Critica Sociale - anno XXXIX - n. 24 - 16 dicembre 1947

474 CRITICA SOCIALE go di non compròmettere i più essenziali e -'gelosi mteressi dei lavoratori e di tutto il popolo. Essi evidentemente avevano come suprema aspir11zio– ne (e per verità l'hanno apertamente dichiarato) di riprendere il loro posto nel governo e si sa– r<:-bhPT·o naturalmente guardati bene, in questo c:u,o. cb] bonare come tradimento questo loro ri– toruc, alla collaborazione con la Democr11zi11Cri– stiana, 11 ìla quale pur avevano mosso insistenti accuse cli aver fatto strazio dei magg:ori interessi e dùlla stessa digniUt della Nazione. Essi sapevano bene, d'altra parte, che· dopo la indecorosa farsa del Tripartito, trascinat1:si per tanti mesi, non era possibile che la Drrnocrnzia Cristi.:,na accettasse ancora di riprenderli come. soci JH'I governo, tanto più poi dopo la loro ade– sione (esplicita per gli uni, implicita per gli al– tri) alla Carta di Bialystock, che avrebbe creato una insostenibile situazione di politica estera. In questo stato df cose, se avessero s:Jputo elevarsi appena· dL mezza spanna sopra il· settarismo che li anima, avrebbero dovuto sentire che era anche nell'interesse loro che. noi cercassimo di spezzare quelia coalizione di destra che si andava affer– mando in modo sempre più risoluto nella compa– gine governativa. E invece ... Invece non è ragionevole supporre che alle ac– cuse e alle diffamazioni dirette ad intr.1lciare l'o– pera nostra essi ~bbiano voluto aggiungere, con lo stesso farn, anche la proclamazione dello scioa pero romano. Noi non neghiamo che s:a gravis– sima la situazione che deriva dall'aumento conti– imo, per un naturaie fenomeno che si verifica sem– pre all'inizio della stiagione invernale, d~l numero dei disoccupati; che questi meritino pertanto tut– ta la nostra solidarietà e tutti gli sforzi per ve– nir loro in aiuto. La C.G.l.L. aveva infatti otte– nuto lo stanziamento di nuove cospicue somme in bilancio per la esecuzione di lavori pubblici. Non si poteva certo pretendere che si ripetesse una se– conda voltia lo scandalo di quei lavori in regia che hanno suscitato tanto meritata condanna un anno addietro, non solo perchè avrebbero costituito un nuovo delittuoso sperpero di somme favolose, get– tate senz·a nessun costrutto nelle fauci di specu– latori senza scrupoli, ma anche perchè avFebbero richiesto un enorme aumento nella emissione, già fortissima, di sempre nuova carta moneta, cioè a– vrebbero prodotto una nuova accentuazione di quel process0 di inflazione di cui -soffriamo sempre la minaccia, anche se negli ultimi mesi esso si è al– quanto attenuato. Tuttavia si poteva studiare cer– tamente il modo per ottenere dal governo un più largo piano di lavo_ri pubblici, per i quali certo sarebbe stato più facile trovare i mezzi necessari, se il Tripartito non avesse perduto tanto tempo prima di rimettere in efficienza il meccanismo fi– scale. Ma che ci fossero elementi per la procla– mazione quasi improvvisa di_ uno sciopero gene– rale ad oltranza noi non riusciamo a vedere, e tanto meno riusciamo ad acconciarci alla ddibe– razione presa (e in questo caso veramente era possibile ed opportuna e doverosa la consultazio– ne delle masse operaie che erano chiamate a scio– perare), inquanlochè questa ripresa di scioperi a ripetizione acuisce sempre più l'impazienza e la irrequietezza del Paese (della quale pur bisogna tener conto anche se la si giudichi mossa solo da meschino desiderio di tranquillità personale) e fi- BibliotecaGino Bianco nisce per suscitare nostalgici desideri di regimi dittatoriali. Eppure e'ra proprio r~cente l'esempio che ci vie– ne dalla Francia, dove il tentativo di uno sciope– ro a fondo, fatto per calcoli politici molto affini a quelli da cui noi riteniamo mossi i dirigenti dei nostri partiti di « estrema sinistra », è finito con una sconfitta i-cui effetti non potranno essere ra– pidamente C'mcellati. E la sconfitta è tanto più grave in quanto l'ordine di cessazione dello scio– pero non è venuto già da una resipiscenza dei condottieri della C.G.T., che avessero compreso di non poter lottare vittoriosamente contro la ferma resistenza del governo, ma dalla constatazione che le schiere degli scioperanti andavano rapidamente sfaldandosi, specialmente nelle regioni più indu– stria1i e più progredite della Francia settentrio– ,nale, perchè le classi operaie si accorgevano di es– sere state lanciate nella· mìschia non per la tu– tela del loro· ìnterèsse; ma per sei'v-ire··come mAS'– sa di manovra ad una· speculazione di partito. · Il risultato dello sciopero francese è una dura lezione per la classe operaia di que1 Paese e può rappresentare un pericolo, in quanto toglie effi– cacia a quell'arma dello sciopero che in certi mo– menti è l'unica speranza di successo per rintuz– zare la resistenza padronale. Pur tuttavia non dobbiamo nascondere che, accanto a questo dan– no, il risultato della lotta in Francia può avere qualche vantaggio. Il fatto che il Ministero pre– sieduto· da Schumann e nel quale avevooo parte preponderante sei ministri socialisti abbia p otu- .to mantenere l'ordine e ristabilire la pa.ce allon– tana eertame~te il pericolo di una dittatura . Pe Gaulle, che sarebbe invece stata lo sbocco natu– rale degli avvenimenti sé il governo avesse do– vuto cedere di fronte alle ·minacciose ·agitazioni suscitJte dai comunisti. Ma aggiungiamo subito che sarebbe stato molto preferibile se a frontegs giare la minaccia, ad evitare anzi che essa si at– tuasse, fosse bastato il Ministero Ramadier o quello presieduto da Léon Blum, sicchè fosse ri– masto al partito sòcblista, che è fedele servitore degli interessi del proletariato e del Paese, il me– rito d!i aver saputo assicurare una situazione di tranquillità, ne)la quale esso si proponeva di aiu– tare la rapida: rinascita delle fortune nazionali e di assicurare una graduale ascensione del1a clas– se lavoratrice. Non è difficile vedere che è in relazione alla sconfitta dello sciopero francese l'improvviso ir– rigidirsi della Russia, che sospende le trattative. per la stipulazione di convenzioni commerciali con la Francia, alla quale avrebbe dovuto fornire in tempo prossimo un notevole quantitativo di gra– no. Evidentemente questo atteggiamento russo à . anche in relazione con il desiderio di piegare la !<'rancia ad a,ccogl"iere almeno parzialmente la te– si che la Russia sostiene in questi giorni per la soluzione del problema germanico alla Conferen– za di Londra. Che cosa la Russia e i suoi accoliti sperino di raggiungere, con questo loro atteggia- _ mento, in una politica a lunga scadenza, noi non' riusciamo veramente a vedere. Quanto più la Rus– sia e i suoi sostenitori accentuano la loro intran– sigenza verso tutti gli atteggiamenti delle poten– ze occidentali costrette da necessità inderogabili ad accogliere gli aiuti americani, tanto più age-

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