano fomjti da un aumento del ri– sparmio o da investimeruti ,esteri fatti da privati, e non ,si esclude che una maggiore larghezza di in– vestimenti possa servire a diminuire la disoccupa– zione. Ma qrnesto ,potrà avv,enÌ'l'•e soltanto se l'abban– dono di una poili1ka economica di privilegi impe– dirà che questi caipi,taili siano attratti verso industrie che non. IPOSsano vivere di vita propri,a in un regi– me di meoca,to libe-ro, e se inv·ooe essi saranno inrco– ra,ggiati ad avviarsi aUa ,produzione di nuove fonti di energia, able opere di bonifica e di razionalizza– zione dell'ag11icoltura, ed ,alll'industria edilizia, che solo potrà dar lavoro a m.aestrainze e manov,alanze assai numerose, ma darà vita a molte industrie sus– si,diarie. Qua,ndo a questo in.di- rizzo dato aH'impiego dei nuovi capitali, che ,pol'l 'à ,es sere ottenuto non con la ·disci,plina burocratica, ma con un'avveduta polti– Uca ·creditizia, si accompag,ni una politica dei !,avo– ri puibbiici, che sia indiirizzata non ad opcl'e in,utiJi im,provvisate s·otto ola -spinta. de.J malcontento e dei tumulti popolari, ma alla costruzione di strar\e, ca– nali, •scuole ed a!Jtre opere di più indiscussa utilità, dove ne sia più sentita la mruncanza, si ,riuscirà cer– tamente, ,entro ·qualche anno, a ridurre sensibilme·nte la gr,avità -della di-socolIJ)àzione. Quanto ai -rimedi immediati, i risu>ltati del Con– g1,esso ·sono stati anche più negativi, e forse non po– tevano essere div,ersi. Si è in.fatti quasi generalmen– te ri,conosduto il peric~lo gravissimo, nòn solo dal la,to finanzi,ario, di un alla,rg.amento della politica dei sussidi; e si è convenuto dai più che è inutile in– vocare come un toocaisana l'em.i-g;razione, ,dato che il suo incremento mm dipende ·da noi, e che in ogni caso non si potr,ehbe incoraggiare l'emigrazione in · quei p-aiesi dov•e i nostri lavor,atori troverebbero condriz.ioni peggiori di quelle che hanno o sperano di ,av-eTe in casa propria. L'unico IJ)rovvedimento concreto è stato affaccia– to da Em.es1o Rossi, i,l quale ha fatto ,propria una V>eochia p,roposta av,a1nzata tre anni or sono da Ric– cardo Lombardi : della ,creazione cioè di un esercito deil lavoro, in cui ,potrebbero arruolarsi volontarua– mente quei veTi disoccupati, i quali siano eff ettiva– mente disposti ad accettare ,una o ·ooupazio.ne dove né sia sentit-0 il ,bisog,no. Questi vo lontari, all oggia– ti, vestiti e nJUtriti dallo Stato, dovrebbero im!])egnar– si ad uin. servizio di sei mesi o di un anno, dura,n,te il quaile ,si· adatterebbero ad essere trasferiti dove ci sia 11iichÌJestadi brac;cia, ,e godrebbe-ro di un salario che in ,parte andrebbe alle foro famiglie. Questa pr01Posta, che fu accolta con grande fred– dezza dai -co11,gressisti e che meritò al Rossi, da pa,r– te ,di un senatore ,comuni,sta, l'accusa, del tutto im– meritata e... imprudente, di voler creare il lavoro forzato, ,merita in\nece .di essere presa in seria con– siderazione ·sia perchè eliminerebbe o ridurrebbe al minimo ila 1'Pesa inuti-le e dannosa dei sussidi, sia sorpnattutto ,perchè r1solverebbe la grave contraddi– zione per cui, mentre si lamenta una disoccupazio• ne seml))r•e più grave, avviene ,spesse voite che la ri– chiesta ,di mano d'opera ist-enti ad essere soddisfatta. Comunque, aniche da clii ha seguito i lavori del· congresso con un. sen,so quasi c-ontinuo -di insoddi– sfazione, si deve riconoscere che esso ha avuto il merito di imporre all'attenzione degli studiosi il problema ,più urgente deJ.la nostra vita economica, ha servito ,a dimostrare che esso non ,Può essere isolato da tutti gli altri problemi della prodµzione, deiJlo scambio e <deHa.finanza, ed ha indotto p•roba– bilmente i migliori fra i giovani ad aprprofon.di11lo nella speranza non d 1 i risolverlo, ma di preparare gli elementi necessari alla soluz,ione. GINO LUZZATTG

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