Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 12 - 16 giugno 1946

. 1 182 • CRITICA SOCIALE chia, ___:_ questa contr~ddittoria situaziòne, diéevamo, apparirà più evidente e-meglio definita, quando si avrà un preciso specchio particolare dei risultati del– •le votazioni. E certo dipenderà· dal modo in cui il P .D:C. saprà servirsi di questa sua situazione cbe risorga o no quell'anticlericalismo che i partiti di si- 11istra speravano di poter .cancellare per sempre dalla vita politica del ,paese. ·· * * * Altro aspetto notevole dei risultati della votazione per la Costituente è il numero relativamente scarso · di voti dati _al Partito Liberale, il quale par-e de1:tti– nato ad essere co~presso ad Uno spessore sempre più ristretto nel. quadro della vita politica italiana, come il partito liberale inglese, stretto fra le forze· dei con– servatori e quelle dei J.aburisti, salvochè qui da noi il P. L. non sa dare il confortante spettacolo (chè dà il éonfrate llo ·di oltre Manica) di voler adeguarsi alle esigen.ze dei tempi e di.saper lanciare, nell'attc, stesso · in ctii sembra sommergersi, germi fecond,i per il rin– nova~ento e l'elevazione de·lla vita del proprio paese. Anche il Partito d'Azione ha riportato ·un numero esigùo di voti·, in prop~ione .appena di tre a due rispetto al numero di coloro che .rimasero inscritti .nelle sue file, dopo i risultati del Congresso di Roma·. zionale e·•iniziare, con speranza di successo, l'ppera di ricostruzione materiale e morale. Questi nuclei di. ceti medi si sono messi, cioè, dietro le orme dell'Uo– mo qualunque, il cui successo, se ariche i voti sup,> rano di poco 1.200.000, è tuttavia necessano rico– noscere ·ed è uno dei più sconfortanti segni di <liso- . rientamento politico e morale offertici dai risultflti della votazione del 2 giug;no. Il .nucleo che si staccò allora dal P .d.A. dietro la guida di lP-arri e La -Malfa e costituì il partit o della democrazia repubblicana, ha poi raccolto un num e.ro· così esiguo di voti che, se nulla toglie alla nobirtà delle intenzioni di coloro che lo promossero, dimostra però la mancanza in essi di intuito p0litico e rli senso della realtà e attesta la propria impos!;ìibilità di avere . qualsiasi peso nell'eq1,1ilibrio delle forze politiche e· nell'indirizzo della vita nazionale. · Trascurando i minori aggruppamenti politici e ri– servandoci: di parlare ,altra volta, sulla base di dati precisi, di quei movimenti. locali che hanno però (au– tonomismo siciliano e sardo) forte interesse per la vita di tutta la hazione, poéhe parole abbiamo dia dfre sulle votazioni raccolte dai partiti socialista ·e comu– nista, che corrispondo1io alle previsioni generalmente fatte. Ci sara1;no probabilmente, fra i c0munisti ·e nel nostro partito, parecchi che diranno che, ·se aves-· simo costituito l'unità organica, anche ::.ul terreno ·politico, del proletariato o, almeno, un saldo.blocco socialcomunista, •sa.remmo stati noi i vittoriosi invece che la dem6crazia cristiana. Crediamo di pote_r sen– 'z'altro c ontestar e l'esattezza di questa considérazio– ne. Quei no.ve milioni di voti che abbiamo raccolti fra rioi e i comunisti ·sarebbero stati molto meno )se ci fossimo presentati uniti al suffragio degli elettori, per ragioni che abbiamo dichiarato più volte e non 'l:rediamo necessario ripetere e la cui ·fondatezza ci è attestata dal fatto che in alcuni piccoli centri la li- sta socialista ha riportato .da sola, nelle ultime ele– zio_ni, un numero di voti pari a quello riportato nelle· recenti elezioni' amministrative dal blocco socialco– munista, che il ,sistemi maggioritario a:veva reso ne– cessario. Converrà attendere uno speceliio· partic.ola– reg'g'iàto dei risultati per fare più precise dteduzioni in proposito, come anche sul· significato del successo comunista in certe zone agricole. · Ciò dipende anche .dalla inettitudine a trovare un. ragionevole orientamento politico, di 'çui ì:a dato prova una parte dei ceti medi. Di questi alcuni hanno sentito che il loro posto. è nelle file dei partiti del proletariato e l'hanno risolutamente preso ali'i11doma– ni_della caduta del fascismo e speriamo che sappiano permanervi, senza lasciarsi_ smuovere da impazienze per il ritardato conseguimento dei vantaggi legitti– mamente attesi, nè da vaI_lesuscettibilità per il disèo– nosc_imento, spesso involontario, che altri possa fare della dignità che viene loro 'dalla cultura di .cui sono dotati e·dalla funzione che compiono nella vila socia 0 le;_ nè da altri consimili motivi. Ma un'altra parte · dei ceti medi, delle più svariate.categorie (pubblici . funzionari, impie_gati di concetto di aziende private,"· dirige~ti di fabbriche, artigiani, commercianti· ed · esercenti, piccoli proprietari _dicase, di terre, .di offi– cine, di aziende commerciali), alcuni irrag1onevòl– mente, per incomprensio)1e dei propri interessi, altri con piena ragi@,lle e- con esatta coinprensiol1e di tali . interessi, voglion tenersi lontani dai partiti. proletari, e spesso in atteggiamento diffidente o addiritttlra ostile verso di l9ro. Costoro. avrebbero pÒtùto unirsi a costituire un partito medio, che non avrebLe forse potutc;p avere un programma proprio· ben definito perchè i ceti ~he I.ocomponevano n011-avrebbero. for~ se avuto slancio e forza per elevarsi a una enuncia- .,,. zione di prin'cip i ideali, e non avrebbero, sul t~rrenò ·degli fot, eres.si materiali, saputo trovare-una for:mula _ouna serie di postulati cJ:ie pròmette·sse di tutelarli tutti. con azione coerente; ma che, comunqu-e, iÌ1 un paese di. scarsa preparazione e precisione i,olitica, quale è tuttora l'Italia, avrebbe potuto avete un cer– to peso, Essi si sono 'invece dispersi ìn vari partiti e molti sono andati ·a cadei-e nel pantati,Ò del malcon– tento, dove si impreca contro chi fo,. per soJ.p gusto • di protestare e di creare imbarazzi, e da m01ti con la speranza di trovar qualche còsa da péscare nelle iicque che si sono éosì intorbidate, ma non-si ha' nes– suna oapacità e nessuna intenzione di trovare e indi- Bi bliOÌeCa vt;fnol135tancòisollevàre la vita na- * * * ·• ._Resta da parlare dei risultati del referendwn. Ave- vamo già dièhiarato, neJ.l'ultimo fascicolo, che ci pa– •-reva indubitabile la maggioranza repubblicana, ma che occorreva· essa fosse molto forte, per <lare sin da principio sicurezza e stabilità aJ nuovo ordililamento e costituire una forza -efficace per la difesa degli in– teressi italiani di fronte alle nazioni estere. Dobbiamo confessare che la maggioranza è stata tenue. Mentre pochi mesi ,addietro la ;mi:marchia non avrebbe avuto più di un 20 o ·25 per cento dei voù, ora ha supe– rato' il 451. Più cause hanno contribuito a ciò: il ri- , sveglio, dopo l'abdicazione di V. E. III, della pro- .., pa!i;anda monarchica che era riniasta assopita duran- te il suo regno; la· corruzion,e largamente .esercitata con una incredibile profusione di denaro; lo spaven- to, sapientemente. suscitato nelle anime pavide ed · egòiste, che la repubblica sia destinata ad essere };an– ticamera del comunismo e della dittatura proletaria. Qualcuno maliziosamente ,aggiunge anche un cetto· : .fervore di entusiasmo femminile -per un re giovane, · s~anciatp e sorridente, suéceduto a un re vecchio, di meschina .presenza e accigliat o; ma noi non siamo. disposti ad attribuire grap.de efficaci,à a questo· fat– tore ..Riteniamo invece che abbia avnto importanza di g:an lunga ·,preponderante come abbiamo detto, l'a– zwne del clero, e che degli otto milioni ciréa degli elettori che hanno votato· per la lista democristiana non meno di cinque (e forse più) abbiano, ne( refe~ rendum, dato il voto per la monarchia. · Quanto -alla voce; troppo leggermente accolta an– che da qualche uomo politico di primo piano, che· persino socialisti ·e (aggiungono 01ltri) comùaisti ab– . bia.no _votato per la m.onarchia, non vogliamo smen– tir la iu pièno per non apparire ispirati da p1·econcetto

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