Critica Sociale - anno XXXIX - n. 21 - 1 novembre 1947

402 CRITICA SOCIALE sclude ogni giorno più qualsiasi libertà di atteggia– mento ai non conformisti·? Certamente no. E allora non resta che concludere che la dichiarazione di Lombardi e compagni è stata scritta solo per sal– v,are l'anima e documentare una inesistente conti– nuità di pensiero, e che la decisione di ~derire ~l P.S.I. è stata invece presa per ... Non vogliamo scri– vere quello che ci viene nella penna, perchè è così banale la constatazione, che vorremmo poter spe– rare che essa sia suggerita da uno sconforto nostro 0 dalla malignità di coloro le cui voci raccogliamo da ogni parte, piuttosto che essere immagine di u~a realtà effettiva. Ma, d'altra parte, che altra spie– gazione trovare? C'è veramente da disperare dell'avvenire di que– sto nostro povero paese in cui forze intellettuali va– lidissime, che potrebbero essere sicure guide morali per l'ascesa verso un luminoso avvenire, restano affogate e impantanate entro un groviglio di me– schine ambizioni, di sconcertanti opportunismi e ;ri– nunziano all'orgoglio della propria dignità, allia ilie– rezza del,la missione cui potrebbero essere chiamate, alla stessa esigenza di chiarezza politica. Proprio negli stessi giorni, nelle stesse ore, un uomo di non comune levatura politica e intellettuale, a cui dieeif anni di galera sofferti per le proprie· idee conferi– scono particolare prestigio, rinunzia al privilegio di 'una eccezionale rispettabilità e laudabiliter si sot– tomette alla intimazione del Sl!l.O partito, smentendo quello che ha detto e di cui è convinto e-che aveva creduto di dover dire in difesa di un obbiettivo di pa– ce, in difesa dell'umanità e della civiltà, le quali per l'inasprirsi di un conflitto tra gli opposti blocchi correrebbero un pericolo dalla cui visione la nostra mente rifugge spaventata. Non ci fermiamo neppu– re a constatare che, se avesse _aspettato pò.che ore a negare quello che aveva affermato, !'on. Terra– cini avrebbe potuto trovare nelle parole pronuncia– te da Stalin in una intervista la com.ferma di quan– to egli stesso aveva dichiarato. Non sono .queste piccole circostanze esteriori, affatto cas~ali, che ci interessano. E' la mancanza di qgni rispetto per la propria libertà e dignità, è il clima' sociale e morale in cui questi fenomeni si determinano cqme per una forza incoercibile, che ci interessa; <ilieci preoc– cupa e ci mortifica. Verso quale_ mèta am.diaril@ e quali forze potremo creare e mettere in valore che ci trattengano dal continuare a muovere verso un gorgo in C\!11 tutte le migliori forze morali vadano sommerse? ' Proprio di fronte a questo triste spettacolo noi sentiamo l'orgoglio di essere noi, l'orgoglio della li-· bertà con cui ·pensiamo e parliamo, del disprezzo in cui teniamo tutti quei moventi deteriori da cui ap– pare guidata la condotta di tanta gente. - Certo la franchezza con cui parliamo, il nostro rifiuto a vel– licare con astuti e bassi demagogismi gli impulsi ir- - ragionevoli ché permangono pur troppo frequenti ancora neil'anima proletaria, ci tolgono applausi e voti, ci procurano anzi fischi, minacce, percosse, col soprappiù dei dileggi a cui traggono occasione da queste·nostre disavventure i nostri compagni di ieri. Non importa. Così si serve la propria idea e si ser– ye la verità, che finirà, anche ad opera nostra, per farsi strada, non ostante le _:forzeche l'avversano. Guarcliamo in casa nostra e ·fuori. Abbiamo in casa nostra un .governo che è dominato da forze BibliotecaGinoBianco conservatrici, e in parte anzi spiccatamente reazio– narie, che tuttavia sente di non poter fronteggiare la situazione con la semplice forza delle baionette che pure ha in larga misura a sua disposizione e sente perciò di dover evitare i guai che potrebbero nascere da una soverchia indulgenza verso gli opa– chi e intransigenti egoismi padronali e di dover . quindi ..proporre e, all'occasione, imporre una solu– zione equa, umana dei problemi ·sindacali che impli– cano_la possibilità o impossibilità di vita per decine di migliaia di famiglie. Diamo atto e lode ai diri– genti deUa C.G.I.L. di aver saputo rendersi conto di questa situazione e di aver conformato ad essa la propria condotta, di aver sentito che non si po– teva sacrificare al gusto di clamorosi atteggiamenti gladiatori il domani immediato di tanta folla di la– voratori e delle loro donne e bambini. Ma i partiti di estrema sinistra che cosa. hanno fatto per favori– re le soluzioni richieste da tanti urgenti motivi, e quale sensazione hanno mostrato di avere della gra– vità del momento? La loro opposizione si mantiene sempre priva di ogni capacità e di ogni proposito costrutt,ivo, _è un « qualunquismo di sinistra», che potrà prendere •il posto dell'altro che le contese fra i seguaci di GiaruJ.ini e ql!l.ellidi Selvaggi e cli Patris– si minacciano di mettere in piena liquidazione. Fuori di casa nostra, la situazione è altrettanto evidente. Non ostante· le parole di Stalin (delle qua– li si capisce facilmente la ragione, se si pe!'lsa che la Russia ha bisogno d,i guadagnar tempo), sta il fatto che - come documem.tano le parole aspre e aggressive che ;vengono da certi ambienti americani e Cli1itelle non meno dure che si leggono nella Pravda, nelle I svestia e nei commenti delle agenzie russe - il pericolo che si proceda verso una situazione che renda un ·giorno o J'ialtro inevitabile un conflitto ar- _ mato· si fa ogni giorno più grave. Si capisce che il P. C. affermi che l'America è mossa da sfrenata volo11tà di guerra sotto l'impl!l.lso di un imperiali– srr10aggressivo· e che invece la Russia è il più saldo coeffr i ente di pace che sia in Europa e nel mondo; si capisce che esso per tanto consideri còme un<1. pre– parazione di guerra il piano Marshall e •.m'i.woc.a– zione di pace il documento di Bialystok; i vincoli, siano pure soltanto ideologici, cl),e lo legano alla Russia non gli consentono di parlare e di pensare diversamente. Ma il P.S.I. che, per bocca del suo stesso segreta'rio, riconosce che il piano Marshall non ma in sè ~mila che possa essere condannato o guardato com. sospetto; eme esso risponde anzi ad un-a necessità ed è l'unico mezzo di salvezza che si offra oggi a-Jl'Europa; come può poi affermare che. pur dopo il documento di Bialystok, non c'è nulla da mutare nei rapporti col P. C.; come'può non ve– dere che di fronte alla minaccia, implicita in quel documento, di acuire i sospetti che gravano suH'oriz– zonte internazionale e spingere gli Stati inte_ressati a sempre più gravi preparativi di guerra, urge cor– rere ai ripari. se si vuol tener lontano il pericolo? L'internazionale comunista, quale è sorta a Var– savia e si è dichiarata nel documento citato, sia essa un rinnovato Co~ntern o sia un semplice Comiin– form, _è innegabilmente un'internazionale di guerra. Dobbiamo ad essa contrapporre un'internazionale ,di pace. Lo riconosce anche Nermi, in un articolo in cu~afferma che i socialisti debbono tenersi estra– nei ai due blocchi, contraddièendo con questa affer– mazione a quanto aveva detto prima in altro suo

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