Critica Sociale - anno XL - n. 23 - 1 dicembre 1948

\ '538 CRITICA SOCIALE· rio «massimo» di ·sfruttamento agricolo. ··Anche perchè -può accadere, e accade, che al· massimo sfruttamento agri– colo corrisponda il più indiscreto sfruttamento umand. Ho sott'occhio il voto del Comitato Esecutivo della Le– ga Nazionale delle Cooperative, approvato all'unanimità i'l 26 aprile 1946, nella illustrazione di Emilio Canevari. Si precisa che la riforma agraria deve avere di mira due co– se: il benessere della c;ollettività nazionale e una più alta •possibiilità di civile esistenza per i lavoratori dell'agfitol– tura, Due proposizioni di esclusivo ed esemplare contenuto umano. , Con la bonifica, non ancora esaurita, delle terr~ guaste, con la eultura razionale del latifondo trascurato, con l'ab– bandono delle improduttivè superstizioni patriarcali, si avrà anche una progressiva liberazione dalle inferiorità psico– logiche e morali connesse all'attuale regime agrario. Non' ·sopravvive forse nel grande 'proprietario terriero quella vieta e anacronistica albagia feudale che faceva dire .al pensatore Karr: « la proprietà terriera è un -traneHo: noi crediamo di possedere la roba ed è la roba che invece .La lotta contro (con'finuaz. e fine) Teorie reazionarie, La discussione pro e_contro le case di tolleranza non è nuova neanche in Italia e, poichè l'unica giustifica'zione della prostituzione regolamentata era quella della pretesa salva– guardia dell'individuo dalÌe infezioni ~eneree, essa si svolse soprattutto fra i medici, eh~, dopo li generale favore al re– golamentarismo, si sono divisi, da cirèa cinquant'anni a questa parte, in due schiere opposte i cui componenti si sforzano di apportare la sempre discutibile « voce dei fatti» - (statistiche) a &uffragio dell'una e dell'altra tesi. Gli abolizionisti hanno osservato che il numero delle pro– stitute· registrato è molto inferiore a quello dèlle donne che esercitano il meretricio (si può ammettere generalmente che il rapporto sia di I a ro), che il numero delle donne che lo esercitano nelle case autorizzate è ancora minore, che il controllo igienico anche di queste ultime non può, dare çhe una. sicprezza illusoria, ecc. I regolament,arist.i, pnr _ricono– scendo ora queste critiche, dicono che col vecchio sistema si sorveglia almeno un piccolo numero di ragazze, che le donne dei postriboli, di cui è più accurato il controllo, sono quelle che hanno la più alta frequenza di rapporti sessua- li, <)CC, . . Gli abolizionisti hanno già rilevato che oggi un numer.o certaménte rilevante di contagi avviene i/a i rappqrti ses– suali liberi di natura non prostitutiva, che poi la frequenza dei rapporti sessuali nei postriboli controllati ha il suo a– .spetto negativo nel fatto che « molte_ ragazze entrano seme nelle casé di tolleranza, e tutte, nel periodo di un· anno, se non prima, rimangono i:ontagiafe dai clienti dell'a casa stes– sa, diffondendo spesso con alta percentuale l'infezione da esse contratta, perchè si trovano in quel periodo, in cui le primissime manifestazioni del ma!e sfuggono ad una qual– siasi indagine ... ». Il sistema delle case di tolleranza, a nostro avviso, men– tre è indiscutibilmente insostenibile dal punto di vista giuri– dico è sociale, può dirsi ~ott. del tutto e sempre inutile dal punto di vista igienico, mo solo ove non esist1JJ altro meta- · do di cura, e di profilassv. antivenerea! I regolamentaristi meno · intelligenti sollevano ·poi, anche a pròposito di questo argdmento, l'eccezione· del clima e del temperamento degli italiani. Oggi, per contro, si può cal– colare ·che i paesi (grandi stati, colonie, regioni autonome, ece.) che hanno abolito (alcuni da molti decenni o lustri), sotto i più vari clvmi e con differenti modalità leg1slati– ve, il sistema delle case di tolleranza raggiungono il nume• ro di sessanta. D'altra parte chiunque sia abituato all'osser– vazione dei fenomeni storici e sociali sa che le riforme -dettate dal rinnovamento delle concezioni scientifiche, cui- Biblioteca .GinoBianco possiede noi » e al poeta Leopardi : « il' lavoro della terra era la princip'~le fatica e occ~pazione destinata all'uomo. Ora è curioso osservare che la parte più oziosa della so– cietà è appunto quella la cui sostanza consiste in terre>? ' E non è la stessa mezzadria l'espressione di Jno squili– brio, di una sperequazione, che turba e scoraggia i l'ap– porti di 'confidenza tra i contraenti, vincolati a un patto che esige una fatica del. tutto unilaterale? E che dire della piccola proprietà che così spesso sem– bra ridurre alla misura del podere l'anima delle creature, promuovendo cos( tutta una leva di pigmei,. gretti e gelosi, incapaci di- guardare oltre i confini del loro minuscolo il– lusorio regno e di sentire i palpiti e le inquietudini del mon- do in carnmino? ' · · No, è inammissibil~ che la terra continui a dividere gli uomini e a deludere le loro speranze. Ad essere, in una pa- rola, inumana. . ' Da essa è n<1ta la vit,a e la storia; con essa si deve ini– ziare finalmente la grande, conclusiva ricònciliazione tra gli uomihi. ANTONIO GREP1'I la pr osti tu zi on e_ turali, giuridiche non si .fermano ai paesi d'origine ma si diffondono ,universalmente (com~, ad ·esempit:>, il regime parlamenta,re non fu esclusività dei soli paesi che l'adotta– rono per primi, come la pianifieazione economica ·non è ri– servata dalla storia alla sola Russia e alla sola Inghilterra, ecc.). Costituiscono un pericoloso ostacolo al progresso in que– sto campo quelle teorie che pretendono che la prostituzione sia un male congenito. Un dermosifilografo, autore di un re– cente articolo contro il « vento di fronda abolizionista», dopo essersi proposto di attenersi ai fatti concreti conclu– deva cl\e « la prostituzione è una malattia secolare, che, per mille motivi, non è nè sarà mai possibile sopprimere qua– lunque sia il mezzo impiegato». Ora non è chi non veda co– me simili proposizioni siano destituite; per precisi motivi, di• valore scientifico e come vizino ali'origine la interpreta– zione delili statistiche e.,_ dei sistemi sanita/i. Queste teorie non sono altro _che il riflesso, sul piano del pensiero, aella struttura esist~nte e contingente della società, sono quindi · destituite di valore scientifico e appunto perciò possono es– ~ere qualiticate come intìmamente reazionarie. Attualmente anche coloro· che studiano il fenomeno della prostituzione sotto l'aspetto antropologico hanno superato il punto di vista unilaterale di àttribuire il fenomeno a solf fattori interni costituzionali, mentre i sociologi da parte loro hanno abbandonato le vedute sempl'icistiche che ravvi– savano le «cause» del meretricio soltanto nell'influenza dei fattori esterni, ambientali e sociali. Coloro che si occupano oggi della questione come bio: ' logi, antrapologi, criminologi, pongono la distinzione fon– dament,ale fra « prostituta costituzionale» e « prostituta occasionale», con la quale cercano di· conciliafe le due teo– rie unilaterali di cui sopra. La classificazione è grosso modo accettabile, ma bisogna precisarne e limitarne il significato, affinchè alcune inesat– tezze scientifiche non spingano a, conch1sioni che, anzichè agevolare, ostacolino il progresso sociale in cui si concreta plasticamente ogni avanzamento ideologico e materiale del– l'umanità, E' da osservare pregèudizialmente che il termine « cau– sa» applicato ai fenomeni umani, s,torici e sociali, deve es– sere inteso con l'opportuna cautela, e cioè non nel senso deterministico delle leggi .dei grandi fenomeni n:i,turali, poi– chè le componenti del .temperaménto umano, individuale e razziale; vanno sempre i~contro alle imprevedibrli determi– nazioni della volontà, del ca~atterr, del libero arbitrio, nel ·gioco di uha complessa· dialettica psicologica in cui è dif- 1 ficile determinare' in senso univoco i rapporti di causa ed effetto, ossia,, in altri termini, se la causa prima del compor– tamento sia di natura ereditaria, ambientale o volontaristica. \, '

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=