Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 20 - 15 ottobre 1946

CRITICA SOCIÀLE 337 ai procJ,a,mano e .si denominano da sè « gran paladini dell'o• nore della pa~ria e difensori del popolo >>. Poche regole formali di allività impediscono i travia– menti e rendono le occupazioni più facili. La 1 semplice cor, · tesia è sufficiente per trasformare in piacere un gesto sgra• devole. Voi discorrete 00111 alcuni amici, riuniii una sera in casa vostra. Di certo 111ullavi deciderebbe ad uscire di clasa. Ma senza accorgervene s'è fatto ta,rdi. Una. signora tra i vostri invitati abita un po' lontano, e voi, senza la, menoma esi· ~azione e senza l'isentirne il menomo fastidio, l'ac-compa• ginate fino al portoll'e di casa su11. Perchè? Perchè un p.re – ciso dovere moralo modifica il vosiro senitmento. La regola, costringend,ovi abitualmente a certi· ,atti, li. facilita e orea un'abitudine, ,un.a piega a sua volta sorgente . di bisogni e di piaceri vincol.ati al loro compimento. Infatti verrà un certo momento i,n cui vi sentirete veramente con• tenti di avere osservato la regola che, in pri111cipio, vi era parsa taillto duro ... Codcatevi ogni sera v_erso le dieci. Con– formandovi a questa prescrizione fisiologica, proverete in breve una reale e· profonda soddisfazione. · , Senza regola, l'uomo, .fosse pure il più grarn lavorato.-e, non può occupare pienamente la sua vita. Egli faticherà, sì, 111aguid.ato sempre da nn 'istintiva ricerca del lavoro meno , spiacevole, trascurerà pur t.-oppo gli altri. E così è degli ope~osi che ri~ndono sempre con ritardo · i 'e lettere,· •e di alt}i che non si concedono un tempo sufficiente per le letture istruttive, e di alt.-i ancora che non sanno -accordarsi il tempo necessario .alle· relazioni esteriori. .. Tutti questi tlifetti d'attività possono talora avere perniciose ripercus– sioni ~ul rendimea:ito sociale. Soltanto la regola può Celi.ce• mente 'intervenire e rimediare a onesto d-isordine e, come il proe:Nlmma soolastìco impone ailo scolaro la lezione di tedesco, _essa dirà all'uomo occupato: « È l'ora dell.a corri– apondenza; è l'ora di acquistare nuove cognizioni; oggi è il · giorno di rendere le tue visite ))_ Senza la regola. vi sono ee.-ti lavori importa111ti che l'uomo più corag!!'ioso, ingannato da se stesso, non troverebbe mai il mo mento d'i01tra'.1Jrendere. Come la convenzione è nel negozio la leg.ge delle parti,.così , la r~,rola liberamente stabilita dal soi,1?etto medesimo è la sua pro'pria lee:i,e. Io m'i.,.-rendo· perfettamente conto che "uestò modo di lavorare al cronometro sembrerà illl50p'Jl'Or• tabile a,rli ·artisti e a quanti si lasciano guid•are dalle impres- 1ioni ·e dal sentimento. Ma so010 convinto che nu1la gioverà evunoue, in tutte le n,ostre attività, anche in arte e irn poli-· tica, ~ nulla •si renderà tanto utile alla nostra esistenza ordi- - nata e ts•a,rgi,a, cruarito la _regola, poi che essa, rappresenta nna prescrizione raziornale. ••• La ree:ola è necessaria -a tutti, ma sonrattutto alle volontà deboli, ~di abulici sempre esitanti ,a deierminarsi t, ad a1?ire. A onesti è necessar'io un tutore, un sug11:eritore che rammenti loro ad o,rni istante il ii:esto .che devono comniere ... lo ri• .o-rdo di aver enrato uno di ouesti •ammahti ch'era eiunto a non noti,r niù nè meno f<'ntare. 1Sotto l'imoero di c'erte osses– "ioni, J?H ;!ti più semplici: oome cammi;,,are, ,:ecarsi <fa nn luo1?0 nll'altro, 3,-,rhe vici,-,issimi, attendne a un• ouolche occ1m•7fo;,e, foddi-;fare alfo necPsshà più, nall•rali. O!!ll'li matti,.,. e-l'indicavo ·n prn!!r,ammn della Slla l?i()rnata. M• e!!li non o'hheAiva che a o~d;ni scritti. Le mie ricette rerovm,,., le prescri7:;.,.,i se1r1.1enti: Usciro dii càs1a ,e a;nn,rren ,;,/p,IJ. ai /!ÌW· rllni D"1:Jhlici: r,n.t;.f:Pt:rmimie u.~a mPtt:z'mvz ltmil!o i. , "1-n.li: o-:.~r. vare OIT11i r.o.t;aaDtemrt.ntm;prmtJe; enttrnrP, in Ùn cnf!è e -.t :eÒJer:',i " 11.n rn-,m7/.no; oent.er.lirurre una b;bita e infoonto rlare una · .(CQr.""rrl ,ri~rrlP.: -P.ntrmr.P, iin u.n. uro.n. Tn(lVn,:zin.n P. r..nrm i>rm-e 11nfl rr,,-tr,rrf,ffl: nnr1vrr-P n tqrr.frn o rim.n,..,1n.,.,,i. .,:;f,-,.n nl.1.n fi.nP. tle11<> •uetrar.nlo: riferirmi n unr.e. aTT,. m,arn;1llll .'l'P.mten.tJe. ciò che ttVP"" lvrttn P 'OS.se >ri1ato. 1<: rn,Pll'ahl,Hr(). confortato da ·rnr!' nsirhirl,p ndinvnnti. f'Uarì r.1>mnlet•m4'nt·A,e prest<'I non ebbe ,.-iù bisol!'Tl() dei miei scritti per riprendere un'attività 1t1or- mnle. ' ' . Onest'ammalato è simllolico. EstS-Omostra, ine:randito, il Yizio di cui 11,tti noi «nfl'ri•omo .a ,rradi diversi. Sen7a ree:ola, 8enza 1•ha stiretta obblie-A7.iOLDe, 'il iziovane normale. anrl,e ,mne.rfore, è un. povero i,iovane. f:Prto, la sua ·ooscierrza do– n,-'h'h., hastarP'li: niu tarili. ind-nhfn•mente, el!li non avrà più -,,;.. ,;,,",. rl,e cl'Ps!Wre ben consfaliaro. r>Pr ademniere ai r,ronri ohbliizhi. Ma ner m<>lto temno è d'1mno rh'e1?Ji si · r1J1rv;rotto nna discinlina. F. se (ITlesta norn !!li è coman,fata .Ja nltri, ·dovrà procurarsi egli stesso le sue catene e sentil'.11,e il l'>~(). Per conto mio, io mi pie~ alle regole più rigorose in •tte Je mie •BZÌO'l'.li. Così, ponendo fine a, questo mio 11rtioolo, •Ì Hllegro d'averlo suitto nel giorno che mi ero imJ)06lO. ,. ·b io eca. o GLI ORGANlSMI DI MASSA : Il Fronte della Gioventù Sorto sotto l'oppressione nazi-fascista, per. prepa_– rare i giovani alla lotta, il Fronte della G1oventu avrebbe dovuto essere, dopo ,la liberazione, Forganiz– zazione unitaria della gioventù italiana ed il suo rap– presentante. in ogni manife_stazione pubblica, _Q~esto scopo non e mai stato raggiunto ed il Fronte e rima– sto tale solo di nome. Come mai? La risposta è com– plessa: quindi crediamo opportuno fare un. esame completo ed obbiettivo della question~. ini~.iando con un po' di cronistoria di questa organ1zzaz1one . Fin dal periodo clandestino, nèi comitati direttiv~ formati c·on la partecipazione dei rappresentanti dei sei partiti del C. L. N., sorsero lunghe discussioni sull'ordinamento che si sarebbe dato a questo orga-· nismo quando si fosse stati n_ella legalità, perchè si prevedeva la funzione veramente importante che es– so avrebbe dovuto assolvere per l'educazione demo– cratièa della gioyentu. Anche nel periodo clandesti– no, anzi pàrticòlarmente in questo, il Fronte ebbe una sua importanza, e ne è prova il fatto che nell'a– gosto 1~44 il C. L. N, A, I. diramava disposiz~ol?-e che fosse accolto un rappresentante dei g1ovam rn seno ad ogni C. L. N. Fu così che dapprima in qual· che Comitato di Liberazione periferico, poi in quelli di città importanti quali Torino prima e Milano poi, ebbero la loro' rappresentanza anche i giovani, che più tardi venivano ammessi. anche nei Comitati Re- gionah. · Questo riconoscimento ufficiale dato già nella clan-. destinità al F. d. G. è La prova ·dell'importanza e della speranza fiduciosa che i partiti avevano ne-i giovani e il riconoscimento dell'apporto di questi al– la lotta partigiana. All'indomani della liberazio_ne, e precisamente il 28 aprile 1945, il C. L. N. lombardo approvava l'importante dècreto che assegnava in uso al Fronte i beni dell'ex Opera Balilla, ed infatti mol– te ,attrezzature e molto materiale di quell'ente venne– ro in possesso del Frorite. Questo fatto, fra altri, con– tribuì a far credere a molti che la nuova associazio– ne ·rosse sul tipo della. defunta G. I. L., aumentando le già aspre citiche. Logicamente la legalità poneva i vari partiti nella necessità di occuparsi più attivamente delle proprie organizzazioni giovanili, e si veniva così modifican– do il loro atteggiamento nei riguardi del F. d. G., •anche in considerazione della politica seguita da es– si nei confronti degli « organismi di massa». Avven– nero le successive uscite dei democristiani, che, in senso lato. hanno già le loro organizzazioni di massa, dei liberali, quasi sempre assenti, dei repubblicani e della Gioventù d'Azione. Rimasero i giovani sociali– sti, assorbiti dal l_avoro organizzativo della Fed. Gio– vanile Socialista, ed i giovani -comunisti. Come è no– to. il Partito Comunista non ha una Federazione Gio- . vanile ed ha guindi sen1pre dato tutto il suo contri– buto al Fronte, che esso stesso ha creato e sviluppa– to, immettendovi al ·completo le sue forze giovanili. Dalla. differente considerazione politica dei Partiti e daì differenti sistemi di organizzazione derivarono le posizioni false ed insostenibili dei rappresentanti di alcuni di essi. Infatti tutti avevano eguali diritti nella direzione, ma non tutti potevano dare egual– mente la loro attività: e di qùalcuno quindi veni:va menomata l'influenza nel F. d. G. Alla pariteticità del vertice non poteva corrispondere. una paritetici-' tà alla base, che sempre più diventava la massa in– differenziata di un solo .Partito. Quindi i vari Partiti, uscendo dal Fronte, rompevano quell'alone equivoco Tutti i miei atti sono egualmoote o-rdinati e lascio sempre il meno possibile all'imprevisto, a ciò che si chiama il c.as. e che non è, il più sovente, che il disordine de]Ja vita. La sola differenza ·della mia attività oon l'attività ch'io prescri– vevo ai, miei ammalati {l'una e l'altra egualmente regolate) è quella, ch'io stesso mi scrivo le mie ricette. Ma ,11er al..,. non sono meno obbediente degli altri che ebbero bisog11M della Ìnia TI>lonlà per determinarsi ad agire. . GUGLIELMO EVAN>S

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