Critica Sociale - anno XL - n. 20 - 16 ottobre 1948

CRITICI\ SOCIALE 475 ~--------;--;~--~-------~---------,:-...._'------------~-------.------'-- la maggiore difficoltà. I governi dell'Europa orientale potreb– bero, per superare le difficoltà psicologiche c~nnesse con \e prestazlon,1 anticipate economiche dell'Europa occidentale, sta– bilire chiaramente e fondamentalmente quello che effettiva– mente vogliono: una politica di collaborazione economica aulla basè di una reciproca tolleranza e lealtà o una poli- _ tlca di odi e di agg•essione ideologica contro tutti coloro che non condividono la concezione del mondo comunista ». _Ciòche si stampa RINALDO Rrnou: Storta· del· movimento operaio ital~ano - Mi– lano: ed.iloriale. Domus, 1946, pagg. 494, Lire 900. Il ,ritardo nel segnalare ai nostri lettori quest'opera è vera– mente in perdonabile. Doppiamente ai: J.zi: e verso quella emi– nente e ormai veneranda figura del movimento sindacale ita– liano che è li nostro <:ompagno Rigola; e verso i nostri stessi lettori. Se ci fosse consentilo il paTadosso, dix:emmo che per UD\ socialista è in fondo ,più importante conoscere la storia del movimento della classe lavoratrice, della sua lotta e deÌla sua ascesa, che non la stessà storia del partito socialista. F,regio fondamentale del volume del Rigola è appunto di pre– sentarci que;ta storia, dj. cui è diff!cile -cercare altrove la traccia e la, documentazione. Benchè si arresti ~I 1927 cioè allo scioslimento della Confederazione Generale del Lavoro da par– te del fascismo, la 'trama di questo lavoro è vasta. Esso in– fatti esordisce ancora su11finire del secolo XVIII e si sofferma sulle condizioni della classe lavoratrice nella prima metà del -secolo scorso 1 analizzando le cause del ritardo di un mo– vimento -operaio. Seguono poi le iniziative sperse mazziniane ed internazionaliste, le ,prime organizzazioni di resistenza nelle campagne, ile vicende (e l'unilatera!Hà) del Partito Operaio. Ma in realtà l' A. comprende benissimo che -non è possibile fare una· storia del movimento operaio e ddla lotta sinda– cale, disgiunta dalla storia del movimento politico che la classe lavoratrice ·esprime. Onde, prima di addentrarsi in quel fer-vido periodo tra il 1890 ed il 1900, tra 1'I sorgere di leghe e di organizzazioni di resistenza e i tentativi della reazion_e di estirparle e di logora-rle, egli si sofferma sulla nascita del Partito ~•ocialist8., suile conseguenze del convoglia– mento del movimento -operaio nell 'al veq marxista, sull'opera ad un tempo di orientamento, di suscitamento e di educazione svolta da Fllip.po Turati, attraverso le pagine di 'questa no– stra rivista. Dopo il 1900, benchè -vengano delineate le varie tendenze che si dibattevano nello· stesso mondo sindacale, &pesso con ripercussioni :politiche, il Rigola fa la circostan– ziata storia della singole conquiste sindacali, deHe istityzioni e delle leggi di carattere sociale, soprattutto delle J organizza– . zioni stesse dei lavoratori, a cominciare dalle Camere del Lavoro. Se ci è invece consentito un aippunto, dobbiamo rile– vare che sproporzionata· in difetto, perchè troppo rapida e sommaria, ci è apparsa la parte dedicata agli eventi, dell'al– tro dopoguerra. E' una storla troppo densa di errori e di deficienze, di distorsioni ,politiche e di improvvisazioni sinda– cali, di mancanza di correlazioll13 tra azione politica e conqui– ste sindacali ed economiche, per n'7>n.meritare ad un tempo un più am,pio e documentato sviluppo ed un'analisi critica delle responsabilità. Occorreva pure meglio tratteggiare la storia delle organizzazioni sindacali bianche, repubblicane ed anarchiche, e del loro comportamento sia sul piano sindacale che su- quello ,politico, per non restringere In questo periodo la storia a quella della Confi,derazione del Lavoro soltanto. Il Rigola chiude la sua storia con la soppressione del libero sindacato da parte del fascismo (ma: « La lotta del proleta– riato è una lotta per la libertà. Peggio per chi gli si pone· di traverso »). E' indubbiamente vero che con ciò e cessò in Italia l'ultimo residuo del moyimento operaio libero >: ma forse appunto per questo il fenomeno del « sindacalismo » fascista meritava un'analisi vasta' e approfondita, mettendone in luce I diversi aspetti, oltre che quello liberticida: dalle misure <:be abbassarono il livello di vita, oltre che di re– tribuzioni, della classe operaia, all'aspetto paternalistico di certe elargizioni, dalla burocratizzazione del sindacato llllla 8ostanza reazionaria delle corporazioni. ' Ma questi appunti non vogliono e non possono togliere il ,pregio a questo lavoro. Esso resta una nobile e. diretta te– stimonianza del grandi meriti acquisiti sullo stesso piano na– zionale dallo sforzo di elevazione della classe lavoratrice; una sincera testimonianza di quanto Intrinseca fosse per gli uomini del socialismo italiano la causa della emancipazione della classe lavoratrice. G. P. iblioteca Gi o.Bianco CORRADO BARBAGALLO: La qdestione meridio na.le Milano, ediz. Garzanti, 1948, pagg. 295, Lire 720. Eccellente libro, questo del nostro amico Barbagallo, anzi opera addirittura indispensabile 3 quanti vogliono conoscere almeno la .fondamentale inquadratura di un problem-a che resta forse il più importante della nostra compagine nazio– nale, ma a proposito ciel quale si sentono opinioni (quando addirittur.a Don si 1pros.pettano soluziOni) di una paurosa. su– lJerficialità. Problema indubbiamente grave e complesso: e bene fa l' A., prima di addentrarsi in argomento, a stendere un ,quac:Jro {lescrittivo della condizione fisica del Mezzogiorno (di <1Uello peninsulare e della Sicilia) che costituisce \fa solo un piccolo capolavoro, degno di venir letto da tutti gli italiani che sul quadro materiale del Mezzogiorno sono soliti ave·re un'immagine cosi genérica. Storico, il Barbagallo osserva ....-che se di < questione meridionale » si è cominciato a parlare dopo l'unificazione d'Italia, essa ha il suo precedente in secoli o millenni di storia, di cui sono qui riassunt,i gli sviluppi es– senziali. Ed importantissimo è lo sylluppo del pro\)lema del Mezzogiorno dal 1860 ad oggi, attraverso incurie, errori, sor– .dità di governi e attraverso lo squilibrio a tutto vantaggio di una industria protetta del settentrione. Ma va attribuito a merito dell'A. ,jl non avere voluto limitarsi ad un quadro storico-politico. La maggior parte del libro è anzi dedicata, oltre che alla analisi della situazione ·e del clima sociale , del Mezzogiorno, all'esame della economia del Mezzogiorno stesso. L'agricoltura viene analizzata nel suol vari aspetti, dal latifondo' alla piccola proprietà ed alla polverizza"zione delle aziende, dai contratti agrari alle iniziative cooperative. Altri due capitoli mettono a punto li problema della industria del Mezzogiorno, sempre seguendo li criterio di accompagnare alla descrizione della situazione di ,fatto un accenno alle soluzioni possibili. . Non esitiamo quindi ad annoverare questo tra i libri la cui lettura e, la cui meditazione più raccomandiamo ai lettori. ANTONIO GRBPPt: L'isola, la corona pp. 206, Lire 200. G. P. Mondadorl editore, Tra· le opere con cui il nostro compagno Greppi viene cercando di tradurre in forma d'arte il suo nobile ideale di 'libertà e di esaltazione della personalità umana, queste due commede, che si ispirano al « dramma della personalità » nella dittatura e nella monarchia, meritano un cenno, non tanto perchè siano tra le cpse sue meglio riuscite (la prima, anzi, svela eccessivamente i'assunto ed i personaggi restano sche– matici, mentre la seconda tocca a tratti, nell'indagine psico– logica, valori umani e poetici più intensi e fecondi) quanto perchè mostrano chiaramente, attraverso pregi e difetti, quale è il tono dell'arte di questo scrittore. Tono che direi domi– nato da un effuso_ lirismo, che ne è ad un teinpo la de,,bolezza e l'attrattiva, soverchiando, proprio nei momenti migliorit l'impegno drammatiCo dell'autore, smorzando contrastl fra personaggi. Cosi che, quando lo scrittore è felice, un perso– nàggio domina la scena, e gli altri non sono che un con– torno, un pretesto perchè il primo esprima se stesso. Cosl è soprattutto nella Corona .... Nell'Isola, invece, manca un personaggio centrale e, quindi, malgrndo una indiscutibile abilità nel congegnare le scene, la azione, non dettata dalla necessità interiore del protagonista, ha troppo del meccanico e del voluto. Sebbene la limpidità del linguaggio e la nobiltà dello stile ne rendano sempre gradita e proficua la lettura. P. G. Si è costituito in Egitto, per iniz.iatroadel nostro amico Mi– chele De Quarto, padre del nostro giovane compagno segre– tario dell'Ufficio Internazionale della F. G. S., un grùpptl di amici e simpatizzanti de « La Critica Sociale » e de « L' U– manità~. con So scopo di diffondere il pensiero di Turati, Treves, Matteotti e dell'Italia democratica nelie terre d'Afri– ca, fra i nostri connazionali. Ai compagni ed amici del gruppo esprimiamo i sensi della nostra solidarietà. · Direttore: UGO GUIDO MONDOLFO Vice-direttore respons.: ANTONIO GREPPI Autorizzazione Tribunale Milano 8/10/1948 n. 6~6 del Registro Tipografia Plnelll - lfilano • Via Farneti, 8

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