Critica Sociale - anno XL - n. 24 - 16 dicembre 1948

566 CRITICA SOCIALE • FATTI E COMMENTI della stampa italiana ed estera IlVaticano e la politicaestera dell'Italia. , Sull'iinfluenza del Vaticano nella politica estera italiana, riproduciamo un'intere$s9:nte corrispondenza di M. I. Cory aJ Journal de Genève. La co1-ris1pondl'.nz•a è tanto più inte– ressante -in quanto il giornale .svizzero è notoriamente con– servatore e non ha certo, come si può veci.'ere, ,antipatie per I'a politica vaticana. « L'influenza che il Vaticano esercita sulla politica interna ed estera dell'Italia è certamente molto grande. L'appoggio del clero dà enormi vantaggi alla democrazia cristiana. D'al– tra parte, grazie alle possibilità offerte dall'esistenza di un governo demo-cristiano, la Chiesa può afferm,are ed allarga– re il suo ascendente nel paese. E' un circolo chiuso, ugual– mente vantaggioso per le due pa,r 1 ti. E',, d'el resto, difficile uscirne. ID.fatti, De Gas'.Peri, personalità ·notevole e uomo di Stato di vaste vedute, non .;è disposto a se~uive oiecame,nte 1 i collstgli di chicchessia. Egl'i non può, tuttavia, trascurare queNj' che emanano · dai dirigenti pdncip•aH del~a Chies.u. E èièi tanto meno quanto più la democrazia cristiana guada-· gua i.n potenza. Poichè ,più i suoi ramghi si allargano, ·più gJ.i elementi che la compongono divengono eterogenei e ma– nifestano tendenze politiche divergenti. In Italia, dove il gioco delle ambizi,oni -personali è sempre peri-coloso per i partiti numerosi, ciò condurrebbe inevitabpmente verso una Scissione interna se il .prestigio e ]'.influenza del grande al– leato - H :Vaticano - non neutra,lizzasse questo· pericolo. Di fatto, i secessionisti eventuali san.no molto bene che, se– para.nò. 'osi dal •partito cattolico, essi ivrehbero contro il cle– r~. E nori ·vogliono ar.ris.chiare questo. D'altra parte, la Santa Sede ha, nell'arte di guidare gU uo– mini e ·le sit .. u,azioni, una -'esperienza incomparabile, che rende i suoi consigli pa,rticolarmente p,reziiosi. Essi sono, del resto, molto sapientemente ·suggeriti.· Le a.lltkhe relazioni e le ami– cizie personali fa 1 cilitan0 · le cose. De Ga;peri è stato a lungò bibHoteca,riò al Va.Uca,no le •non da iieri ~onosce personalmen– te i più alt,i dignitari' delila Ouria romana. Ora, attualmente questa si preoccupa soprattutto della si– tuazione inte,rnazionale e la segue con attenzione. Non' è Una cosa facile: ai nostri giorni, il tempo non oammina più, galoppa. I cambiamenti della situazione precipitano. Ques.to obbliga anche gli ambienti dotti e \Conserv• ato.ri del Vaticano a modificare spesso i loro atteggiamen'.ti. · Vi s~ desidera, in J>rtmo lì.10,go, d'1 risparmiare all'Italia le atrocità deHa guerra e più ancora le persecuzioni « ros– se ». Alla fine à'i settembre,· essendo le. rel8zioni _-fra i due blocchi particolarmente tese, la ,Santa .Sede teipeva una guer– r.a imminente. Essa credeva, d'altra pa,rte, che gli Sta,ti Uni– ti ,non s.arebbero in gr,ado di difende,re efficaeemente la peni– sola. Cosl, •la posizione di. s1:retta .neutralità era considerata la più adatta per l'Italia. Qnesta questione fu oggetto di lunghi conciliaboli tra De, Gas peri ed un 1portavoce del Papa; il primo Ministro italia– Illo non si oppose~ allora, ai punti di vista -del Vaticano. Evi– dentemellte, ,nessuno si illudeva éhc la neutralità, proclamata al principio della guèrra, potesse allontanare il pericolo di una occupazione straniera. Tuttavia, si pensava che il trat– tamento riservato òaU'Ìnvasore .ad uno Stato neutrale Sareb– be stato meno duro di quello inflitto ad un paese nemico. Inoltre, una dichiarazione di neutralità all'inizio della guer– ra poteva -risparmiare alléltalia gJ.i orrori di una' solle– vazione comùnista. Rel-ati-vamente facile da dominare attual– ·mente, una ~imile insurrezi,onè non lo sarebbe più quando l'armata rossa si. aVvicinasse alle fr.ontiere. Poichè le forze ar,mate sono indispensabili al mantenimento' dell'o'rdine •nel paese e, se l'Italia dovesse com•ba.ttere, queste forze - ben po~ co .numerose in conseguenza delle clausole del trattato di pace - dovrebbero essere al fronte. Recentemente, secondo. i circoli c:i'irig'enti dellai Curia Ro– mana, la situazione è cambiata. Si ,pensa oggi che il peri– colo di una guerpa· immediata diminuisce. Nessuno dei due blocchi - si crede - la desidera i;n un prossimo avvenire. La Russia spera di guadagnare, senza combattere, ottime po– sizioni i•n Asia. Gli Americani, gli Inglesi ed ii Francesi, da parte lo.ro, desiderano. profolldamente la pace, e le alleanze che essi preparano hanno_ un carattere puramente difensivo. Esse sono destin~te a controbilanciare ,in Europa la .prepon– .à'eranza militare della Russia. Nessnno sembra dunque di- Biblioteca Gino Bianco sposto ad intraiprendere prossima.niente una azione armata. · Cosi, la « strana pace » potrebbe durare a.ncora a, lungo. Ora, ciò ha una importanza, primordiale per l'Italia. Cer– cando di conserv'are a lungo la neutralità contro il desiderio degli Stat,i Uniti, essa potrebh<, trovarsi isolata, ... Di tutti que– sti fattori il VaUcano _tiene conto. E, osservando lo sviluppo della situazione, la Santa Sede divenne, ,in materia di neu– tralità itaJinna, molto più elarstica. Le prese di contatto. di De Gasperi _con gli uomini di ~lato dei paesi occidenia:ll sn– scitarono la sua soc:i'disfaiione cosi come le numerose « vi– site diplomatiche»» del.le 1pets0n.aÙità straniere a R01na. , Il Vaticano desidera, soprattutto, la ipace. Esso vorrebbe vedere l'Italia, il pit't gra.nde agglon:ierato di .cattolici in Eu– ropa ed il paese dove si tro·va Ro,ma, fuori di un conflitto eventuale. Ma esso si rende conto che, nelle condizioni pre– senti, ciò non sarà probabilmente possibile. Ora, questo cam– biamento di atteggiamento ha una tmportanza notevole. In– visib~li per 'un osservatore superficiale, le ,influenze del Vati– cano sulla P'?litica estera italiana sono profonde e durevoli ,. Ciò che si stampa SAVERIO MER~INO: Il problema economico e p,olitico del socia– lismo - Milano, edi-z. Longanesi, 1948, pagg. 291; Lire 550. Con questo volume, che' porta_ alla luce un manoscritto com– pilat6 nell'~Itro ò.'o,poguerr9:, quando l'A. si era ormai defi– nitivap1ente tratto in disparte da!I'agone poUtico, in scontrose ma non inerte isolamento, il nostro compagno V.énturini, che lo ha amorosamente curato, dettando una vasta ·prefazione, dà nn altro contributo (il primo era consistilo nella pubbllca– z.ione di var,i scritti me'rliniani sotto il titolo « Revisione del marxismo ») alla riabilitazione della dottrina socialista ita– liana di quella singolare e nobi4e figura che fu. Saverio Mer– lino. L'appass,ionata f-atka del nostro compap;,no non è vana. Nobiltà di sentimenti, perspicuità di concetti (congiuµta con . una certa spregiudicatezza nei '"Cowfronti degli schemi teordci del posHivismo e con un amor,e ,per il relativo, l'evoluzio– nistico, il concreto), un forte sentire sooiaHsta associato· ad uno spir.itCJl critico per le dottrine e le tes·i socialiste, un Indiscutibile acnme poUtico (anche se di uom9 ormai au de•– sus de la mélée) improntano le pagine -del Merlino. Le quali hanno, il pregio di farsi leggere volontieri e senza sforzo, tanto è l'impegno di chiarezza -dell'A. Si +può -senz'altro con– cludere che il Merlino è un autorevole esponente di quella corrente libe11taria deJ socialisffio, di origine bakuniniana ma decisamente ambientatasi in Italia, che fu in assidua pole– mica eon il marxismo, im,putato di eccessi,vo « autoritarismo » --e d~ soffocatore « collettivismo » relativamente poco impor– "'tando - per, un'opera ohe intende essere critica .:....:. che invece il ·socialismo italiano abbia battuto altra strad·a, respingendo ai margin\ •c:;lella vHa ip.olitica, anzi ad un immeritato obli.o, 'uomini che, fome appunt~ il ·Merlino, ayevano, per il loro iò'ea.Ie inteDnrziollald.sta, ·pqr pagato di pe.rsona nella loro gioventù. , , Il giudizio diviene invece dubbio se si intendesse riscopri.re l'« attuaJ'ità » del pens,iero del Merlino, e cioè un orientamento vivo e valido per il socialismo democratico. O add'irittura se s'intendesse far del Merlino un suo annunciatore. Non man– cano spunti validi ancor oggi. « Ve~so dl soci-alismo, ,per la via della Libertà e della Giustizia »: la frase. con cui .- il Merlino chiude il suo saggio non cade certo per noi nel vuoto. E intere pagine, ricche di ammonimenti, occorrerebbe citare per dimostrare come p,rofonc:i•amente avverso il Merlino. fosse ad ogni sistenra, anche se socialista, fondato sulla coazione, , sul livellamento, sulla i•mposizione, sul discpoti-smo. Ci sono delle ba, ttq.te contro il b~Iscev,ismo piene di acume e di mor- ..-1 dente, c0me questa: « cosi da una , par.te si dice al pro'letaria- to che deve fare da sè, ,dal'l'altra lo si guida peF mano, lo si tiene a viva forza sul "giusto sentiero ", lo si sottopone ad una disciplina ri-gorosa, ~gl,i ordini che vengon9 dall'alto, da un centro che tutto muove e dirige, Questa è la ·carica– tura della rivoluzione: è l'eterna illusione di volere redimere il mondo d~1a scpi:avitù con la forza, assoggettand,)lo ad una ·nuova dom,ina~ione ». ~a non basta: addentrandosi nell'esaine critico" dei « sisten;ii socialisti », il Merlino- dir;nostra la ih– consistenza e irrealizzabilità della Jormula del socialismo o comunismo anarchico·, e, documentata la vacuità ri'ellt- solo- · zioni sinà•acaliste rivoluzionarie, muove aperta guerra alla soluzione collettivista' patrocina.ta daUa socialdemocrazia, per– chè la nuova classe dominante che si formerebbe attraverso l'immenso svilup:i>o della burocrazia (poco rileva ai suoi ;oc-

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