Critica Sociale - anno XXXIX - n. 9 - 1 maggio 1947

150 CRITICA SOCIALE I zia italiana; le sorti, come. dell'Italia, così degli altri minori Stati europei sono state decise senza nessun riguardo ai loro diritti ~ .alla loro dignità, in funzione soltanto deg~1.mie: ressi dei Grandi Stati e dei compromessi m cm essi speravano di poter_ meglio _evitar~ ogni soverchio e troppo pencolos? m~spr:1~ento dei loro dissidi; nè questa mmaccia si e tut– tavia dileguata, come dimostra la ,stessa pre– occupazione che ha spint?, nei gior~i _scorsi, a Mosca i Quattro Grandi a mette.rs1 d accor– do con uno sforzo di buona volontà, su alcuni pu~ti di importanza affatto secondaria, dopo aver c·onstatato e documentato al Mondo che sulle questioni essenziali nessun accordo era stato possibile raggiungere. Non vogliamo tuttavia chiuder gli occhi a qualche più allietante aspetto della realtà. Co– me nel campo della politica estera possiamo rallegrarci della conclusione di _trattati com-, merciali tra diversi Stati, che prelude a una ripresa di pacifica collaborazione e di soli– darietà, e possiamo anche rallegrarci df gli aiu– ti offerti dall'America a diversi Stati e dall'at– tenuazione concessa dall'Inghilterra a Cfrte du– re clausole· del trattato di pace (sintomi signi– ficativi della coscienza che hanno i Grandi• di dover nel loro ,stesso interesse alimentare la possibilità di lavoro e di vita di tutti i popoli); così, nfl campo della politica interna, non .vo– gliamo qascondere che c'è stato motivo di con– forto il risultatq complessivo delle elezìoni si– ciliane, che hanno rivelato l'inesistenza di uri pericolo separatista e ·hanno tolto parecchie · penne al pavone democratico-cristiano, che si illudeva di poter trarre dal responso delle ur ne la conferma del suo diritto a governare l'I– talia secondo le direttive tracciate negli am– bienti vaticani -E poichè la prova che diamo, con le parole scritte qui sopra, di saper guars dare in faccia la realtà ci salva dall'accusa di ottimismo, possiamo anche dire, ,senza attt nua– zioni, che non siamo affatto malcontenti nep– ·pure dei risultati (per quanto possano appa– rire modesti) conseguHi in quelle elezioni dal nostro partito, specialmente in quelle provin– cie nelle quali abbiamo avuto maggior pos– ~ibilità di svolgere la nostr!l opera di pr0pa– ganda, coi pochi mezzi che avevamo a ·nostra disposizione. · Vogliamo aggiungere che non siamo rimasti freddi allo spettacolo delle adunate di popolo compiutesi per la celebrazione del secondo an– niversario della liberazione. Forse non tutti · erano autentici partigiani quelli accorsi sotto i vessilli e adorni dei rossi fazzoletti b di altri distintivi; ma certo erano non, pochi tra loro che _apparivano legittimamente orgogliosi di respirare quell'atmosfera di epopea in cui e– rano vissuti così pericolosamente due o tre an– ni addietro. Ma quanti tra essi, nell'ebbrezza della rievocazione e della legittima !Soddisfa– zione, hanno pensato di chiedersi se quell'Ha- .lia che essi hanno ora dinanzi agli occhi è quell'Italia per i1 cui avvento essi hanno com– battuto ·e affrontato la morte e tanti loro com– pagni sono caduti, o è invece una contraffa– zione dell'ideale che essi avevano nutrito? La· sciamo affche andare tutto l'intricato cuniulo BibliotecaGirioBianco di problemi che reslanc:, tuttora insoluti: noi potremo tro~are la for~a e ~ mez~i· di risol– verli, se avremo ere ato m noi stessi quelle e– nergie morali senza cui la vita di un popolo non si redime dalle miserie che lo travaglia– no. Ora, che cosa abbiamo fatto noi in questo campo? Abbiamo dimostrato di avere un sen– so cosi forte e sicuro della lib,rtà, della giu– .stizia ,della democrazia, da poter trasfonder– lo vigoroso nel popolo che ci arroghiamo di educare e nelle istituzioni che andiamo crean– do, in modo che queste abbiano da quello una efficace dif~sa e acquistino pertanto la virtù di resistere alla insidia e alla violenza delle forze avverse? Abbiamo dato noi opera co– 'scirnte ed effic11ce per educare politicamente i ceti proletari che vogliamo preparare alla · funzione di classe dirigente, abbiamo cercato di liberare il loro spirito'da tutte le, ma.lefiche suggestioni delle frasi ,sonore e inconcludenti, delle promesse ìnconsulte, dei demagogici vel- · licamenfi, dei repugnanti machiavellismi con cui si froda la loro buonà fede o si tenta di averli complici di una pOilitica obliqua, cor– rotta e corruttrice? Non ci fermiamo neppure a considerare qua– le pietoso spettacolo di slealtà balzi f1.Jori dai risultati che nelle eh zioni siciliane hanno con; seguito i partiti associati a costituire il bloc·co del popolo. Esso si palesa con troppa eloquen– za· per aver bisogno di commçnti , e attesta. quanto poco accorto, per quanto sorretto da buone' intenzioni, fosse il dc si.rlerio di alcuni nostri compagni, che di quel blocco fossimo en– trati noi pure a far parte. 'Vogliamo invece ri– chiamare ancora una volta l'attenzione sul– l'appoggio dato dai comunisti per far appro– vare quel comma dell'art. 16 della Costituzio- , ne, il quale conferisce all~ polizia, nei casi di urgenza, la facol'tà di ordinare_ il sequestro di una stampa, col solo obbligo di richiedere en-. tro le 24 ore la ratifica della magistratura. Non c 1 è bisogno di rilevare quello che signifi-, chi il tras·correre di 24 ore mella vita di un gior.a::– nale quotidiàno. Ma quello che intendiamo di · proporre all'attenzione delle pe11sone che sen– tono seriamente ,e con diritta coscifnza il com– pito dei partiti di democrazia è l'argomento col quale un membro della Costituente, direttore dell'organo quotidiano del P> C., ha cercato di giustificare l'atteggiamento trnuto da lui e dai suoi. compagni. La disposizione, egli scrive, sa– rebbe stata pericolosa in altri momenti, qwan– do tutta la polizia era animata da uno spirito reazionario, non oggi che sono entrati a far– ne parte tanti che hanno un diverso orienta– mento politico. A parte il fatto che la tradizio– ne avversa a tutte le eorrenti innovatrici do– mina così forte:neU'ambiente della polizia' e finisce per avvincere anche coloro che vi sono penetrati coq un diverso patrimonio di pen– sièro, siamo veramente noi caduti in così gros– solano fraintendimento di quello che-~ giusli– zia e libertà da ritenere che non possa .venire nocumEnto alle leggi e alle istituzioni che ci. sono care e che intendiamo difendere solo perchè il diritto che essi dovrebbero tutelare è viola_to a danno non nostro, ma dei nost,ri av- . versan? · ·

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