Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 20 - 15 ottobre 1946

CRITICA SOCIALE 333 wecchiamento, della razionalizzazione del nostro apparato produttivo si impone in maniera ferrea. Considerevole apporto anche in qUesto campo, soprattutto_ -sii effetti de_!_ miglior rendimento, potrà dare il contributo lelle classi operaie, attraverso l'intervento dei Consigli di resfione, che il Partito socialista italiano nel suo program– na ha richiesto ve_ngano istituiti pe.r legge, richiesta'. accol- ta nel programma governativo. · No-i non crediamo che si p-ossa risolvere alcuno d!ei pro· _ -1,Jemi assillanti dell'apparato industriai! se non si provveda 11d, un c!oordinamenlo basato su tma programmazione studia– th, _sia,pur per grandi linee. Noi esortiamo il Governo a far elaborare sollecitamente da_!_Comitato industriale del- la ricostruzione tale materia. _ ·Tuttavia non riteniamo che, dopo il tracciamento di am– pie linee direttivè, sia possibile una_più dettagliata· azione di c:oordinamento del cic'_o importazione - produzione, distri– buzione - esportazione, se non si proceda ad un inventario sistematico e generale dei beni strumentali, scorte e beni di consumo esistenti nel Paese. Se sapremo operare seriamente nel campo in<lustriaie, a– vremo risolto alcuni dei problemi più gravi che ci atkr,– èono al varco. h-AK UA'l'l'ro LOMBARDO LeSottocommissioni allaCostituente e la Costituzione Le Sottocommissioni parlamentari incaricate di redigere •n progetto di costituzione da presentare ali' Assemb'.ea ita!}nO svolgendo a Montecitorio µn lavoro indubbiamen,te intenso, ma_ che pecca forse di troppa modestia_ Questa tearsa pubblicità. questo tono in sordina sono forse una ~nseguenza della nascita faticosa e piena di pudori della Repubblica? Certamente, alla serietà e alla· responsabilità èel compito non si add,cono sbandie·ramenti, nè, ta1\to me– ao, polemiche di stampa o clamori di piazza. Tuttavia si laa quasi l'iinpressione che si temano anticipate prese di po– sizione, che si voglia eludere fino all'ultimo ogni int· 1 f~– renza suscettibile di_ condurre a contrasti di princip1'.J. Il Paese ha diritto, però, e interesse, àd essere infor:nato più ampiamente_ In fin dei conti. se è vero che siamo ancora in uno stadio che può chiamarsi tecnico della nascita della oostituzione, non si tratta di redigere codici, e cioè di a:impiere un lavoro minuzioso e delicato affidato necessa– riamente a degli esperti, ma di :lotare là nazi"::ie di una .<1f.rta statutaria, di un complesso di norme e di' principi fon– lamentali, mercè l'opera di rapprese ..tanti deile varie c:or• renti del pensiero politico naz;onale . . "Ma (orse questa tend~:i,;a, diciamo cosi; ant;·rdcriLa e prudenziale è più radieata <li quanto ~ta dato supp'.Jrr>:!Me lo fa credere_ tra l'altro, l'art1c-:ilo di Luigi Preti intitolato « Appunti sulla Costitu,.,01,e:. apparso sull'Avanttl nel lu– g-lio scorso. , In sostanza, Preti è d'accordo coi concetti esposti da G. B. Boeri nel Corriere della S~ra del IO luglio, e cioè cfie bisogna ben guardarsi dall'indulgere a definizioni ed etiunciazioni teoriche, in sede propriamente costituzionale, per non correre il rischio d'impaludarsi in discussioni di principio tra i .partiti, sempre lontani sul piano ideo)ogico e. astratto. Discussioni le quali, d'altra parte, son~ comp'e– tamente inutili e non risolvono i problemi concreti della ricostruzione e del rinn'.Jvamento democratico dello Stato. l:osì, egli dice, non è necessario ci si ~offermi troppo, fa– cendone una questione pregiudiziale, sulhr definizione del– la Repubbliéa nei suoi attriquti (democratica, socia'.e, cri– stiana, e via dicendo), nè prendere di petto il problema dei -rapporti tra Stato e Chiesa per formulare un principio di laicità,. o meno, dello Stato. Bisogna riusci re a superare tutti questi scogli conclude l'articolista, nell'intento essenziale di arri:vare ~ ·un « ac– cordo » tra i partiti sui punti fondamentali», in modo da « rendere contemporammmente omaggio• a Carlo Marx, a Benedetto Croce, e - perchè no? - al'.a vecchia tradizione cattolica nostrana». _E come aspirazion·e ultima. chissà che anche il Mazzini dei repubblicani si commuova per diveni- re, in regime di Repubblica; meno intransigente. _ Ci sembra che sia il Boeri che il Preti commettano un è-uplice errore, di ordine psicologico e sostanziale :nsieme. Il primo è quello di credere che chi siede in un'assemblea col mandato di creare la legge fondamenta:.e dello Stato (e· si noti, sono in gran parte uomini di dottrina; avv'.Jcati, 1anc giuristi; e di alta cultura: professori, studiosi) non si la- . sci -trascinare a formulare e agitare, in sede di discus~·one, le massime· e i principi che sono stati base e linfa de!la sua vita di studioso e di uomo. Il secondo è lo sbaglio di pen– sare che i dibattiti lunghi e roboanti sulla definii: ont! di questo o di queJ:.'altro prinéipio costituz:onale siano sostan– zialmente inutili, e sola cosa utile e importante sia giungere . a un pie110e sollecito accordo. I risultati della politiça de– gli «accordi» non sono stati, fin'.Jra, evidentemente, quelli sperati; e le varie forme di pariteticità e consimili CO'l cui si è governato in Italia in questi ultimi due' o tre anni han– no dato benefici mo'to discutibili. Necessaria, sì. questa poli– tica, fino alla Cost;tuente; ma non necessaria dopo, inutile dopo, dannosa dopo. Bisogna far nascere la Repubblica it aliana. N el capire questa esigenza sembra che i repubblicani stari.ci 6ia,10 mol– to più sensibili di noi. Bisogna tog'._i erla· dall' inctil::atrice, dar vento alle sue bandiere, mo5trarla alla naziòne che non sa e non può vederla nella sola proclamazione dei risul– tati del referendum istituzionale, o nel primo governo re– pubblicano di De Gasperi, o, peggio ancora, nell'amnistia; impor'.a alla passione del cittadino. Ci sono ancora dei mesi di tempo.· Sono sufficienti. Si usi comunque tutto il tempo necessario, magari prorogando (la C~stituente è sovrana) il termine, ma ci si batta fino in fondo, si affrontin'.J princi– pi e teorie, tutti i problemi fondamentali, anche i più spi– nosi, quelli che incideranno nei destini della Repub1'lica e della nazione, e li si agiti davanti a!ropinione pubblica. Occorre far presente all'opinione pubb:_ica che il problema della Costituzione non è problema ad essa estraneo: ora che la Repubblica è nata,· il popolo italiano è chiamato a darle un volto in cu; la nazi'.Jne sappia riconoscersi. Le masse lavoratrici devono essere interessate a quest'opera com.: :n occasione della scelta fra monarchia e Repubblica No'! è giusto far credere loro che la questione della laicità o me– no dello Stato si riduca a un dibattito puramente accadc– mic'.J, inconcludente e privo di conseguenze per la viu e il lavoro. dei singòli. _E' 1,1nodei principi fondamentali da cui sorgono infinite e importantissime conseguenze nel cam– p.o morale, educativo, sociale. E perchè scrivere che « oggi, del resto, vige il Concordato del 1929; e finchè esso sarli in vita sarebbe un c'.Jntrosenso di~hiarare senz'altro lai~a la Repu~blica ·ita,'iana »? Se si aHe.rma il~ principio della larcità dello Stato (sia pure 4 ffermazione di 9~incipw e non di valore giuridico assoluto), ne verrà di nec?ssaria conseguenza la .revisione, in sede di legislaz:one ·orrlinarÌ:I. del Concordato E non viéeversa. giacchè un'aff.,rmaz(o;i~ statutaria è qualcosa di più impegnativo di un principio as– sunto per via interpretativa da una norma o da u:1 atto leg:slativo normale. _ A nostro avviso. per quanto ·rig.uarda il princip;o df:'i rapp'orti tra - Stato e Chiesa, occorre dichiarare in sede e con forma e concisione statutaria. se si vuole mantenere il sistema giurisdizionalista-confessionale che emerge dagli ac– cordi lateranensi. ovvero ispirarsi a quei principi di sepa– ratÌml'.J giurisdizional'sta che risultano dalla legisfazioPe del 1871. L'attributo di laico, o meno. posto accanto a Stato è bastevole per ipotecare in un senso o nell'a'_tro la legi– slazii:me. che a p;Ù o meno breve scadenza, reg'.Jlerà nei . particolari questo delicato settore della vita dello Stato. In particolare i paititi di sinistra hanno tutto- l'interesse ad insistere su tale punto durante i 'ayori della CosHnente. in quanto è probab:le che si uniranno loro nell'asserzione della laicità dello Stato. gruppi di destra_- che forse. piit tardi, nella vivacità dei dibattiti parlamentari, si schiere- rebbero alle spalle 'dei democristiani_ • · Gli stessi ragionamenti vale-ono per ?.'altro càso no•tato dal Preti. sulla defnizione statutaria <lella pro(Jriet?, Sono istituti. ouesti. talmente costitutivi della natura e delle ca– fatteristiche <le.IloStato, che· su di- essi è <loveroso fare di– chiaraz:oni ili principio, perchè. anche nell'evenuaFtÌI cli susseguenti regolamentazioni /;mitatrici di esse. resterit fis– sato. a11che se non rigidamente, un atteggiamènt'.J di mas– sima dal quale non si potrà prescindere che in sede di re-_· visione - costituzionale. Naturalmente, est modtts iii reb11s. Così. è 11:iusto rico– noscere la necessità di « evitare re1Zolamentazioni di singoli istir11ti cli dnhbia natura cosl~tuzin=.le ». cmali. a<l esPmnio. quello del sistema e'ettorale; e l''.Jnportunità. ove s'inron– trassero difficoltà serie nello stabilire il vocabolo atHhu- · tivo della aualità •che si vuol dare allo Stato. <li t?o-liar corto e passarci sopra_ (Naturalmente, non ove si tratti cli attrib11ti cl 0 cisameT'te imneg-nativi come Stato « laic'.J» o « corifessiona'e »: ma nel caso di quelle formulazioni va– ghe. quali « Stato democrat ico». o « soriale ». o « <lei h– voratori ». ecc.. le (lt1a1i.ce lo insegna l'esperienza. si pre– sta-no a molteplici interpreta zioni e inversi-mi). Eviclente-

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