Critica Sociela - anno XXXVII - n. 1 - 15 settembre 1945

2 CRITICA SOCIALE introdurre parziali modificlizioni, o, come so– leva e suol dirsi, riforme. ·Oggi tutti: anche quelli che si dicono conservatori, veggono e sento_no·(se non son ciechi e sordi) che i vec– chi ordin.amenti hanno esaurito la loro fun– zione e non bastano, neppur riformati, a sod– disfare alle esigenze vecehie e nuove della vita sociale; sentono, cioè, che è necessario creare un nuovo regime, il quale è, insieme, un nuovo- Stato ,e un nuovo assetto economico– ·sociale. A quest'opera, meno che ogni altro, potreb– be rimanere estraneo il Partito nostro; e ciò è di evidenza così palmare che contro la par– tecipazione dei socialisti al G"overno (che ap– pare condìzione nece~saria per un'efficace con– tributo alla· creazione del nuovo r_egitne) nes– suno s9lleva oggi le pregiudiziali di un tem– po - inopportune già allora·, ina oggi neppur concepibili. - contro il ministedalismo e il ministeriabilismo. Questa par,tecipazione · so– cialis_ta al Gov,erno è collaborazione piena·per quei punti del programma ,che tutti i partiti associati assumono .come fini della loro <a.zio · ne; è lotta per quei pl,lnti'in cui il nostro Par tito ha da proporre soluzi®i parzialmente o totalmente diverse da:._alcun-io <Ja tutti gli al– tri partiti. ,n:, L'ammonimento del passato. In questo atteggiamento !',esempio degli an– ni 1919-22 deve ammonirci. Formuliamo pure . programmi di trasformazioni r.adicali, ma purchè essi non siani indeterminati e nebu– . losi, paiole grosse anzichè propositi fermi e chiari; purchè sappiamo bene quel che vo– gliamo e valutiamo bene quel che possiamo; purc,hè abbiamo idee precise e concrete e ve– diamo le forze ,e la via con cui· e per cui tra-,· durle in realtà. Solo quando' la mèta è visi– bile e chiara, essa può suscitare un'aiione. or- - ganica ed efficace; altrimentf.suscita solo mòti incomposti, ne-i•quali _vanamente e presto si. esat.irisce ogni capacità di azione. Dopo il conflitto del 1914-18, l'irrequietezza · · delle masse che· avevano tsoffert~ gli orrori _della guerra dette a molti, l'errone·a impres– sion'e. di uno stato d'animo veramerite e con– sapevolmente rivoluzionario. ·coloro che allora dirigevano il Partito Socialista, tratti in in– ganno da questa ;ipparcnza· ,e timorosi di la– sciarsi sopravvanzare dall'impeto di rivolta· popolare, ,proposero come fine all'azione- del · ·partito la conquista violenta del potere e l'in– . staurazione della dittatùra .del prÒl,etariato, ma senza nessuna visione del modo in c-qi la conquista dovesse essere compiuta .e senza nessuna._preoccupazione di valutare se esistes– sero, o se e come potessero ess,ere preparate, le forze neoessarie a compiere la conquista, resping_e_ndS er di più, con uno sterile atteg– giamento di intransigenza, cospicue· forze eh€" avrebbero potuto aiutare a troyare e a per– correre la via. Per giunta, all'auspicata « dit– tatura del proletariato » essi. pàrvero dare -iT' carattere, non di iina fase transitoria, quanto più breve possibile, eventualme_nte resa· ne– cessaria dall'urge:qte bisogno di dif.endere gli ordinamenti dem~cratici che fossero minac– ciati dalla viòlenza. di una minoranza Iegitti- .'niamente spodffata; ma di uno stabi1e regi– -me, fondato s"ul monopolio politico di up.a minoranza, anzi di un solo partito, e qv.fndi sulla compressione della libertà e sul terrore. Ir;i tal modo susc'itarono ~paven:to e reazio_: ne·non solo nei ceti capitalistici, ma anche in - tutti coloro che intendono porre i prirtcipì di libertà· e di democrazia a fondamento di ogni regime che voglia attuare una più alta giw– stizia · e assicurare ad ogni persona quei di- . . . ritti in _cui consiste la dignit~ umana e ,la garanzia di una siricera. pace sociale. Dobbiamo guardarci dal ricadere in quel– l'errore, che val~e a sus~itare contro una rivo- . lu~ione di sole· parole schiere armate pronte ad ogni violenza. E anche da un altro errore dobbiamo guardarci: l'errore di· chiuderci in una visiòne grettaµiente operaista del compi– to di redenzione sociale che il. nQstro pa.rtito si propone, isolando così la causa del prole-; tariato manuale dalle legittime aspirazioni di altri ce_ti, che hànno pur essi ·un diritto da -difoii<;lere. Noi aspiriamo ad una società che "assicuri a tutti libertà, digni.tà, es:ercizio dei diritti fondamenJali dell'uoino e del cit~adino, È logico clie cpnfro · l,e nostre aspirazioni sia ,la plutocrazia,i cui privilegi sono fondati, più o meno, sulla compressione della libertà__,del-, la dignità, dei diritti altrui. Ma tutti gli altri ceti, no. Sarebbe ·stolto e ingiusto, se, per un~ illogica consià,érJlzione ed :esalt;izio1;1e_esclu– siva dei diritti dei lavoratori manuali, noi di– sconoscessimÒ i dfritti e offendessimo la di– gnità dei lavoratori_ intellettuali, negando ad– essi il grado che lor9 spetta nella scala !1ei v~;– lori sociali. ·Noi vogliamo anzi çonsid,erarli con, simpatia frat1W.na, lieti di averne la com– pagnia e la guida .per le as-censiòni ehe il pro– letariato deve compiere anehe nella vita- spi- rituale. In, • Attuàlità del Sociçliismo . ;11 . . Le vive -forze rivoluzionarie. eh.e, finita 1a guerra di l_iberazione, irrompono imJ?efuosa-'

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