Critica Sociale - anno XXXIX - n. 22 - 16 novembre 1947

438 CRI1'ICA SOCIALE • Crisi del capitalismo e crisi della civiltà La terza v:ia. In uin momento ,di grandj esperienze .storiche, qua– le è H presente, ,in cui il capitalismo sembra avviarsi verso il crollo, ed è comunque in decadenza, ,c,i·si de– ve ,p-orre il problema se un sistema ,collettivistico (che molti non sanno vedere se non nella forma •tota.Ji .. taria del bolscevismo russo) sia l'undca forma so– ciale atta a sostituire quella presente. Autori appar– tenenti ad indiriz,zi filosofici e pol,itici assai diffe– renti (basti citare il Rosselli, lii Berdiaev, il Ropke), hanno prospettato, esplicitamente o impli,c•itamente, la possibilità di una « terza via» fra il sistema ca.. pitalistico e i'! collett-ivismo. A prescinde-re dal mag– giore o mino-re contenuto di verità che queste teocie possano avere, esse acquistano oggi un valore di at– tualitàl in quanto, sul piano pratico, -alcune grandi correnti politiche di s-inistra dell'Occidente euro1peo, pur m_antenendo fermo il principio derla lotta anti– capj,talistica, si differenziano, dal marxismo •leninisti~ CC\ e· staliniano del/la Russia· sovietica, non solo per il metodo, ,che è rigorosamente democratico, ma in parte anche per i fini. Per quanto non sia perfettamente •chiaro e stabi– lito fo che cosa praticamente consista questa « ter– za via» (coloro che l'hanno prospettata sono incorsi nelle giuste critiche dei .più conseguenti teorid del liberalismo economico e del collettivismo, i quali si sono trovati d'accordo na!l'affermare che « fe,rt,ium non dalur », fra l'una e l'altra specie di ordinamen-– to sociale), si deve pur tuttavia riconos,cere che quel– 'le dottrine, oltre.chè ris.pondere a•d -alcune esi.genze che conservano anche oggi un alto valore, .tendono a risoJvere ,quesiti di vitale importanza, specie per: g}i Europei. Tra i problemi politici che occorre urgen– temente affrontare, due appaiono di una grav•iità ec- · cezionalle: il p-rimo ha per interrogativo •base se il crollo del sistema capitalistico, ca,usa-to da11e intime contraddizfoni che .in sè sviluppa, non possa ancne determinare Ja _completa rovina della ,civiltà, invece. che ,portare all'avvento di un sistt!ma sodale supe– rfore; m secondo problema, strettamente connesso ,col precedente, rigua-rda il futuro destino della pèr-– sonalità del sfa1golo che, oppressa ora ,dal sistema ca– pitalistico, potrebbe es-sere schiacciata anche in un sistema ,colJettivist.ico. La' CI'isi della sodetà e della civ-iltà. Partendo da presupposti filosofici che, nonostante opposte conseguenze, s,i, fondano su una ,sostanzial– mente identica visione palingenetica ,de'lllastoria non si puù ammettere la probabilità di una decadenza della civiltà occidentale e ·credere che sia :i,n,potere degli uomini di evitarla: Infatti, mentr:e non possia– mo aocettare che la società presente, con tutti i suo:i contrasti e le sue ingiustizie, rappresenti la perfetta a_ttua zione della « libertà» nello svolgimento dia•let.. t1.co della storia, non possiamo nemmeno ritenere che, da tali contraddizioni, possa, quasi spontanea– mente, nascere la società perfetta ,cosicchè alla in-– •telligenza e a.Jla volontà degli uo'mini nessun aHr.o compito rimarrebbe se non quelllo assai facile di acce_lerare tale processo, già determi~ato, e che si ,~on– c1u~e-rebbe con il rapido ,passaggio dal mondo della stona governato dalla necessità, al re"no -deUa libeir– tà', inteso come fine ultimo e termi';;e dellla s.toria des~ . . E' vero che la ,socie,tà di oggi ha la tendenza -a trasforma,rsi in una società super'iore · ,da ciò non si deve ,però dedurre che una tale t~asformazione ,possa essere realizzata soltanto .con la forza ,insurre– zionale, benchè, apparentemente, il successo di que– st'ultima sia assicurato ,dalla possibilità di sfru~– tare le cause di disfacimento che sono già :insite nell– l'attuale si,stema. ·C. Marx preconizzava che .la -rivo– luzione del p,roletariato sa rebbe avven uta in quel mo– menito in cui la società . capitalisti.ca, giungendo .al massimo del suo $Viluppo, avrebbe tr amutato in osta· coJi ad un ulteriore progresso tecnico ·ed economico BibliotecaGino Bianco quei rapporti g-iuddici di proprietà! che fino ad all– lora e.rano serviti di stimolo p-ropulsore · mentre noi vediamo oggi svilu,pparsi i germi della' rivoluzione soprattutto nei p:ies_i .J}overi _e sov!rapopolati, per ef: fetto dello squ11Ibr10 propNo dello stesso sistema capitalistico mondiaJe e in ,cui più grave si· riscontra ~U,fenoi:neno del~a !ormaz-ione d-i un monopolismo maustr1aJe ed agrano da un lato e del pauperismo d~l\e 1:1asse_ lavoratriC:i ~all'adtro. Infa1tti, per le co11- d1z10n-Ist0nche m cui vu si svoJge la lotta di classe da un lato i ceti ,dominanH e· sfruttatori si senton~ spinti, ,pe-r [a ,suggestione .del loro egoistico interes– se, ~d opporre uria inflessibile resistenza contro l'at– tuazr,one di qualsiasi principio d.i umairnità e di li– b_ertà a .f~vore di tutti_ i membri dell'aggregato poli-• trco, dall altro le olassr oppresse, pur avendo in em– brione il vero senso di. un-a ,personaHtà e di una Ui– bertà più completa, ,più umana, più universale, ap– p,1:1ntoper essere staite semp!fe soggette non possono d1ventare ad un tratto classe dirigente. Conseguente– mente l'assetto sociale· non può più manl·enersi nello statu quo e il rovesciamento de!Ja prassi tende a ma– nifestarsi .con impeto -rivoluzio·na,rio: da c,iò deriva che giu nge a1 potere, con J'aiuto delllai,categocia ded tecai.ci, una minoranzia di uomini poli,tici, la Quale, pur n on assumendo, come ,ritiene d;JBurn.ham la fun-– zione di classe sociale d,ominante, quando ;ua fase !incandescente della ,rivoluzione ,succede Jai fase ter– midorista e bonapa rtista, tuttavia ,costi.tudsce una ari– stocrazia polliti.ca che si' vale de'I cosiddetto capita– lismo di S taito ,pe•r il. p-rop'!".iobenessere economico e più per soddisfar.e la ,propria, v,olontà d-i potenza. . Questa è Ja tragedia di quasi tutti i popoli del con- tmente europeo, nel quale di crollo de.I sistema capi– talistico è, .per Je. ,contraddizioni economiche, ancor più prossimo ,che in quei paesi (come U'America e l'Ingl.iilter,ra) dn cui' il capitalismo si è svHuppato ail massimo, mentre la mancata evoluzione psicologica rende difficHe J'attuazione di una forma di socia-– Hsmo ,demo,c<raticò. Sembra quindli ,esatta lai tesi di G. Fel"l'ero, ·secondo cui ·il ra.pido .cro'L1odeli ip<rincipio ,tradizionale di le– gittimità} de-Ile grandi mona:rch:ie, ;provocato dalla guerra 1914-18, ha ,]asciato ,],e nazioni eur-opee com– pletamente ,disor,ientatie e. incapaci, per non esservi abituate, a reggersi democraticamente: onde esse so– ~o ,cadute in :potere di •regimi dittatoriali, ti quali, an grado maggiore o minore, hainno sostituito la le– gittim'.tà demo,cratica con .Ja violenza. Il pen.siero de,l R,opke e l'inse•gna,me'nto ~e/Na s-tOlria. Se queste ·sono •aITcunede1Je cause p,rincipali per cui la ,c:risi del capitai!ismo potrebbe coincidere .con una crtisi deUa civiltà, quali sono i rimedi? E' ovvio che s1 tratta ·di un argomento di ta,le-difflcoltà e va– stità che dobbiamo limitarci ad espor-Fe crit::camen– te ad-cune delle soluzioni fondamentali p-r,ospettate dai t~or.ici dei11a «i terza via». · ·,Costo-ro, nel <campo sodale·, ,pur ammettendo che sia .necessario combatlere il cap1talismo, ,non acoet-. tano ,la concezion·e della lotta idi classe. ln partico– la,re -il Ropke fonda il suo programma di azione so– pra il pr:inc.ipio de1Ja ;JoUa ,su due fronti, e ,cioè •con– tro le forze conservatrici da un lato e contro la bu· rocrnia daU'a:tro. I fini a cui tale ,lotta dovrebbe ten– dere sarebbero la sproletarizzazione della o1asse ope– raia (in ,op.posizione a1Ha totalie proleta•rizzazione della socie-tà, a cui ,porterebbe, a suo avviso, il coJ– lettivismo integrale) e jJ potenziamento deJla ,pi-e– cola ,iniziativa ,privala dei ceti medi, ,costituiti da artigiani, piccoli commercianti, e industriali, piccoli pro-prieta,ri, contadin,i, Questa impostazione dottri– nal<edel Ropke, comp•rendente una ;Jotta su due fron·– ti, ,cioè ,contro d1:1e ,pericoli secondo, ,Jui egualmente t•emibiai, ma, aventi ca,rattere antitetico, T.Jarte,in fon– do sempre da quel concetto (oggi div,enuto un moti– vo .propagandis1i-co alquanto m,onotono della politica. di d-estra), di quale arfferma che al crol!do della bor– ghesia ,capita-listica 'dovrebbe seg;uire un Tegime di burocrazia. L'equivoèo ,di taJe ,concetto consiste neJ:J'attribui– r~ ati ,regimi burooratici (.categoria in cui ve'frebbe– ro aècomunati ·il nazifascismo ,e il ,comunismo so,. vietico, forme politiche ,che ipure rivestono una real· tà1 sociale notevolmente div,ersa) ùa quatliftlca di anti- .

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