Critica Sociale - anno XXXIX - n. 5 - 1 marzo 1947

74 CRITICA SOCI,\LE attendere e per la qujlle dovesse, dalla forza per- 11uasiv.a dei discorsi più assennati, essere ind,otta a determinate conclusioni. An«he nella •recente discussionè sulJe comunica– zioni del Governo si è avuto il senso di questo di– sorientamento. L'episodio più notevole è stato lo scandalo suscitato dalJe accuse lanciate contro al– cuni deputati e ministri democratici cristiani dal capo del se.cessionismo siciliano ; accuse delJe quali parecchié appaiono infondate o esagerate, ma altre sono apparse fondamentalmente esatte. Dello scan– dalo hanno cercato di profittare tutti coloro che, mirano a screditare in tutti i modi le forme e le forze delJa democrazia. Vedete, dicono costoro, che la democrazia è anch'essa putridume, che nella sua· irresponsabilit~ eleva ai più alti uffici uomini in– degni; vedete che fa ·vantata possibilità di vigilanza della pubblica opinione non impedisce ai profitta– tori di far man bassa del pubblico denarn. La ·constatazione del fatto non ,può negarsi, ma non adduce legittimamente alle conclusioni cui vor: rebbero giungere i nemici .della demoq-azia. Noi siamo usciti da un lungo periodo :in cui il mal co– stume era diventato norma consueta di vita pub– blica .e privata,· tollerata çla tutti gli ~rgani dello Stato, incoraggiata anzi da coloro che detenevano -i più alti gradi del potere, perchè sapevano di avere strumenti più obbedi~ti alJa loro volontà in co. ' loro che più avevano bisogno di indulgenza per il nu!Dero e la gravità dei reati commessi. Non fa pertanto meraviglia se, alJ'uscita da una situazione siffatta, persistano diffuse tracce di malcostume, ·e si siano apprese anche ad alcuni di coloro che· nel• periodo fascista hanno rifiutato ogni ossequio al re~ · gime e· si sono tenuti severam·ente in disparte. Ad · ogni modo, possiamo dire che la superiorità delJa democrazia è senz'altro dimostrata dallo scand.alo · stess_oda cui si prende .occasione per pronunziarne la condanna. Le malefatte che in regime fascista erano coperte dal silenzio e dall'impunità o mette– vano capo,· tutt'al più, a quei « cambi della guar– dia » con cui il regime cercava di rigettare ;da, sè la. responsabilità di fatti che non riusciva a nascon– dere sotto il velo delJ'intimato 'silenzio, oggi pos– sono essei-e denunziate e potranno essere punite. La via alla restaurazione di più corrette norme di .vita pubblica è aperta. C'è però un problema che v,à oltre gli episodi sollevati dalle denunzie delJ'on. Finocchiaro Aprile, e del quale sono sintomi: 1) la confessione dell'on. Vanoni di caver bensì percepito un grasso compenso per il commissariato che gl'i era stato affidato, ma di averne versato la più gran parte all'uffici@ stam– pa del suo partito; 2) il comunicato del Comitato direttivo del Partito Comuni"sta, a conclusione della · polemica sul tesoro di I>ongo. Il problema concern·e il modo e i mezzi con .cui i partiti possono far fronte a tutte le· spese richieste dal'la, loro attività, la quale si è oggi allargata' ad un campo molto più vasto che UFl tempo e richiede quindi l'impiego (per l'organizzazione; per la propaganda,. per le sedi, per la stampa, per le opere dj assistenza ecc.) di mezzi incomparabilmente maggiori di quelli che occorre- vano in ·passato. · Oggi hanno responsabilità di Governo ed eser– citano la loro azione su tutti i campi delJa vita pub– blica partiti i cui componenti non sono, salvo poche eccezioni, dotali di mezzi di fortuna; i quali par– titi non possono pertanto fare assegnamento sui con- BibliotecaGinoBianco tributi dei loro pi;oseliti per provvedere ~ tutte (e spese della loro attività, ma debbono invece rétri– buire molti di coloro che prestano ad essi l'oJ?era propria. Per procacciarsi i denari occor'renti questi partiti possono ricorrere a vari I mezzi: o far asse– gnare ad alcuni dei loro uomini ·uffici pubblici dal– l'esercizio dei quali essi possano riscuotere lauti com– pensi, con l'obbligo di rilasciarne· una parte a van– taggio del pàrtito; o valersi degli uffici fatti asse– gnare ai 'foro seguaci per far concedere iavori ( con– cessione di lavori pubblici· o altre analoghe forme) a determinate persone, col patto che queste versino somme alla cassa del partito o à qualche istituzione che serve ad esso per accaparrarsi favori e seguito nel paes.e; oppure, in periodi eccezionali (come fu– rono quélli della lotta per la liberazione), conside– rare come legittima, preda di guerra le ricchezze di cui vengano in possesso in seguito a cattura di forze avversarie o di ben1 di proprietà di queste. Non abbiamo l;>isogno ·di dire che, se riconoscia– mo la legittimità dei bisogni da cui questi fatti pos– sono derivare, perchè non possiamo pretendere nè che i ):'>a_Iititi r nunzino alla possibilità,, di un'azione adeguata alJa vastità dei loro programmi, nè che siano esclusi dalla vita pubblica coloro che, privi di beni di fortuna, non possono rinunziare a perce– pire per l'attività 1éiro un compenso sufficiente alle loro necessità di vita, riteniamo per?> che i partiti di democrazia (e soprattutto di democrazia sociali– sta) non possano adattarsi a d 1 )Ver ncorrere· ai ·mez– zi sopra indicati per procurare possibilità di vita e di azione a sè ed ai propri esponenti. Il pro- • blema è così· grave che .monè lecito a nessuno fin– gere di non vederlo. Per il loro decoro e per lo scopo di moralizzare la vita pubblica, cui i par– titi di democrazia d'ebbono mirare, essi hanno il do– vere di affrontare quel' problema e risolverlo. N',on pretendiamo di indicarne qui in poche righe la soluzione. Vogliamo per ora richiamare su di esso l'attenzione dei nostri compagni. AIJa soluzione non può· certo contribuire l'adozione del principio per cui tutte le funzioni· pubbliche abl;>iano adeguati com– pensi, sicchè siap.o aperte a tutti coloro ·che hanno quailità per esercitarle. Taluni hanno anche pensato a· forme di attivita economica ehe .i partiti assu– mano per trarne leciti profitti;- ma è chiaro quale pericolo un tal fatto rappresenti : che i fini ideali dj un partito siano sacrificati e·.diment-icati per la preoccupazione che esso abbia di non danneggiare le s:ue iniziative nel campo degli affar-i. Riteniamo invece necessario che i partiti si ritraggano al più presto da certe abitudini eccessive di larghezza e , di fasto che il partito fascisÙ!: ha introdotto e. la– sçiato in triste eredità. Bisogna restaurare auste– rità di costumi .e quello spirito di missione e di apostolato per cui il milite di un partito si •rite– neva e si ritenga sufficientemente compensato della sua attività qMando, insieme coi mezzi sufficienti ad una vita modesta, conquisti a se stesso la· co– scienza di aver lavorato per il trionfo delJa sua fede. Ma è evidente che una tale austerità nella vita e nell'azione non deve esporre i partiti del prole– tariato al rischio di essere sopraffatti dalla schiac– ciante ampiezza di mezzi di cui gli altri partiti pos– ~ai;io disporre. Qui si profila la necessità di quel– l'inchiesta sulla stampa,' di cui tante volte si è par– lato, e l'opportunità di un'inchiesta anche sulle en– trate e spese dei singoli pàrtiti, di cui qualche gior– nalista ha in . questi giorni affermato- l'esigenza.

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