Critica Sociale - anno XXXIX - n. 8 - 16 aprile 1947

134 CRITIC~ SOCIALE . IlTES~fHAMENTO OlffEHf NZIALE Pwr _qiuxiicmido con preocc·u),aziorr.e ma._qg:oneche egli 11_1 appareooa »on faccia, l!a_qrµ-avioche a molte oateqorie di coinsumralori veirrebbe dalla aboliz;o,,,e per tutti del /)riezzo potbitic.odel pan.e. e /Jl'1' renderndoci conto e/ve il v<mta_qqio che qtMsto provvcdim,ginto r.echerebbe al b:tancio dello Stato sar'Cbbe parzia ·men,te soo,ntato co,11 la necessal"ia adozione d·i ali-ri provwd:menf.i /N'r e.sso·gravosi (co11cessi,onedi_caro/)'a– n,e •o aUnaform,p. di aiimento dei sa,itiro.). siamo tuttavia p/,ena· m,e,nte d'acc,ordo co,11quanto St:r·ve il nostro mn-co e c-o//a– borot011e. e cre,cA,am.o' di dover rich:ama•re l'attenzione dei no· stri ·ca,m/)a_qni e di tutti coloro che hanno senso di res/)-onsa– bi!,ità sopra il comune dovere di abbandonare una buona volta oerte ten<i)!nz.ede111.a.qor,iche. ClM le c1uali si tenta di illude11e qli alllf'i e di i,llude-rv:anche se stessi s-ulla effica,ia di, ccrli pnovvedlime<n,fi. i quali r;nisc0110 /)' /ere.ru- .eredannosi a q111dJi stessi a etti wntagqio si pretende di f ar credene e di cred,ere che sia,w vclti. LA C. s. Fra i tanti compromessi, a cui ci ha ormai abitua.ti la p>Jlit.ca del tripartito, e che sostanzialmentè an nu !ano l 'ef– fioa:ci'adi ·qualsiasi provvied'm.nto, uno dei .più assurdi, inu– tili ,ed anzi danr.osi è que lo del tfsseramento ditferenziale, con cui s'. vorrebbero conciliare le due tesi opposte dei fau.– tori e degli avversari d.! prezzo po!itico del pane. La prima assurdità del provvedimento è di carattere tee· nico. In questi gi'Jrni s.ono giunte a tutti ; Comuni le d;– sposizioni d;!l'A,to Comm·ssario al-l'alimentazione per l'im· mediata attuazione del cens:mento annonar o, e subito dopo sono arrivate ).e schede individuali che devono servire per tale operazi>Jne -ed i moduli per le nuove tessere d'fieren– ziate. In tutto, probabilmente, non meno di 6o mil'oni -di stampati, che devono aver importato all'erario una spesa non molto al disotto del miliardo. Ma il pegg·o verrà ora; quegli stampati d>Jvranno essere distribuif a cura del' Comune a: -domicilio di ciascuno de· ~li interessati, che dovrà I' empirii e restitui-rli ai ·mede· simi messi, che ripass,ranno ·a r tirarli - mi pare - dopo quattro o cinque g,orni. _ Per i :Piccoli Comun:, -di campagha il lavoro •saFà effetti– vamente modesto e potrà essere sbrigato dal personale del Comune, ma nr.:Uie grandi città, dove tutt i gli abitan ti hanrio la tessera del pane, il :avoro d·venterà imponen.te e richie– derà l'assunzione di personale avventizi o ne:_ia pro porzione di uno al meno per 100 abitanti, a cui• dovrà aggiUJJgersi fl vigile che accompag.na ogni messo nelle due v:s:te d>Jmici– liari. Supp osto che l'ope razi:me della :distribuzione e dei ri·. tiro possa compi,ersi in un periodo di 15•g·orni, in una -cit· tà come Mila,no essa graverà d:a sola sulle finanze del Comu· Il~ con una spesa et. a,lmeno 12 mi'Jioni. Ma con questo i guai sono appena cominciati. Le diffi– coltà magg: o·ri incominceranno quando, compiuto questo pri– mo e molto rudimentale censimento, si dovrà tentare la di· scrimi'lazione -d~j tesserati a seconda dèlla loro situazione ec<:,nomica.Per raggiunger~ questo scopo pare si vogliano battere due vie diverse: per quei c'ttadini che sono sog– getti ad imposte dirette, si spera di arrivarvi ch'eden!lo pet ciascuno i dati alle Esattorie Comunali; per gli altri, facen• dosi trasmettere da Enti pubblic' e Azie nde private gli elenchi di tutti i loro dipendenti con J 'i.nd· cazione degli e· molumenti che essi percepiscono. La se cond a via, che sem– bra la ,p· ù semplice e facile, urta in realtà contro due osta· coli, che sono ben noti ·a chi abbia qua:lch!e es~erienza in tale materia: fa ritrosia di moltissimi uffici a fornire pron· tamenle quegli elenchi, che sono 'n molti casi assai com· plessi e laboriosi,. e soprattutto a fornirli con que!!a esat– tezza eh'..'" sarebbe indispensabile per lo scopo a cui devono servire; il lungo e paziente lavoro che sarà necessario per ra opposto, che i Capi ab'bianÒ deliberalo e attuato e a dire che ess,i avranno avuto, per fare c-0sl, le ,loro brave l'agioni, delle quali esso non pretende di ren– dersi ,conto, allora evidentemente siamo in un at– mosfera, oltrechè di fns-in,cerità, anche di ditlatur11J. E allora non si dolga To,gliatli, se, nel ricercare con quale con;corsQIdi forze si possa costituire In· Ita– lia un re,gim.e di democrazi(J. ~ocialista, U Congresso del Par-lito d'Azione non abbia creduto di dover ri· chiedere la 'col/a'borazi(ln.e. deille forze del Partito Cemunista. ' 0BSERVE11 BibliotecaGino Bianco trascrivere i dati forniti da qLtq;\'lit'ienchi sulle sçhede in– dividuali. Si p.ensi soltanto ai 40.000 dipendenti <della Fiat e a:_a decina.e più• di• migliaia d: ferrov·eri r-esid:nti a Mi· !ano, e si calc>Jli il numero di ore ohe sarà necessario per la trascriziooe di quei sol: da!'. E questo senza ammetter.e che si imponga un'opera di revisione e di correzic-ne di que– gli elmchi ! Un la'Voro -del genere, in"z·ato a Mi ano nel 1946 per la formazione •dei ruoli aé,ll'imposta di famig_ia, è oggi, dop'J un arnno, ben '.ontano d;+ll'essere cornpiuto. Ma difficoltà ben maggiori si ·ncontreran.no per la rac– colta dJei dati su'!le imposte di11et t1:,che ,non si ano riscosse per trattc-.nuta, ma siano pagate .dal contribuente a·ll'Esatto· ria Comunale. Poichè le Esattorie sono organizzate per '] loro lavorn quot'diano di riscossione e non hanro personale esuberante da distrarre per altri lavori, b'sog,nerà che i Comun~ o 1 tre ai mess· per ·:a distribuzione ed il ritiro delle schede, reclutino i.I ,personale adatto ,a, trascriver,: 1e carte:Je individuali dell'esattoria e a riportarne i dati sulle schede sucLd.et,t,e_ Tutto un lavoro che imporrà ai grandi Comuni una -sp.r.sai,ngente e elle, soprattutto, rich· ederà un tempo a.I· meno tre volte superiore ai due mesi .che, molto i1ng,.nua· mente, si s'Jno preventivati. Queste spese e questo impi~·go di un personale assa· numeroso che ingqmèrerà per a.meno sei mesi g!i uffi'ci comuna). ne aununterà la confusioroe e ostacobrà l'esecil· z:one di altri lavori urg,enti, potrebbef'J tuttavia essere. gin~ st'ficati. se ne· derivasse un risultato di cui fosse possibile dimostrare l'utilità soeiale e finanz·aria. Ma in realtà non s'Jlo non sarà possibile arrivare per gue-sta via ad una classifica. dei tesser<1,f, che ri~pecchi esattamente •'.a IOTo si– tuazione economi·ca (s; pensi L50ltant'J al:e cifre assurde e irrisorie p~r cui la grande maggioranza dei professionisti sono ·scritti nei, ruoli della Rcchezza Mobile, e alle cen· tinaia di miglia-ia di commercianti clandestini che non pa· g,ano alcuna imposta dir>etta), ma i-!so'.1ievo·che U? potrà ri· trarre !'•erario si ridurrà· alle più ,p·cco:fl j)roporz:oni. Se -i, triter-i a cui s.i informerà la .dassifica rest.eranno quelli che sono stati a.nnunc'ati, si può calcolare. con larga approssimazione, che, su 30 :\Ililioni di .tesserati, più di 20 m·· !ioni seguiteranno ad acquistare i,l pan~.-a prezzo politico. da 7 ad 8 milioni saranno compnesi nella catejl;or·a interme– dia che godrà di un pnezzo semipolitico; e so'tanto 2 o 3 milioni pagheranno -i1pane al suo prezzo di 'costo. Vale la pena per un risultato -rnsì m:•s~hirio, che .non ci aiuterà in alcun modo a frenare l'i.nflazìone, di montare un,a macchi– na, così ·ngombrante e costosa? La risposta non dovrebbe essere dubbia, qualora ; gran· di par,titi .di massa, e ·soprattutto i loro rappresentanti, av.es· sero una chiara visione della gravità profondamente di versa dei <dueproblemi a cu: .noi e· troviamo ·di fronte: da un lato essi dovrebbero mettere sul piatto del'.a bilancia i-Ipossibile e supposto malcontento d-e1la grande massa dei consuma· tori p:-r ,l'aumento del prezzo del pane; dall'altro la situazio, ne veramente vuka:nica in •cu' noi -<:i troviamo per l'intoHe– rabile disagio e l'eccitamento in cui vivono, nella q\lasi to· talità, i dipendenti de:to Stato e degli Enti locali, per cu'. di giorno i,n giorno, od anzi di ora -in ora, si può temere che i più. delicat' servizi pubblici, come ferrovie, poste e tele– grafi, sial'.10 oompletamente paralizzati, riproducendo nel paese una si,tuazione molto analoga, o fors~ ,più grave di quella del '20-'2r.. · L'ins-istenza nel difendere il pr.ezzo politico del pane, quan– do essa sia fatta - come non dubiti<1 ,mo- i_ nbuona fede, ci sembra un ritordo de:; tempi lontani, qua.nd' J 'la spesa per il pane incideva :n misura assai forte nel bil ancio <di una famiglia d' ·lavoratori. Quando un muratore guadagnava 3 lire -al giorno ed il pane costava 44 centesimi il chi'.ogram· mo, I~ spe·sa per il s·olo pane, per una famiglia opera'a di 5 person~. di cui una sola lavorasse, raµpresentava più d' un ·qui,nto de 1: •bilancio totale. Oggi, ·col pane a 28 lire e con un saJ:ario med·o cli 500 lire, _il pane - .anche ammesso che potesse. essere consumato nella stessa ,misura ·- non gra· verebbe ·sul bilancio cli quella famigf•a che oer r'/r2. In rea1tà poi, col razio.namento. attuale, qUlell'aggravi~ si ri· duce a meno di 11/16. . Per trtmta milioni di tess.era.ti, l'abolizione ·mme-diàta e to'ta!,e del prezzo politic◊ de'! pane che si è. valutato costi al· -l'erario più d' 90- miliardi, imporrebbe ad ogni consuma, · tore un aggravio di. 3000 lire annue; cioè per -la solita fa– m_!gliaoperaia di 5 persone, un aggravi~ di circa 40 lire g ornahere, che porterebbe per essa la spesa per i-Ipane ad ·11/7 della spresa ,totale. Non vog,liamo dire che il peso non sarehbe'sentito· ·ma esso è di gran lunga inferiore a quel,lo che deriva dal -rin– caro, ,tre o_~1uattro volte ·maggiore, di altre derrate di: pri– ma neeess1ta, e soprattutto deve essere considerato lieve,

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