Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 12 - 16 giugno 1946

CRITICA _SOCIALÈ _185 In memoria di Bruno Buozzi . Tra i compagni più vicini ·al nostro cuore, dei ql,f,àli ricorse, in questa pri1na metà di giugno,·l'a,,.mi-:ersari<J del coraggioso. sacrifizio, 'è BRUNOBuozzI, ucc-iso dal piombo nazifascista ll'.lei-giorni stessi in ci,i si· compi_e·, u la liberazione di Roma. . ' ·1. • Fu, con Rigpla, D'Ar.agona, Quagl ino,• u mo dei mi- gliori organizzatori s,indaèali. La 1/. I.O.IH ., di cui fu per tanti ·anni segretario, erçz, con la Federm:i,me degli operai: edili, la meglio organiz,,:ata, 'la rneglh dirl"ifa. Buozzi congiungeva in mirabil-e armonia. la p·mdente· riflessione e preparazione e l'intuito audace delte·cppor; tunità: aveva qualità di uomo di studio ·e di co•idottiero. Nel 11iomento della famosa « ocw.pazione deit1;,fabbri– che • ebbe la più neUa sensazione di quel che si pote1,a e si sarebbe do'1/uto fare. . All'avvento del'·jascismo, si trovava in Fra«cfa ·e 1 i rimase. Fu tra gli esulj più. operosi nel prèparàre la riscossa. Nella sua casa trovò confprto e assistenza Fi– lippo Turati, e vi chiuse i suoi giorni. Avvenuta l'in– yasione tedesca, fu es.tradato in Ita-lia ·e mandato al confino; ma, sotto. gl·i occhi 1,ei suoi cµstodi, e1;li seppe tuttavia partecip(fre attivarnente e con · efficacia al la– voro clandestino; dopo il 25 luglio ebbe l'incarico di riorganizzare. il libero moviniento sin.daèale; _riprese il– la1Joro clandestinoi,,è-o~o l'S settenibre, e lo continuò,·• con fermezz·a e corçiggio, fino alla morte. LA CRITICA SOCIALE. Socialismo integrale 1. Datl'aut.o_,wmi:adel partito aU'azi-011esooialisu1. . NèÌ Congresso, di- Firenze. la ·1nàggior·a,nza dei -compagni- ha final– mente d:eci~o che' il Partito Socialista deve vivere e cosliluire u111afot·za autonoma. Comincia ora una se~,:mda fase: Pa– .zione da svolg,ère per realizzate il socialismo. La Jo: ta per ·1•autoiiomia fu ·condotta da compagni eh~ si· do-veltern orga– nizzare in frazioni, perchè. era1110minoranza. Oggi,. olfenuto il conscn_so della maggioranza, essi chiamano indistintamente tutli i compagni a rac-còlta per l'azione ~odalista. lIJ queste tesi definiatn-1> alcuni ·a~pettl dell'azione che_ il pa,rtiro so– cialista, vivo ed autonomo, deve ,connii~re per giuugerè a qu<:r socialismo integrale e 110n deformaio, che fu 111el cuore dei noslri mort-i ed è nella volontà di nO<ivivi. 2. I.a ,-,ivoluzione è ancora· in corso nelJl'OrienJ,J . • Ncl' 1917, con la rivoluzione russa, è cominciata un'epoca dina– mi-ca, durante la qu/Jlc avviene il passaggio dal vecchio tipo ·S?ciaJe ~ capitalismo borgh'ise individualista) ad un nuo•vo tipo sociale, che noi vogliamo possa essere il rocialisla. Si · compie, cioè, una rivoluzi-one sociale. .' La rivoluzio·ne :-n Russià è avvenuta per via insurrtzionale · la classe dominata ha bl!ttuto con le armi la domina·nte. ·1; diflì~ltà inte1;~e e l'ostilità internazionale obb_ligarono il partito· comurusta ad assumere -ca.-atteristiche diverse •da 41_1elleche noi riteniamo ,proprie di un parlito ~ocialista ed hanno condotto ad un tipo so.ciale che noi riteniamo d-iverso dal so_cinlismo: Ci auguriamo eh.e nell'ulteriore corso· della rivoluzione russa, miglio.-ahdo le condizioni inteme ces• sando l'ostilità internazionale, sénza l'assillo delle ne~essità militari, possano diveòtare integralmente socialisti sia il partito sia il' tipo 'sociale. · · · ' 3. La rivolu::liom! è già ili~ ·corso 01111Chie nell'Occideii~e . . Le contraddizioni interne del .regime capitÌilistico hanno obbli-_ gato i pa,esi reaziona,ri nazi-fascisti ad altaccare i paesi de– moc_~~tici anglosassoni. L~ classe dominante {lei paesi demo– crat1c1 ha dov~to, per vincerla, chiedere la collaborazione della -classe élol)1inata, all'estero procurandosi l'alleanza del– le repubbliche sovietfohe, all'interno prometlcndo innova– .zioni .!i lavoratori. Per questa doppia collaborazione il raI!– potto cli forza Ira dominatori e_dominati è mutato i~ favore dei lavoralori. Il· loro peso •è diventato· suflìcieIJtemente grande per far sussistere in politicà gli ord·iinamenti demo– oratici e nel loro ambito procedere ad una serie di innova– zioini_~~nomiche e socillli, che gradualmente, in.maniera pò• C? !1sib1le ma reale, costituiscono il passaggio verro la 50 • c!eta nuova •. Il: oorso di ~esta rivoluzione ,fwicific:i è aflìdl!to a, lavoralor1, m quanto riescano a mettere la propria forza a servizio del proprio diritt.o. moBianco 4. I conservatori . •_ La destra 1borghese reazionaria C(!nser– vatr"ice è avversaria e nemica, 1•erehè. vuol conservare· il vec– chio tipo di società basato sullo sfr_uttamento dell'uomo da . p,arte delruomo, che noi voglia_!DOinvece· _abolire: . 5. I progressisti . • La sinistra borghese pro·gressista è av– versaria. J\'[a è possibile la oollaborazione, ne·i limiti in i:Ui ac-cetta-la trasformazione effettiva della società. 6. I bol~vichi. - Con i comuni-sti ahbiàmo in comune il nemico. Siamo compagni di lolla, p,;rchè vogliamo·abbatte.-e la vecchia classe dominante. Ma sono diverse le caratteristi– che dei due partiti, diversi i metodi di lotta, diver,a la SO· cietà a cui tendiamo. Nei casi particolari in cui-ci trvveremo . a fianco nell'a•zione stringeremo con essi fratecni ~coordi. · Ci auguriamo che l'ulteriore corso della rivoluzione iJG Oriè.n- • te li conduca sul nostro· terreno. · 7. L'un ità sooialJi.sta . • Tutti i lavoratori del braccio e del- _la men.te, -che vogliono mutare l'ordinamento sociale vigente e sono ostili ai meto-di -diuatoriali come mezw e -come ~copo, debbono _essere unificati, anche se provenienti da correnti diverse. Vadano i borghesi coi borghesi od i oolscevichi coi bolscevichi. Tutte le altre forze che sono socialiste debbono ·ritrovarsi coi "EOcialisti, nel nostro grande vecchio e glorioso partito. 8., L'unità sindaca,I;e. - Una piii. vasta unità coi lavor~tori no,n. socialisti è doverosa nel campo sindacale, al d-isopr~ delle <Tiversità politiche e confessionali. In questo ,terreno iroveremo al no,stro fianco i lavoratori bolscevichi ed i· 1avo- ratod demo-cristiani. · 9. L'unit.à nazionale . • Una unità ancora più aìupia do:b. · biamo essere disposti ad altuare nel -campo nazionale per' compiere la ,tfro-struzione. Potremo ·collaborare con l'ala pro– gressista· della classe ·domina,ntil nostra avvecsaria per ~ico• _ struire il paese sopra una via che conduci verso l'instaura– zione di uh nuovo ordine sociale. Fuori ·della v1t:. della nazione .rester.anno soli i con;ervatori reazionairi. IO. Nel partito è. superato sia il massimalismo rivoluzio• · nario di sinistra sia - il riformismo- moderato di desira •. - Nel passato l'odentamento delle correnti socialiste avvenne rispétl-o al metodo insurrezionale. Ne derivò Ià scissione dei cornunisÙ, e poi dei terzi inte,mazionalisti, e la divi;ione tra massimalisti ed unitari. Oggi il_problema non si pone. ·Tutti nel partito ri-conoscono che- col nuovo rapporto di forze a noi favo~evole dobbiamo compiere la .rivoluzione nella lega- . lità, con quelle riforme rh'e fùrono il patrimonio ideolo-gico della destra. Ma se la classe do.minante, ,per sfuggire all'inevi-. ta·bile trasformazi one soc iale, volesse anooralqna volta uscire dalla legalità 'per aboli .re le libertà e la denioocazia, tutti del partito siamo pronti a quell'insurrezione clìe ispirò l'id~olo– gia- della sinistra. Oggi tutli abbiamo ereditato quanto c'era di vitale nella destra e nella sinistra ,storica. Questa· diffe– re~za tra noi• non esiste più, 'Ir. ~ La difJ~enz(lJ atJtuà1.e 11/él piirtitò ~ tra ùb,eitii e ditta– tura, tra sociafrismo e bolscevismo • . È -chiara la differenza Ira il socialismo libertario dell'Occidente ed il bolscevismo auto- · ritario dell'Oriente. Non altrettanto omogenea i, la comrpo– ·sizion.e dei due pairtiti rispettivi. Ci. sono fortunatamente dei socialisti nel parlito comunista e ci son~; purtr<lnP-O, dei comuni~ti nel p~r~ito socialista. Son~ in realtà .sodaltsti quei. tesserali comumsll che accolgono pienamente, scnztl riserve mentali, le dichiarazioni tattiche sulla cosiddetta democrazia PI;>·gressi_vae sulle_ libertà che il partito -comunista propugn~ ne, p_aes1 borgh esi; ma non concede nel paese dove ha. il potere. Il lo.ro posto è ·con 111oi:che vengano! Sono in..realtà co~unisti _qu~i tes~erati _w~ialisti che propendono per ·i me, tod_, autoritari e d11tator1ah nel partit9 e nell'organizzazione sociale. Il lo,ro p~slo •è coi -comunisti, coi quali dovrebbero an~are a fonde_r~•- L~ loro pre~enza fra noi. sociaJiai costi,.– tmsce nel partito un ala filo-bols-cevica, che di .wcialista ha· la t~ssera ma di comunista ha la _sostanza. Non può essere considerata una corrente socialista. . · 12. L'omogeneità del par,tito: s~cialism.o e libertà . • Due esigenze sono di attualità: unificar(l tutte le correnti che tendono a1__ 5ociali~mo nella libertà, -attraendole nel partito, e re1;1dere 11 r,artl!o om~geneo, epurandolo dai pochi ele. me~11_eh~, perseverando nelle co11ceziorii ·aut-ori,ari·<! e ditta· tonali, s1 pongono con <:iò stesso al di fuorì di esso; l~. Tende:i,_zesoe!Ùt/Jiste: ~i>oluzim1e tecnica e non oppor– tunismo poDitioo. - Nel partito, am pliato oon l'll flificazione e reso om.ogeneo, _si delineano dùe atteggiamer.ti. Gli uni;' cerca~do _d successo politico, cadono nell'opportunismo ri– nunc1atar10. Per ottenere la, tolleranza della classe domioan.

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