Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 10 - 16 maggio 1946

CRITICA SOCIALE 157 qÙalsiasi part.ito che, come il nostr~, abbia nel suo progr,am. . ma di proteggere il lavoro- cont,ro il -capii.aie, essi .sono- irri– mediabilmente dei Cf?rtservatori, anche -quando - fo",-se per · utilità contingente - si .danno pelle arie di ,riformai-ori! . Giusto qui,ndi che il nostro Partito, sia mo-lto guardingo nei lo.-o riguardi, perchè il loì-o-ing-resso nelle nostre file c,osti._ tui-rebbe non solo un element,o di d"ebcolezza,ma, peggio, ·una causa di disgregazione. Ma i seoondi sono· invece degli au– tentici proletari. Quindi: àcoo,glienza cordiale dei oeili medi · e_r,eiezi,one della piccola borghesia. · Cr-edo che; per arrivare .a tale conclusione quanto mai ovvia, un po' di hoi;nen-clatura fosse necessaria·: a•dogni m6do e,ra quanto mai necessario intenderci sul significato. che ognuno' di- ;noi dà alla friise « .ceti 1 medi 'i>." ~uò essere c~ quello che dico ·;o sia sbagliato: -però, fissato a chi inten- . · da riferirmi oon, la frase st<;,-ssa,non può· essere posta in ·dub– bio l'opportunità di « acco-glie're » detti elemeillti nelle file ilei Partitò anzichè legarli·. od agganciarli come dei ·salami ,qualunque! · R,_A. I ceti ~edi e il nostro Partito . l'f.elle discussioni di cirooli, neC oonsigli é nei Congressi _ la questione dei, celii medi e un vero -pomo di disèo,rdia fra le . tendenze. Alcuni vorrebbero non parlatne e risolvere · d~asticamente· il problema, dice·ndo che i ceti medi non deb– .bono costirui.--e di ,per sè un argotnent,o, ·ma che bisogna. pa;lare solo di compagn"i -preparati e di fé°de e di- buona volon_tà, o non. Mi ·pare semplicistico ed errato. I ceti medi ci sono, e non si può ignoruli. Infatti, una delle· p,osizio;ni · chJ''dividtìno noi dai fusiònisti - adopero, le paro-le d'uso -'- è proprio l'inclusione o J'esclusiorie dei ceti medi! Dob– biamo prenderli ,con noi? Acca;nto a ·questa dÒ-manda, c'è q;uesta se·co'nda. Il Partito deve -esser.e condotto dagÌi operai o dai ceti medi? (1). · ' · ·- -Natur-almente si fa differenza f~a i prole-tari intellettuali e queste- c~tegorie medie, _cr-istalli-zzate in forme eh~ è bene ·esamin are . • J ceti medi sono una zona tra i datod di lavo-ro (i cap, italis.ti) e i lavoratori. Questo come po_sizion~ econo-." ri\icA .. I profe"ssiòfiisti hanno un datore fluttuante e la richie– sra 'poggia un po' sulla foro abilità e un po•' sul tenore di vita ge111erale; -i funmonari, hanno invece lo- Stato come da– to1re' di.lav,oro e non si vede molto b"ene se il caratt-ere del lòro Tavoro dipenda dal _datore di lavoro o dai suoi consu-– rrtato,:J.,, cioè dal publiHoo; gli artigiani hanno un datore -di lavoro, oonsumatore·, ma, invece di vendere servizi, - come i p.-ofessi~nisti, vendono dei- beni! .Ma tutte _tre queste -cale- . gorie -lavorano, sono 0 produttori di ricchèzza e la loro,. foria d,ipendc dal loro làv~ro. Dioo forza e non redd_i-to, Socia!- . mente, essi in generale· si ritengo-no ·dei « borghesi », -de-i « civii!j », pe.- usi e oostumi e impost.azio-ne _di vita-. Qra bi– so,gn<1separare le abitudini civili alle ,quali ogni uomo• ha diritto dalla ccforì:Ii.a_zionementale borghese ». Il « borghese •> si ritiene supe"riore .all'operafo per nascita, per cultura, 'pe1 cliisse. Orà, se ~oi insegnamo al med'ioo, all'ingegnere, al ,c'apo-divisione ·di un ministero che essi lavorano e che il tono d~l1a loro· vita è sup erio.ie solo in quanto .più civilé, ina che eSÌ;i non_p,otrebbero s bs$i,stere senza il ·1avo-ro del cal– wlalio, del sarto, del muratore; se cioè noi insegnamo la più ·semplici verità .del. 511.ciaÌismÒ,e cioè che il lavoro è semplicemente lav«o in quanto forza produttiva &ociale, il ined.i.co, - l'avvocato, il fÙnzionario, sentiranno che di supe; riorità non siLpuò parlare; ma che si dèv'e p·arlare solo di diversjtà di lavoro. Al Jivcllo. civ'ile · (mani pulite, scarpe lucide, barba rasa, modo_ decente di parla,re, di mangiare, · ai convivere), tutti dobbiamo_ tendere come a,,forme normali dì vita clecorosa, ooslì -.oome si vuol' dare l'acqua, la luce, Jà fognatura, le stra,de di comu,ni-cazione ad ogni borgo, perchè senza questo_ n-òn -si solleva l'uomo dalle forme p.-i. mitive di esistenza. , :-_ . Ora il partito d'azio,ne e il partito demolaburista, volendo prendere queste categ:;rie e volendo far c~-incidere la loro posi,zione economie.a con una funzione sociale,_hanno sba•-., gliaoo, perchè; se è vero che il ceto medio esi&te, e che esso • tende a destra .come fattore sociale, è/pur vero che eco;no. micamente, per tutti i suoi ·interessi d1 .lavoratori, ·gravita verso sinistra; quindi, a torto questi due partiti hanno ten. taio di dargli una figura e una funzione che do-vrebbe proiet- - . --..,. ( 1) NÒn cl pare .... esatto il llJodo in cui viene in questo punto stabUtta• 1a posttlone delle dtverse_.frazioni del Purtito noha ques'tione . def ceti medi. Dh:emo il nostro pensiero nellla;rticolo che ci propo– nt•amo di scrÌvere a conclusione delle. trattazione del \problema.. (Nota di O. S.) BibliotecaGino Bianco tar~i anche nel campo politico. E la funzione è faÙita, ~erchè il ceto medio non ha eh~ una 'soluzi-one naturale, e cioè -di· scivolare a sinistra e fondersi con tutte le- forze lavo.-atrici. Spoglia,rsi_ di abiti meni.ali acquisiti dalla classe dalla quale so·n:o .s-to-ncamente ,par-ti-ti (parlo dei professionisti e imp,ie- - gat1), ma soprattutto· vedere co111 esattezza il· valore sociale ·del lavo-ro, per modo che non si confondano valutazioni bo,r– ghesi e abitudini civili. Mettere sullo stesso live!Lo ,c;.gnila-· vo-ro signi,fica cancellare j privilegi che determinan:O -queste _ •e_rra te concezioni .-mentali e sig,nifica rendere un v.ero ser– vizio ai ceti medi, òollocandoli nel lo-rO'ruol,o_ di" lavo,rator.i, ai· quali la dignità_ viene non ·dal lavo-ro specifico ma dal lavoro, W-ut oourt. · . Quando Nenn.i ha de"tto eh.;« il socialismo non è pro'b'lema del ~et~ medio » - a nieno che la frase avulsa 1110nacquisti - un s1gmficat,o che ha !DUtato il j:>en&ierodi Nenni -," quando la parte « fusioni-sta » del partito tiene a fare dell'o-peraisnio, cormnette lln grave erro.-e psicologico é anche dimentica -la sto-ria-. Il tradunionismo inglese -sarebbe morto e lo si v;ede assai bene anche _dalla magnifica storia dj Sid~ey. e Be;(rice Wehb, se non av.essf a_c'!Juistato senso· politico .includendo oome "forze vive tutte le categorie di lavoratori dei ceti medi• e in Italia basta rico.-dare la storia del nostro ··sindacalismo' ~he è. dJvent.ato leva sodale e po.liti.ca quando· è usci-to dal'.. l'ambito dell'operaisrn-o. Il Socialismo non è _probl~ma dei ' ceti medi in quanto· tali, ma è ·p_Eoblema anche dei ooÌi medi in quanto anch'essi sono una ca1egod-a di. lavorato-ri. E noi &iamo .così ingiusti- contro questa povera gente che~ mentre non ci permetteremmo di irridere alle forme di roz– zezza. dei conta-clini e d(lgli operai; mettiamo, alla berlina questi poveri cccolletti duri », chier,ici - lai-ci; _travetti in al- - pagas e manchettes di celluloide-; li. _offendiamo, li isoliamo, li gettiamo no,· stessi, co-n -la nostr"a_incomprensione e ma-n- -· canzà di _ rispetto c di amo.-e, nelle braccia apert-e del qua– lunquismo e della bo-rghesia, ·che in ·,realtà non li ama, ina se ne serve, e come!, ,pef il ,suo g!o,co. Ora questa è ·una colpa, .,_io ritengo-che noi si debba fare un'opera di pro- . paganda, come ieri fajleva Argentina Altobe-lli, e fa :ogjli la_ Giudice, ai rurali, propaganda seria, intelligente, obiettiva. iGli u,omini- del cèto medio-_,per la loro cultura, so-no, i.n generale, d-egli individualisti. In questo ha buon gioco il Partito d'Azione, tip,icamente fatto di intellettuali.. Ma 1110i do-bbiamo dimostrare che l'individualismo· non deve· costi-. twre J:,~rriere, ma deve -seg")are quei limiti entro i quali si- afFerma liberamente una personalità. . • · · - Ora l'impiegato è geloso di quest.a sua individualità, è ombro_so -e diffidente ·e teme di perderla. Sta a no-i insegnare come nel nostro pa,rtito· tutte le personalità v-eramente rie– .che di valori intellettuali .e' nio-rali _p,ossQno trovar modo di. svolgere la foro profi-cua attività e che non bisogna c001- fondero l'individualismo. con misa~tropi isolamenti anti- . sociali. È troppo alta e b'ella 1'Qq1.anità della nostra· fede ,s,ocialist.a, p,erchè uomini di ·cultura, uomini -preparati da·· un'arte n-0111 siano sensihi1i al suo .-ichiamo e non sentano l'altezza.ldeale di- una dÒ,ttrinà per cui la no-hihà della _fatica, di ogni fatica, risiede nell'a·pp,orto che .essa può dare all'uti-- . lità e ai -per,fezionan'l.ento sociale. ' .\. - EMILIA SIRACUSA èABl!INI La riforma della previdenza sociale Nei gi,o-r,n,i scorsi, doipo 1,1nlungo silenzio, si è finalmente se111ti,toparlare di nuovo della riforma della preyid~nza s,ociale: il ~inistro del lavo.-o, -compagno Ba,:b,areschi; ri– spondendo ad u-na interrogazione alla Consulta, ha. riaffer– mato infatti la sua precisa ,intenzione di procedere oltre <1egli studi intrapresi, per giungere al più presto, a o:isult.ati con– creti; Sfamo lieti di queste •dichiarazioni del Ministro, che "· ci. danno• fondate sper!'•nze per 1'avverii:re delle nostre istitu– zioni previdenziali, ma non possiamo fare a meno, di o:ile– vare nel tempò ·stesso che, -purtroppo, finora, questo ·pro– blema di così considerevole impol'tanza, -,otto tanti ··as1;>etti, · ha avuto scarsa fo-rtuna. , _ _ La prev,idenza so,ciale·oo-ntinua, è vero, ad ~ssere procla– Ìnata, oome uno deì pila-stri del nuovo ordi'l"\amento sociale, ma non· trova ,quel-fervor«i di consensi, non eccita quell'ap• passionato scambio d-i· idee, non dà origine a: quell'acceso - dibattito ehe sono necess~,:i perehè l'idea. si raffini, _si per– fezioni; j;i concreti e petchè, liiberata infine dalle soorie•; vossa più faeilménte avviarsi alla pratica reali~zazione. Epc ,pure· non o'è un vero· d-isinteresse per -n problema•, e tanto J

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