Critica Sociale - anno XXXIX - n. 13 - 1 luglio 1947

226 CRITICA SOCIALE A CRISI Il Ministero De Gasperi, quarta incarnazione, ha dunque vinto riportando 274 voti favorevoli_ contro 231 contrari. Magra vittoria da_vvero, ~e s1 pensa che, per avere la maggioranza d1 43 voti, fu neces– sario che votassero la fiducia al Governo anche i 19 membri della Costituente che• ~ann? pa=te di es– so. Più scarna ancora appare la V\ttona, riflettendo che il risultato numerico derivò dalla astensione di alcuni deputati del nostro Partito, i quali furono indotti a questo atteggiamento, contro quanto era_ stato deliberato d'accordo tra il Gruppo Parlamen– tare e la Direzione del Partito, non perchè fossero incerti nel condannare il colore· politico e le diret– tive del nuovo Governo, De Gasperi, ma-perchè non vollero che il loro voto potesse confondersi éon quel– li ·di coloro che aspirano alla resurrezione del Tri- . partito e avesse l'effetto di aiutare questa resurre– zione o qualche analogo compromesso. Noi ci rendiamo pertanto conto dei rnovçnti che indussero quei nostri compagni che non si attenne– ro alle direttive stabilite dalla maggioran:za, gli s_tes– si moventi, in- fondo, per cui l'Esecutivo della Di– rezione del Partito ritenne di dover .deplorare la condotta dei nostri compagni del Comitato della Fe– derazione· Provinciale Milanese e dèl Sindaco com– pagn0 Greppi, appunto perchè la loro partecipazio– ne a quel convegno di rappresentanti di vari Par– titi e alla votazione della mozione che ne fu la con– seguenza veniva a creare una confusione ·tra. noi e i nostalgici sognatori del ritorno al Tripartito, e a renderci strumenti delle loro _poco nobili aspirazio– ni. Ciononostante vogliamo subito dichiarare éhe non possiamo approvare il contegno dei nostri com– pdgni che rimasero. deiiberatamente assenti dalla _votazione.Un partito attinge certamente forza dalla possibilità che abbiano tutti i suoi co·mpo1;1entidi esprimere con tutta franchezza il loro ,pensiero; ma perde naturalmente la sua efficienza; se si lascia facoltà ai singoli di far superbamente prevalere la loro presunzione di essere essi soli nel vero e di comportarsi secondo la loro volontà individuale an– che nel momento dell'azione. ·E' il .caso stesso, come è stato· detto più volte, di uri generale che preten– desse, durante l'a. battaglia, di attuare il piano che egli ha sostenuto contro quello che .la maggioranza ha approvato. Le conseguenze sono certamente me– no gravi, ma _sonodella stessa natura: indeboliscono cioè l'azione del corpo al quale ,si appartiene e gli tolgono forza anche per l'avvenire, perchè in caso che siano necessari accordi con altri gruppi, questi saranno riluttanti a legarsi col gruppo in questione, dato che esso non offre garànzia che i suoi appar– tenenti· si com.pç> rterarmosecondo gl:i accordi. Ciò premesso, non abbiamo bisogno di ripetere i motivi per cui siamo risolutamente avversi al nuovo · Ministero: Ii abbiamo chiaramente detti nello scor– so fascicolo, li ha detti in modo inequivocabile il compagno D'Aragona alla Costituente, segnando in maniera netta la diversità di apprezzamenti e di intenzioni che ci separa dagli altri, gruppi che han– no dato voto contrario. E non abbiamo neppure bi– sogno_ di dire molte parole per far intendere che, . per quanta possa essere l'ostilità nostra a un Mi– nistero clericale e schiavo· delle destre più reazio– narie,· lo preferiamo tuttavia a un altro MinisteFo a mezzadria o terzeria tra Partiti che, solo per giu- BibliotecaGino Bianco RISOLTA stificare la loro convivenza nel Governo, fingono di accordarsi su un programma al quale anticipa– tamente sanno· di non poter dare neppure un prin– cipio di attuazione con la loro azionè discorde, e che in questo modo contribuiscono a tenere in un lo– gorante stato di p.aral,isi la vita de1 Paese e scre– ditai:;io,con la persistente ripetizione del doppio giuo– co, l'efficienza e il prestigio dei metodi e dei fini della democrazia. E'. ora di uscir fuori da questi . equivoci, è ora di iniziare una politica di chiare li– nee, costruttiva, socialista: Noi abbiamo tentato di avviare su questo cammino la soluzione della crisi, ma la mancanza di ogrti dirittura politica e morale in coloro che avrebbero dovuto associarsi al nostro sforzo ha fatto sì che anche questo mom~nto pas– sasse senza che noi potessimo afferrarlo per l'inizio di un'azione che il proletariato attende ormai da troppo lungo tempo a lenimento delle proprie dif– ficoltà e soffertnze. A certa gente, animata da me– schini risentimenti_, premeva più di ogni altra cosa di impedire che no.i potessimo avere una parte qual– siasi nell'opera di resurrezione del Paese. Questa gen– te ha il gusto di Erostrato, il desiderio di mostra– re la propria potenza anche e soprattutto nel male. Non ci fermiamo a discutere il tlisgustoso conte– gno con cui si è cercato di far fallire i tributi della coscienza popolare alla memoria sacra di Giacomo Matteotti. A Sestri Pçmente, ad es., i nostri com– R,agni ebbero l'adesione di tutti gli altri partiti di sinistra alla celebrazione del sacrificio del nostro Marfrre e all'inaugurazione di una mostra: nella qua– le erano raccolte molte memorie di Lui, ma non la adesione del P. S. I.; interve11ne anche il Sindaco comunista di Genova e disse simpatiche e cordiali parole per l'iniziativa di quei nostri compagni, ma i membFi del P. S. I. ebbero 1•·ordine di astenersi da ogni intervento ufficiale e al Lavor'o• e ai setti– manali fu ingiunto di «ignorare» la manifestazio– ne. Lo stesso avvenne a Pavia e altrove. Per quanto riguarda noi, non ci sentiamo affatto· colpiti da questi settarismi ,e possiamo continuare serenamçnte per la nostra. stradà. Ma è questo il modo di servire la causa clel socialismo e di raf– forzare l'unità del proletariato, di ql!lel proletaria– to che _aveva· rpostrato di voler superare in que_sta solenne ricorrenza ogni ispirazione settaria, come nel caso di Sestri; dove, pur essendo notoriamente del nostro Partito l'iniziativa .della celebrazione, operai comuriisti furono lieti e orgogliosi di contribuire a rendere più solenne la celebrazione del sacrificio di Giacomo Matteotti.? I gregari hanno l'animo retto, sano, generoso; avrebbero _sofo bisogno di condot– tieri più onesti e meglio ispirati. Gli eccidi avvenuti in Sicilia, contro cui così con– corde si è levata la protesta di tutti coloro che han– no nell'anima loro un senso di umanità, sono un. chiaro sintomo del pericolo che ci minaccia. Le for– ze della reazione feudale e capitalistica sono orga– nizzate -e pronte a lottare senza esclusione di colpi, dove con metodi anche esteriormente briganteschi, dove con più raffinata preoccupazione di nascon– dere la ferocia cori la quale intendono_ difendere i loro privilegi. Noi corriamo rischio di non poter contrapporre nessuna efficace difesa contro queste forze del male, se non daremo prova di meritare che intorno a noi si stringano tutte quelle altre for-

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