Critica Sociale - anno XL - n. 23 - 1 dicembre 1948

, CRITICA SOCIALE · 529 Sabotaggio e lotta di classe ID F:r:ancia La borghesia·francese pro e contro De Gaulle' La situazione interna francese, che è stata negli ultimi giorni oggetto degl-i sguaFdi e delle apprensioni di tutto il mondo civile, e in modo particolare di noi italiani e di noi socialisti, .è il risultato di una serie di avvenimenti svoltisi dopo la guerra e che già abbiamo cerèato di seguire e di delineare in prec~denti articoli (si' veda particolarmente « La Francia ad una svolta», nel numero del r6 settembre scor– so). Questo seguito di avvenimenti, caratterizzati da forti contrasti economico-politici, di classe, in cui son venuti a mano a mano ad esercitare la loro pressione i contrasti in– ternazionali (che hanno preso forma spesso indipendentemen– te dagli interessi e dall'influenza francese, ma 'in cui la Francia ha dovuto inserirsi in funzione del suo ruolo di « ql!larta potenza» mondiale) si presentano troppo aggrovi– gliati- perchè sia possibile• riassumerli in un quadro unico. Tuttavia, creaiamo che ·si possa darne un cel'!no .nel modo seguente. Dopo la liberazione, mentre il primo governo De Gaulle perseguiva vane speranze di grandezza, all'interno, non m0l– to diversamerrte da quanto avveniva in Italia, le classi la– voratrici tentavano di prendere la direzione dell'economia e .di effettl!lare la ricostruzione senza dover sopportarne del tutto il peso. Ma la classe lavoratrice francese, non suffi– cientemente forte e preparata, in im paese in cui la piccola e media borghesia sono molto for,ti e numerose, e incapace di prendere il potere, tentò la collahorazione con la borghe– sia. Si erano messi in un primo tempo su· questo piano, non soltanto i socialisti, ma anche i comunisti, i quali erano anzi i più decisamente collaborazionisti in una politica pro– duttivistica. Per i comunisti, @erò, si trattava solo di una tattica momentaneà, intesa a' ·permetter loro di inserirsi il pìù possibile nei posti direttivi, e ben presto si rivelò, die– tro le precise istruzioni provenienti dalla Russia, il loro intendimento di sabofare la ricostruzione del paese è le pos– sibilità di unione europea, che li fece definitivamente restare esclusi dal governo. In conseguenza della manovra comuni– sta, l'efficienza dell'azione della classe lavoratrice venne ri– dotta e si rafforzò quella della borghesia che, nella sua par– te migliore, si appoggiava al partito radicale ed agli altri d~ . Al partito socialista spettava la guida della -classe lavo– ratrice nella difesa dei suoi interessi. Ma ,la classe lavora– trice francese, sebbene vivace ed abbastanza attiva, già non era, come· s'è detto, nelle condizioni di impadronirsi del po– tere e di lottare vittoriosamente. Tanto meno lo divenne rimanendo in buona parte sotto la guida dei comunisti che, avendo un fine nettamente negativo, quello del sabotaggio, non potevano che esserne i corruttori. Sollevarla da queste condizioni era compito tale da non potersi risolvere 'in bre– ve tempo e di fronte · all'urgere di pressioni internazionali che spingevano ad una politica di blocco. Il partito socia– lista sul piano politico ed i sindacati Force Ouvrière su quello sindacale non riuscirono che in parte a neutralizzare· l'azione comunista, mentre riuscivano meglio ad impedire una decisiva frattura nel paese, che· si sarebbe risolta immediatamente ad esclusivo vantaggio della borghesia. La quale intanto si era venuta rafforzando, e sforzandosi tli realizzare la >ricostruzione, effettuando nello stesso tempo, prima attraverso il piano Monnet e· poi attraverso il piano e di mezzi d'azione, per cui la, collaborazione di– ve·nta in certi momenti impossibile e, come oggi si dice, controproducente; ed è questa la convinzione che chiaramente enunciarono alcuni rappresentanti del federalismo italiano (in primo luogo) e francese e belga nel recente congresso di Roma, come dire– mo in -Un prossimo articolo, UGo Gumo MoNDOLFO I o Bianco Marshall, un rinnovamento degli impianti produttivi che consentisse alla produzione francese di sostenere la con– correnza estera, facendo suhire i sacrifici, che inevitabil– mente una simile azione comporta, alla classe lavoratrice, come in Italia e diversamente da quello che succede in In– ghilterra. Ma la vana politica comunista facendosi sempre plll minacciosa, si venne destando nella borghesia la paura del comunismo, che cominciò a volgerla verso quella parte che 'prometteva, di essere il baluardo contro il· comunismo stesso, cioè verso [)e Gaulle. Dopo il fallimento del ten– tativo più seriq della borghesia francese per realizzare nel– la democrazia parlamentare il proprio piano di ricostru– zione, cioè, del piano Reynaud (che si proponeva l'equili– brio del ·bilancio · mediante la riduzione delle spese per k: industrie nazionalizzate e per l'assistenza sociale, la ridu– ziqne dei costi mediante un maggiore sfruttamento del la– voro, e lo stimolo all'iniziativa privata ottenuto anche me– diante là riduzione delle tasse sul capitale) De Gaulle se– gnò veramente un punto al suo attivo. In questo momento, l'azione del partito socialista fu particolarmente' difficile. Esso non poteva infatti non opporsi al piano Reynaud, che fallì proprio per la sua opposizione, ma riuscì a mat1tenere il contatto con il partito radicale che divenne il perno del nuovo governo, quello attuale. Gli scioperi e la tattrca dei comunisti. La crisi succeduta alla opposizione dei socialisti, fian– cheggiata da quella dei sindacati, al piano Reynaud, e la conseguente impossibilità per Marie di ricostituire il pro– prio Gabinetto, avvantaggiarono dunque De Gaulle, che fu allora più vicino di quanto lo sia oggi al potere. Ma for– tunatamente la terza forza resistette. E in questo caso si può dire 'c,he la prova alla quale fu sottoposta le giovò. De Gaulle, nella sua irritata megafomania, ha anche contri– buito, specie ultimamente, con le note dichiarazioni sull'im– ·postazione che vorrebbe dare alla politica estera francese, isolarndo la Francia dal morndo occidentale e praticamente sabotando quel poco che si è potuto fare fino ad ora per la federazione europea e ponendosi su un piano quanto mai simile a quello già· sperimentato da Mussolini e da Hitler, ad a)ienarsi la parte più preparata ed intelligente della bor– ghesia francese. Egli punta così esclusivamente sui ceti mi– litaristici e chauvinistiéi, che .non sono certamente deboli in Francia, ma non sono neppure quella maggioranza che po– trà portarlo al potere. D'altro canto, il governo, che ha dato recentemente prova di forza e di decisione, saprebbe ripetere questa prova anche contro tentativi che venissero da destra, e rende quindi problematico un tentativo di ope– rare un colpo di Stato. In questo caso, la ga-ranzia maggiore è data dalla presenza al governo dei socialisti, e dello stesso Moch. Se il relativo ma notevole rafforzamento della terza for– za è stato un colpo per De Gaulle, lo è stato anche per i comunisti, e in buona parte per le stesse ragioni. Dopo il ,fallimento' del loro tentativo di impadronirsi degli organi dello Stato dall'interno, partecipando ·al governo, evidente– mente essi dovetfero perdere la speranza, se pure avevano potuto seriamente nutrirla, di raggiungere il potere. Re– stavano· quindi da eseguire gli ordini del Cominform, e da sabotare la produzione e l'applicazione del piano Marshall. Il modo più efficace per ottenere questi risultati è senza dubbio fornito dall'azione diretta. Qui è facile approfittare della situazione esistente, che giustifica pienamente la lot– ta di classe, ed avvalersi di questa per suscitare invece l'o– dio di° classe, concetto sterile, non costruttivo e acriticQ, ac– ciecando i lavoratori e spingendoli ad un'opera distruttri– ce degli impianti, contraria, non soltanto alh lotta di clas- 5e marxisticamente intesa, mà ad ogni interesse immediato e futuro della classe lavoratrice. qa questa concezione è derivato il piano di scioperi denunciato dal ministro Moch. Questo piano ha, oltre allo scopo principal'e, anche lo scopo secondario di favorire l'ascesa al potere di De Gaulle. Per quanto ciò possa par~re pazzesco, esso è tuttavia spegabi– lissimo, dal punto di vista comunista. Sul piano interna;io– nale, •infatti, De Gaulle, come si è visto, rappresenta quella distruzione della faticosa collahorazione europea, che ·è par– te essenziale del programma stalinista. Ma oltre a questo,

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=