Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947

cieco determinismo e la fatalità muovono la storia, eJiminan– do del pari la possibilità di un'etica della libertà, fondata sull'autonomia e sulla dignità della persona umana. Non è nostra intenzione fare una rassegna delle critiche rivolte al marxismo come concezioné filosofica e s;stema tendente ad inc!uçler~ - com'è nella lo!l'ica di ogni sistei:na a,oh,evé - la totalità del· reale; in tal senso ne~sun :compn~– to sistema ha mai resistito all'assalto della nfless10n~ .cr~– tica, Ma se ogn_ifilosofia si salv_aper que]Ia ~~mma d1,es!– genze e di problemi çhe ne assicura la v1taht~ e la C?J.1Ìl· nuità nel tempo, possiamo ben affermare che 11 manosmo ha sempre una parola. nuova da dire all'umanità. Anche se non si accetta la teorià del proletariato come clas– se-Messia che dovrà rigenerare il mondo, e si considera come un mito l'escatologia d°el socialismo marxista; anche se il successivo sviluppo della società •siè incaricato di_con– futarne alcuni dei postulati fondamentali, resta tuttavia, IO tutta ·1a su:i importanza, la critica risolutiva di Marx alla società' capitalistica, che è l'espressione. p_iù cr~da: _nella sfera della produzione e dei rapporti soc1ah,. del! ,md1v1dua– lismo sfrenato, costituendo tuttora l'ostacolo pm tem1b1le alla realizzazione e al trionfo dell'unità umana. Resta ?r mai acquisita alla èoscie nza m oderna la .s_ua profonda m– tuiiione, secordo cui m ~a.de~ ocraz1a .Po!.1t,ca,fo111datas?l– la libertà formale degli md1 v1dm, dovra essere sostttmla da una democrazia s·ociale, in cui l'ugu_aglianza delle pos_si– bilità assicuri a tutti una libertà reale, intesa come frumo– ne piena dei diritti derivanti dal lavoro e come riconosciu– ta capacità di compiere il dovere, assegnatoci d<!-llanbstra situazione di singoli. .n socialismo,. che sorge dal profondo dell'animo umano come insopprimibile esigenza di giustizia, coincide con un'a-, spirazione eterna dell'umanità; ma il merito di averne pro– spettato, criticamente 1 l'attua,zione, cmi:ie iney;t~b!le cbnse– guenza di una consapevole, fraterna e md1strutt1bile allean– za tra i lavoratori, spetta tutto a Carlo Marx. In tal senso. egli· è un profeta, se con questo nome si_ i1;1tend~. de– signare tutti coloro che, raccogliendo il travaglio· fisico e spirituale dei popoli, ~e solleval)o le ansie e le spera~~e, pu– rificando:e dalle scone del tempo, nella sfera del! Eterno. Ed è sulle soglie dell'Eterno, in cui suggella l'ideale compimento di ogni umana aspirazione ·e nel' cui nome gli uomini combattono e soffrono, che si arresta l'a~pra e n– sentità critica· di Marx. Il controllo costante e spietato del– l'analisi, che egli, da buon occidentale, se!)pe. es~rci_t~re su se stesso, g'i vietò l'abbande:mo_alle_seduz1om d1 un elab?– rata architettura sociale, che riempisse le profonde vast_1- tà aperte sul futuro; perchè troppo ardu~ era la battaglia che l'umanità sofferente si apprestava ad impegnare e for– midabili erano gli ostacoli da distruggere. Nulla toglie alla sua grandezza il contrs1dittorio con/et– to di classe che subordinando l'individuo ad una astratta• totalità soci~le, dovrebbe in pari tempo assicurargli. il più libero e incondizionato ·sviluppo, ,:endendo problematica, su un ,piano meramente .economi~o, la _f?nd~zione della p~rso– nalità e l'instaurazione fra gh uom1m d1 un umversahsmo pacifico e costruttivo. ·, ' La violent~ critica del Berdiaeff al maferialismo cl:3-ssi– sta di Marx il quale a una valutazione bassamente utilita– ria del lavo~o da parte dei capitalisti non sa opporre s_e non l'interesse· della classe; che è soluzione altrettanto uti- . litaria ed antispirituale, coglie indubbiamente un~ degl_i a– spetti insufficienti della .dialettica di Mar~. Se, mfatt1, la classe, com'egli osserva, non è un meccanismo ma ,?n· .°: ganismo, in essa il tutto do_vrà preced~re le -~arti ; 1md1v1- duo in quanto componente il tutto, sara perc10 strumento e non' fine, non soggetto vivente e pensante, ma ogg_etto su– scettibile di essere degradato al livello della materia brut~ (1); la J,otta di classe, la lotta degli sfruttati con~ro gli sfruttatori, si risolverebbe perciò in un mer.o conflitto d1. inie-ressi. · Ma la condanna dello struttamento .sociale, come il f)eg– giore dei mali e dei )leccati, implica da parte del _Marx - e lo riconosce lo stesso Berdiaeff - una valutaz10ne pro~ fonda mente etica e religi,osa della lott~ di classe. ,Ch~ _P?1 il trionfo della fratellanza, dell'uguag)1a:1za e dell am,1c1~1a fra gli uomini sia c_ondi~i?nato m_ar,x1~ttcamente dal! odio~ dall'invidia e dall'ammos1ta, che 010e 11bene debb~ scatu, rire dal male, come la luce dalla tenebra, tutto c10 non e prova, come vorrebbe il Berdiaeff, del «. caratte_re demoma– co >· del realismo di .Marx, ma la cruda espressione del suo profondo pessimismo, derivante non tanto dal temp~ramen- N. BEllDIAEPP. Il Cristianesimo e la 11ita ,ociale. Laterza, p. 24 e passim. 45 to personale, quanto dall'insupera_bile <:Iua_lismometafisico, che è l'inevitabile conseguenza ·dt ogm sistema matenah- stico. • · * * * , Se alla lotta di classe si dovesse attribuire una funzione esclusivamente economica, circoscrivendone il significato ad una pura e semplice difesa di interessi materiali, il Socìa– lismo, come dottrina rivoluzionaria ,volta a rinnovare in capite et m• membris la sbçietà contemporanea, non avrebb-e alcuna ragion d'essere; l'Occidente dovrebbe consegnarlo al passato come la storia di una generosa i!lllsione, che le ul– time due guerre mondiali hanno dissipato, definitivamente, con un tragico fallimento. La fine del socialismo, data l'insufficienza dei suoi postu– lati teorici, che ripeterebbero .le loro formule da un aiatto materialismo e da un gretto pos.itivismo, sarebbe l'inevita– bile conseguenza del suo sca,::scrçbntenuto etico e della as– soluta mancanza di .affiato re1igiosq, fondamento indispen– sabile. della fe-de che vivificl é rinnova le çoscietJ,ze.E' que– sto· l'argomento massiccio dei conservatori e dei borghesi. La lotta di classe, essi dicono, è il risultato di una finzione dema gogica che non mira soltanto a sovvertire lo stato at– tua.le della società - coronamento di esperienze millena– rie-, ma a distrug)i-ere i più alti val,ori, sostitue,ndo ad una civiltà fondata sui diritti dello spirito una orga111izzàzione da formiche o da caserma, in cui la produzione dei beni ma– teriali sia la suprema norma regolatrice e il fine ultimo del– !' esistenza umana. Bisogna riconoscere che i rapp.resentanti responsabili del socialismo e1:1ropeohanno fatto ben poco per smentire que– sta grossa menzogna. Essi hanno quasi sempre ispirato la loro propaganda e la loro azione ali~ rettitudine ,e alla sin– cerità, e come tutti g-lj uomini di vera fede che si sanno in possesso di una verità, la q_uale presto o tardi dov:rà im– porsi all'intelligenza e al cuore· dei loro simi:i, non si sono preoccupati di adeguare la loro àottrina alla profondità e all'intensità del loro sentire, a quel religioso spir;to di fra– tellanza, che li portava realmente e quotidianamente a vivere la vita degli umili e degi•i abbandonati: Questa posizione di volontaria rinunzia alle «seduzioni» della cultura, a tutto vantaggfo dell'azione diretta,_ che co– striftgeva un Filippo Tura~i _e_un _Cami\/ò Pr_ampohNi a cu– rare francèscanamente 1 pm mmut1 particolari della loro fa– tiGa quotidiana, è tutt'altro che demagogico disprezzo od o– stilità verso le piµ a.lte e disinteressate espressioni dello spi– rito·: è. la pratica traduzi'one di un profondo e sicuro· in– tuito religioso della vita; è l'atteggiamento dei. santi, per i . q1:1ali la rinascita, umana noi:i.è un id·eale da rima1;darsi ad nu Ìontano futuro, ma l.a·richiesta e la preoccupazione costan– te che de ve informare l'esistenza di chi dirige e fonda, per spezzar.si , come il pane di una mensa comune, in una serie ininterrott a di atti.' · ·· La JoHa di classe assurge così ad un significato universa– le che, tr,ascende e risolve il dua!ismo metafisico e pess1m1- st~ di Marx in una visione unitaria e religiosa dei rappor– ti' umani: la kitta di classe contro l'ingiustizia e l'oppre_ssio– ne è la lotta contro il Il}ale; negare questa sua funz.one, come fanno i borghesi, sign fiica voler ignorare la pres~nza del male nel mondo, sostituendo alla concezione soc1altsta, che ripete le sue origini ideali dalla rivoluzione cristiana, u11 filisteismo accomodante e volgare ~ -così caro a!le di.tta– ture - che co,nsacrando l'egoismo dei beati possidientes, l'ottusità m~rale delle caste privilegiate e il chiuso confor– mismo dei gruppi famÌliari, accumulò lungo i secoli, in se– no alle comunità operai.e e contadine\ terribili riserve d'o– dio che presto o tardi dovevano esp'.odere in· quelle tre– me~de jacqioeriJes, che hanno più voite insanguinat0, senza esito alcuno, i paesi d'Europa. · Il socialismo è co111trarioalla lotta di clas·se fondata sul– l'odio, perchè l'odio è un sentimento che o_ffusca_e deforma la coscienza del diritto; e senza una lucida e mcrol\abtle cosci-enza dei loro didtti, i lavoratori non potranno mai ele– varsi sui loro istinti, se è vero quanto ·osserva 11Sorel, che i/ supe>ra-»li!nto del sodalismo come istintO' .è la premess_a necessaria per il trionfo del socialismo come elemento uni– ficatore e fede rinnovatrice dell'umanità. La lotta di classe senz'odio non è 411 sogno di eremiti, se quell'arma poi-ente che è lo sciopero _ha fmora contnbuto, ben più di qualunque i1;composto movim.ento d,; piazza, alla formazione di una cosctenza umversahs!tca nel. amb lo 1e_ll~ comunità operaie, educando i lavoratori alla_ responsa!lll,ta politica e sociale. Partecipando alia •lotta dt c)asse, 11 la– voratore esce infatti àall'isolamento e. dalla stasi;. la consa– pevolezza di una necessaria interdipendenza tra 11 proprio

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