Critica Sociale - anno XXXIX - n. 19 - 1 ottobre 1947

376 CRITICA SOCIALE per azioni sostiene l' A. - la distribuzione del capitale dimo..,, stra l'esistenza di una forte concentrazione finanziaria. Si può affermare che sul numero complessivo di azionisti,' che è di 946.710, ben 946.053 ossia il 99.93 % posseggono appena il 49,6 % del ca• pitale, mentre 657 azionisti, cioè lo 0,07 % posseggono il 50,4 % del capitale. Nelle società industriali: azionhti esistenti 462.123, di cui il 0,18 % possiede il 54 % del capitale, Nelle società com· merciali: azionisti 18.039, ·di cui 1'1,62 % possiede il 65 % del capitale. Nelle società finanziarie: azionisti esistenti 41.185, di cui il 0,01 % possiede il 47,2 % del capitale. Nelle società di assi– curazione: azionisti esistenti 23.871, di cui il 0,47 % possiede il 52,5 % del capitale. Nelle società di trasporti e di comunicazioni: azionisii ll0.199, di cui il 0,001 % possiede il 52,9 % ». Ad obbie• zioni mossegli daJJn stampa finanziaria borghese, l' A. riconosce che in tali dati è conglobato anche l'« azionariato' di Stato», ma rileva che, a compenso, sono state incluse nella indagir,;e 45 so• cietà cooperative, con un numero rilevantissimo di a~ionisti, pari · addirittura ad un quarto del totale. Questo grado di concentrazione 11. ha raggiunt~ quel limite massimo che praticamente consente a .pochi azioni~ti (priVnti,. società od enti) il « ·controllo » effettivo dei più grandi organismi economici italiani ». Una maggiore con• centrazione sarebbe inutile. L'A. rileva poi l'importanza che è venuto assumendo l'azionariato di Stato, il cui controllo si estende a 358 società, rappresentanti il 26 % del capitale censito; ma nota come a questa potenza finanziaria non ·ha ancor fatto riscontro un efficiçnte · intervento di diretta azione economica. Mab:rado le dif: 6coltà 1ai un rilevamento, le società controllate da capitali stranieri si aggirerebbero sul 7,8 %, con una corrispondente percentuale ri– spetto al capitale complessivo. L' A. passa infine a considerare, sia pure presuntivamente e prudenzialmente, la potenza deUe oli– garchie private, per affermare « che il capitale c~n.trollato da grandi e medii complessi oligarchici priv.a'ti ammonta a· 11.onmeno di 30,9 miliardi, cioè il 46,7 % dell'inter<1 capitale (valore monetario 1941!) ed è così suddiViso: · gruppi oligarchici privati elett11ici: 10,95 mi– liardi; gruppi oligarchici dell'ndustria chimica (con alla testa la Montecatini): 5,20; gruppi oligarcbièi finanziari: 2,80; gruppi oli– gar~hici tessili: 2,50; gruppi oligarchici privati metalmeccanici: 3,00; gruppi oligarchici della industria alimentare: 3,84; gruppi oligarchici minori: 2,70 ». Le conclusioni a cui l' A. giunge Sono le seguenti: « L'economia italiana è' caratter.izzata da due feno– meni fondamentàli: 'da un lato la strapotenza delle oligarchie pri, vate, le quali, attraverso nna lunga serie di società a catena, con– trollano la metà del capitale totale, e dall'altrq da una massa amorfa, costituita dall'azionariato di Stato, spesso inattivo ed inu– tilizzato, con tendenza manifesta ad una politica economica irlna– turale e privatistica. Non più di 4 miliardi, cioè circa il 6 % di tutto il capitale azionario censito, rimane a disposizione della media e piccola iniziativa privata, pur sempre limitat~ e sempre costretta n vegetare aJl'ombra delle grandi oligarchie economiche. La èoncenfrazione finanziar}a del capitale è p~onllnciatissima: suf– ficiente in pratica od un controllo, da parte di un'esigua mino– ranza, di tutto il capitale azionario investito., nelle varie classi di attività economica, La media e \liccola industria :qella maggior parte dei casi esistono solo come entità tecniche, ma non hanno, come entità economiche, che un 'importanza secondaria e margi– nale. Considerata la concentrazione profonda ed insospettata del capitale, P,a qualsiasi visuale si voglia esaminare il problema del controlh della produzione, sia allo scopo di salv.:aguardare una reale libertà d'iniziativa, sia per proteggere e ·potenziare la pic– cola e media industria, sia per impedire che una capitalistica mi– noranza monopolizzi, in suo esclusivo favore, il profitto, allo scopo cioè di raggiungere una più equa distribuzione del reddito nazio• nale, è giuocoforza giungere alla concl1i1sione che l'istituzione di– controlli democratici della produzione, comunque articolati, è una imperiosa necessità, non solo sociale ma anche economica •· Il divorzio in America. Vari giornali, in Italia ed all'estero, si sono occupati negli· ul– timi tempi dell'aumento del numero dei divorzi negli Stati Uniti, aumento che v·iene attribui~o, giustamente, alle conseguenze della . guerra, all'eccessiva libertà di vita e di costumi, ecc, Sulla rivista americana Harper's Magazirie di settembre Bernard B. ·smith (Di, varee is cheaper than marriage) dà a questo problema una imposta• zione del tutto diversa. Scrive lo Smitb: « Soltanto un matrimonio ogni tre giorni finisce con un divorzio, ciò che sta a significare che valga la pena di pagare forti tasse per il privilegio di conservare l'istituzione della famiglia. Poichè è proprio questo che gli sposi stanno. facendo·: gli emendamenti al Codice delJe imposte interne apportate dal 78° Congresso nel 1942 ranno sì che sia più economico divorziare e pagare che rimanere sposati; e ciò è conveniente per tutti quelli il cui reddito netto tassabile sia superiore ai 2000 dol- lari annuali ». · Lo Smith prova poi, ~ifre alla mano, che, eccettu?ti dieci Stati Biblioteca Gino Bianco della Confederazione, le tasse pagate in molti casi da una coppia di sposi sono assai superiori a quelle pagate dai due quando eeli siano divorziati, per cui si verifica persino il caso di coniugi i q,1ali prima divorziano e· poi tornano liberamente a conviv~rt,. Questa è certaDlente una causa del forte aumento del num~ro dei divorzi dopo il 1942, specialmente tra coloro che godono di red– diti discreti, Il Congresso americano deve pensare a riformare queorc leggi. p. ga. e g. p. Elenco degliopuscoli in vendita pre110 la Casa Editrice "CriticaSociale" 2 - GoNZALES - GREPPi - In memoria di Emilio Caldara 3 - GIUSEPPE SARAGAT - Sociaì-ismo de– mocratico e Socialisnw totalitario 5 - NINO MAZZONI - Problemi della terra e riforma agraria 6 - AN,TONIO V ALERI '.. L'organizzazione socialista dell'agricoltura 7 - VIRGILIO DAGNINO - Note sulla ri– f orrma industriale 8 - G. FARAVELI,I - Il Partitio Socialista verso la Costituente · 9 - G. FARAVELLI - Progefto di Statuto IO - G. FARAVELLI cwlista '. u - OLINDO GoRN1 lista La Democrazia So- Socialismo federa- , . 12 - CARLO RosSELLI - Profilo di Fi– lippo Turati 13 - P1:i;;Ro GoBETTI - Profilo di Matteotti 14 - W. Fui;:ss - L'economia nell'Europa federata . . . . . . . 15 - LUIGI BATTISTI Cenni e oonside– razioni sui monopoli industriali 16 - G. E. MoDIGLIANI - L'assassinio di GiacomCAMaHeotti 17 - R. GUERRA ~ Il sognoidi un roman– tico 18 - FILIPPO 'TURATI - Rifare l'Italia e gli°Italiani 19 - H. LASKI - Il battaglione segreto 20 - G. FARAVELLI - Per l'autonomia del Partito Socialista (Marxism,o• e uto– pismo 21 - ROBERTO TREMELLONI - La situazio– L. 15.- > 20,- > 20,- > 5,- > 30,,..... > IO,– > 15,- > 50,- > 25,- > 50,- > 20,- > 25,- > 20,- . > Bo,- > 20,- > 20,- ne economica dell'Italia e il P.S.L.I. » 30,- ·22 - V. DAGNINo - O. GuALDONI - La , riforma industriale in Francia > 80,- Stante il - forte aumento delle tarjffe postali, sia– mo costretti a ridurre ,dal 25 al 15% lo sconto per gli acquisti superiori alle diecj copie di op_uscoli e vo– lumi di nostra pubblicazione. rimanendo a totale-no– stro carico le spese di spedizione. Direttore: UGO GUIDO M0ND0LFO Redattore respons.: ANTONIO GREPPI .àuterlzz.: Allied Publicationa B. C. N. 28& • 10-3-1114' Tipe8I'afia Pinelli _ Milan• • Via Farnoti I

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