Critica Sociale - anno XLI - n. 1 - 1 gennaio 1949

GRffICA SOCIALE 7 partiti polittici italiani i cui massimi esponenti giunsei,o, oltre che a Trento, a Bolzan0; dove, cmne è noto, gli Italiani importati fino al 1948 raggiun– gono più del ·terzo della popolazione. Ricordiamo che la m;i.ssa ,degli optanti tedeschi non è ancoi,a torn.ata e tilie era stata cancellata nel– le norme elettorali la clausola, proposta dai Tede– schri, seci:llildo cui dovessero essere esclusi dal dirit– to di voto quegH italiani che non vi avessero resi– denza da alme rio tre anni; olarusola che presuppo– nev•a il dubbio o la prestrn.zione che la popolazione italiana in A.A; fosse statà artificialmente, e magari intenzion.a 1 lmente, accresciuta· in qNesti ultimi an– ni e la preoccupazione che vi avesse contribuito lo sposlamento di nuclei fascisti daUa valle padana. (I 4742 voti raccolti dal M.S.I. in AHo Adige potreb– bero rappreseritare o, certo, includere tali nuclei). Delle cinque liste - su nove - presentate dagli italia,ni iR A.A., tre erano q1~elle dei partiti, diremo, marxisti. I vecchi che ricordavano Ì'alleanza dei la– voratori socialisti in Austria (si aveva la sezione dei « Lavoratori del Trentino, Tirolo, Vorarlberg ») posero ·1a maggior attenzione alla formazione delle liste di tali partiti in Alto_ Adige, rispetto ai clue gruppi etnici. ' Poteva andar meglio, ma poteva andar peggio, da– te certe pose, a cui ho accenn.ato, dell'organo Ha]ja- : no del P.S.I. Il p:;irtito comunista italiano ha fatto lista comune col partito comunista tedesco; e se l'unico seggfo ottenuto è toccato, per le preferenze, :-id un italiano, ciò rispecchia la con.dizione etnica formatasi a Bolzano con la creazione della zona industriale nel verntennio fascista. Alla stessa causa dobbiamo sè tin A.A. ebbero un seggio il P.S.I. (con 7927 voti) ed urno la lista. Uiilita PSLI-PRI (con voti 4881 e con la preferenJ;a al candidato repubblicano), mentre i socialisti tedeschi (Sozia'ldemokratische– partei Siidtirols), non avendo otten11to che 734 vo– ti, non ne ebbero alouno. Il fatto che non si ·sia ad– divenuti ad ima lista unica in A.A. fra socialisti te– deschi e socialisti italiani, fra i cqµali corrono tut– tavia ottimi rapporti, è in.dice- limpido della .fonda– mentale condiziorne nazionale in A.A.; mentre può a:nche 11.vervi influito la pe-l'plessità de1la scelta da parte dei tedeschi fra P.S.I. e P.S.L.[. Altri tre partiti italiani' ottennero seggi in A.A.; e cioè dNe la D.•C.; uno il M.S.l.; ed urno gli Indi– pendenti, questi ultimi di spiccato carattere di lotta etnica, con. programma specifico di « difesa » del _gruppo etnico italiano. H Co-rnsiglio Provinciale di ·Bolzano sarà, cosi, · composto di 7 consiglieri italiani ·e di 13 tedeschi qella S.V.P.; i quali, come si disse, copriranno nel Consiglio Regionale i 20 seggi assegnati all'Alto A– dige, accanto ai 26 oecÙpati ·dai rappresentanti. del TrenHno. Complessivam ·en.te i partiti di sinistra vi fi.gu– remnrno con 8 consiglieri. La -destra (D.C., S.V.P., P.P.T.T.) con 34. Gli altri quattro seggi sono stati assegnati; come si è visto, uno a ciascNna dellè quattro Uste M.S.l., « Jtalia », Indipendenti (che po– tranno bloccare) e Asar. Auguriamoci ora che l'opera del Consiglio Re– gionale e di quello Provinciale trentino arrechi al– meno quei frutti, che si sarebbero richiesH da un decentramento amministrativ0'. A questo scopo cn~do che i rappreseli.tanU dei Partiti debbano disincagliarsi dalla preoccupazione di contrasti etnici e da quella- dei rispettivi partiti ed applicarsi a studiare nella loro essenza e nel loro valore i problemi che si dovranno risolvere; e in ciò potranno trovare il sostegno ai singolari principi fondamentali., sia ideologici che pratici. Onde più arduo e impegnativo sarà il compito che si offre ai partiti di sinistra. ' Che se da questo « esperimento » il paese potes- o Bianco se 1rarre qualche vantaggio, in armonia con la vita nazionale ed internazionale, sarà sopita l'amarezza di chi all'ombra ,della bandiera di Trento («·oh bel– l'aquila ·di Trento - colle cinque fiamme in petto.») aveva operato e patito nell'attesa del solo tricolore, a·nimato dal so,:&fiodi tanta storia civile e di tante speranze avvenire, senza il più lontano sospetto che potesse. avanzare l'assegnatoci «gonfalone» di cui sapranno forse indicare co'1ore e simboli gli o– norevoli che a Roma hanno votato l'autonomia spe- , ciale per la Regione Trentino-Alto Adige, ma che non· è certo stato invocato dalla più alta storia di Trento. ERNESTA BATTISTI Perlo StatutodelP.S.L.I. La commissione per la riforma dello statuto del iP.S.L.I., che. sottoporrà aJ prossimo ·,Congresso Na– zionale del partito le sue conclusioni, accanto a molti, e lodevoli, emendamenti di carattere pratico ed organizzativo, ne ha prospettato uno di carattere ideologico, che norn va lasciato passare inosservato. IE' quello che si riferisce all'art. 2 delJ.o Statu1o, nel quale si definisce il P.S.L.I.; a.Ha vigente formula: « il P.S.L.I. è rivoluzionario nel fine e democratico nei mezzi», si vuol sostituire la formula: « demo– cratico nel fine e nei mezzi ». Vale la pena di soffermarci « (al di fuori ed al di sopra delle posizioni politiche che si a.ffronteranno nel Congresso) » su questa questione. Ricorderemo, per la storia, che essa si era affacciata, di sorpres~ in una seduta notturna del ,congresso di Napoli e che allora la grande maggioranza dei delegati aveva respinto l'emendamento che ora si ripropone. Scettici ed empiristi obiettarono che si tratta di u:n'inezia, su cui non merita impuntarsi, con tante altre gravi questioni in ballo.' Ritengo in.vece che la questione abbia la sua im– portanza. Importanza ideologica: si tratta infatti di scolpire e precisare l'essenza del socialismo de– mocratico. Ed importan·za politica: perchè non si può ritenere ·che a capFiccio si muta la propria in– segna e •la propria definizione e ad un eventuale mutamento si attribuisce pertanto un significato tutt'altro che teorico. La commissione motiva· l'emendamento proposto con l'opportunità di eliminare anche l'apparenza di un contrasto tra l'uno e J'altro termine. Ma non ha 'fatto sufficiente attenzione che, per eliminare un preteso e-quivoco, ne ha creato uno ben più grave. E' caratteristica essenziale di un partito socialista (tanto essenziale che, diversamente, ci si trasferisce sul terreno del radical-socialismo, della democrazia pura con intenti sociali, o del laburismo) di mirare oome fiIVe al superamento dell'attuaJe società bor– ghese divisa in classi antagoniste ed alla instaura– zione di una società socialista, di uomini liberi dalla o,ppressione economica, e senza classi. In questo consiste quella che tutti i teorici ed i pratici del so– dalismo, senza. nessuna eccezione, hanno chiamato « rivoluzione sociale ». E per questo H fine del so- ' cialismo non può non essere rivoluzionario. Defi– nirlo altrimenti o è una pusillanjmità 'n è un'ipo– crisia.· Ma è anche un equivoco. Quando si parla di un « fine democratico » si dovrebbe dedurre che lo scopo finale del socialismo è la instaurazione della democrazia. Il che in parte è vero, ove si aggiunga però che si tratta di una democrazia sociaUsta, ben diversa da ima semplice democrazia politica, ben diversa dalla concezione borghese ed astratta della democrazia, in quanto ha come presupposto l'ab– battimento dei privilegi economici e l'eliminazione

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