Critica Sociale - anno XL - n. 21 - 1 novembre 1948

484 CRITICA SOCIALE entrando in dirett;i relazione ~i'Plom.atica, POfson_o domi,nare senza che intei;vengano a turbarne 1eqm– Iibri~· fatti difficilmente mediabili, quale, ad esem– pio, la diversa situazione sindacale italiana e stra– n'iera. li problema dell'assistenza agli emigranti. , Nel ,campo dell'assistenza a favore degli emigranti si'può dire -che le iniziative sia~o. assai compl~sse. llll passato, prima che la pohtrca del fascismo stroncasse ogn1 ·corrente d'emigrazione,. l'assistenza a"li emigranti era esù-citata da pochi grandi enti a O carattere pubblico o privato, dei quali i princi– pali erano la Società Umanitaria di Milano e la Bo– nomelli, la prima organizzazione a carattere laico, la seconda organizzazione a carattere confession!l– le, entrambe aventi servizi propri, sil!_ nel paese, sia al confine, sia all'estero. Attualmente buona par– te deÌl'assistenza viene fatta, o direttamente dallo Stato con la costituzione dei Centri d'emigrazione per lo smistamento degli ,emigranti dalle loro se·di di origine· sino aJ.la frontiera, op·pur.e da· organismi che volontariamente si sono dedicati a quelle così importanti funzioni. , Opera di assistenza confessionale viene svolta da organismi cattolici, opera -di assistenza materiale viene svolta dalle organizzaziol_ii sindacali cattoli– che, opera di assistenza tecnicà viene svolta d~lla Società Uman.itaPia, che sta rinascendo dalle rovme causate dalle devastazioni belliche. In complesso però si tratta di una attivit'à ancora insufficiente e non coordinata per l'assenza di un opportuno cen– tro non diremo direttivo, ma ispiratore della poli– tic~ da svolg~re in favore di chi molto spesso. in circostanze difficili si appresta ad abban.donare il paese imbarcandosi in una avventura non sempre facile. Emigrare è ancora un'avventura. ,. Abbiamo parlato di ~ma avventura nella quale si risolverebbe l'emigrazjone di lavoratori italiani. 'La µarola può -sèmbrare grave e demdralizzant!), In realtà è pE:rfettamente adeguata, perchè .se èi vero ~he in ~nlti ,pae~i vi è la possibilità di trovare per lavoratori disposti a duramente faticare una siste– mazione .favorevole, non è men vero che in nessu– na parte del mondo la situazioIJe economica è tale per cui facile e sicuro sia ,lo stabilirvisi. In linea generale,. per quanto p'uò servire in un.a trattazione. come la presente, ,si può affe!'mare che convénga abbandonare il paese soltanto avendo la certezza· di avei;e un detenminato contratto di lavoro in quel– lo verso il quale si_ è dire tti; ch e convenga quindi l'emigrazione, se· di massa, sot.to l'egida di contratti collettivi sti-pulati n,el qu adro d i determìnati rap– porti internazionali ufficiali, a garanzia dell'arruo– lamento particolare; ·se indfvidualé, ,per chiamata, cioè essendo il permesso di. ingresso nello Stato ospite ottenuto sulla base di una pre'cisa richiesta di lavoro a cura di familiari o conoscenti o singoli -datori di lavoro ivi già stanziati. · Assai incerta, speci:/,lmente nei paesi dell'Ameri– ,ca meridiona·le, si presenta l'emigrazione di piccoli ii:uprcnditori recanti seco mezzi industriali n~lla speranzà di poterli utilmente trapiantare in un ·pae– se a industria naséente, Jmpiiese di quest0 genere non possono essere pensate ·se ·non sulla scorta. di informazioni estremamente caute ed attendibili che, sia ·detto anche se ciò possa, sembrare strano nella nostra epoca di rapidissime comunicazioni, sono as– sai meno agevoli ·di quanto noll' si pensi. Il mondò si è fatto certamente piccolo, ma anco– ra si constata ùna assolutamente incerta conoscer;i_– ia delle condizioni di vi!a e soprattutto delle pos- - sibilità economiche di ~o!t~ paesi• che pure vanno annoverati tra i paesi c1v1h. BibliotecaGinoBianco J nf'ormazioiti e preparuzione prolessioaule. ;E' questo uno degli aspetti del problema che ha costit-uito oggetto di .discussione alla Conferenza della mano d'opera, tenutasi a Roma il 15 febbraio 11. s. nel quadro dell'E.R.P., e della Sessione della r.ommissione Permanente ·delle Migrazioni del B.I.T., tenutasi a Ginevra dal 23 febbraio al 3 marzo u. s. In entrambe si è riconosciuta l'importanza somma di una esatta in:formazione da dare ai lavoratori sulle condizioni alle quali il loro espatrio può rea– lizzarsi ·convenientemente. Un altro punto di estrema importanza toccato a Roma è quello ,dèlla preparazione professionale dC:– gli emigranti. I diversi mercati di lavoro tendono ad assorbire mano d'opera qualificata e non i nten.– dono' accogliere ad occhi chiusi chiunque si p.re – si:nti alla frontiera -chiedendo lavoro senza posse– dere una specifica apprezzabile capacità teenica. Proprio su questo argomentò, si è venuto stabi– lendo un principio che si può ritenere· 11uovo, e cioè che il problema del trasferimento internazionale delle forze di lavoro è un i;>rob lema che non inte 0 ressa soltanto il paese forni.lo.re di braccia ma an– che quello eh.e le riceve ed insie me ogni altro p e– se. Sì che si ,pensa senz'altro ad una disciplina, in– _ternazionalè del fenomeno, che dovrebbe essere rag– giunta sulla base di un. acco!'do-tipo per le nego– ziazioni bilaterali in materia d'emigrazione, con speciale riguardo anche· ai metodi di selezione e for– maziq_ne professionale dei lavorat?ri· _ . . . Già si affe1,ma che lo St-ato ospite d1 1111m1grant1 può, anzi deve concorrere alle spese della educazfo- . ne professionale. di quei lavoratori che, allevati ed educati nella patria d'origine, solo nella nuova por~. ranno a profitto di questa oltre che pr0prio le co·- gnizioni acquistate. . • Tale. princi,pio è stato sarìc'ito nel patto stretto tra l'Italia e I' Argenti1:ia ìl 27 gennaio e in quello italo-francese del 3 febbraio 1948, e solo si deve de– p,Jorare che sin qui nulla sia stato fatto per tradur– lo in atto. · Questi due patti son'o venuti recentemente a so– stituire quelli prec~denti', che si sono dimostr-ati. inoperanti. ~entre, nonostante le molte inevitabili deficienze, funzionano ì patti con la Gran Bretagna, la Svezia, il Belgio, quelli con la Cecoslovacchia e l'Austria sono J!)raticamente sospesi. · Le Convenzioni in\ernazionali ·jn materia d'emi– grazione stipulate dall' iftalia dopo la liberazion·e sono: 1 . - •l'accordo italo-argentino del 21 feblwaio 1947, poi sostituito da quello del 27· gennaio u. s.; ~ l'ac– c0Fd0 italo-cecoslovacco· del 1 O febbraio 1947; - l'accordo italo-belga del 20 giugno 1946 e relativo protocollo aggiuntivo del 26 aprile 1947; - l'acc0r- • ·do italo-svedese del 12 aprile 1947; - l'accordo ita– lo-austriaco per l'emigrazione dl lavoratori agrico– li· del 10 luglio 1947; - l'accordo ital~britannico per l'impiego di lav-oratori italiani neÌ!e fonderie inglesi; - l'accordo italo-francese del 21 marzo 1947 ora sostituito da ,quello firmato · a Roma il 3 febbraio u. s. Con. la Svizzera non abfuiamo per ora alcuna p'àr– ticolare conv'enzione, ma il flusso dei nostri emi– granti in quel paese è certamente il più importante e so«;ldisfacente. anche per le condizioni che i la– voratori itaiiani - alme110· quelli addetti all'indu– stria - vi ottengono. Basi per urw politica dell'emigrazione. Abbiamo visto come j! difetto essenziale in tutta 1'01:ganizzazion~ delle nostre correnti d'emigrazio– ne sia quello delJlassenza di una definita politica in argoment-o. 'Vien fatto allora di domandare qua– le possa essere tale polHica, almeno nelle sue linee _generali.

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