Critica Sociale - anno XL - n. 23 - 1 dicembre 1948

530 C1-UTI CA SOCIALE ---'-,----------~-------- De Gaulle può rappresentare anche altre eventuali possi– bilità di manovre, che, ove si ricordi la tattica dei dittatori nel passato ed ancora oggi (si ·pensi al patto tedesco-russo del 1941 e all'atteggiamento odierno del fascista Franco) non appaiono completamente· assurde. Sul piano interno, poi, il trionfo di De Gaulle significa il passaggio all'opposizione, clandestina e rivoluzionaria, dei movimenti democratici e quindi l'unione della classe lav.ora– trice in un fronte popolare an°tifascista, capace, in caso di guerra contro la Russ'ia, di venire in aiuto a questa con la · guerra civile. · Una simile tattica non è del resto, dopo tutto, una cosa nuova. Non molto diversamente hanno agito gli stalinisti tedeschi collaborando con i nazisti nell'abbattere il governo socialdemocratico. Si tratta in fondo dell'aberrante interpre: tazione di un principio tattico che consiglia, dovendosi com– battere, di chiarire la posizione degli avversari e di trasci– nare con sè tutte le forze che sono potenzialmente alleate. Esso però non ha alcuna validità nei' caso presente, in quan– to il fine dei comunisti è nèttamente diverso, del tutto stac– cato, da quelli del socialismo democratico, e non si tratta quine\, l)iÙ di chiarire le posizioni riunendo le forze che lottano o dovrebbero fottare per un comune ideale, ma di eliminare. coloro, e cioè i socialisti democratici, che, pomen– dosi come fine l'elevazione ed il benessere della classe ,la– voratrice, sono i principali ostacoli allo sviluppo dell'aiio– ne comunista che dell'elevàzione della classe lavoratrice si avvale come di un pretesto da sbandierare per meglio rag– giungere il suo fine proprio: il trionfo della politica este– ra della Russia. L' azicme dei socialisti e la' lotfa di classe. , In una simile situazJone, l'azione dei socialisti francesi acquista un carattere di ehiarezza ~strema. Essa è difficile, poco popolare anche, ma tracciata. E' da scartaFe la ·co– moda ma sterile posizione di astensione, sia pure per con-· . tinuare il lavoro nel seno del proletaria~o. E: ciò, intuitiva– mente, perchè, hella particolare situaziqne franeese (che non rispecchia affatto quella italiana attuale, ma, da questo punto di vista e ·limitatamente, quella italiana che precedet– te immediatamente l'ascesa del fascismo al potere), aste– nersi dal partecipare al governo vorré'bbe dire, se non im– pedire· la formazione del governo stesso facendò quindi su– bito il gioco ad un tempo di De Gaulle e dei com,misti, la– sciare che questo governo diventi, come certuni credevano e come non è, un. governo preparatorio per la conquista <lei potere da parte di De Gaulle, con il solò compito di garan- · tire che questa conquista avvenga .nel momento più propi– _zio per il generale, e con sua piena giustificazione legale. Daltro canto, essendo al governo occorre agire, perchè l'azione è il solo mezzo per réndere operante la partedpa– zione al governo stesso. Di qui la ·ragione dell'operato di Moch. Ad ogni modo è evidente che tutto il complesso del– l'azione socialista nel governo si svolge non su quest'1mica sp_iacevole direttrice, ma ne presuppone un'altra. E qui la realizzazione è più difficil~ Il fine dei socialisti è quello · di scartare del tutto il pericolo di dittatura, e quindi di spinge~e ii' paese verso quelle riforme sostanziali che per molte cause non si sono ;\ncora effettuate. Il suo compito, dunque, consiste prima nell'assicurare il libero funzionamen– to delle· istituzioni democratiche per operare poi· 'in esse le trasformazioni sociali rlecessarie ed urgenti. Nel primo sen– so, ,esso è l'alleato del partito radicale, e, per' quanto que– sto 'può ancora· contare, dell'M.R.P. (la democrazia cristia– na· francese). N.el secondo si presenta ·come l'avversario de– mpcdHico di questi raggruppamenti nell'interesse' della clas- \ se lavoratrice. · Per questo secondo c_ompito occorrerà .al par,tit~ sociali– sta francese l'appoggio della classe lavoratrice stessa. Oc– correrà che la lotta di 'classe risorga nefle forme giuste e per i suoi fini pr,oprii. Perchè la lotta di classe è in Fran– cia come in Italia oggi una •viva ·realtà, tanto che i comu– nisti .hanno potuto avvalersene. N,on .! caso la ribellione è avvenuta tra i minatori, che sono ~ra le categorie più sfrut-, tate e quindi; nel seno ·di un proletariato relativamente ,evo~ l,;to come quello fpn<;es~. pi4 pronte e più tenaci nel ri– sppndere all'appello e. nel .sostenere _la lotta. :Purtroppo, ora Biblioteca·Gino Bianco c'è il per_icolo che nel futurò la classe lavoratrice, dopo l'awvilimento al quale i comunisti l'hanno fatta sottostare, dopo l'opera di corruzione di costoro, che hanno mirat~ ad identificare se stessi, il loro partho e gli interessi della Russia con quelli del proletariato, incatenando così la lotta di classe ad un concetto statico e reazionario tanto da un punto di vista politico quanto da un punto di vista psicolo– gico, sia indebolita e non più iti grado di lottare con con– sapevolezza. Ciò è non meno grave di quanto lo sono· le· perdite subite in questo frattempo dai lavoratori. Questa è la colpa maggiore dei comuni-sti, e per ovviare ai danni che essa ha prodotto dura e faticosa sarà nell'avvenire l'o- pera dei socialisti. · FIERO GAI,!,ARDO Mettiamo a pu~to I I gli argomenti Il Congresso Nazionale che a gennaio terrà il- no– stro Partito avrà una decisiva importanza. Dall'o– rientameato politico che ne scaturirà (e che, questa volta, non lascia prevedere generici ed inconclu– denti unanimismi) dipendono, sia le fçirtune future 'del P.S.L.I., sia la sorte della tanto invocata unifica– zione delle forze socialiste democratiche. Ed il con-· gresso avrà il suo peso anche sull'orientamento po- " litico del Paese. Ad esso, col Congresso di Napoli e poi con la campagna elettorale, abbiamo indicato, comè via di uscita dalla schiacçiante alternativa tra comin.formismo esplicito o larvato e conservatorismo dichiarato o mascherato in panni democristiani, la soluzione di una « terza via », di una « terza forza », fondata suJ socialismo democratico. Siamo impegna- ti oi,a a rispondere se a questa soluzione siamo re– ~tati 1e contiamo di restare fedeli,- o se il corso della storia e la nostra debolezza n>ehanno tolto di mezzo la prospettiva. Bisogna riconoscere che, in via di massima, · il Partito è consaJ')evole dell'importa.nza di questo con– gresso. E va preparanc\ovisi come si conviene in un partito democratico: maturando le idee, ponderan- . do le tesi iri discu$sione, vagl'iando le possibili .scel-. te. La campagna precongressuale, ancorchè non. uf– frcialmente aperta, è già in atto da tem·I?o nelle occasionali· discussioni, nelle assemblee e nelle riu– nioni dei compagni, nella ~ Tribuna .Libera :» del nostro gior11ale. Ed è- propd,o da queste disèussioni che ·si sono venuti precisando i grand\ arg9m enti del Congresso: 'unità socialista; situazione sin.da cale; politica estera, -dai quaU è in gran parte con dizio– nata là questi.one della partecipazione o meno al governo. Si tratta ormai di trarre le conclusioni di un di~ , battito sul quale i compagni hanno avuto modo, più o meno bene, più o memo spassionatamente, di formarsi una convinzione. I • • Alla vigilia dell'ultima fase - più strettamente polemic'a e· politica - della preparazione congres- · suale, vorremmo tuttavia 'che la discussione si fa– cesse quanto più possibHe 'elevata e precisa, seria e.conclusiva, nitida· e convincente. E che si lascias-' se invece cadere (ortre· alle faziosità, ai settarismi, ai personalismi) la zavorr~ dei luoghi comuni, d·ei pn;giuqizi, ,d1;1lle frasi fatte, che rischiano invece di ingombrare e c\i ai,ruffare. le nostre ultime discus– sion.i. Nori mi sembra, uno. spreco di tempo tentare di farne un elenco, con• l'augurio clie possa giovate a sgombrare le -dis cussioni e che ad argomenti del genere di quelli indi.ca ti, si , r.icori:a ·il meno pos-. sibi)e. •..

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