Critica Sociale - anno XXXIX - n. 19 - 1 ottobre 1947

354 CRITICA SOCIALE le correnti che vo1Tebbero sempre più strettamente legato il nosu·o PaeS!e alla politica 1 del cosidètto blocco occidentale; e i comwtlsti ,dovrebbero senti– re questo pericolo e rettificare correlativamente l'at– teggiamento loro. Altrettanto dicasi per un altro irecente episo,dio. Con l'entrata in vigore del trattato -di pace e il con– seguente ritiro delle u·uppe alleate dalle zone del nostro confine nord orientale, le forze jugoslave hanno occupato l'Istria e le forze italiane sono en– trate a Gorizia. I nostri giomal'i qualunquisti e mo~ narchici e tutti i residui del vecchio nazionalismo si .sono scagliati con furO'l:e a,d'dosso a.gli s,lavi per le violenze d:a loro commesse, che essi hanno dipinte coi più foschi colori, esagerandone 1a gravità. Dal canto suo Togliatti àlla Ca.mera ha denunciato soJ– tanto le violenze dei fascisti italiani a Goirizia. Noi siamo convinti che queste violenz-e sono avvenute, e l'ha confe-ssato del resto anche De Gasperi, solo affermando che per la massima parte esse erano av– venute· prima che le forze militari ital'ia11:e entras– sero nella città. Ma è indubbio che; anche gli Jugo– slavi si sono abbandonati a violenze nelle :oone da essi occupate e noi vorremmo sperare che la soli– darietà politica non arrivi al punto da !l'ell'dere as– so,lutamente ciechi i comunisti di casa nostra siilla natura del 'regime d~ Tito e st1il1edisposizion~ d'ani- , mo dei suoi sosteni'tori. B1sognava quindi! che c;,si si. astenessero dal prendere posizione per un nazio– ·nalismo ~raniero, sia pure ammantato- di ideologia com1.i.Iùsta o, ph1ttosto, bolscevica, contro il nazio– naii'smo nostrano. Bisognava che si elevasseiro ad una visione internazionale, che reelama una lotta tenac-e e intransigente contro tutt1 i nazionaTi,mi. Soprattutto nel momento in cui- i: comunisti recla– mano di ottenere nuovamente una pa'l·t.ecipazio,1e al potere, come possono preitendere che gli altri partiti non cerchino di arttraversar loro la via e sii.a– no anzi disp.osti a, co!llldivildere con essi le respon– sabilità del governo, mentre essi dimostrano così settaòo atteggiamento contro- gli interessi e i diritti e la difesa della civiltà del loro Paese e della ,icu– rezza dei loro connazionali? Ragionamento non molto ,diverso possiamo fare anche per l'atteggiamento assunto· dai comunisti 'di fronte all'esecuzione della, condanna a morte del Petkov. L'Unità ha ragione da.vendere quando, nel nmnero del 25 settembre, affenna che non hanno ragione di sca,ndolezzarsi e di protestare i governi delle Naziom occidentali, i quali halllilO tolleràfo in silenzio tutta la serie di assassini compiuti in Spa– gna da Franco e dai suoi sostemtori. Ma quando essa, -'- in pieno accordo, -del resto, con la suà consorella francese L'Humanité e con tutta la stam– pa comunista - ·definisce, nel titolo •del' suo arti– ·colo, << Un -atto di giustizia>> la condanna a morte del Petkov, evidentemente viene a legittimare h1t– ta la sanguina•ria violenza di F-ranco e dei suoi rn– ·stenitori. Se un regime ha diri'tto di difendersi con tutte le aTmi non appena si profili il pericol~· di una lotta diretta a rovesciarlo, evidentemente il Caudil– lo s.pagnolo ,aveva tutti i ragionevoli mo-tivi di man– -dar a morte i suoi oppositori, che evidentemente .non intendevano di combatterlo soltanto sul terreno ideologico, ma ntl,ravano a rovescian:lo per restau– rare la libertà del loro Paesè. ' Non ci fermiamo a dimostrare che anche in Bul– garia, èome in !spagina, il governo non difende con. ti'o gli attacchi d'ei suoi avversari un regime d.i ,de- BibliotecaGino Bianco mo.c:razia, ma una dura e violenta dittatura: la co~a è per noi di palmare evidenza., come risulta da un complesso ,di indizi incontrovert'ilbili; ma sap– piamo bene che i lodatori della ... democrazia pro– gressiva bolscevica non SOll1.-0 oerto disposti a rico– noscerlo. Possiamo però ben dire che nel caso di Petkov, se anche po:tè esservi .(ma non ci pare sia risultato) il proposito ,di abbattere con mezzi iile– gali il regime impersonato da Dimitrov, non ci fu però neppure un. inizio di atti, esecUJtivi rivolti a tal :fine; e possiamo quindi ,richiamarci a un gene– rale principio di diritto per cui non basta una in– tenzio.~e, e tanto meno la- presunzione di una in– tenzione, per ci·eare il titolo di Ulll,a, condanna. D'al– tra p.a'l'te, pe1· difendersi dai suoi nemici, un regime non ha bisogno ,dij ricO'n-ere senz'altro alla condan– na a morte; ci sono aJt.ri mezzi per impedire ad essi la possibilità di azione. Se non ammettiamo questo, noi incorriamo nel pe:rioolo di dover dare una p:atente ,di gènerosità al fascismo che non con– dannò a morte coloro che andava11.o coraggiosamen. te pirepairando le forze e le condiziom ·con le quali e ne11e quali po-tessero ri,n giorno riscattare il nostro ,Paese dalla schiavitù e ,dalla vergogna nella quale lo teneva il regime fascista. Anche questa d'i'fesa de]h condanna ·a· morte di Petkov e dei metodi di cui essa è sintomo non è ·certamente adatta aid ac– creditare quei principi -d'i democra.zia .p,er la C1l!Ì rappresentanza e difesa i comunisti chiedono• di partecipare al governo del nost1:o Paese. * *-* È qwesto un nuo'Vo part:i,oofaire Ìlni una serie d:i errori che creano ostii1ità o diffidenza, nello spirito del Paese, non solo contro i oomunisti, ma contro tutte le forze di simstJ:a, e se1rvono- maravi!gliqsa~ mente :alla sp,eculiazione e :all-e manovre ,politiche dei ceti reazionari, impazieiruti di toglier di mezzo tutti gTi,ostacoli che si oppongono ad un rapido· l'Ì· torno di tutto il potere, e d'i un incontrollato po• tere, nelle foiro mani. Per questo motiv.o noi ci sen– tia,mo costretti a denunciare quegli errori, anche a costo di esser tacciati' -di anticomunismo. Noi non siamo contro l'i<leologi.a d'èi comunisti, che h:a al-– cuni aspetti fondamentali comum con la nosh-a; uon siamo contro I.a mèta che a pat"ole essi dicono d:i voler raggiunger e, ma siamo cont1·0 i metodi coi quali la si vuòl perseg ui.re e sostanzialmente, a p•a– rer nostro, la si tradisce. Noi non possiamo accon– ciarci all'idea che il bolsceviSIIJlo russo, preso oggi a modello dai comunisti di tutti i Paesi, sia la ge– nuina a,1itu.a1:fonedi quel progi·amma comurnista che enuncia'Vano Marx ed Engels nd loro Manifesto di un secolo fa, e non po.5siamo quindi riconoscere che siano mezzi adatti a riscattare la società dal- 1'oppressione e dallo· sfruttamento quelili che v~n– g,ono scelti solo per favorire il gioco russo nel con– trasto delle opposte forze nella palestra politica in– ternazionale. Noi sentiamo il bisogno di richiama1·e a1 più rigido senso di resµonsahilità tutti coloro coi quali sentiamo di aver una qualsiasi- c~mWianza di :fini id:a rufend'e:re ·conrtro ttitte le forze inesorabil– mente nemiche che tendono- a schiaccia,re loro e noi. Di errori ne. sono stati. ~ommessi ormai. troppi in questi trenta mesi tTascorsi d:alla liberazione; occorre assolutamente evitare che, proseguendo per questa via, si comprometta inesoirabilmente, e per una hmga serie di anni, quella causa per la qualte si dichiara di voler combattere.·

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