Critica Sociale - anno XXXIX - n. 19 - 1 ottobre 1947

Critica- Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCI A/..ISMO Fondata da FILIPPO TURATl In Italia: Anno L.1000 (Abbon. sostenitore L,2000) Semestre L. 550 Trimestre L. 275 Estero • • 1500 • • • 3000 • • 800 • • 400 DIREZIONE E AMMIMISTR.: Milano, Piazza Dlaz, 5 "lei. 16.220 -16.319 -· ■oma, Via Sistina, 48 c. C. pesi. per abbonati n. 3·8225 • Spe•lzlone In ebbenamento postai•, gruppo Il Anno XXXIX - N. 19 Un numero sep•rato L. SO Milano, l ottobre 1947 SOMMARIO Politica ed attualità P:Mm.es:re per w,a, dtr-ezione socialista (U. G. M.J U nostro co.nvegno di Roma (UGO Gurno llloNDOLFO) Il libro bianco eco,nomioo del governo laburista (LA C. lì· e G. D. H. COL.E) Progetto elettorale « adl usu.m balenae » (Looov1co TAIIG!ln"l'I) Il Senato della Repubb'tica (ALADINO) PoliMca ed economia federaliste (GUGLIELMO· Usm.Ln(I) Problemi economici • sociali La vertenza del salariati agricoli (ALDP PIAGANI) Storia, filosofia, v~rietà Materialismo dialettico e socialismo (contnua) (ALPREDI! POGGI) Falli e comme'nti della stampa italiana ed estua (p. ga. e g. P··) Pr~messe per una direzione socialista Tutte le forze che si contendono la cµrezione del– le sorti dei popoli in quesito agitato ,dopo guerra hanno assunto in questi ultimi giorni un più aspro atteggiamento di lotta a fondo. Il duello tra Ame– rica e Ru.ssia si fa sempre più serra elle confe– renze de11a O.N.U. tanto da suscitare sempre più gravi preoccupazioni, se anche sia ragionev9le ri– tenere che per alcuni anni a.µcora un conflitto ar– mato non potrà scoppiare, perchè nè la Russia è pronta, nè l'.i\ni.erica ha interesse a turbare il pro– cesso di restaurazione della economia mondiale, che è oondizione della permanenza e dello sviluppo del– la sua attività e prosperità e mezzo necessario per la sua difesa àal pericolo di crisi. Del conflitto tra Russia e America le prime vitti– me siamo noi, ai imi -danni il rappresentante russo nell'AS6e1nhlea delle Nazioni Unite ha opposto un nuovo veto, il 22°, come notano i cultori della sta• tistica, che è stato opposto sin qui nei convegni del– l'O.N. U. Non abbiamo bisogno di diffonderci a ri-- iblio eca Gino Bianco p~tere quanto ingiusta sia la tesi ru~a che l'Italia non debba essere ammessa se non sono insieme am– nìesse anche l'Ungheria, la Rumania; la Bulgari•a. Per contestare tale tesi i ·rappres-entanti dell'Austra– lia, dell'Inghilterra, dell'America, del Belgio hanno addotto che questi paesi balcanici non offrono anco– ra garanzia di tranquillità interna e di rispetllo ai principi di liber:tà _edemocrazia, che secondo gli ac– cordi di Potsdam, sono condizioni necessari•e per es– sere ammessi nell'.O.N.U. Noi non entriamo in que– sta discussione, perchè l'osourità che involge tut– Jora le condizioni di quei paesi balcanici può con– Stlntire ai partigiani del blocco orientale di sosite– _nere che non è vero che essi manchino ,di sicurezza e siano. tehuti in un regime di dittatura e di ter– ròre. Possiamo però ben dire, senza tim.ore di-obie– zìoni, che mentre l'Italia si e'lea già ve1~ti mesi pri– m,a··che la guerra finisse staccata da1l'a11eanza con la Germania, quei. Paesi sono rimasti invece attac– cati ad essa fin-o a che non furono invasi dalle forze newiche; e che mentre noi abbiamo dai,:, t:rn!o ap– porto di entusia-.,mo, di forze, di mru:tido dei no– stri partigiani per aiutare l'opera di liberazione, essi si sono c001tentati di riceverla passivamente (se pure Phanno· considerata tale) dalle forze che vi.a via oositrinsero i Tedeschi e i loro alleati ad arre– _trare. Perciò i comunisti che giustamente rimpro– verarono il governo italiano e la sua diplomazia di non aver fatto valere in modo sufficiente le benr-me– lienze acquistate dall'Italia, con, l'opera dei suoi partigiani, nella lotta contro il nazifascismo, do– vrebbero ora essere i primi a protestare contro que– sto teutativo di mettere S'.Oprauno stesro piano l'Ita– lia e i Paesi balcanici. E invee~ essi nou hanno pro– testato, anzi hanno mostrato di riconoscere legit– timo l'att,eggi.amento della Russia. Certo dobbiamo dire che questo atteggiamen– to è determinato non da inimicizia deilla Rus;;ia contro di noi, ma dalla volontà d:i impedire clie l'ingresso dell 'ltalia nell'organizzazione delle N. U., non controbilanciato dall'ingresso di altri Stati, rappresenti, almeno per il momento, un rafforza– mento del blocco favorevole alla politica anglo– ame-ricana; ma è enorme che si dica per questo che il trattamento fatto all'Italia è 'stato << giusto ed· umano », e sarebbe poi ragionevole <tener conto del– le forze considerevoli che esistono nel nostro Paese contro ogni asservimento dell'Italia sia all'~no che all'altro blocco e per la costituzione in Europa di iin aggregato di Stati che salvi da ogni influsso estraneo la indipendenza e la civiltà europea. Vi– ceversa l'atteggiamento in cui la Russia persiste non può avere altro effetto che di rafforzare i.a Italia

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