Critica Sociale - anno XL - n. 23 - 1 dicembre 1948

528 CRITICA SOCIALE .::.::..=----~------------ si accendevano di entusiasmo al pensiero· che si sarèbbe creala una società permanente di Stati e di popoli, stretti da un vincolo saldo di amicizia e tut– ti con,cordi nel desiderio di creare prima e mante– nere poi uno stato di cose che garantisse la pace e la cordiale convive~za tra i popoli e rispettasse e tutelasse i diritti di tutti, dei piccoli come dei ,,randi sin dal primo momènto si levò qualche voce :d am~onire che questo sogno non si sarebbe po: Iulo attuare se la Società delle Nazioni avesse dovuto essere (come infatti poi fu) u11a Società di Stati che avessero conservato la loro P.iena sovranità e non ammettessero l'in$erenza degli altri nei loro affari (si pensi al diritto di veto, allora conferito a tutti gli Stati) e continuassero a disporre di forze militari delle quali ciascuno sarebbe naturalmente stato trai– lo a servirsi per i propri fini particolari. Fra quelli C'he primi affacciarono, i loro dubbi sull'efficacia di una Società così organizzata fu Luigi Einaudi, il quale· così scriveva in, una lettera pubblicata i-I 5 gennaio 1918 sul Col'I'iere della S~m e ripubblicata in seguito più volte e recentemente nell'interessante vohime., La guerra e l'Unità Europea, nelle Edizioni di Comunità. « I più ~ egli diceva - quando par– lano di, Società' delle Nazioni... implicitamente am– mettono che gli Stati A1leatr o confederati debbono riman,ere pienamente sovrani ed incl.ipendenti; che non si debba costituire un vero Superstato fornito di una sovranità diretta sui cittadini dei vari Stati, COI1' diritto di .stabilire imposte proprie, mantenere un esercito supernazionale, distinto dagli esePCiti nazionali, padrone di un'ammi~istrazion,e s·ua, di– versa çlalle amministrazioni nazionali. I più non pens'ano a questa seconda specie di « Società delle Nazio ni », per eh è non a torto I ritengono che questa n.on sarebbe una « società » di nazioni ugualmente / sovrane, ma un unico Stato sovrano, di cui le n::i– z.ioni attuali diven)erehhero sempliéi province. Si vogliono, sì, gli Stati Uniti di Europa, ma ogni Stato deve essere indipendente ... , .: Ora, se l'esperie·nza storica dovesse essere dav= vero la maestra della vita, soggi~rngeva l'Einaudi, tutti i discorsi sulla Società delle Nazioni, fatti in questi _ultimi mesi d'i -guerra,· sarebbero senz'altro apparsi vani quando si fosse Picordata la fine mi– seranda dei tentativi· sinora compif'\1i_,_ e durati· tal– volta per pochi anni e tal'altra per secoli, di « So– cietà delle nazioni » intesa, nel senso di confede– razione di stati sovnm.i ». È" ricordava principalmen– t'e la prima costittizfoqè degli Stati Uniti d'America, . du<rata fortunatamente soli poch4 anni, la quale, per aver lasciato troppo larga autonomia ai singoli Stati che; ·1fl '-compon-evano,. ridusse l'! tali condizioni la sÒcietà americana· da far teme-re•di una cr-isi in ciii fa si.essa indipendenza ed esisfen,za del nuovo Stato sarebbe naufragata. L'esp erienza, che noi àbbiamo fatto successiva– men.te, della wilsonianà Società delle Nazioni, e tinella che andiamo ora facendo del funzionamento \della « Organizzazione delle _Nazioni Uriite » con.fer– mano in tutto la· diagnosi. fatta allora da Einaudi e da altri. :Perciò si .capisi:e seqza difficoltà la ra– gione per cui, anche prima che quest'ultima espe– rienza si coll)piesse con quella eloquenza con cui ci ·parla. ora, l'idea -della ·federazione ,sia sorta irre– sistibile nell'animo .:di coloro -che combattevano la· lo.tta clandestina'. i~ Francia·, nel Belgio," in Italia e altrove. Essi vedevano quale g,ave sacrificio di sof– rerenze e di-· sangue. si dovesse patire· per dare al mondo la .libertà e la pace, e volevano assicurare ç;J;ie questi béni conseguiti non dovessero disper– deFsi ·in troppo -breve spazio di tempo. Era naturale :che, in c.orrfapondenza a un princi– pio .ideale di_ .origfne cristiaQa,. confermato dagli S'!iluppi recen,ti .c:Iellavita .che ,ha ,creato cosi intimi rapporti tra t.utti · i popoli ··anche lontani, sorgesse in molti l'idea della costituzione di una federazione BibliotecaGino Bianco mondiale, dalla quale· nessun popolo fosse escluso'. n infatti si è cost1lu1l0 nell'Europa occidentale, fra gli altri comitati, anche uno che s'intitola « Movi– mento Universale per una Coniederazione mondia– le », il quale ha già tenuto due congressi, il secondo dei quaH a Lus~ei.JDurgo, nel settembre ui qlles, an– no. Contemporaneamente altri movimenti mondia– lisli (come vengono chiamati}--. si sono costitui..ti in America, nelle Indie, in. Cina. Ma contemporaneamente era naturale che si sen'. tisse una più intima coesione di idealità e di inte– i-e.ssi fra le nazioni europee che avevano più diret– tamente partecipato alla lotta contro il nazifasci– smo e che si sentivano Spinte perciò ad associare 1e loro forze per duendere· un bene comune acqùi– stato a prezzo di tanti dolori e sacrifizi. Inoltre, di fronte agli sviluppi politici che ebbe la situazione Jn,e<"naziunaJe au rndomani della sospensione delle ostilità, si sentì che l'Eurnpa aveva bisogno, di di– fendersi contro la possibilità che la .stessa sua c~-– viltà fosse sopraffatta dalla civiltà yanke-e da un,a parte e bolscevica-totalitaria-as_iatica ,dall'alfra,. ·I po– poli europei sentono che non 'è cessata ancora la. funzione di quel patrimonio di civiltit che essi han– no creato; il quale, se an·che deve esser rinnovato al contatto vivo di altre correnti, deve essere però tenuto vivo e mantenuto òapace di progressivi au··. tonomi sviluppi nell'interesse di tutta l'umanità. D.'al– tra parte, in que~ti ultimi. tre anni è apparso evi– denfe che, di fronte alle dué ·forze (America .e Russia) tra cui il contrasto è andato facendosi seni-– pre più aspro, il pericolo di un inasprimento ulte– riore, che potesse dege-ri.erare in un con•f!itto are malo, poteva essere evitato soltanto dal costituirsi· di una Terza Forza,. che -evidentemente _n,on poteva essere se non l'Europa: Con qnesta ispira~:ifone sono:, sorti -Ì•ari movimenti f'edera-Ìisti: il .«Comitato in,. terI)azionale per gli Stati Uniti_ socialisti d'Europa.», l'« Unione europea dei federalisti», l'« Unio,nè intèr, parlamentare europea», « L'Europa Unita», l'a. « Le– ga indipendente di cooperàzione europeà ». Le più importanti, p-erchè hani10• · un maggior numero di segLtaci ·e hanno dimostràiÒ sin qui una maggiore:· vitalità, sono la « Unione e uropea dei fe.déralisti :>", · detta -comunemente « ,Mov. imen.to -federalista euro'. peo », che è appunto quello -che ha tenuto recente• .mente il, suo secondo congresso a Roma; l' 1 i Unione interparlan;ientare. ·europea», che ha tenuto .un riu-. scito congresso nel settembre sc;orso a I11terlaken, ·riel. quale son.o state prese impdrtantj delibeFazionf sull'azi<rne da affidare a!i singoli parlamenti ·per '11d– diveniwe· alla costituzione ·di tin'Assèmblea europea: e finalmente « L'Europa unita», della quale è anima-· tore Churchill, insie;mè, con un gruppo cli suoi seguaci. In. realtà ,tJiù che di federalismo, p~r. l' « Europa unita», come anche per la « Leg·a indipendente di cooperazione europea->> sì deve parlare' di unioni: smò, perchè esse, pur·· mirando a creare fra 'gli S.tati europei una coordibazione più intima che non sia ,quella attuata dall'O.N.U.,- non pongono come esplicita. con.dizione una limitazione della- so:vranità dei singoli Stati e la creazione di up SuP,erstato. Inoltre, per esse l'unronè è .costituita ·da Bn vincolo fra gli Stati più che fra i, popoli O (come è invee~ per il « ·Mo,vimento federali-sta europeo »); e t'utto il mo: vimento, d'indolé netta:ment 7 cons_ervatric~, è ispi"– rato dall'idea di turbare il meno possibile l'equili• brio politic6 esis_tente. Ì'àre ·inoltre à molti· che il . movimento cfell'« Europa unita» miri ad ·essere so• prattutto il fondamento di una vasta alleanza: mili~ tare fra gli Stati deli'Europa occidentale e-centrale.- E' facile intendere che tra questi- diversi movi, menti c'è una notevole· .comunanza di' .aspirazioni, sicchè. t:ssi possono in certi mo;menti trovarsi a cam– minare, insieme verso lo sfes_so fine· e per la stessa via; ma vi sono anche· d.ifferenze notevoli di fìm

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