Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947

46 diritto ed il diritto dei compagni determina nel suo intimo l'-0scuro presentimento di una realtà che trascende .ad un tempo le sue limitate finalità di singoJò, le finalità del suo gruppo e della· stessa &ua patria, per coincidere con le più alte finalità dell'intera famig:ia umana. . Soltanto nella rinnovata consapevolezza del significato e d€lla funzione Ùniversalmente umana del::a lotta di class·e è possibile evitare il funesto errore, già denu{lziato dal Ber– diae.ff, che consiste nell'elevare a criterio assoluto di ogni azion<ì la class·e, subordit;iand-0le totalmente l'individuo, di cui si misconosce l'autonomia e la dignità morale; per sosti– tuire al!a personalità umana « la collettività sociale imper– sonale. ed inumal'la » (r). L'esigenza universalistica, insita nelle disposizi,oni mora– li e psicologiche del lavoratore evoluto, che difendendo i diritti della sua dasse è conscio di difendere i diritti del lavoro umano contro lo sfruttamento del capit.ile privato e dei monopoli, è ta:e da assicurarne la dignità dalle degrada– zioni del capitalismo e del socialismo materialista, i quali, per opposti fini, ne riducono il valore e l'a,pporto spirituale, consid.erandolo l'uno come merce, l'altro come mezzo o atti– vità fobordinata agli interessi della totalità sodale. Se in entrambi i casi il lavoro non è libero, ciò è dovuto soprat– tutto ad una nozione astratta che considera l'individuo co– me at'omo sociale é non çome persona, ad mi difetto di ~n– teriorità e di religioso ripiegamento che caratterizza l'azio– ne di gran parte degli agitatori e dei. dirigenti dell'età mo– derna; azione che modifica e sovverte soltanto alfa super– fic·e i fapporti fra gli uomini, che fonda città e traccia gi– ganteschi piani economici, ma non educa e non eleva, per– chè non scende nelle p'rofondità dell'animo, donde sca'turi-' scono quelle prodigiose riserve di ·purezza e di disinteresse, che dovrebbero salvare l'integrità della famiglia umana dalle devastazioni deJl'-0dio e della "'Ùerra. ANTONIO BORIO (1) Bl!RDIAEFF. op. cit. p. 1(6, Un'erronea interpretazione delpensiero di·Car Io Marx: Piuttosto che di «un'erronea· interpretazio~e, del pe~iero di.Carlo Marx». come intitola il suo scritto l'amico Luz– zalto, ci pare si deb~a parlare dell'opportunità di'applicare con wut;ela il programma di azione· che viene d'al suggeri– m.ento di Carlo Marx. Se di err011eainterpretazione si do– vesse parlare, diremmo che l'errore è proprio in senso c,on– trari<> a quello profilato da/ Luzzatt-o. Sarebbe infatti arbi– t1)01'io, .e IJ/OntroddeUo dalle esp,erienae,s,fo~iche.che venivamo facendo•. supporre clJe lo svilupp.o degli strumenti e dei me– todi J.i produzione debba aver raggiunto il suo acme, sic– chè nessun altro passo ci sia da fMe, ferchè si po:rsano ri~ tenere aUuat.e le condizion,i nelle quali sia p9ssibile la so– cializzazionie. Il Luzzatto propende invee.e p1·opri0:a. questa ,interpretazio11e.del pensierq di Marx. E.gli è infatti con– vinto che lo Stato riesca bensì ad .eseraitare proficuamente 1m'azienda le cui forze produttive siano già in pieno .svi– rupp0, non p.eiò a d'.mr s111ilubp.o, a queste forze qu,;vn,doesso non_sia stato già piename1ile /lttua./o. Cominciamo•intanto dal d>ireche la socializzadon.e non de– ve immaginarsi nella forma esclusiva della nazionalizzazione. cioè del/',eserciz'io statale dell'azienda produttiva. Ma anche sè vogliamo parlar.e di. naziònalizzaziot!i, non ci pare aaet– tabile l'affermazione d.el Luzzatto: Purtroppo• noi assistia– mo o_qgiad un.o spettacolo triste e indecoro:fo di inefficien– za degli otpani s'tatali anche a ·compière quelle funzioni· che da se';IO/ie millentni sono s,taie comp'iwDe iesclwswa,m,ent,ida/ 0 lo 'Stato. E .11e questo c-i rende _qiws/.mm/e,nte ca,u,,ti nJe/l'affi<};ar,e 11110 Stato nuove funzioni, specialmente di qu•elle a cui non è attr.ezzato e· che richiedono spirito di iniziativa, non doo-· biamo però dimenticare che il lamentato stato di paralisi deriva -da motivi, che sono in gran parte · transitori. collegafi alla gu~rra, ·ai ve1Jtitrè anni d! d#tatura fascista e a tutt~ le cionis:eg,u,en;z-e drdis_q,t1e,q,aziorne, s,opra~mtbomo,r,abe-, che es.sii hanno prodottq, Anche in qu_estamisera Italia abbiamo esemf!i di in'isiati– ve statali ch,è, se anche non sono state brillanti~sime hanno dimostrato, anche sul terr.eno dell'a/.tività, economi~a, una vitalità che sarebbe. ingiusto svalutare. Per es.. l'fatitutò Naz.ion(J.1/,e d.ell',eAssicumzionoi, n,ei 35 anni da ch,e è stato co– stititilo, ha continuamente allargato la .sfera d·ella sua at– tività, e ·con risultati abbastanza buoni. qua,ritunqueabbia,ri– hunciato a _quellacondizione di monopo,io che avrebbe d'ovil- ~iblioJ:ecà GinoBia,:,co lo garantirne il mccesso. Anche l'l.R.l., se in. più casi non è riuscita q rimettere in ses'to aziendle che imperizia e d,i– sonestà di privati imprenditori {Jf//evanoridotte in tristi e.on ~ dizioni, in qualche altro caso vi è inv.ece riusci(a. L'esemJ>to della Russia ~ poi significan,tissimo in quesfo caso. Noi e– scludiamo che si possa parlare di socialismo per, definire la organizzazion,e .economica e po'/itica di quel paese. Siamo invece convinti che si d.ebba parlare di un capitalismo di Stato; ma l'importante è, per l 'argome.ntazio.ne nostra, che si tratta di una gestione statale dJell'attività economica. Or– bene, in quest'a gestione statale è stato• possibile -uno svi- ' .Juppo della organizzazione produttiva nel campo agricolo, e' soprattutto nel campo indwstriale, che l'iniz.iativa privata non si era mai neppur sognato di po./er raggiu.ng, erein 1m perio- do di t.empo che si può dire dàvverr,, favolosamente breve rispetto alla vastità degli effetti CO'f\Seguiti. A queste con1Siderazioniè anche da aggiun,gere che, se in molti casi tuttavia l'imziativa privata può a.vere maggiore mobilità e rapidità di realizzazioni cke non abbia l'opera ·dello Stato ,o di, un'organizzazione co/let.tiva (ma del resto non sono organizzazioni collettive anche quelle di molte a– ziende private, che hanno talvolta una struttura non meno f';:rir'rag,imto'SG di' ceirte aziewk pu.bbliche?), è da tenere ocm• to che l'iniziativa privata è sempre mossa anche da movent,i non tutti- concordi· con la pre.occu,pazione del pubblico- van– taggio, e. spesso anzi destinai( a venire con essa iti acuto confl~tto,,N,on si dimentichi cke i carl.eili e Aealtre inle'Se fra .aziende produttive sono spesse volte diretti non ad accre– scetre là produzione. ma a limitarki, non, a perfezionMne, .i iri,etodi, mq ad evitare .che il pungo•lo della concMrenza .co– stringa i produttori a perfezionare i metodi di prodùzione con un costoso rinnovamento del macchin_ario, che .si è di– sposti a compiere solo quando la spesa sia largamente co·m'– pensata da. un aumento di guadagni. Nelle aziend.e pubbli– che questo· conflitto di opposti moventi si pre.duce assai più difficilmente . Tutto q-ueilo che abbiamo deUo nion toglie per altro /'.,op– portunità delle cautele s1.1iggeri-te daP Luzzatto. Non credw– mo che allo ~tato manchi, almeno nella· ma,q,qior parte tki calsì la possibilità d.i f,r()l~a,,e a/.te a'3iend.e,qestite da lui, o c.ondott,e in altra forma non statale di socializzazione, · i mezzi finanziari di cui possano aver bisogno. Riteniamo in- • vece, che vi sono casi. i11i cu,i per la necessità di dover dipen-' dere dall'Estero per il' rifornimento delle materi.e prime e pe.r la generale d.iPen~enza ·economi'èa in cui. noi çi ira.vi< . mo rispetto a molti paesi stranieri, sia n.ecessario procedrre ce>nmoli([,cautela. Su questo po~siamo essere d'accordo con l'amico l;uzzatto, soggiun.iJendo però che la cauti!la non de, 7!e.~ss_ereecc,essiva .. fino a gi~'!/!J.ere e:, trattene11ci da o,qni imziatwa. Certo, lo stato di cr1si in cui versa la nostra eco– nomia nazionale, e tutta la .econom,ia inte,rnazionale, accre– sce le difficoltà di ogni tentativo di socializzazione; ma n.on bisogna neppur,e dimenticare che esso ·offre le condizioni per cui si attenua,no le resistenze di ooforo· che hanno interessi in conflitto con gli.·in.feressi pubbli,i. Sarebbe errore gràvè ,lasciarsi. per s0verchia · timidezza, sfu_ggir.e momenti che anche ali'estero, comè dimostrano le iniziative già. assunte in vari paesi, a;ppinono veramente propizi' al tentativo· di porre su l!asi diverse 1'ordinamento della produzione. · LA CRITICA 'S@OIALE Di Carlo Marx diciam0, non ·del Matxismo, ~ho,;è in buo– na parte una <degemirazione della sua. dottrina: .e rico~– diamo il detto paradossale di lui: « mai, je ne suis. pos marxist,e » Che il s~ial,ismo sia - a un dato momento, e al momen– to dato - rivoluzionario, ,non è possibile negaFe e !\legare sarebbe assurdo. I re, (\(Uaichevolta, possono, pe,; amore o per forza .(per forza piuttosto che per amore) abdicar.e, salvando la pelle; il eapitàlismo ·non è disposto eetto ad ab– dicare, nè per amore, nè per forza : e pei: forza (cioè co• mezzo riv0luzi0nai!io) potrà soJ.taÌ:itoess-ere detroni~zato. Ma con qaest0 non è de,tto che al momento rivolu:i:ionaritJ (l'istantaneo dei D.e V ties) nom debba, precede~e il proees– so di' evoluzione• darwinian0: anche se non piac0ia la volga– i,izzazione, s,uperficiale de1'1'-ingegn0so dilettante che fu ira materia il criminalista En'rico Ferri (Darwin - S encer - Mar:x;). · Carlo Màrx infatti - a prescindere dal resto -, ricono– scend0 per la via del materialism0 storico (« determinismo ecoqornico » ,lo definiva Antonio Làbriola) l'efficacia del progressivo sviluppo dello strumento m,i.teriale, eonsidera– va n,~lla grnduale concentrazi•one del capitale in poèhe ma– ni (vera 0 non vera l'ipotesi) il mataratsi di ~ria GOndizio-

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