Critica Sociale - anno XLI - n. 1 - 1 gennaio 1949

CRITICA SOCIALE 17 -------------------------- zionale dell'Economia e del Lavoro, ha facoltà di promuovere la emanazione di norme provvisoria• mente obbligatorie nei ri,guardi delle condizioni di lavoro e dei prezzi dei prodotti• e ,dei servizi, con riserva di deferire ogn~ · decisione definitiva alle comp·etenti assemble legislative. 19. - E' in facoltà del Ministro del Lavor·o, sen– titi le organizzazioni sindacali e il Consiglio nazio– nale deltl'Economia 'è del Lavoro, di promuovere nor– me 0bbligatorie riguardanti gli orari, le mercedi ·ed ogni altra provvidenza a favore delle categorie la– voratrici non disciplinate •da contratti collettivi, uni– formandosi in quanto possibile alle disposizioni in atto per le categorie organizzate, e tenuto conto in ogni caso delle· particolari condizioni delle medie e piccole aziende, specie di quelle a tipo artigiano o familiare, presso cui· i lavoratori prestano la loro opera. 20. - Tutte le aziende e gli esercizi, ove sono occupate almeno duecento persone, sono tenuti a comunicare al Prefetto del luogo, con preavviso di almeno un mese, salvo casi di forza maggipre, la decisione ed i motivi che possono' determinare. la cessazione, in tutto o in parte, delle singole atti- Destra e sinistra nel Non è un caso che pr"oprio dalla viva e vitale socialdemo– crazia austriaca, che anche per questo verso si dimostra de– gna erede del pensiero dei Victor Adler e degli Otto Bauer, sia stata dmpostata, in termini realistici e con uno spregiu– dicato aggiornamento dei problemi, una delle più importanti questioni ideologiche che riguardano il socialismo moderno. Si tratta dei rapporti fra «destra» e «sinistra» nel mòvi– mento socialista, ossia, fuori di una terminologia geometrica che appare frusta ed ambigua, dei ,rapporti tra quel nuovo aspetto di riformismo che deriva dall'azione di governo so– cialista e le conquiste socialiste come iniziativa spontanea delle masse. · ' La bella .rivista Socialdemocratica Die Zukur;ft apriva la discussione con .un. articolo di J osef Hindels su « Riformisti e· socialisti di sinistua », a cui Oskar Pollak ·rispondeva, svi– luppando ed integrando l'argomento, con l'articolo che ri- produciamo per intero. · L'Hindels tracciava con ampiezza la storia, trascendente il ristretto ambito della socialdemocrazia austriaca, del con– trasto tra cor·rente di sinistra e riformismo, che ebbe nel ,revisionismo •di Bernstein la sua massima espressione ideo– logica. « A questa concezione » - osservava l'Hindels - « la sinistra (Mehring, Kautsky, Rosa Luxemburg) contrappose che non si può parlare di una evoluzione pacifica del ca– pitalismo al punto massimo del suo sviluppo, -cioè nella sua fase imperialistica. Le contraddizioni insite nel capitalismo portano verso catastrofi sociali di colossali dimensioni. Un partito proletario deve essere pronto ad uno sviluppo rivolu– zionario tempestivo : non ·solo non deve ,riinunciare alla sua mèta finale ·socialista, ma deve porla più che mai in rilievo. La lotta per le riforme, per migliorare gradualmente le con– dizioni sociali dei lavoratori, è stata accettata dalla sinistra, che ha però rifiutato di contrapporre il riformismo e · la rivoluzione come due forme antitetiche. Là lotta per le ri– forme e la lotta rivoluzionaria per il potere, secondo la si– nistra, sono semplicemente due aspetti di uno stesso· pro– cesso dialettico. Fino a quando esiste l'ordinamento capita– listico, le riforme e le realizzazioni raggiuntè con la lotta non sono assicurate: nella. moderna società capitalistica il compito principale .del proletariato è appunto la lotta per la conquista del potere nello Stato». L'Hindels ricorda come entrambe le correnti lottino per la maggioranza parlamentare, onde, « poichè si tratta di due correnti del socialismo democratico, la strada della cosidetta « democrazia popolare», cioè la via di una dittatura della minoranza, viene respinta a priori ». Invece « sia i riformisti sia i socialisti di sinistra sono d'accordo nel, sostenere che . vità aziendali, ohe comporti totale o parziale licen– zi:i-mento oppure riduzione delle ore lavorative delle maestranze. Il I'refetto ne dà immediata comunicazione al Mi– nistro del Lavoro. 21. - E' in facoltà del Ministro del Lavoro, sen– tito il Consiglio Naziona'1e dell'Econ0mia, di provve-. dere alla requisizione temporanea oppure alla espro– priazione, salvo indennizzo, delle aziende di cui al numero precedente, e di affidarne la gestione ad un Commissario governativo oppure ad una' Coopérativa o altra comunità di lavoratori o di utenti quaiifìcati alla gestione medesima. · 22. - E'· costituita presso il Ministero del Lavoro 'una Sezione per l'accertamento del numero degli iscritti a ciascun Sindacato, nonchè ,per la sorve– glianza e lutela dello svolgimento democratico del– l'azione sindacale. Il Ministero del Lavoro si avvale della collabora– zione di tutti gli organi dello Stato, della Regione, delle Provincie e dei Comuni, che lvi sono tenuti nelle forme e con le norme stabilite dal Consiglio dei Ministri. PLINIO TURCATO movimento socialista solo una ·classe lavoratrice socialista avente dietro di sè la maggioranza del popolo può realizzare il socialismà ». La differenziazione, secondo la tesi dell'Hindels, la cui fragilità e indeterminatezza è stata criticata acutamente dal Pol,lak, avviene su· di un altro piano. E consiste nel fatto che « i riformisti vogliono limita-re la lotta di classe ad una sola forma'., quella parlamentare. L'azione extraparlamentare delle masse, la lotta diretta delle forze classiste del prole– tariato riunite nelle· fabbriche viene .da essi scartata... Tra– dotto dal linguaggio teorico in quello pratico, ciò significa che quando nel Parlamento i' deputati socialisti lottano coi deputati borghesi pi,r difendere i diritti vitali dei lavoratori, le masse non debbono appoggiare questa lotta di classe par– lamentare con l'azione extraparlamentare, cioè per mezzo di scioperi e di dimostrazioni. La lotta di classe cessa in questo modo di essere una questione riguardante le g•Fandi masse e si riduce ad essere un'attività di alcuni rappresentanti par– lamentari». D'altra parte, invece, « i socialisti di sinistra non accetta– no la limitazione della lotta di classe al campo parlamen– tare. H parlamento è, secondo loro, un terreno molto im– portante, ma non il solo sul quale i conflitti di classe si possono svolgere. Le classi borghesi dispongono, fino a quando il loro-..potere economico non è spezzato, di tanti van– taggi e privilegi, che le classi oppresse. e sfruttate finiscono per avere la peggio. La scucila e ,Ja chiesa, una parte im– portante della stampa; .Ja burocrazia e la giustizia, tutte que– ste forze spirituali e materiali si trovano direttamente o in– di-rettamente al servizio della classe dirigente. Contro questi mezzi potenti il proletariato non può lottare solo con la scheda elettorale, nè con metodi esclusivamente parlamen– tari; è necessa,rio, in determinate circostanze, mobilitare le forze extraparlamentari dei lavoratori e far pressione sui nemici di classe. Simili azioni non sono affatto antidemocra– tiche, quando sono decise da orgànizzazioni operaie libere e sono votate liberamente e liberamente esegultè dalle masse». « La rinuncia dei riformisti» - continua sempre l'Hindels - « ha però un altro aspetto. Anche quando è-possibile ot– tenere miglioramenti sociali senza lotta, per mezzo di pa– cifiche trattative, come in certe circostanze avviene, si ha un effetto sfavorevole sullo spirito dei lavoratori, le masse per– dono l'abitudine alla lotta, e vedono nelle conquiste raggiun– te il risultato della sola attività parlamentare con la quale non hanno alcun rapporto. Quando poi l'avversario di clas– se passa all'offensiva e si tratta di difendere le conquiste raggiunte e di respingere gli attacchi della reazione, la

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