Critica Sociale - anno XXXIX - n. 1 - 1 gennaio 1947

CRITICA SO€:IALE 3 :GIGINO BAT'T lSTI Insieme con la partecipaz· one v1v1sslma degli « Amici di t:ritica Socia'e ~ al cordoglio di tutti i socialisti per la morte di un compagno che per alacrità di ingegno, per pu– rità di _fede, per integrità di caratLre e d; vita, era forza e decoro del nostro Partito, mi sia lecito esprimere anche il mio personale dol6re. per la morte di Gigfuo Battisti, che amavo come figlio. · Ricordo ancora quantl'ebbi ,nof z:a della sua i!lascita da 1111a lettera dei gen'tori, cui mi legava amiciz:a fraterna, .stretta nelle aule del.'Università di Firenze, in cui l'insegna– mento di Pasquale Villari aveva schiuso la nostra mente .alla v·sione dei problemi sociali, dalla quale, dopo la trage– dia. sanguinosa dei fasci sici iani, doveva erompere nell'a– nimo nostro l'ardore della -fede sotia,ista. Vidi Gigino per la prima volta solo due anni p.ù tardi, sulla fine di settem– bre 1903, quando Gaetano Salvem·ai, mio fratello Rodolfo ed. io ci recammo a Trento a salutare gli amici Cesare ed Ernesta e a conoscere il. tenero virgu'to che era fiorito nella loro casa. Gigino aveva già allora quell'occhio vivace, e inteliigente, che pareva voler penetrare nell'an'mo di chi gli stava di fronte; era p·eno di vita, aveva il volto i'.lu– minato da quel ·cordiale sorriso che sempre gli rimase, ad attestare l'umana simpatia e la speranza, anche nelle ore più tristi. Stetti poi molti anni senza vederlo, fino all'estate 1914, quando, scoppiata la prima guerra mondiale, Cesare Batti– sti, prima di sottrarsi, con !a fuga per i monti, al pericolo di do.ver prestare servizio militare sotto le insegne austria– che, riuscì a far giungere in Italia la famiglia, che prese provvisoria residenza a Treviglio. Il vincolo d'affetto più intimo tra Gigino e noi ~i stri.nse nella primavera successiva, quando, partito if Padre suo per il fronte, Egli venne a Mi– lano in casa nostra, affidito alle cure di mia mog'.ie e mie, finchè si preparasse a dar qui l'esame di passaggio dalla terza alla quarta classe del· ginnasio. Mentre attendeva allo studio, Egli trovava tempo per cercar di alterare il suo certificato di nascita, sicchè risultasse che Eg'.i aveva pas– sato il quindicesimo anno di età e poteva quindi essere ac-' colto ,:.ome volontario nell'esercito combattente e mandato al fronte. Era questa la sua suprema aspirazione, così• for– te che, qua,ndo in sua presenza furono dette parole di com- ..pianto per un altro giovane trentino, Garbari, amico suo, morto in combattimento, Egli, col singhiozzo nella gola e c:on volto acceso, ruppe· in questo grido: «Non: c'è da com– pianger'.o I Io l'invidio... Sì, io I invidio! ». dover difendere gelosamente i diritti e la libertà delle singole ,persone ed istituzioni che vivono nel– l'ambito della sovranità dello Stato. Ma questa liber– tà non deve essere usata a cercar di soverchiare lo Stato, facendolo strumento per imporre a tutta la società, su cui essei esercita i suoi diritti sovrani, norme che corrispondono ad esigenze solo di parti– colari gruppi di persone o correnti di idee. Quanldlo questo av~enisse, allora sorgèrebbe la necessità di quello che, con una frase i!)-famata da!J'uso c~e n~ ha fatto il fascismo, la filosofia hegehana chiamo e Stato etico'>; éli uno Stato cioè che senta o presu– ma di avere una missione da adempiere, che trascen– da i limiti della sua azione quotidiana, e all'eserci– zio di questa missione subordini i diritti e la libertà · dei singoli individui ed istituti. E' una c~mseguenza . che deprechiamo; ma perchè essa non sia nec~ssa– tia occorre c'he da tutti si usi oautela e moderaz10ne. E· dalla Chiesa di Cristo, per lo stesso spirito d_a mi trae la sua forza, prima e più che da ogni altra latituzionc. U.G. M. piio eca..Gino Bianco Vo'ontar·o Egli potè essere accolto e mandato al fronte un anno e me~zci più tardi, quando era già ~vvenuto il sacr.i– fic· o dei PasJre suo, e vi rimane fino a che· Gaetano Salve– mini intervenne presso il Bissolati, allora Mir,istro, per evitare che a Gigino pot'esse cap·tare la stessa fin·, del Padre suo e il rinnovarsi della tragedia schiantasse i. cuore della Vedova Battisti. ' Finita la guerra, anche Gigino sentì, come tanti a!tri, il dolore che i!lan tutte le aspiraz:oni italiane fossero eq11a– mente accolte nel trattato di pace, e la sua fa:·tasia ·e il suo ardore giovanile lo trassero a seguire D'Annunzio a Fiume, dove Egli si comportò con lo stesso ardore e ·s·prezzo del pericolo che aveva sempre dimostrato, ma non contras– se la lue del nazionalismo imperialista, da cui ta.~f spiriti · l?ggeri si lasciarono prendere e' condurre poi gradatamente nell'orb'ta del movimento fascista. Dell'ozio eh·~ la v ta fiu– ma,na· g'.i concedeva Egli profittò ·per med:·taré i problemi della. vita italiana e mondia le e r iprendere i suoi studi, co– s'cchè, dopo la triste. fine de.la avventura fiumar.a, Eirl!i potè dare gli esami per -la laurea di dottore in scienze· co,;,– merciali. Intanto, s'era andato organizzando il mov·mento del par– tito fascista e si compieva la marcia su Roma. Mm,soll,ni e i suoi fidi, che sfacciatamente usurpavano il nome di. Ce– sare Battisti per intitolarne alcune loro s~z·oni, avrebbero voluto poter annoverare tra i loro proseliti anche il figlio di Lui; ma Gigino, sebbene giovaniss.imo, nOi!l si '.asr,iò adescare dalle false apparenze di rivendicazione della vit– toria e dei dir,itti dell'Italia e sentì sin dal primo mom~nto quel che di falso e di marcio si nascondeva nel movimento fascista e prese posizione risolutamente contraria; e reagì vigorosamente quando l'ignominioso foglio di Filippelli, giocando su una omonimia, tentò di far credere che egli a– vesse ricevuto denaro per qualche iniziativa a favore del fascismo. Dopo avere, insieme· con tutti gli .uomini liberi ed onesti, senfto lo spasimo per l'assassinio di Giacomo Matteotti, Gigino fu i! 4 novembre 1924 fra que.i pochi ani– mosi volontari che a Roma, in Piazza del Popolo, affronta– rono i moschetti fascisti per rivendicare il diritto di cele– brare la ricorrenza della vittoria a quei combattenti che si erano mantenuti · fedeli all'ideale di libertà. E più tardi, quando ·si fece più accanita la persecuzione del regime con– tro quel:i che si mantenevano iillèrollabilmente fermi all'op– posiz· one e molti si adattaroi10 ad andare in esilio per non dover piegare e per poter testimoniare .all'estero in qua– li cond;zioni intollerabili si era ridotta la vita pubblica in Italia, Gigino Battisti, mentre rimaneva in Italia a conti– nuare la _lotta, ai_utava parecchi suoi compag,ni di (ede a var– care il confine e, per una di queste imprese, in una notte invernale, mentre saliva al Passo del Pordoi, nel tentativo di riallacciare la cinghia di uno degli sci, che si era sciolta, subiva la congelazione, per effetto della quale doveva pochi giorni dopo subire la mutilazione di quasi tutte le dita delle mani. Ricordo come io fui accolto da Lui quando an– dai a trovarlo, dopo l'operazione, nella stanza dell'ospedale di Trento. Mi accolse dicendo di esser lieto di aver s9f– ferto l'orribile mutilazione per la causa della libertà. « Io soffro - mi soggiunse ...:.. dolori atroci; ma .non questi mi preoccupano; mi preoccupa il dolore e la vergogna di tut– ta l'Italia per questo regime che ci disonora di fronte al– l'umanità». In seguito non parlò più mai deJ sacrifizio che aveva fatto e sopportò con meravigliosa serenità la sua sventura, e tenne il suo posto di lavoro nell'azienda in cui era ·stato assunto e aveva avuto incarichi direttivi, con lo ~ stesso fervore con cui continuava a lottare per la causa del– la dignità e della libertà della sua Patria. Il 25 luglio del 1943 in Lui, che· era stato sempre e si manteneva fermo nella sua fede repubblicana, non suscitò nessuna illusione. Sapeva bene, che fino a quando a capo dello Stato restava il re traditore e la direzione del Gover-

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