Critica Sociale - anno XL - n. 24 - 16 dicembre 1948

CRITICA SOCIALE ,/ l'iHusonio « io », per vivere il concreto « noi », deve se• guire docilmente il comando del « suo » partito, che è alla testa della lotta di classe, èd I essere comunista. Se non lo è, o si abbandona all'errore dell'« io », è reazio– ,nari~, contro rh;çluzionario · e da trattarsi co)lle tale. ' *** Ecoo, in sintesi, la concezione filosofica che si ricava dalle argomentazioni tanto dei « destri », quanto dei « si– ,nistri l>; tanto del Plechanov e del Deborin; quanto del Miti,n 'l del Lenin. Tutto il movimento che, in Germania, in Francta, in Italia, ha te1;1tato, per diligente opera di veri pensatori, di allacciare il movimento socialista a mo– tivi morali è... debolezza borghese; ogni richiamo all'uma• i;i.i\arismo è... sen\imentalismo borgh<lse e come tale me• ritevole di soienne scomunica. La cultura deve servire il pu(ito, deve essere « partitaria ». ,Che cosa sia questa cc mate~ia » e perch' si muova e si crei da sè vita e moto, non possiamo apprenderlo , da questi teorici dogmatici, i quali confondono realtà ( ciò che è esterno e dato dai sensi) con materia, ( ciò che non è spirito); i quali non s'accorgono di attribuire alla ma• teria quelle proprietà misteriose, che l'Umanità, fin dai , primi pensatori, ha attribuito ad una Mentè,' a Dio. Come e perchè, nell'evoluzione della materia, avvengono dei « salti » e ·come si possa passare dalla quantili, alla qua- 1,ità ( ciò, che al Boutroux fece ritenere ohe nella vita universale prevalesse il ll!iraéolo sulla legge) il materia• lismo dialettico russo 11,on ci spiega. Come e perchè dalla · sensazione c~e è puro rifles~o in noi ilelle cose esterne, si passi all'idea, che è produzione mentale; al'l'illeale, che è slancio· dello spmto, cioè tu,to l'uomo: tutto questo i rigidi leninisti non ci sanno spiegare. Essi hanno il merito di aver superato il punto morto del materialismo metafisico, che, concepito -« dialettica• me:q.,té», cioè in :rµovimento pe·r ,contrasto jnteriore, non più come· successione di fenomeni statici o fissi", ma _cQine pi;q,cesso conti_nuo di viJa, ove non è mai 11uJla di CQ,m• pjJJ-to, ma iutto è sempre "i-n via di tr.asformazi-onè, era i-n• fecondo; ma non ha capito che l'infecondità non era im– putata al materialismo statico solo perchè non spiegava il movimento, quanto ·-perchè ,non dimostrava, non chiariva il passaggio dalla materi!l allo spirito, dall'incosciente al cosciente; perchè insoll!ma non giustificava la funzione del• l',lJ-Of!'.lO nell:economia sociale ed universale. ~ questo la, filosofia bolscevica no,n spiega, o, se lo ~pi.,ga, 1 lo fa negando il ·problema stesse;,. L',uomo non deve sentirsi più e, essere ragionevole », ma granello di sa~bia, goccia del mare, e soffocare ogni -sua esigenza interiore, adattandosi a sentirsi conte.nto d'Jssere strumento d'una necessità universale. E' possibile tutto ,questo? No· certo, e la dimostrazione ci è data dalla storia; la quale ci mostra come in tutti i tempi affiorano dalla massa in• diuidui storici, che ooi loro fini - errati o giusti - mu• tano il corso degli eventi, e più crudaf!1ente ci rivela che i ,così -detti regìmi di 'massa (dal fascismo ' al ,bolscevi• smo') sono regìmi in cui una coorte di privilegiati gode suU'assoggettamento dei più. Accettare allora le conclusioni del Pareto e del Mosca sulla necessità delle cc aristocrazie » ( élites) ed acconciarsi alla inattuabilità della democrazia?· Non è necessario, se si osserva che questi « capi-partito » dovrebbero sempre dipendere dal consenso del « popolo », che è « popolo >>, se da puro numero passa alla sintesi di << numero ed in– gegno >1, come diceva il nostro Gioberti, d'accordo col Mazzini. « La multitudine senza mente non può chiamarsi popolo o nazione, sì bene barbarie »; cioè gli « eletti >> devono agire sempre presumendo il consenso d'una ool– lettività organizzata, d'una base liberamente deliberante -nelle sue assemblee; non della _ bruta massa vociante per le piazze. La « filosofia della massa >>è la più iridica•ta a dar ra– gione alle teorie antidemocratiche; è .una <:omoda arma di difesa per la classe, la gerarchia che - come scriveva lo Schmitt, filosofo del nazismo - si arroga il privilegio di guidare il popolo, docile strumento del dominio eserci– tato da pochi fortunati. La faccia esterna di quest\ dottrina bolscevica è rapl)re• o Bianco s,entata d,;il terribile libro del Kr11vcenko, il quale ,p,otrà essere esagerato, passionale, ma non può essere smentito, perchè s'accorda con tutti i libri che ci narrano la vita in Russia, ove· non è Stato socialista o comunista, ma semplicemènte Stato poliziesco. La · filosofia russa, -come la vita politica russa, ignorano il rispetto per l'uomo ed allora si comprendono gli orrori dei Campi di lavoro forzat(! e tutte le .p,iù raffinate persecuzioni ,narrateci da tanti disertori da quel paradiso terrestre. In altri tempi -bastava la notizia d'una sola condanna a morte per mel• tere in subbuglio tutta la studentesca d'Europa; mentre oggi non solo si legge indifferentemente del « suicidio » di questo o di quello; ma §i tenta anche di· giustificare un tale regìme. Insensibilità? Forse, data la nostra amara esperienza di due guerre; .ma oggi concorre anche l'equi– voco. Allora si protestava contro la « reazione », e la parola « democrazia>> aveva un senso ben chiaro; oggi si dice che~ protestare contro l'impiccagione di Petkof è prole• stare contro la ... Rivoluzione; e la parola « democrazia », deformata dai tanti aggettivi {integrale, progressiva, po– polare, ecc.) "ha perduto il spo vero sig~ificato. Si pro– clama « democratico >>c)li_ sostiene uno Stato monostatico (di un solo partito) ed è antidemocratico chi sostiene uno Stato ove le _competizioni siano libere ed aperte a tntti i partifi. Dire che è cessata la funzione dei partiti perchè è stata bandita ogni lotta di classe è dire una piacevolezza, come la propalavano gli adulatori del regìme fascjsta, an– ch'esso « super,a!ore » della lotta .di classe. E', in primo luogo, veramente cessata questa lotta di classe, o ,è sof. focata dal terrore? Ed in secondo luogo, se essa è ces• sata e non c'è più sorgente naturale dei partiti, perchè non si lascia libertà di organizzazione politica a tutti i cittadini? Se no11 ci saranno più le condizioni, i part1t1 IIJOn.si formeranno; e sé si former'\nno, ciò significherà che,.'.. sono necessari. E' facile dire che non c'è più l'humus adatto per i partiti, quando si disciolgono questi partiti con la violenza e· si deportano in Siberia i so– cialisti, non propensi ad unificarsi coi comunisti. Noi ita– liani dovremmo ·essere i meno disposti a digerire tali enormità, se dcordassimo... gli stessi r.agionl)meµti· ino– culatici per ve,m'anni dal regìme fascista; eppure dob– biamo dirlo ,e ripeterlo, tanto è difficile farci ascoltaDe e comprendere! Oggi è « democratico >>« far fuori >> (o spiccial:J.vamente - col mitra, o, eleganten1enle, con un'improvvisa grave ma- -Iattia) chi non è più docile strumento della chiesuola bol- SGevica, come in altri tempi era cc cristiano » bruciare vivi ~ gli e~etici. E c'era una e, lo_gica g~ustificativa >>allor,a come c'è ora e come ci sarà sempre per i fanatici d'ogni fede. Ma almeno allora; credendo nell'al di là, si faceva questa « opera pietosa>> per... salvare· l'anima- del condannato; oggi invece si nega questo tribunale iperuranio e percio non si salva nulla dell'uomo: lo si annienta, come una cosa_ inutile ·o non più utile. · E' il trionfo della matta bestialità, proprio in nome del « socialismo » <:he, nel pensiero dei suoi Maestri - or son cent'anni - doveva essere il definitivo passaggio dalla disumanità alla vera. alla libera umanità ... ALFREDO POGGI Tra pocllii giorni saaide il te:nni.nieper l..e fa,.. cilitazioni concesse ai vecchi e nuovi ·abbo-. nati. Affrettateiv'i ad inviarci le quote cli ab– b<mamooto: Leggete e diffondete il quotidiano del P. S. L. I. L'UMANITA'

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