Critica Sociale - anno XL - n. 1 - 1 gennaio 1948

2 CRI1'ICA SOCIALE fiorentino per la formazione· di una Unione dei comuni « democratici » e, da ultimo, il Congresso romano per la costituzione .del « fronte democra– tico popolare» sono altrettanti avvenimenti in cui la persistenza di quell'indirizzo viene accentuata. Quando si ha a propria disposizione una forza così ingente e si vanta 'la certezza di divenir do– mani maggioranza. é di poter prendere ~aldamen– te in pugno il governo della Nazione, non si può sottrarsi all'obbligo di una critica costruttiva, che indichi cioè alla coscienza popo'lare quel che s'in– tende di fare quando si sarà conquistato il pote– re. E invece a Napoli si è protestato bensì contro l'abbandono in cui è stato lasciato sin qui e vien lasciato t'uttora il Mezzogiorno, ma non si è pre– so in esame neppur uno dei problemi nella cui so– luzione sta la soluzione della questione meridio– nale. A Bologna si è cercato di aguzzare, con al– lettanti prospettive, la fame di terra da cui sono. in tutto il mondo agitate tutte le categorie di la– ·voratori della campagna, ma non si è neppu.r lon– tanamente prospettato il pericolo che 'i lavoratori dei cam:pi possano aspirare a saziare questa loro fame con procedimenti che sono in antitesi con le esigenze della produzione1 e del'la stessa civiltà; e anche là, ad ogni modo, ness_un problelJ!a con– creto è stato neppure accennato tra i molti che dovevano esser presi in considerazione in relazio– ne alla infinita varietà di condizioni deli'agricol– tura e della proprietà agraria in Italia e dei rap– porti fra proprietari e lavoratori della terra. A l!~irenze, dove anche vecchi P,aladini della più ro– sea democrazia si lasciarono indurre dalle preoc– cupazioni elettorali ad unire la loro voce al coro dei campioni della « estrema sinistra», si è par– lato della necessità di rivendicare l'autonomia co– munale che, a farlo apposta, è stata sin qui il pro– gramma su: cui hanno più tenacemente insistito proprio gli esponenti di queUa democrazia cri– stiana contro cui la manifestazione di Firenze .era particolarmente diretta; ma anche là nessun'altra indicazione ·è venuta fuori di quel che s'intenda, costruire e quale forma e contenuto s"intenda da– re all'autonomia comunale. Infine il Convegno ro– mano per i'l « fronte democratico popolare » è sta– to evidentemente una spettacolosa. preparazione del movimento che si intende iniziare per la non lontana lotta elettorale, ma anche là nessun ·pro– gramma concreto è stato formulato, che serva da bandiera del costituito fronte; la cui formazione potrebbe, -anche contro il proposito di una parte almeno dei suoi promotori, creare sin d'ora tra socialisti, comunisti e altre. fraz1on'i oggi aderenti . all'estrema sinistra un vincolo così stretto da non permetter 'loro di pr'esentarsi con liste separate . al voto degli elettori. Ma _quand'anche quest'ultima conseguenza non si verificasse, certo appare sin d'ora ridotto nel nulia Io scopo che il segretario del P. S. I., co– me risulta in maniera esplicita dalle dichiarazio– ni che egli ha fatto ai· giornalisti che lo hanno intervistato, si proponeva di raggiungere : quel– io cioè di ·sciogliere il suo partito da uno stato di sudditanza verso il P.C.L e restituirgli l'inizia– tiva delle sue azioni. Perchè questa autonomia fosse rivendicata in modo effettivo e sincero sa- •rebbe :r:i.ecessarioche il P.S.I. riprendesse il pro– gramma e il metodo d'azione del socialismo demo– cratico: rinunziasse ai metodi puramente agita- BibliotecaGino Bjar1co tori per cui il popolo viene usato come semplice strumento in mano dell'apparato di partiti che non cercano d'illuminarlo in nessun modo nè- di dargli consapevolezza dei fini concreti a cui deve tendere e dei mezzi coi quali deve pervenirvi. E invece il segretario del P.S.I., per dare al suo partito l'apparenza di una iniziativa autonoma, lo ha spinto violentemente ad adottare i metodi comunisti di azione, e a gareggiare col partito cui lo lega il patto di u:p.ità di azione in uno sfrena- to demagogismo, di cui purtroppo è il proletaria- to destinato a soffrire tutti i danni. Si ·Cl}pisce pertanto che al Congresso romano Palmiro To- .gliatti abbia reso ampie lodi all'iniziativa del P.S.I. Egli aveva infatti ragione di compiaci– mento e di gratitudine verso coloro che· si erano acconciati,. con strano ed assurdo senso· di eufo- _ ria, a far la parte faticosa di avanguardia, aiu– tando quindi i comunisti a compiere con minor s.forzo quel' cammino che_fillsi intendono: di per– correre in applicazione anche degli impegni con– tratti con l'adesione al patto di Bialystok. · Certamente di questa situazione possono, mo– .strarsi apparentemente spaventati, .ma in realtà segretamente. gioiscono, quei campioni delle for– ze d1 destra che vanno in questi giorni compiendo fervidi preparativi per rendere sempre più com– patto e più efficiente il blocco delle forze reazio– narie, in cui tentano e sperano di attrarre tutti quegli spiriti disorientati, i quali provano una comprensibile preoccupazione, che giunge' sino al– lo spavento, di fronte a movimenti agitatori dei quali non si prevede lo sbo_cco. - Il periéolo del metodo seguito dai partiti di e– strema sinistra potrebpe dolorosamente rifletter- si an·che sul terr eno sindacale, come attesta an– che quello cib.eè avvenuto r~centjlmente in Fran– cia. Quand o nel P .S.I.U.1?., ]!)erpreparare gli...a:ni– mi dei proseliti alla fusione col partito comuni– sta, si ricorreva alla ,su.ggestivà frase dell'« unità· Qrganica de1 proletariato», noi abbiamo cercato di reagire còn'tro il tentato inganno dichiarando che non si poteva esigere ta'le unità sul terreno ideofogico, dove .la 'varietà delle in-terpretazi!oni che si dànno ai fi)itti sociali, dei compiti che s'in– tende assegnare 'all'attività dei partiti, dei fini lon– tani cui s'intende pervenire, segna una necessa– ,ria pluralità di tendenze, che non è assolutamen- te possibile ridurre ad unità. Mà, dichiarava– mo, l'unità va invece attuata e mantenuta con tut- ti rgli sforzi sul terreno sindacale; e soggiungeva– mo che, se l'accordo fra i diversi partiti detti di massa poteva esser stato opportuno in un certo momento per rendere possibile la costituzione di quella unità :p.elmomento in' cui -risorgeva il mo– vimento sindacale libero dopo la parentesi fasci– sta, bisognava però che ad mn certo momento i \ partiti come tali ,si astenessero da qualsiasi" inter- ' vento diretto nell'azione dell'organizzazione 'sin– dacale,· per lasciare che questa rinsaldasse organi– camente la sua unità, per forza spontanea, e in piena autonomia. Invece, come è -noto, i partiti hanno v iTilutoini:;istere in una sempre più 'larga in– geren.fa; e il partito comunista, che è riuscito a rac– cogliere dietro a sè la grande maggioranza degli iscritti nei sindacati, ha cercato, in Francia co– me in Italia, di fare delle organizzazioni sindacali

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