Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 4 - 16 febbraio 1946

CRITICA SOCÌALE verbo evangelfoo attende ancora di essece attuato.· Ma spie, ,i:ar• la mancata attuazione in !ermio~ ortodossi, come con• ,eguenza di un'errata impostaz1on~ ~1• c~ltura, senza cadere ,nell'ingenuità , di voler mettere 6ùb1to m atto una nuova eresia. La ·critica socialista deve non fondare una nuova chiesa ma soltanto indurre i cattolici ad un severo esame di cos~ienza, portandoli a riconoscere che nel campo sociale .avrebbero potuto fare molto di più e molto meglio, e che ciò che loro non hanno operato è. 6tato j,n buona, misura at– -tu.ato da forze estranee al Cristianesimo. Compito che, ·cessati i motivi -.che potevano in parte ?pie– gare il vecchio anticle,ricalism9, può benissimo essere svilup– pato dai credenti' che ormai numerosi mihtano nelle file del .nostro partito, ; in esso po·rtano la loro · concezione dell_a -vita. È una visuale ben più larga e più umana che non 11 grello positivismo ~celtico di fine secolo, e sarà certo un lin: .guaggio ascoltato dalla borghesi.a. Se poi in ques~ modo J ,cattolici socialisti contribuiranno a far entrare aria nuova . .nei rinchiusi ambienti- della cultura cattolica, che di ammo– derna,rsi ha bisogno, della cosa non può che rallegrarsi chi, -=me lo scri,vente, è cattolico pratican~e. · Si tratta insomma di riconoscere che l'intransi·genza delle ,due parti si è ormai attenuata dopo lunghi anni di 1-otta, e app.unto in conseguenza· di questa lotta.; perchè sempre la guerra avvicina i contendenti, ·chiarendo i motivi ideali che sono in conflitto. I cattolici, confondendo il vecchio· con .l'eterno e opponendosi testardamente ad o,gni nuova, corrente di pensiero, non hanno saputo vedere quanto c'era_ di umano -e quindi di· oristiano nei ·movimenti sociali, ma ora 6tanno, .~ pure c'on un po' di inerzia, aggiornando- le proprie posi– zioni. Al contrario i socialisti non hanno voluto ammettere che nell'azione· morale della Chiesa (e non soltanto itel vago richiamo al· mitico Cr.i,sto ccprimo socialista del .mondo») _è già implicit,o molto socialismo-: ora è il momento pure per noi di aggiornare le- posizioni e di, dare alle nostre rivendi: cazio-ni anche urn significato cristi;mo, il quale, -pur non im– pedendo la convivenza con le componenti del partito che hanno altra ori-gine, faccia da passerella verso una parte no– ·tevole della nostra cultura. borghese, quella cornfessionale. Ma -~i badi che il problema non va preso alla leggera, e ,non è cerlo con l'ingenua speranza di• far rivivere, alla ,Guido .Mazzali, conati ribellistici e protestantici fiocamente di-ffusi qu;i e là nella nostra storia che .si arriva al cuore dei nunie– r9sis'simi· cnidenti italiani. Il problema va impostato da chi lo sente e· non. da chi fa.della questione religiosa una que– l!tione di interesse periferico. Un esempio conoreto e sano di sentire cristiano _esocialista .oe lo offre invece Silone, e noi siamo convinti che, ad esem– pio, leggendo e; Il seme sotto la roe-ve », il nostro borghe~e ·ascolta un linguaggio eh~ è suo, che norn è ostile nè strano. I romanzi dii Silo.ne hanno tra i ceti medi più efficacia pro• p-agaqdistica· che non un ponderosò trattato· ccscientifi·eo;_>) della vecchia scuola. L'idealismo. Sull'idealismo il discorso è pm semplice, perchè nei ri.– .guardi suoi si• pu.Q parlare effettivame<nte di superamento in· aito,: qui la crisi non è soltailt,o ndla cultura idealistica, ma _di tutto· il sistema. Ad acuir la quale hà contribuito la recente trasformazione _politica it1tliana, chè, se prima su Croce si polari,zzavano le simpatie di tutti gli antifascisti, ·oggi, in un ambiente .totalmente arntifasci~ta, risaltan.o di più .le sue ·insufficienze di uomo· politico, di capo partito. Insuf– ficienze éhe j,.; buona pa.-te vanno impuÌate alla sua conce- zione filosofica. ~ , · - La prima reazione che !'.idealismo suscita è ìl realismo, .il quale (sotto' forma di sperimentalismo, o d,i spiritualismo' realistico, o di realismo· critico, o di ·neo-tomi-smo, o di esi– ·•tenziali_snio) ha' ormai molti sostenitori. Qui i socialisti hanno a buon diritto qualcosa ,da dire, prÒprio, in virtù di quella tradizione p<>sitivistica di cui parlammo: a patto, natural– mente, che si esprima in formule nuove, comprendenti le· esigenze di quell'ideali~mo che si vuol superare. I problE,mi della stori11, non intesa semplicemente e semplicisticamente -eome evoluzionismo, ,i, problemi dello spicito umano e della .sua creatività, i problemi della- coscienza·, dell'intelli,gen~, eolio ormai conquiste definitive che l'idealismo lascia in eredità e che non sono ·-più accantonabili. Ma il socialismo ha una forte voce in capitolo se, senza negare o ignorare quei problemi, ·si adopera a rafforzare la diffusa reazione oontco la svalutazione delle scienze di cui· è piena la cultura' ' idealistica. Qui- può essere trovato H pun"to di superamento ,ilell'idealismo, perchè l'era che si i,l•pre davanti ai nostri Biblioteca G·ino Bianco' occhi per mille sintomi si presenta co_,mel' ~ra ~ello sfrut• tamento naturale, delle ricerche, dell orgamzzaz1one, e la filosofia dovrà pur adattarsi• a ·tornire gli 11trumenti per una metodologia delle scienze, se non vuol chiudersi in uno ste– .rile e stupido Aventino. E. qui, ve~amente, abbiamo_ una vecchia e gloriosa bandiera di! sventolare. Il materialismo clia-lettico è -la filosofia del prolètariato? C'è 111 a.;urnlmènte chi ohbietta che noi I~ n~stra cultura, la no:lra esauriente' interpretazione d,ella vita l'abbiamo, e non è il posi,tivismò, ma H matertl'alismo di~lettioo; che irn Ita– lia c'è una cultura di classi, e quella deiÌii classe borghese non va assorbita· o tenuta presente per un superamento, ma soltanto combaHuta in nome d_el materiali-smo dialettiico, che è la filosofia della, classe operaia. · Errore. L' inte,rpre\,azione classista della cultura serve sol– tanto a spiegare r·esistenza · di un difetto, non già a fargli perdere la qualità di difetto,. La oultura è una- so-la, ed è quella -borghese: è deprecabile che sia così, ma è co_sì,pe_r ora e se al-tre classi sociali stanno ferme su altre pos1zoom, vuo'l dire che tali posizioni sono arretr;ite. Possiàmo pensare iid aprire i cancelli delle scuòle borghesi ai diseredati e nel contem,po ad agire demt'ro a quella cultura, perchè senta 'e tratti anche le questioni che interessino· noi e perchè· si evo•lva e si ccproletarizzi )> anche come punto di vista da. cui o-sservare le cos!l' e "' prohJemi, ma non possiamo pensare aò urna oo~trapposizione: stando fuori da quella cml.tura. A! dimostrazione di quantò diciamo, che non esistono due culture, l'un'a horghese e l'aiLt,raoperaia, sta il fatto che l'ope– raio italiano non è affatto· un materialista o un marxista, nÌa o è un non oolto ·o è colto secondo le formule ·borghesi e sui co.-renti li,bri di testo delle scuole borghesi. A meno che •si voglia chiamate marxismo la, ripetizione _di poche frasi•, di ~camificate tì:òorie completamente avulse dal resto· del sistema di Marx. In Italia c'è stato un solo co-nvinto marxista integrale, Anto~io Labriola, ma appunto fu solo, ·e piuttosto ignorato. Il Eociali,smo italiano non può pensare di risolvere il suo problema culturale tornando sic et simpUcit,er· al mar– xismo. Marx è indispensabile al .socialismo nel senso che, ignorandolo, si regredirebb.e dalla scien,za, all'utopja, ma c'è in ·Marx una parte che non è più viva, ed è proprio quella legata al materialismo d·el suo tempo. Del cesto, gli stessi marxisti italiani sono costretti -a darci, pur non volendolo riconoscere, una intenpretazione ammodernata di Marx:· urn marxismo che riprende l'.esi-genza storicistica post-romantica, oome ad esempio quello di Natalino Sapegno; un marJ<ismo che sente di crociani-smo lontano un miglio, persino nella stesura del disoorso. Il -che è una ri,prova della 'nostra. Jeei. UGOBERTO ALfASSIO GRIMALDI Pubblicazioni perven·ut·e In 'dono P. C~RLINI, n' partito reP-ubbiica~ nei PMsato e nel presente GC'- nova, e. cura dei Sam{natori ma~zinìan-i. Pp. _24, L. 12. PIEMONIE, SARAGAT,MAZZONI, Claudio Tre-ves ·- Parigi, P.art. Soc. lt., Fed. di Francia. P{t. 8, fr. ro (a ·beneficio del Fondo Matteotti). S1'EFANO .,RtzzoN~ Giacomo Matteotti e l''ora che volge - Modica, MraJ. fese. l'IP. 30. Ù.I,JVIERO ZUCCARINI, Cosa ~i vuol fare deU'Itall;a - Roma, Cuggiani.. Pp. 14, L. 5. ID., La go:ustizia che nOi ~ogliamo - Roma, Comitato Fed_ Repubbl. di. Azione Sociale. -Pp,. 3x. LODOVICO TAROETtr, La Cost-ituerrte -e l';'-Costituzione - DeSiq, S.ez . de] P.S.I.U.P. Pp. 16, L. 5 (a favore dei reduci di Desio).· PIERO, nELLA GIUSTA,· ·H do1n.ani• socialista: linea~nti essenziali . MJano, Hoepli. P.P. H6. ALDO V~LENTE, Elementi Pe·r ·un Piano organiço di iconomia sociale _ ;_ Torino, u P6polo nuovo -,;_ Pp,. , r35, L. 150. R. ·H. TAWNttv; Nascita, e rei_"'g-ione dei caPi.ta.Lismo • Milano, Rizzoli. Pp. 410, L. 170. , · . UMBERTO NOBILE, Posso dire la verità ~ Milano. Mondadori. ~P- 342, L. 400. -~EGGETE E DIFFONDET~F_~/ •, 1: orgaµo del Partito Socialista Italiano i~ d'i Unità.Proletaria Direttore: Ugo Guido Motidollo Redattore respons.: -Antonio .Greppi .Autorlzz., Allled Publicotlons e.e. \N, 288 • 10-8-1945 ~chetlpogroflo _di MIJono·S. A.- Vlel• Umbria 54

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