Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 4 - 16 febbraio 1946

50 CRITfCA SOCIALE tuito le loro cellule) che erano ·impa~ienti di eser– citar.e qualche forma d'azione. che affrettasse la fine del.fascismo, vennero pertanto uomini che _ave– vano diverse tendenze ed abiti mentali. Da essi si separarono ben presto i socialisti, che ·in alcuni luoghi avevano ricostituito il loro Partito e allar– garono poi la rete della sua organizzazione, svol– o-endo un'azione autonoma. Restarono tuttavia va- o . . d rietà profonde di tendenze, che s'accentuarono opo 1'8 settemb1·e, quando .apparve più evidente che la. monarchia, preoccup'.ata solo di salvare se stessa, aveva tradito nel modo più inverecondo gli interessi del Paese; s1cchè liberali che erano rimasti sino ad allora, ·seppur tepidamente, monarchici, varcarono il fosso, sentirono che per riscattarsi dalla vergogna del fascismo bisognava che I 'Italia rovesciasse la -dinastia, e si iscrissero nel Partito_d'Azione.,A que- sto accorrevano intanto, dal lato opposto, persone che. ponevano la giustizia, la giustizia sociale, al vertice delle loro ·aspiiazjoni, politicht;. e-d accet– tavano ~Il gran parte il programma socialista, solo . 1·ifiutaudo quella concezione classista, secondo cui è il prolet.a.riato la forza alla quale l'ordinamènto della società attuale assegna il compito, come af– ferma Marx, di attuare quella giustizia, rovesciando il dominio capitalistico. Nè fu questa la sola differenza che separava gli aderenti al Partito. Fra coloro stessi che proveni- . vano dalle file liberali alcuni rimanevano tenace– mente· attaccati, sul terreno economico, al liberi, · ~mo e att1.-ibuiv.ano la mass 0 ima importanza alla li~ bertà ddl'ini.zia!.iva individuale contro ogni forma non strettamente necessaria di intervento o èon– trollo statale. E fra èoloro che provenivaino da ten– denze socialisteggianti alcuni volevano si .accettasse solo quel tanto di socializzazione che è ormai.' ac– colto nel programma di ogni partito progressista e. accentuavano l'imp,.,ortanz.a della finalità democra– tica del Partito e il suo cara 0 ttere politico, ponen– dolj al di sopra della sua .finalità economica sociale, che consideravano sopr.attutto come integrazione e rafforzamento di democrazia; per cui il P. d'A. do– ve.va, secondo essi, compie~·e un ·ufficio di media– z_ione fr:.a lè correnti liberali e le correnti sociali– ste democ~atiche, tenendosi. indipendente ed equi– distante dalle une e -dalle .altre, in modo da costi– tuire H fulcro della democrazia politica.' Altrf Ìn– v.ece si mantenevano più strettamente fedeli al pro– gramma socialista, solo curando di dar risj1lto alla volontà che esso si attuas_se con pieno rispetto della'– libertà individuale; affermavano che solo con l'ab– batti.mento del privilegi~ economico si'possono por– re le basi di una vera d~mocrazia e, pur rifiutando ogni concezione classista, sentivano ·quanto impor– t_asse, per fattuazione del· lorò programma, cerca.r proseliti in ~ezzo agli operai, mentre le ·altre fra– zioni inevitabilmente erano tratte ,a volgersi éon pr.evalenza ai ç.eti medi, pur non volend_o neppur essi costituìre un partito di classe. ... e i risultati del suo ,congresso. Elememi così vari e dottrinariamente e psicolo– gicamente lontani potevan~ pur tuttavia es~ere te- • ~utj uniti nell'azjone quotidiana, in cui la preoc– cup'azione del particolare vince quella delle idee generalj a cui l'azione si irrsp,ira. Ma il giorno· :i,n _cui il Partito avesse iniziato ìl dibattlto per fissare slbtro tcMV{jiAc{ lancòzione presente e futura una salda bas.e dottrinale, era inevitabile che il dissidio apparisse in tutta la sua profondità e rendesse estremamente incerta la permanenza del- 1 'unità. Nel momento in cui scriviamo è infatti in– certo eh.e tale un:i!à possa ;mantenersi e, sebbene l'intenzione di uno s~ism.a non si sia ancora mà– Jiifestata, il ritiro dalla Direzione, l'uscita dal Par– tito e'Jf dimissione da uffici nel Governo di alcuni · fra· gli e~poneQti più autorevoli fanno rit,enere una graduai.e scissione tutt'altro che improbabile. • Nel dib.at! ito • svoltosi parve dovess_e prevalere quella frazione che comunemente viene chiamata destra, a cui appartengono. figure di primo piano:. il Parri, il La Malfa, l 'Omodeo, il De Ruggero; il Salvatorelli, i direttori dello Stato Modemo ed .altri ancora fra i più attivi ed_ autorevoli esponenti del Partito. Invece ha vinto, sopra un ordine del giorno Codignol.a, quella corrente il cui pensiero era stato patrocinato .al Congresso con un lungo ed appas-· .sionato discorso del Lussu, il èompagno di Rosselli e nel confino di Lipari e nella drammatica fuga, poi anche nel lungo esi.lio di Padgi. . Questa corrente, che gli altri gruppi del Partito d'Azione designano col nome di « terzo Pa•rtito So– ci.alista » (terzo, cioè, insieme col nostro e col Co– munista) ha. un programma. che non differisce. so– stanzialmente dal nostro, nè come fine nè come metodo, da:to che noi pure vogliamo rigidamente ten.erci e svolgere la no~tra azione sul terreno della democrazia. La differenz.ll è pertanto in quella ,con– cezione a.nti-classista- che abbiamo sopraccennato,, alla quale noi noIJ. possiamo aderire per le ragioni che abbi.amo già esposte nella nostra polemica ,col Pischel e che dubitiamo possa continuare ad in– formare l'opera del Partito d'Azione quando ·esso voglia uscire dalle pure enunciazioni· programma– tiche e ci~.entarsi nella attu.az: i.one di quelle finali.tà · che ha, sia pure in forma t roppo vaga, affermate nell'ordine del giorno votato dal Congresso. Non già che noi neghiamo il valore ·che ha, in un mo– vimento mirante a finalità socialiste, l'aspirazione eti_ca d'instauraré nei rapporti fra gli uomini un principio di giustizia; non éhe noi dimentichiamo che - persone p'rovenienti d-al ceto borghese hanno . col màggior impeto d:iJede affermato l'ideale S(!· cialista e d.ato àl suo trionfo un entusiasmo e uno 'spirito di sacriifìç;io che li ha portati ad ·affrontare il carcere, i patimenti, la morte. Ma diciamo che ·se questa forza morale è. jl lievito da cùi sono sol– lev.a:ti i grandi movimenti rivoluzionari, altra deve essere la forza per cui ·questi. moviµienti si, com– piono e trionfano. . Socialismò è .negaziooe del privileg_io capitali– siic_o;.Perchè qQesto sia eliminato occorre che .éon– tro di esso si rivolga 10 sforzp di liberazione di .tutti. co~oro che ne sono· Ie vittime più dir_ette. Il socia– lismo è un ordinamento .di · giustizia e di libe:rtà éhe ·potrà es~r sicuro e durevole e ve;,açe, sole( se sia conquista di coloro che ne .avranno profitto, non elargizione fatta ad. essi dall'apostolato o dal sacri– ficio di un manipolo, per quanto numeroso, di, idea- listi e- dj. eroi. _ Sotto questo rispetto, non ostante la sirµpatia che sentiamo, p.er uha evidente affinità ideale, con coloro '.che hanno riportato la maggioranza al re– cente Congresso di Ro~, riteni,amo che la loro vittoria non porti davverq U:n contributo alla chia.– -rezza della. situazione·politica nè al rafforzamento del movimentò democratico·• in ~talia. Sorge forse

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