Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 24 - 15 dicembre 1946

398 Cl\ITICA 50CIALK nuovi motivi di conflitto che, quanto più frequente– mente si rinnovano tanto più difficile rendono la convivenza, anche perchè'· costituiscono un insupe– rabile motivo di paralisi per l'azione di Govèrno? E anche altri fattori di crisi ·pòssono sop1'avvenire. Noi speriamo e vogliamo che il prossimo Congresso del.nostro Partito ricon'fermi la saldezz:i della uni– tà ,socialista, se, come diciamo anche in altra parte del nostro giornale, sarà mantenuto e rafforzato in esso quel regime di democrazia che èonceda a tutte le correnti cli esprimersi liberamente per poter por– tare l'incessante loro contributo al chiarimento delle . idee e alla sempre maggiore efficienza dell'azione socialista. Una crisi 'potrebbé invece matui;arsi nel– la democrazia cristiana, dove l'importanza disgre– gatrice dell'iniziativa dell'on. Jacini per la forma– zione di un gruppo cli destra ha avuto una notevole conferma nel .fatto che nella nomina ~del successo– re. dell'on. Grandi nella, funzione di vice Presidente della Costituente, .contro l'a grande maggioranza che si è racèolta sul nome ·dell'on. Tupini, 47 voti. si so– no raccolti sul nome dell'on. J acini. I Consigli di Gestione e là politica sinàacale E' sperabile che il tono 'dei lavori della Costituen– te si risollevi quando verrà in discussione il proget– to che i compagni d'Aragona e Morandi vanno preparando per la costituzione dei Cons_igli di Ge– stione. Non sappiamo . quanto sia esatto ·jl testo del progetto pubbliéato da alcuni giornali. Può dar– si che il progetto non corrisponda in tutto alle aspi- , razioni degli operai e resti anche al di sotto degli esperimenti che sono stati fatti in alcune grandi officine di Milano e Torino. Ma si deve l'ener conto che non dappertutto l'organizzazione dell'indtJstria è così salda e la preparazione spirituale degli operai così progredita come in Lombardia e in Piemonte. D'altra parte, p,,ichè I Consigli di Gestione dovran– no, nel loro funzionamento, lottare contro una pre– concetta ostilità del ceto capitalistico, che cercherà in ogni modo cli far fallire l'esperimento, meglio è che nei primi tempi noi1 si attribuiscano compiti è responsabilità troppo gràvi ai detti Consig·li, crean-. do ad essi difficoltà che· non san;bbe forse loro facile di superare. Quando, sia pure entro un a·m– bito discreto di funzioni, i Consigli di Gestione ab– biano affermato la loro ;vitalità e idoneità ai fini,per i quali si è dichiarato ài volerli istituire, sarà più facile in seguito consolidarne l'esistenza ed allargar·– ne progressivamente le funzioni, a mano a mano che la classe operaia appaia sempre meglio prepa · rata a partecipare alla gestione tecnica e ammini– strativa dell'azienda. D'altra ·parte niente esclude che dove i Consigli di Gestione abbiano sin d'ora una sfera più larga di attribuzioni di quella sanci_ta nel progetto di legge, possano conservarla anche dopo che questo sia stato approvato. · Le organizzazioni sindacali, e specialmente il Consiglio direttivo della C. G. d. L, dovranno pren– dere pertanto in esame il progetto col proposito cli non lasciarsi guidare da· demagogismi nè da ecc,es– siva fiducia nella presente preparazione spirituale della classe operaia in. tutte le regioni d'Italia. Ripetiamo qui, anche a questo proposito,· quello che abbiamo già più volte affermato sulla necessità ·che le organizzazioni sindaGali, pur rimanendo stret– tamente sul terreno classista e ponendo nel loro programma d'azione non solo le rivendicazioni sa– lariali e altri contingenti miglioraménti nelle condi-_ zio11i ciel lavoro, ma anche finalità più ampie, cer- 8 ibi i OtecaGino Bianco chino tuttavia di sganc1ars1 al più presto poss)bile - eia ogni sudditanza ve_rs·oi partiti politici.· Conside– riamo come avviainento a questo fine da noi de– siderato il C0ngresso rec~nte della F.I.0.M. e la de– liberazione da esso presa di trasferire il Comitato centrale da Roma a Torùio .. Nelle .9iscussioni fatte in quel Congresso ci è parso di notare un promet– tente risveglio della coscienza delle, necessità terni– che a cui deve obbedire 1a organizzazione sindaca- · lè, anche se i suoi dirigenti sono ispirati da un pen– siero politico e partecipano attivamente alla vita del Partito al quale appartengono. La Confederazione del Lavoro del periodo prefascista, che pure aveva una 'direzione composta tutta di socialisti e col Par– tito socialista aveva anche stretto un accordo· molto preciso, era riuscita a fare in modo che il pensiero politico dei dirigenti non sopraffacesse in nessun ~odo lè esigenze a cui doveva ispirarsi il movimen– to proletario nell'ambito sindacale. Noi auguriamo e vogliamo sperare che a questo si torni graduai-: mente, ma rapidamente. 11 trasferimento a Torino del Comitato Centrale della F.I.0.M. può rappresentare un avviamento in· questo senso. Il fascismo, volendo subordinare al– la volòntà del Governo. ogni forma· di attività che si svolge ··nell'ambito della Nazione, aveva raccolto in Roma tutte le leve del comando della vita eco-. nomica e sociale, tanto le Direzioni dei Sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro, quanto le Presi– denze delle grandi società che gestiscono aziende ind'ustriali e commerciali. Contro questo accentra· mento in Roma, che significava subordinazione al– l'autorità dello Stato di ogni· volontà che volesse manifestarsi nel Paese, non si è reagito sufficiente- 111ente dopo la liberazione. La reazione' forse co– mincia ora, ma deve essere condotta avanti vigoro– samente. I Si11dacati operai d€vono avere la loro di-__ rezione là dove è ·più viva e intensa la forma di at– tività produttiva a cui ciascuno di essi si riferisce e sono più vivamente sentite le esigenze che essa ~ implica. Oltre che dal Governo è bene che esse sia– no lontane, per la ragione che abbiamo detto sopra, anche dalle direzioni dei Partiti politici, le quali possono dar suggerimenti, n-ìuover critiche, prendere accordi, ma non· devono pretendere di tenere sotto la- loro tutela i movimenti sindaca'i,i e subordinarli alle loro esigenzr · L'Asse;nblea dell'O.N.U. e i fwturi trattati di pace. Il problema della Germania. Anche 'nel campo della politica internazi'onale fat– ti e prospettive interessanti si offrono alla nostra attenzione in questa vigilia dell'anno ·nuovo. L'As– semblea dell'0.N.U .. ha continuato e terminato la discussione dellè condizioni. di pace da imporre al– l'Italia. Secondo le ultime notizie, le decisioni defi– nitive' sul trattato non si discostano sostanzialmèn– te da: quelle della Conferenza di P_arigi, !?alvo l'ag– gravamento delle riparazioni. Entro il ro marzo do– vranno essere firmati tanto il trattato con l'Italia, quanto quelli con le altre nazioni VInte. L'Assem– blea generale del,1'0.N.U ha anche discusso la que, stione spagnola, adottando, con.qualche lieve emen– damento, la mozione. americana, nella quale si racc comanda « che il Governo di Franco sia posto al bando di tutte le istituzioni a carattere internazio– riale create o in 1 relazione con l'O.N.U., fintanto che . la Spagna non si sarà dato un nuovo 'Governo di gradimento delle N.U. ». E' facile tuttavia vedere che questo non significa inizio di alcu_nà azione con-

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